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Autore: LeviRivaille    15/09/2011    3 recensioni
Lasciarsi avvolgere dall'oscurità del proprio cuore nonostante si sappia che si è puri e innocenti... o quasi. Se non vivessimo in una Londra ottocentesca ma ai giorni nostri? Tu che scegli, Black or White?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Desiderio… Ciò che porta l’uomo a compiere decisioni avventate…

Amore… Ciò che porta alla disperazione della mente e…

Del cuore…”

 

 

Candid tentò di alzarsi ma, non ci riuscì.

Sebastian l’aveva stretta a lui, avvolto dalla paura che quella donna potesse rubargliela nel sonno.

Così, la corvina, dovette stiracchiarsi come meglio poteva e fare un sonoro sbadiglio.

Tornò ad accoccolarsi a lui nella speranza di sognare un altro po’.

Il demone aprì gli occhi e sorrise nel vederla voler riprendere sonno.

Allentò leggermente la presa e le scompigliò i capelli.

-Non hai dormito, vero?

Chiese Candy appena fu libera.

-No. Non vedo il motivo per cui dovrei dormire.

-Se non dormi…

Disse lei prendendo le guance di Sebastian e iniziandole a tirare.

-… ti verranno le rughe e sembrerai un vecchietto!

-Tanto non invecchio.

A quelle parole, la ragazza lo lasciò e annuii appena.

-Sebastian, mi prepari un bel vestito bianco?

-Yes, my lady. Vuoi andare da qualche parte?

Sebastian si alzò e scese dal letto per obbedire all’ordine della ragazza.

Aprì l’armadio e verificò due degli abiti bianchi che gli piacevano.

Uno era senza ricami, sobrio e con una linea leggera, l’altro era con un fiocchetto rosso in vita.

Posò quello con il fiocco e andò verso la ragazza per poterla aiutare.

-Ora mi cambio io. Te se devi andare, va pure.

Disse lei prendendo il vestito e sfilandosi la camicetta.

-Come desideri… Sono in giardino.

Sebastian uscì dalla porta e si avviò verso le scale.

-Sebastian, dove stai andando?

Lo fermò Ciel mentre l’uomo stava per scendere.

-Mi scusi, signorino ma, dovrei usufruire del giardino, solo per poco. Vi dispiace?

Il conte lo squadrò bene da capo a fondo.

-Va… va pure.

Disse semplicemente prima di ritornare sul proprio cammino.

Sebastian sorrise tra se e se mentre scese le scale e giunger alla porta che conduceva al giardino.

 

E ora avrete la più piacevole sorpresa che non vi sareste mai aspettata…

 

Il demone sospirò godendosi dell’aria pura che lo circondava.

Si avvicinò al tavolino e vi sistemò una tovaglia nera e delle rose bianche.

Andò a prendere un vaso pieno d’acqua per riempirlo di altrettanti fiori bianchi.

 

Vi mostrerò cosa so fare, se solo voglio…

Mi avete insegnato a godermi la vita?

E io vi mostro quello che facevo prima, mio piccolo fiore bianco.

 

Poggiò l’operato su quella tovaglia nera per completarla con le posate.

Entrò nella villa per dirigersi velocemente in cucina quando…

-SEBASTIAN! Portami un dolce! Sono in salone!

L’uomo sbuffò nel sentire la voce di Ciel e andò a prendere un croissant alla vaniglia.

-SEBASTIAN! QUANTO PORTI QUALCOSA DA MANGIARE?

Continuò a sbraitare il piccoletto.

Intanto il povero diavolo stava correndo da lui per accontentarlo.

-Mi spiace ma sono in ferie. Eccovi un dolcino.

Disse porgendogli il “dolce” e tornando di corsa verso il giardino.

 

Eppure…

Manca qualcosa...

 

Si illuminò capendo cosa ci mancasse.

L’ “ospite”…

 

 

“Quant’è dolce il sapore che hanno i nostri desideri…

Ma altrettanto dolce è il sapore dell’essere se stessi…”

 

Intanto Candid si sistemò i tacchi dentro una borsa e si avvicinò alla finestra.

-Bene… e ora... uno… due…

Si sedette sulla ringhiera di ferro mentre contava per darsi forza.

Era l’unico modo per uscire da quella villa, molto discretamente.

-E TRE! No, non posso…

Prese un profondo respiro e si sporse di più.

-Uno… due… e… TRE!

Si spinse in avanti e cadde.

-Non dovresti farmi questi scherzi.

 

No, non mi dire…

Non ci voleva ma…

Perché TI METTI SEMPRE IN MEZZO?

 

-Ci… ciao… Che sc… scherzi?

Era atterrata tra le braccia del demone costatando, nel sentir quella voce, che tutto era andato in fumo.

Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi rimproverevoli  dell’uomo.

-Intendo buttarsi giù… Alla tua giovane età. Vuoi morire spiaccicata? Se vuoi te la do io una morte adeguata.

Scherzò Sebastian nel vederla preoccupata e perplessa.

-Suvvia, sto scherzando… Che intenzioni avevi?

Candy si guardò intorno per inventarsi qualcosa e sospirò rassegnata.

-Ho visto una farfalla bellissima volare sul balcone… Mi sono avvicinata per prenderla ed è andata su quel ramo…

Gli indicò un ramo vicino alla ringhiera e continuò.

-… allora mi sono sporta un po’ di più e sono caduta… Mi è scappata.

Mise una smorfia un po’ da bambina per esser più convincente e si perse in quei occhi rossi.

-Non farlo mai, e dico, MAI, più.

La ragazza non poté che annuire alle parole del corvino.

Quella voce rimprorevole l’aveva spaventata e un po’ intimorita.

-Va b…bene.

Balbettò dimenandosi per scendere dalle sue braccia.

Sebastian non diede segno di cedimento e la portò nel giardino allestito.

 

 

“Perdersi è la migliore delle cose?

No, non è la migliore…

La migliore è ritrovarsi non appena sai di esserti perso.

Lasciando alle spalle i propri problemi e…

La propria lucidità…”

 

 

-Addio vita preziosa…

Canticchiò Candy appena seduta al tavolo.

-Perché? Non è ancora in corso?

L’uomo si sedette di fronte a lei studiandone i movimenti.

-Certo che oggi sei in vena di humor… Squallido.

Sbuffò la corvina poco convinta di voler star li ma, era stata costretta.

-Cosa c’è di squallido nel mio umorismo?

-Fai certe battute che ti mettono un freddo addosso. Ecco perché è squallido.

Alzò lo sguardo per osservare il volto del SUO diavolo e notò una vena di tristezza.

-Almeno salviamo la terra dal surriscaldamento.

-ECCO COSA INTENDO! Gelo!

Scandì bene l’ultima parola per fargli capire di smetterla e darci un taglio.

Lui sorrise appena avvolto dall’incertezza se alzare una mano verso di lei o no.

Ci pensò Candid al posto suo prendendo LA MANO di Sebastian tra le proprie.

-Su, non prendertela per così poco. Eppure ti dico di peggio.

 

Certo che siete molto rassicurante quando parlate in questo modo…

Non so se ridere o piangere…

Tutte due?

 

-Possiamo interrompere questo “discorso” molto interessante e parlare d’altro?

Chiese seccato.

-Senti, Candid, perché?

-C’era una farfalla…

-Ah, e quindi c’era bisogno di una borsa con i tacchi dentro per prenderla?

-MI HAI SCOPERTA! Volevo andare a fare due passi… Senza TE.

-Non ti devi allontanare da me.

 

Oh basta Sebastian di fare la mamma.

Non è già abbastanza che QUELLA ora si fa risentire?

E che cavolo, ho ormai diciott’anni!

Posso uscire da sola?

E che te ne deve fregare dove vado o con chi vado?

Infondo tu…

 

-Infondo tu sei solo un diavolo… non puoi capire come mi sento in questo momento… non ho bisogno nemmeno della balia…

Quei occhi verdi, lucidi, incontrarono quelli rossi e duri dell’uomo.

Evocavano un silenzioso lamento…

Un perdono per qualcosa di nascosto, per qualcosa che non si è fatto o non si ha il coraggio di fare.

Cercavano sicurezza ma, incontrarono solo quell’impassibilità di qualcuno che non prova emozioni.

E così le lacrime caddero.

-Scusa…mi…

Si alzò e fece per andarsene ma si trovò avvolta nelle forti braccia di Sebastian.

-Forse hai ragione, sono solo un diavolo, non posso capire come ti senti, non sono la tua balia ma, ero solo preoccupato per te… E se ti facevi male?

Candy ci pensò un attimo e si abbandonò arresa.

-Non ci hai pensato, vero? Se non eri in possesso del contratto, non ti avrei trovata facilmente. E smettila di fare la bambina, non piangere per così poco…

Ma lei non ci riusciva, a smettere.

Si voltò e affondò la testa nel petto di Seb, lasciando dar sfogo ancora una volta, tutta la sua tristezza.

-… sfogati pure, sentiti libera di fare quello che vuoi… Come ti ho già detto, non posso sapere come ti senti perché non provo sentimenti ma, se ti può far star meglio, farò finta per te.

Fare finta

A lei non bastava il FARE FINTA… Voleva i fatti.

-Fare finta?

-Se vuoi che io sia un amico, farò finta di esserlo… Se vuoi che io sia un’amante, farò finta di…

-Finta?

-Sì, far finta, infondo sono stato un’ “attore” per così tanto tempo.

-NO… non è ciò che voglio.

Sebastian le alzò il volto e si avvicinò con il proprio a quello della ragazza.

-E cosa vuoi?

Candid si perse in quei occhi tentatori.

Era ipnotizzata a tal punto che non si accorse nemmeno di quella vicinanza.

-Voglio… che… la pianti.

Disse semplicemente riprendendosi e soddisfatta.

A quel punto, il demone avvicinò le proprie labbra all’orecchio della ragazza.

-Stai attenta, giochi un po’ troppo con il fuoco, in questo periodo.

-E tu un po’ troppo con la luce, tu che sei figlio dell’oscurità.

-A furia di giocare con te, finirò per esser corrotto…

Lei appoggiò la fronte contro quella dell’uomo e sorrise.

-Che c’è, Sebastian? Stiamo cedendo al lato luminoso?

-No, voglio solo farti cadere in quest’oscurità, dove dovresti essere… con me.

-E se io voglia rimanere nella luce?

Il loro respiro iniziò a intrecciarsi, come le loro dita.

-Mi toccherà con qualsiasi mezzo portarti via con me. Anche a costo di uccidere qualcuno o torturarlo… O soddisfare i tuoi desideri più nascosti, angioletto.

-Fan cu… No, basta.

Candid chiuse gli occhi e appoggiò le proprie labbra a quelle di Sebastian.

L’impulso, la cosa a cui non poteva resistere, doveva sempre e solo agire di impulso o, non aveva soddisfazioni.

E quel momento era uno delle tante soddisfazioni che l’impulso le aveva dato.

Quel languido bacio, era frutto dei PROPRI desideri e stava cedendo alla tentazione…

La piacevole tentazione.

Le mani dell’uomo si allentarono donandole lo stesso calore ma con meno forza.

 

E state tornando a cedere…

Volete accelerare i tempi?

Angioletto, state giocando troppo con il fuoco e finirete…

Per scottarvi quelle piume…

No, non voglio che vi bruciate…

 

Quando si separarono, avevano entrambi il respiro corto.

Candy appoggiò una mano sul petto del corvino e sentì i battiti così veloci che la fecero sorridere.

-Cavallo… corre… sei uno… scemo.

-E te… una… stupida.

Sorrise nel sentirsi chiamare scemo come nella sensazione di ben essere che gli donava quella mano.

-Non cederò tanto facilmente, caro DIAVOLO.

-E neanche io, ANGIOLETTO, non cederò alla luce.

A quelle parole, lei sbuffò divertita e fece abbassare l’uomo per tornare ad appoggiare la propria fronte contro la sua.

-Che ti prende, uomo impeccabile? Mi sembri turbato.

-Sì, non sono lucido in questo momento… Perché dovevo esser io a tentare TE e non tu a ME.

Le diede un lieve bacio che schioccò in un altro lungo bacio.

-Vediamo chi vince. Intanto caro abbiamo un contratto e devi rispettarlo tanto quanto me.

Sebastian si ricompose e annuii togliendosi il guanto.

-E cosa dovrei fare?

-Ti ordino di raccogliere informazioni e di esser un po’ più te stesso… Mi è parso di vedere il vero TE poco fa.

L’uomo fece un lieve inchino di ottimo umore.

-Yes, my lady. E per l’ultima cosa, chi lo sa? Ogni cosa ha il suo tempo, cerca di non accelerare il tutto come oggi.

Le scompigliò i capelli per poter sparire in casa.

 

Accelerare i tempi?
Era mia intenzione ma mai me lo sarei aspettato da voi…

Non è che si è acceso qualcosa che vi sta trasformando?

Che stupidi i sentimenti eppure…

Bè, vediamo cosa ha in serbo la vita…

E soprattutto…

IO…

 

 

“Le sorprese sono il miglior ingrediente che esista su questo mondo ma…

Cosa potrebbe accadere se due entità così diverse ma, così unite, unissero se stessi?

Una sorpresa, questo è poco ma sicuro...

Come potrebbe esser buona, potrebbe esser brutta…

Come mi piace scombinare le vite delle varie entità…”

 

 

Avviso dell’autrice: allora Ci ho messo un bel po’ perche’ non avevo ispirazione E odio quando inizio a scrivere a raffica per poi impallarmi li.

Mi sto perdendo per la via!
Forse dovro’ cercarmi meglio.

Fatto sta che non pensavo proprio di scrivere un capitolo cosi’ lungo e cosi’ banale?

Vediamo Sebastian cosa ci combina nel prossimo capitolo… Ora spero di concludere presto la storia. Per il bene di chi legge e per il mio bene… C’è da andare ai matti così. (XD)

Vi ringrazio ancora! (>w<)

Ps: Ho deciso di mettere finalmente in prima persona le frasi… Non so, mi è venuto spontaneo.

Infondo ci dovrà pur essere un’entità che manovra il nostro “teatrino”… Se non io, il Word Office. (O__O è preoccupante la cosa?)

 

La vostra autrice impazzita o, soltanto, spiazzata da quest’ondata di non si sa che. (LOL)

  
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