“Desiderio…
Ciò che porta l’uomo a compiere decisioni avventate…
Amore… Ciò che
porta alla disperazione della mente e…
Del cuore…”
Candid tentò
di alzarsi ma, non ci riuscì.
Sebastian
l’aveva stretta a lui, avvolto dalla paura che quella donna potesse rubargliela
nel sonno.
Così, la
corvina, dovette stiracchiarsi come meglio poteva e fare un sonoro sbadiglio.
Tornò ad
accoccolarsi a lui nella speranza di sognare un altro po’.
Il demone
aprì gli occhi e sorrise nel vederla voler riprendere sonno.
Allentò
leggermente la presa e le scompigliò i capelli.
-Non hai
dormito, vero?
Chiese Candy
appena fu libera.
-No. Non vedo
il motivo per cui dovrei dormire.
-Se non
dormi…
Disse lei
prendendo le guance di Sebastian e iniziandole a tirare.
-… ti
verranno le rughe e sembrerai un vecchietto!
-Tanto non
invecchio.
A quelle
parole, la ragazza lo lasciò e annuii appena.
-Sebastian,
mi prepari un bel vestito bianco?
-Yes, my
lady. Vuoi andare da qualche parte?
Sebastian si
alzò e scese dal letto per obbedire all’ordine della ragazza.
Aprì
l’armadio e verificò due degli abiti bianchi che gli piacevano.
Uno era senza
ricami, sobrio e con una linea leggera, l’altro era con un fiocchetto rosso in
vita.
Posò quello
con il fiocco e andò verso la ragazza per poterla aiutare.
-Ora mi
cambio io. Te se devi andare, va pure.
Disse lei
prendendo il vestito e sfilandosi la camicetta.
-Come
desideri… Sono in giardino.
Sebastian
uscì dalla porta e si avviò verso le scale.
-Sebastian,
dove stai andando?
Lo fermò Ciel
mentre l’uomo stava per scendere.
-Mi scusi,
signorino ma, dovrei usufruire del giardino, solo per poco. Vi dispiace?
Il conte lo
squadrò bene da capo a fondo.
-Va… va pure.
Disse
semplicemente prima di ritornare sul proprio cammino.
Sebastian
sorrise tra se e se mentre scese le scale e giunger alla porta che conduceva al
giardino.
E ora
avrete la più piacevole sorpresa che non vi sareste mai aspettata…
Il demone
sospirò godendosi dell’aria pura che lo circondava.
Si avvicinò
al tavolino e vi sistemò una tovaglia nera e delle rose bianche.
Andò a
prendere un vaso pieno d’acqua per riempirlo di altrettanti fiori bianchi.
Vi
mostrerò cosa so fare, se solo voglio…
Mi
avete insegnato a godermi la vita?
E io
vi mostro quello che facevo prima, mio piccolo fiore bianco.
Poggiò l’operato
su quella tovaglia nera per completarla con le posate.
Entrò nella
villa per dirigersi velocemente in cucina quando…
-SEBASTIAN!
Portami un dolce! Sono in salone!
L’uomo sbuffò
nel sentire la voce di Ciel e andò a prendere un croissant alla vaniglia.
-SEBASTIAN!
QUANTO PORTI QUALCOSA DA MANGIARE?
Continuò a
sbraitare il piccoletto.
Intanto il
povero diavolo stava correndo da lui per accontentarlo.
-Mi spiace ma
sono in ferie. Eccovi un dolcino.
Disse
porgendogli il “dolce” e tornando di corsa verso il giardino.
Eppure…
Manca
qualcosa...
Si illuminò
capendo cosa ci mancasse.
L’ “ospite”…
“Quant’è dolce il sapore che hanno i nostri desideri…
Ma altrettanto dolce è il sapore dell’essere se stessi…”
Intanto
Candid si sistemò i tacchi dentro una borsa e si avvicinò alla finestra.
-Bene… e
ora... uno… due…
Si sedette
sulla ringhiera di ferro mentre contava per darsi forza.
Era l’unico
modo per uscire da quella villa, molto discretamente.
-E TRE! No,
non posso…
Prese un
profondo respiro e si sporse di più.
-Uno… due… e…
TRE!
Si spinse in
avanti e cadde.
-Non dovresti
farmi questi scherzi.
No,
non mi dire…
Non
ci voleva ma…
Perché
TI METTI SEMPRE IN MEZZO?
-Ci… ciao…
Che sc… scherzi?
Era atterrata
tra le braccia del demone costatando, nel sentir quella voce, che tutto era
andato in fumo.
Alzò lo
sguardo per incontrare gli occhi rimproverevoli
dell’uomo.
-Intendo
buttarsi giù… Alla tua giovane età. Vuoi morire spiaccicata? Se vuoi te la do
io una morte adeguata.
Scherzò
Sebastian nel vederla preoccupata e perplessa.
-Suvvia, sto
scherzando… Che intenzioni avevi?
Candy si
guardò intorno per inventarsi qualcosa e sospirò rassegnata.
-Ho visto una
farfalla bellissima volare sul balcone… Mi sono avvicinata per prenderla ed è
andata su quel ramo…
Gli indicò un
ramo vicino alla ringhiera e continuò.
-… allora mi
sono sporta un po’ di più e sono caduta… Mi è scappata.
Mise una
smorfia un po’ da bambina per esser più convincente e si perse in quei occhi
rossi.
-Non farlo
mai, e dico, MAI, più.
La ragazza
non poté che annuire alle parole del corvino.
Quella voce
rimprorevole l’aveva spaventata e un po’ intimorita.
-Va b…bene.
Balbettò
dimenandosi per scendere dalle sue braccia.
Sebastian non
diede segno di cedimento e la portò nel giardino allestito.
“Perdersi è la migliore delle cose?
No, non è la migliore…
La migliore è ritrovarsi non appena sai di esserti perso.
Lasciando alle spalle i propri problemi e…
La propria lucidità…”
-Addio vita
preziosa…
Canticchiò
Candy appena seduta al tavolo.
-Perché? Non
è ancora in corso?
L’uomo si
sedette di fronte a lei studiandone i movimenti.
-Certo che
oggi sei in vena di humor… Squallido.
Sbuffò la
corvina poco convinta di voler star li ma, era stata costretta.
-Cosa c’è di
squallido nel mio umorismo?
-Fai certe
battute che ti mettono un freddo addosso. Ecco perché è squallido.
Alzò lo
sguardo per osservare il volto del SUO diavolo e notò una vena di tristezza.
-Almeno
salviamo la terra dal surriscaldamento.
-ECCO COSA
INTENDO! Gelo!
Scandì bene l’ultima
parola per fargli capire di smetterla e darci un taglio.
Lui sorrise
appena avvolto dall’incertezza se alzare una mano verso di lei o no.
Ci pensò
Candid al posto suo prendendo LA MANO di Sebastian tra le proprie.
-Su, non
prendertela per così poco. Eppure ti dico di peggio.
Certo
che siete molto rassicurante quando parlate in questo modo…
Non
so se ridere o piangere…
Tutte
due?
-Possiamo
interrompere questo “discorso” molto interessante e parlare d’altro?
Chiese
seccato.
-Senti,
Candid, perché?
-C’era una
farfalla…
-Ah, e quindi
c’era bisogno di una borsa con i tacchi dentro per prenderla?
-MI HAI
SCOPERTA! Volevo andare a fare due passi… Senza TE.
-Non ti devi
allontanare da me.
Oh
basta Sebastian di fare la mamma.
Non è
già abbastanza che QUELLA ora si fa risentire?
E che
cavolo, ho ormai diciott’anni!
Posso
uscire da sola?
E che
te ne deve fregare dove vado o con chi vado?
Infondo
tu…
-Infondo tu
sei solo un diavolo… non puoi capire come mi sento in questo momento… non ho
bisogno nemmeno della balia…
Quei occhi
verdi, lucidi, incontrarono quelli rossi e duri dell’uomo.
Evocavano un
silenzioso lamento…
Un perdono
per qualcosa di nascosto, per qualcosa che non si è fatto o non si ha il coraggio
di fare.
Cercavano
sicurezza ma, incontrarono solo quell’impassibilità di qualcuno che non prova
emozioni.
E così le
lacrime caddero.
-Scusa…mi…
Si alzò e
fece per andarsene ma si trovò avvolta nelle forti braccia di Sebastian.
-Forse hai
ragione, sono solo un diavolo, non posso capire come ti senti, non sono la tua
balia ma, ero solo preoccupato per te… E se ti facevi male?
Candy ci
pensò un attimo e si abbandonò arresa.
-Non ci hai
pensato, vero? Se non eri in possesso del contratto, non ti avrei trovata
facilmente. E smettila di fare la bambina, non piangere per così poco…
Ma lei non ci
riusciva, a smettere.
Si voltò e
affondò la testa nel petto di Seb, lasciando dar sfogo ancora una volta, tutta
la sua tristezza.
-… sfogati
pure, sentiti libera di fare quello che vuoi… Come ti ho già detto, non posso
sapere come ti senti perché non provo sentimenti ma, se ti può far star meglio,
farò finta per te.
Fare finta …
A lei non
bastava il FARE FINTA… Voleva i fatti.
-Fare finta?
-Se vuoi che
io sia un amico, farò finta di esserlo… Se vuoi che io sia un’amante, farò
finta di…
-Finta?
-Sì, far
finta, infondo sono stato un’ “attore” per così tanto tempo.
-NO… non è
ciò che voglio.
Sebastian le
alzò il volto e si avvicinò con il proprio a quello della ragazza.
-E cosa vuoi?
Candid si
perse in quei occhi tentatori.
Era
ipnotizzata a tal punto che non si accorse nemmeno di quella vicinanza.
-Voglio… che…
la pianti.
Disse
semplicemente riprendendosi e soddisfatta.
A quel punto,
il demone avvicinò le proprie labbra all’orecchio della ragazza.
-Stai
attenta, giochi un po’ troppo con il fuoco, in questo periodo.
-E tu un po’ troppo
con la luce, tu che sei figlio dell’oscurità.
-A furia di
giocare con te, finirò per esser corrotto…
Lei appoggiò
la fronte contro quella dell’uomo e sorrise.
-Che c’è,
Sebastian? Stiamo cedendo al lato luminoso?
-No, voglio solo
farti cadere in quest’oscurità, dove dovresti essere… con me.
-E se io
voglia rimanere nella luce?
Il loro
respiro iniziò a intrecciarsi, come le loro dita.
-Mi toccherà
con qualsiasi mezzo portarti via con me. Anche a costo di uccidere qualcuno o
torturarlo… O soddisfare i tuoi desideri più nascosti, angioletto.
-Fan cu… No,
basta.
Candid chiuse
gli occhi e appoggiò le proprie labbra a quelle di Sebastian.
L’impulso, la
cosa a cui non poteva resistere, doveva sempre e solo agire di impulso o, non
aveva soddisfazioni.
E quel
momento era uno delle tante soddisfazioni che l’impulso le aveva dato.
Quel languido
bacio, era frutto dei PROPRI desideri e stava cedendo alla tentazione…
La piacevole
tentazione.
Le mani dell’uomo
si allentarono donandole lo stesso calore ma con meno forza.
E
state tornando a cedere…
Volete
accelerare i tempi?
Angioletto,
state giocando troppo con il fuoco e finirete…
Per
scottarvi quelle piume…
No,
non voglio che vi bruciate…
Quando si
separarono, avevano entrambi il respiro corto.
Candy
appoggiò una mano sul petto del corvino e sentì i battiti così veloci che la
fecero sorridere.
-Cavallo…
corre… sei uno… scemo.
-E te… una…
stupida.
Sorrise nel
sentirsi chiamare scemo come nella sensazione di ben essere che gli donava
quella mano.
-Non cederò
tanto facilmente, caro DIAVOLO.
-E neanche
io, ANGIOLETTO, non cederò alla luce.
A quelle
parole, lei sbuffò divertita e fece abbassare l’uomo per tornare ad appoggiare
la propria fronte contro la sua.
-Che ti
prende, uomo impeccabile? Mi sembri turbato.
-Sì, non sono
lucido in questo momento… Perché dovevo esser io a tentare TE e non tu a ME.
Le diede un
lieve bacio che schioccò in un altro lungo bacio.
-Vediamo chi
vince. Intanto caro abbiamo un contratto e devi rispettarlo tanto quanto me.
Sebastian si
ricompose e annuii togliendosi il guanto.
-E cosa
dovrei fare?
-Ti ordino di
raccogliere informazioni e di esser un po’ più te stesso… Mi è parso di vedere
il vero TE poco fa.
L’uomo fece
un lieve inchino di ottimo umore.
-Yes, my
lady. E per l’ultima cosa, chi lo sa? Ogni cosa ha il suo tempo, cerca di non
accelerare il tutto come oggi.
Le scompigliò
i capelli per poter sparire in casa.
Accelerare
i tempi?
Era mia intenzione ma mai me lo sarei aspettato da voi…
Non è
che si è acceso qualcosa che vi sta trasformando?
Che
stupidi i sentimenti eppure…
Bè,
vediamo cosa ha in serbo la vita…
E soprattutto…
IO…
“Le sorprese sono il miglior ingrediente che esista su questo mondo ma…
Cosa potrebbe accadere se due entità così diverse ma, così unite,
unissero se stessi?
Una sorpresa, questo è poco ma sicuro...
Come potrebbe esser buona, potrebbe esser brutta…
Come mi piace scombinare le vite delle varie entità…”
Avviso dell’autrice:
allora… Ci ho messo un bel po’ perche’ non avevo ispirazione… E odio quando inizio a scrivere a raffica per poi
impallarmi li.
Mi sto perdendo per
la via!
Forse dovro’ cercarmi meglio.
Fatto sta che non
pensavo proprio di scrivere un capitolo cosi’ lungo e cosi’… banale?
Vediamo Sebastian cosa ci combina
nel prossimo capitolo… Ora spero di concludere presto la storia. Per il bene di
chi legge e per il mio bene… C’è da andare ai matti così. (XD)
Vi ringrazio ancora! (>w<)
Ps: Ho deciso di mettere finalmente
in prima persona le frasi… Non so, mi è venuto spontaneo.
Infondo ci dovrà pur essere un’entità
che manovra il nostro “teatrino”… Se non io, il Word Office. (O__O è
preoccupante la cosa?)
La vostra autrice impazzita o, soltanto,
spiazzata da quest’ondata di non si sa che. (LOL)