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Autore: Yammi    20/09/2011    4 recensioni
La consapevolezza che lo stava osservando era chiara. Se ne era accorto solo ora, nonostante sospettasse che ciò accadesse già da molto tempo. La vita, in quel futuro tanto atteso, non era come doveva essere. Una moglie così impegnata ad amare il mondo da loro governato che l'amore rimasto per lui, suo marito, si era impoverito sempre di più. Una figlia che gli sembrava sempre più strana ogni giorno. In quei momenti avrebbe fatto sicuramente a meno dello sguardo di Pluto così insistente su di lui, che gli sembrava sbucare in qualsiasi angolo buio in cui guardasse.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Endymion, Serenity, Setsuna/Sidia, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Si, una mia nuova creazione, ma non del tutto mia. Questo primo capitolo è diciamo una mia versione
di un capitolo già esistente. Me l'ha mandato Quintessence (autrice qui su EFP e mia cara amica)
in privato, affinchè io lo leggessi. Ne sono rimasto stregato, e gli chiesi di continuarla. Ma lei
ha rifiutato, in quanto questa storia per lei rimane una shot, ma io ero convinto che si meritasse
uno sviluppo. Così nasce questa Long, affidatami da lei stessa dopo che io le avevo
illustrato le mie idee. Spero mi seguirete anche in questa avventura.
Un saluto e, come sempre, Buona lettura.
Y
ammi.



La consapevolezza che lo stava osservando era chiara. Se ne era accorto solo ora, nonostante sospettasse che ciò accadesse già da molto tempo. La vita, in quel futuro tanto atteso, non era come doveva essere. Una moglie così impegnata ad amare il mondo da loro governato che l'amore rimasto per lui, suo marito, si era impoverito sempre di più. Una figlia che gli sembrava sempre più strana ogni giorno. In quei momenti avrebbe fatto sicuramente a meno dello sguardo di Pluto così insistente su di lui, che gli sembrava sbucare in qualsiasi angolo buio in cui guardasse.
Sapeva che la sua posizione alle Porte del Tempo era solitaria, questo lo sapeva bene, ma se il destino le aveva dato la possibilità di guardare qualsiasi cosa da lontano...perchè fargli sentire il suo sguardo così affilato ed insistente? Perchè non nasconderlo?
Un giorno, particolarmente nervoso, si ritrovò a vagare per un corridoio deserto. Continuava a sentire lo sguardo di Pluto su di lui. Irritato, deconcentrato, ecco come lo faceva sentire.
La sera prima c'era stato un banchetto, uno di quei banchetti sontuosi che aveva tanto sognato di fare con la sua amata in quel futuro, ma da cui adesso avrebbe preferito fuggire all'istante.
Serenity era bellissima, con sguardi d'amore per tutti, tranne che per lui. Aveva mangiato tutto ciò che c'era sulla tavola, anche se con molta più raffinatezza di come faceva da giovane. Small Lady aveva passato la serata sotto il tavolo, non uscendo nemmeno per il dessert, sporcando e stracciando il vestito nuovo gettandosi sul pavimento e giocando con dei cani. Gli sembrava quasi impossibile che quella, sua figlia capitatagli tra capo e collo, potesse essere la stessa bambina che molti anni prima era venuta dal futuro. Gli sembrava solo la più strana e scomposta bambina che avesse mai visto.
Mentre questi pensieri si annidavano nel profondo del suo animo sentì lo sguardo di Pluto farsi più insistente, tanto che quasi sobbalzò quando una mano gli si pose sulla spalla destra. Il sangue nelle vene smise quasi di circolare. Ma era solo un cortigiano di corte che lo informava di alcune piccolezze. Ma in quel momento aveva capito che era troppo, troppo anche per lui.

Poche ore dopo, stava aprendo la porta che solo la reale famiglia poteva aprire, che solo la reale famiglia poteva vedere. Si era ritrovato così di fronte alla nebbiosa Porta del Tempo. Si faceva strada in quella nebbia con naturalezza, come se avesse attraversato quel passaggio molte (troppe) volte. Serenity ci si perdeva facilmente. Lui invece conosceva quei luoghi come le sue tasche. Forse meglio.

Trovò Pluto ad attenderlo. Quando lo vide non mostrò la minima traccia di sorpresa. Anzi, sembrava piuttosto annoiata.

«Da quando hai preso l'abitudine di spiarmi? Lo trovo piuttosto irritante e non voglio passare la vita a guardarmi le spalle da una donna sola e annoiata dalla sua solitudine che non fa altro che spiare la gente». Udendo quelle parole gli erano sembrate più cariche di rabbia di quanto in realtà non fossero. Cercò di fare un sorriso, come un cuscinetto per attutire la sfuriata di poco fa. Pluto lo guardò con uno sguardo neutrale, quasi come se non sapesse di cosa Endymion stesse parlando.
«Qualcuno deve spiarti»
«Mi spiace deluderti ma ti stai confondendo con mia figlia. Avrebbe più bisogno lei di me di due occhi puntati addosso continuamente» Era convinto di quel che diceva. Sicuramente Small Lady era una bambina di quelle che si dovevano controllare costantemente, per evitare che facesse qualche guaio. Forse in quel senso era uguale a Serenity. O meglio, alla Serenity di tanto tempo fa. Pluto scrollò le spalle in un gesto naturale. Era una donna altra, molto più alta di Serenity e di Jupiter Eppure conservava, quasi nascondendola, una candida femminilità capace di incantare qualsiasi uomo...E lui?
«Hai bisogno della mia attenzione» mormorò tranquilla. Sembrò che i suoi occhi sapessero. Ma non era vero. Però quegli occhi rossi sembravano fin troppo sicuri. Endymion si era spesso domandato perchè solo sua figlia e la guardiana del Tempo avessero gli occhi rossi. Gli occhi del demonio. Eppure quelli di Pluto erano tutt'altro che demoniaci. Quegli occhi nascondevano tentazione.
«Tu pensi di conoscermi, ma non è così. Non sai nulla di me» ci fu un movimento, rapido. Avanzò di un passo, smuovendo la nebbia sotto di loro, che tornò ad inghiottirli quasi subito. O almeno, così sembrava.
«Ma sapevo che saresti venuto, di nuovo» a queste parole cercò la sua mano. Era fredda. Si era forse sfilata i guanti o si stava confondendo?
«Per questo mi fai sempre capire che mi guardi? Volevi che tornassi?» lasciò la sua mano, così fredda ma tuttavia piena di vita. Era capace di guardarli tutti senza farsi sentire, lo sapeva. Eppure con lui si faceva sentire, ed anche tanto.
«Forse»
«Amo mia moglie» quelle parole suonarono così sottili, tra quelle coltri di nebbia senza tempo. Quelle parole sembravano più a voler convincere lui che qualcun altro.
«...Forse» quel tono di voce non gli piaceva. Era troppo sereno.
«Amo mia moglie, e tu lo sai. Ecco perchè abbiamo smesso di...»
«Ma tu sei qui» lo interruppe lei, sempre con quel tono sereno «Questo non è smettere.»
«Io amo Serenity!» ripetè ancora. Forse, se lo avesse ripetuto più spesso, avrebbe potuto crederci di nuovo. Ma la verità era che quel sentimento non gli sembrava più vivo. Pluto tornò a cercare la sua mano. Lui, a quel tocco, si sentì gelare. Quante volte avevano tenuto quella conversazione? Una, due, tre volte...forse più. Incominciavano tutte così, con Endymion che insisteva sui suoi sentimenti d'amore per Serenity, su quanto l'amasse. E finiva sempre nello stesso modo.
«Tu amavi Usagi» sussurrò la donna, e lo baciò. Quelle labbra sembravano di fuoco, la differenza con le sue mani fredde era evidente, ed era il motivo principale per cui Endymion si arrendeva ogni volta.
Pluto lo conosceva molto bene, dopo tutto.
   
 
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