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Autore: IsaMarie    29/09/2011    19 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 119
Ciao ragazze!
Siamo contente dei vostri commenti allo scorso capitolo. Anche se molto triste vi è piaciuto molto e siamo riuscite a farvi commuovere. Ora per fortuna fino alla fine non ci saranno più momenti così tristi e nemmeno brutte liti tra le nostre coppiette. Solo amore, gioia e allegria!
In questo capitolo preparatevi ad assistere a una regressione dei nostri maschietti che torneranno all'asilo!
Grazie a tutte voi che ci seguite da più di un anno, a chi ci ha raggiunte da poco e a chi si è aggiunta a metà strada.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 119


Provocazioni e dispetti


Pov Edward

Io e Bella avevamo appena raggiunto gli altri in sala da pranzo. L’ambiente era stato rallegrato da fiori, striscioni e palloncini colorati: la mamma e Rosalie avevano fatto un ottimo lavoro! Per fortuna appena Bella aveva visto cosa avevano preparato, un sorriso sincero e sereno era tornato a far splendere il suo dolcissimo volto. Gli occhi erano ancora gonfi ed arrossati per il pianto recente, ma ero certo che nel profondo fosse lieta di aver ricevuto quel regalo stupendo e inaspettato dalla madre. Quando era uscita dalla camera, fiondandosi tra le mie braccia, mi si era stretto il cuore a vederla in quelle condizioni. Purtroppo la sua era una sofferenza che comprendevo alla perfezione, dato che l’avevo provata sulla mia pelle; e infatti, durante tutta la giornata, avevo cercato di distrarla per evitare che si soffermasse troppo a lungo su pensieri tristi e malinconici. Alla fine, però, ero stato costretto a lasciarla sola per recarmi nella casa al mare dove mi avevano recapitato il regalo per lei, con un ritardo di qualche giorno a causa di un disguido.
Mi sentivo nervoso, come mai mi era successo, al pensiero di consegnarle l’indomani ciò che le avevo comprato. Anche se Jasper e Jacob mi avevano rassicurato sul fatto che avessi fatto centro e che non avrei potuto avere un’idea migliore, avevo ancora il timore che magari ci potesse rimanere male preferendo qualcosa di più romantico o che, al contrario, si arrabbiasse da morire accusandomi di aver esagerato. Stavolta non avrei potuto darle torto, perché avevo veramente speso parecchio; ma visto che quello era il suo sogno da una vita e che Charlie fino a poco tempo prima le aveva sempre negato il permesso, volevo che lo potesse realizzare. Ci avevo impiegato una settimana intera per convincere il baffuto sceriffo a concedermi di farle quel regalo; ma per fortuna con l’aiuto di mia madre e di Jasper alla fine ero riuscito a strappargli il tanto sospirato consenso. Emmett ne era a dir poco entusiasta e prevedevamo già di trascorrere un weekend favoloso. In più, per una volta, nonostante la stagione autunnale avanzata, le previsioni del tempo erano a nostro favore: ci sarebbe stato da divertirsi!
-Ehi! Tutto bene, amore?- mi chiese Bella perplessa dalla mia immobilità, strappandomi dai miei pensieri. Le strinsi la mano e le diedi un bacio fugace per tranquillizzarla.
-Sì, tutto ok… mi stavo solo gustando la cena- la rassicurai; -E pensavo a quando potremmo riprendere il discorso lasciato in sospeso in camera di tuo fratello…- le mormorai all’orecchio con desiderio, approfittando del fatto che tutti fossero impegnati a conversare allegramente. Non vedevo l’ora di poter mettere le mani su quel corpo perfetto che mi faceva sempre uscire fuori di testa! Anche adesso che indossava un semplice pantalone della tuta e una t-shirt striminzita, i miei occhi non riuscivano a staccarsi dalla sua figura sinuosa: era una calamita e l’unica cosa che anelavo con ingovernabile bramosia era perdermi dentro quel magnifico corpo morbido, caldo, accogliente...
Un calcio ben assestato nel polpaccio mi fece sobbalzare dal dolore e intuii che le mie parole non erano state udite solo dalla mia Bella... mi voltai per fulminare il mio cognatino che nel frattempo stava ghignando malefico.
-Questo era solo un piccolo anticipo per avermi sbattuto fuori dalla mia camera! Non puoi pretendere di fare il maialone con la mia innocente sorellina nella mia stanza e uscirne indenne… e ringrazia il cielo che Bella aveva bisogno di distrarsi in quel momento, altrimenti ti avrei buttato fuori io a calci nel culo! Non so se rendo bene l’idea…- sussurrò truce, mentre la mia ragazza sghignazzava dandogli man forte. Ok, forse avevo esagerato a ordinare a Jazz e mia sorella di lasciare la sua stanza, ma non era tutta colpa mia: quella tuta sexy mi aveva mandato in pappa il cervello!
-Ehi… ma tu da che parte stai?- mi indignai, mentre suo fratello le sorrideva amorevole. A me un calcio e a lei un sorriso?! Alla fine la signorina non era meno colpevole di me!
-E poi da quando saresti così innocente?! Non sono solo io il maiale! Ti assicuro, mio caro Jazz, che la tua sorellina adorata quando siamo in certe situazioni è tutto fuorché inn…- sogghignai; ma non riuscii a finire la frase, a causa di un energico pizzicotto sulla coscia che mi fece contorcere per il dolore.
Mi voltai verso Bella, meravigliato da quel gesto, mentre lei mi lanciava un’occhiataccia.
-Questo era per farti rinsavire prima che ti uscissero da quella boccaccia frasi a cui sicuramente mio fratello non è interessato… e di cui ti potresti pentire amaramente! Ogni tanto i geni di Emmett prendono il sopravvento anche su di te!- mi rimproverò. La guardai stupito da quell’attacco ingiusto su più fronti e poi mi imbronciai incrociando le braccia al petto.
-Vi offendete se cambio posto a tavola? Iniziate a starmi un tantino antipatici tutti e due!- dichiarai con tono sarcastico, arrendendomi ai gemelli. Quei due erano tremendi quando si coalizzavano! Scoppiarono a ridere entrambi attirando l’attenzione di tutta la tavolata.
-Bè, che succede?- s’interessò Charlie, incuriosito dalla vivace allegria dei suoi figli.
-Niente, papà. Stavamo solo prendendo un po’ in giro Edward perché gli piacerebbe tanto venire una volta a pesca con te e Billy. Noi abbiamo cercato di spiegargli che si annoierebbe a morte, perché siete capaci anche di stare fermi, immobili, per ore e ore… ma lui è proprio gasato all’idea e continua a insistere! Solo che si sentiva in imbarazzo a chiedertelo- spiegò prontamente Jasper al padre, come se niente fosse, scatenando il mio più totale orrore. Pesca?! Ore e ore fermo e zitto?! Con Charlie e Billy?! Oh cazzo! Brutto schifoso! Me l’avrebbe pagato caro questo scherzetto, il cognatino!
-Davvero figliolo?- si emozionò lo sceriffo. -Ma è fantastico, Edward! Ne parlo con Billy e il primo sabato o domenica con previsioni decenti ci andiamo senz’altro. Non sai quanto mi rendi felice! Jasper e Jake non hanno mai apprezzato questo nostro hobby e avere finalmente un giovanotto a cui insegnare tutti i nostri segreti non può che rendermi orgoglioso! Anche Billy sarà senz’altro entusiasta- esclamò Charlie quasi commosso, facendomi annaspare al solo pensiero. Cazzo! Ero nella merda!
-Gr-grazie, Charlie- farfugliai, rosso come un peperone per la rabbia e lo sgomento.
Bella nel frattempo non riusciva più a trattenere le risate, così si scusò e si allontanò per recarsi in bagno e poter sfogarsi liberamente.
Ah, sì?! Mai provocare Edward Anthony Cullen! Ora mi sarei occupato del gemellino malefico e poi della gemellina perfida…
-Ok, Swan! E’ guerra aperta! Preparati!- lo minacciai sottovoce. Lui sogghignò.
-Non vedo l’ora, Cullen! Renderemo il weekend decisamente più interessante- rispose, ammiccando.
Alice alzò gli occhi al cielo esasperata, mentre mio fratello ci osservò con malcelata attenzione, intuendo che avessimo appena combinato qualcosa. Non aveva creduto nemmeno per un attimo alla storia della pesca, ma trovandosi dall’altra parte del tavolo non aveva sentito una parola. Gli feci cenno che gli avrei spiegato tutto dopo cena. Ero certo che sarebbe stato un ottimo e prezioso alleato!
Dopo pochi attimi tornò a sedersi anche la mia dolce metà; bene ora era il suo turno.
-Sai, amore mio… non avresti dovuto prendere le parti di tuo fratello… pessima, pessima scelta!- le mormorai, stampandomi un sorriso sadico in viso che le fece sgranare gli occhi.
-C-cosa vorresti dire?- balbettò.
-Lo vedrai presto!- ghignai vendicativo, mentre la mia mano risaliva dal suo ginocchio verso la sua coscia, proseguendo in maniera lenta ma decisa esattamente al centro tra le sue gambe.
Bella sussultò e arrossì in maniera vistosa. In un lampo la sua mano si chiuse sul mio polso fermandomi proprio a pochi centimetri dalla mia agognata meta.
-Edward non ci provare… se non te lo ricordi, mio padre è a due sedie di distanza da noi- mi avvisò, ansiosa. Le sorrisi nel modo più innocente possibile.
-Oh, lo ricordo perfettamente, tesoro: mi ha appena invitato a una battuta di pesca! E tu non hai fatto altro che ridere, piuttosto che darmi una mano per togliermi dai guai. E ora, mia cara, ne subirai le conseguenze. Se riuscirai a startene buona buona e trattenere i gemiti, allora non morirai di imbarazzo davanti a tutta la famiglia; ma in caso contrario… bè, peggio per te! Io non ho nessuna intenzione di fermarmi- la minacciai sornione.
Bella spalancò ancora una volta i suoi occhioni per poi assottigliarli in uno sguardo che in teoria avrebbe dovuto farmi tremare di paura, ma che in realtà la rese solo più sexy ai miei occhi.
-Mmm Bella… mi fai eccitare da morire quando mi fissi così: sono tutto un fuoco, gattina- le confessai, facendola sbuffare. Senza che potesse opporsi alla mia forza, le bloccai la mano che frenava il mio polso e continuai il percorso fino ad arrivare a destinazione. Un brivido mi percorse la schiena per poi far pulsare il mio amichetto (che si stava risvegliando in maniera prepotente!), quando mi resi conto che già attraverso la sottile stoffa del pantalone potevo sentire quanto fosse bollente e pronta per me la sua parte più nascosta.
Bella manteneva una posa rigida e contratta, continuando a osservare i visi di tutti per assicurarsi che nessuno facesse caso alla nostra stuzzicante schermaglia.
Io ero tranquillo perché la lunga tovaglia celava alla perfezione la mia mano malandrina, fornendo un nascondiglio ideale… e non permetteva a nessuno di intuire cosa stessi combinando; sembrava solo che ci stessimo tenendo teneramente per mano come facevamo di solito. Se Bella fosse riuscita a contenersi, senza lasciarsi scappare nemmeno un fiato e senza agitarsi troppo, nessuno si sarebbe accorto di nulla…
Ero esaltato e baldanzoso, ma man mano che accarezzavo quel corpo morbido e profumato, il mio jeans diveniva sempre più stretto e mi resi conto che, forse, non stavo torturando solo lei… quel giochino mi si sarebbe ritorto contro! In fondo, però, non era grave: si sarebbe trattato solo di un paio d’ore d’attesa, avrei potuto sopportarlo… e una volta in camera avrei potuto sfogare tutto il mio desiderio. Avevo già programmato una piccante visitina nella sua stanza, appena fosse calato il silenzio in casa Swan…
Con le dita premetti sul quel piccolo bottoncino di cui potevo percepire calore e consistenza anche sopra il cotone e Bella si morse il labbro con veemenza. Dio, mi faceva impazzire quel suo trattenersi e il fatto che fossimo in una situazione così proibitiva mi esaltava ancora di più!
-Cazzo, Edward! Smettila!- sibilò seccata, tentando di liberarsi la mano dalla mia presa d’acciaio.
Ghignai: era proprio incazzata se si metteva anche a parlare in modo così sboccato.
-Ritira gli artigli, ho appena iniziato, gattina. E poi mi ecciti da morire quando dici le parolacce… bambina cattiva!- le confessai.
-Stronzo!- mi insultò, muovendosi a disagio sulla sedia e cercando inutilmente di allontanare la mia mano con la sua. Sapevo che si stava eccitando anche lei, l’aumento del calore tra le sue cosce e l’umidità della stoffa me lo confermavano; ma era orgogliosa e testarda, non lo avrebbe mai ammesso… per non parlare poi del fatto che senz’altro era anche terrorizzata se ci avessero beccato in flagrante...
-Sì, amore, continua così… fammi vedere quanto ti piace…- la provocai ancora.
-Esme, i miei complimenti era tutto squisito!- esclamò Jasper d’un tratto, attirando l’attenzione di tutti verso il nostro lato. Cercai di essere il più naturale possibile, mentre Bella faticava a nascondere il suo intenso rossore. Con discreta nonchalance ci complimentammo anche noi altri.
-Grazie, ragazzi miei. Sono contenta che abbiate apprezzato tutti queste pietanze. Ma il merito è anche di Bella perché questi nuovi piatti li ho trovati nel suo ricettario. Lo adoro proprio tanto e non finirò mai di ringraziarti per quel regalo. Sei un tesoro!- la elogiò. Il cremisi sulle gote di Bella si intensificò ancora ed ero certo che non fosse solo dettato dall’emozione per ciò che le aveva detto mia madre, dato che il mio dito spingeva sempre più a fondo la stoffa del suo pantalone…
-Esme, per favore, la torta potremmo gustarcela di là in salone?- le chiese Jasper con tono da cocco di mamma. Merda! Non poteva farsi i cazzi suoi?! Non avevo nessuna intenzione di togliere la mia mano da dov’era in quel preciso istante… e se ci fossimo accomodati sui divani non avrei potuto continuare la mia personale e dolce vendetta contro la mia bambolina.
-Ma certo, Jasper, che bella idea! Staremo anche più comodi- gli concesse mia madre. Che palle! Era sempre stata categorica nel suo divieto di smangiucchiare in sala per non rovinare tappeti e divani. Proprio stasera doveva ammorbidirsi?! Bella approfittò della situazione e si alzò di scatto.
-Ti aiuto a sparecchiare!- si offrì, con un tono roco ed il respiro affannato. Sorrisi soddisfatto della mia impresa… eccome se era eccitata! Mi alzai anch’io, fulminando Jasper per la sua sgradita interruzione e lui mi sorrise compiaciuto. Maledetto, lo sapevo! L’aveva fatto apposta perché si era accorto della difficoltà della sorellina. Bene, la guerra era già iniziata… ed io sapevo perfettamente come e dove colpirlo!
Ero certo che le sue intenzioni, non appena tutti si fossero addormentati, non si scostassero tanto dalle mie… ma quella sera il signorino sarebbe andato in bianco! Ah… vendetta, tremenda vendetta!
Approfittando del fatto che Charlie e la mamma fossero già nell’altra stanza, mentre Bella raggruppava i tovaglioli sulla tavola, con uno scatto felino la afferrai per un braccio addossandola al mio petto.
-Amore mio, tanto non mi scappi. Troverò un altro modo per stuzzicarti! Lo senti quanto sono eccitato?- mormorai al suo orecchio, prendendo la sua mano e portandola sul mio membro duro e vigoroso, che a quel contatto scalpitò nel jeans. Per la sorpresa, i tovaglioli che aveva in mano le caddero a terra e lei, istintivamente si chinò per raccoglierli, regalandomi la splendida visione del suo fondoschiena fasciato dalla tuta aderente. Noooo! Così mi rendeva tutto troppo facile.
La afferrai per i fianchi e feci scontrare i nostri bacini, prima ancora che avesse il tempo di raccogliere il secondo pezzo di stoffa. Il mio amichetto turgido premeva sulle sue natiche e un gemito uscì dalla sua gola, mentre ritornava in posizione eretta.
-Cazzo, Bella… stanotte ti farò morire di piacere- sussurrai, mordendole il collo.
-Attento Ed, mamma in arrivo!- bisbigliò mio fratello.
-Grazie, Emm…- gli schiacciai l’occhiolino; -Noi continuiamo dopo, dolcezza- le promisi, facendole il mio sorriso sghembo.
-Sei uno stronzo!- si agitò Bella, tirandomi uno dei suoi famosi pizzicotti sul braccio. Scoppiai a ridere e le tirai uno schiaffetto sul suo sodo culetto.
-Uno stronzo che adori, però!- replicai con un ghigno soddisfatto, prima di dileguarmi con mio fratello. Dovevo spiegargli l’ideuzza che avevo in mente per la mia nemesi… e mi serviva una mano.
-La finisci di importunare Bella? E poi che intenzioni avete tu e quell’altro bambinone del mio fidanzato?!- la voce sibilante di Alice mi fece sobbalzare. Aveva la capacità di apparire nel momento che meno ti aspettavi, proprio come un vero folletto.
-Sorellina dolce! Lo sai quanto ti voglio bene, vero?- tentai di rabbonirla.
-Edward, non attacca! Vi conosco troppo bene e quando si tratta di sfide tra maschi regredite all’età neonatale! Attenti a non combinare casini… specialmente qui in casa!- mi ammonì. Emmett la stritolò con energia e poi la prese in braccio facendola roteare per la stanza, distraendola così dalle sue minacce.
-Anch’io ti voglio un mondo di bene! Domani diventerai grande! Mamma mia non ci posso credere! Diciott’anni fa eri uno sgorbietto piccolo così!- esclamò facendola ridere felice; -Bè, veramente sei rimasta nanetta… però sai come si dice: nella botte piccola c’è il vino buono!- tuonò mio fratello, provocando l’ilarità generale. La serata aveva preso una piega piacevole: la tristezza e la malinconia erano state definitivamente accantonate e tutti ci stavamo divertendo… per non parlare poi della nottata che si prospettava ancora migliore… grazie al mio piano Jazz sarebbe andato in bianco, ma io no!

Pov Bella

La serata era proseguita piuttosto bene, anche se Edward non aveva fatto altro che continuare a provocarmi, palpeggiandomi in ogni occasione, senza tenere conto dei rischi a cui andavamo incontro se mio padre si fosse mai accorto del polipo che si ritrovava per figliastro. Mi ero sentita a disagio e imbarazzata ogni volta che incrociavo lo sguardo di qualcun altro per paura che il mio rossore tradisse il mio stato d’animo. Sì, perché, nonostante fossi arrabbiata con quel bambinone, allo stesso tempo ero tremendamente eccitata per la situazione altamente rischiosa e avrei voluto che continuasse all’infinito. Per non parlare poi dell’effetto che mi faceva Edward così intraprendente e stronzo… era come se tutto il mio corpo si fosse trasformato in un vulcano in attesa dell’eruzione!
Mentre i ragazzi avevano deciso di consegnarci i loro regali l’indomani alla festa con tutti gli altri, mio padre ed Esme, invece, l’avevano fatto quella sera stessa: a tutti e tre avevano donato un generoso assegno per le vacanze estive, così da non intaccare i nostri fondi fiduciari che ci sarebbero serviti per le spese universitarie e per vivere al college. Ed Alice aveva anche ricevuto da Esme le perle che, anche nella sua famiglia, si tramandavano di generazione in generazione. Era felicissima e molto emozionata e qualche lacrima era scappata anche dai suoi occhi, ma per fortuna poi il sorriso era tornato sui volti di tutti, scacciando una volta per tutte la tristezza.
Papà ed Esme verso le undici e mezza erano saliti nella loro camera, e noi ragazzi eravamo rimasti ancora una buona oretta in salone a organizzarci per la partenza e la festa del giorno dopo. Allo scoccare della mezzanotte, io e Rosalie ci eravamo fiondate addosso a una sbalordita e sorridente Alice per farle gli auguri. Tutti l’avevano stropicciata, per non parlare di mio fratello che l’aveva baciata con un trasporto tale da lasciarla senza fiato. Avevamo così assistito alla solita scenata di gelosia dei fratelli Cullen, che prontamente Jazz aveva messo a tacere, visto che per tutta la sera aveva cercato di salvarmi dai tentacoli del mio ragazzo - piovra. Era ancora arrabbiato per essere stato sbattuto fuori dalla sua camera per permettere a me ed Edward di godere di qualche momento di intimità. In effetti avevamo esagerato… avremmo anche potuto andarcene nelle nostre stanze a ‘coccolarci’; ma l’emozione e il trasporto erano stati urgenti ed inaspettati e la voglia di dimenticare il dolore mi aveva fatto scordare che forse avevamo preteso un po’ troppo dal mio fratellino. Per fortuna però se l’era presa unicamente con Edward ed io non solo ne ero uscita indenne, ma pure vezzeggiata. Egoista da parte mia? Sì, certamente! Ma meglio così! Alla fine ci eravamo dati tutti la buonanotte e ognuno era rientrato nella propria stanza, consapevole che presto si sarebbe ricongiunto alla propria metà, in deroga alle regole poliziesche.
Stavolta mi sarei presa la rivincita sul mio fidanzato dispettoso. In una delle nostre ultime sessioni di shopping senza uomini al seguito, Alice e Rose mi avevano convinta ad acquistare un completino intimo veramente molto osè e sexy. Ancora non avevo trovato il coraggio di indossarlo e nemmeno lo avevo mai mostrato a Edward… bè quella sarebbe stata proprio l’occasione perfetta! In qualche modo avevo intenzione di fargliela pagare per come si era comportato… e soprattutto sarei stata io a farlo morire per l’eccitazione. Ancora dovevo decidere se alla fine della mia opera di seduzione si sarebbe meritato la tanto agognata soddisfazione suprema oppure se mi sarei fermata prima…
All’improvviso un tremendo fragore nel corridoio mi fece sobbalzare. Udii mio fratello imprecare insulti irripetibili; preoccupata, indossai di corsa la mia vestaglia e mi precipitai fuori dalla porta.
-Jazz! Ma che diavolo stai combinando?!- gridai alterata, con il cuore ancora in gola per lo spavento. Nel frattempo anche gli altri uscirono dalle loro stanze mentre Edward ed Emmett sghignazzavano come pazzi; quei due c’entravano senz’altro con quel casino, ne ero certa!
Il corridoio sembrava un percorso minato: Jasper era caduto a terra in mezzo a ciotole, padelle e pentolini vari… e mentre tentava di districare un piede incastrato in un tegame, trucidò il mio fidanzato con vere e proprie occhiate omicide.
-Questa me la paghi, Cullen!- sibilò furioso.
-Era meglio se ti facevi i cazzi tuoi a cena. Te la sei cercata, Swan!- lo schernì Edward. Dio ma quanti anni avevano?! Due in tutto?! Eravamo finiti all’asilo?
-Ragazzi ma che state combinando?! Lo sapete che è quasi l’una?!- sbraitò papà, imbufalito, uscendo dalla stanza seguito da Esme; -Ci avete fatto venire un colpo!- continuò. Poi, appena si concesse un’occhiata più attenta alla scenetta, notai chiaramente il suo tentativo mal riuscito di trattenersi dallo scoppiare a ridere in faccia al suo caro figliolo. Ma ci pensò Esme a riportare tutti all’ordine.
-Se siete in vena di scherzi fateveli domani sera! E ora tutti a dormire! Muovetevi! Ah, un ultimo appunto: le pentole devono tornare magicamente al loro posto entro dieci minuti. Intesi?!- esclamò Esme, infuriata nera. Tutti ci zittimmo e tornammo seri. Raramente quella donna dolcissima si arrabbiava, ma quando succedeva era capace di scatenare una tempesta di proporzioni epiche! E nessuno di noi era disposto a trovarcisi in mezzo.
Quando stavamo per rientrare tutti nelle stanze, mio padre ci fece gelare con una sua precisazione.
-A proposito, Jazz! Dove stavi andando, visto che è già parecchio che siete saliti? Non stavi contravvenendo alle mie regole per intrufolarti di soppiatto in camera di Alice, vero figliolo?!- gli chiese con tono truce. Merda… mio papà non era certo uno sprovveduto… Mio fratello e Alice sbiancarono.
-N-no, papà! Ma cosa dici? Stavo solo andando in bagno- si difese, balbettando un po’ all’inizio perché preso alla sprovvista.
-Spero per te e per tutti gli altri che sia vero, perché se avessi mai la certezza che di notte si tengono certi tipi di incontri, mentre noi siamo solo a qualche metro di distanza, bè… in questo modo ci manchereste di rispetto in modo palese… e la vita per voi potrebbe diventare davvero, davvero complicata!- ci minacciò serio tutti quanti. E bravo Edward! Ma si poteva essere così idioti solo per fare uno stupido scherzo?! Ecco che ci eravamo guadagnati dalla sua furbata: ora papà sarebbe stato più attento del solito!
Lo fulminai con un’occhiataccia, mentre lui deglutiva, improvvisamente conscio della cazzata che aveva commesso. Bene, lui aveva combinato il casino e lui ne avrebbe pagato le conseguenze! Questa sera, a costo di rimetterci anch’io, la sua punizione sarebbe stata solo una: andare in bianco! Così forse avrebbe imparato a non comportarsi come un moccioso scervellato!
Mio padre ed Esme ci lasciarono soli, tornandosene a letto, ed Alice si parò di fronte a mio fratello, livida come poche volte l’avevo vista. Cavoli, se era arrabbiata…
-Ma che bravo! Tu e quell’altro cretidiota avete combinato proprio un bel casino. Ora puoi anche andare a dormire perché puoi star certo che stanotte in camera mia non ci metterai piede!- lo rimproverò.
-Perché? Vieni tu nella mia?- domandò serafico Jazz. Il colorito della sua ragazza si intensificò così tanto che pensavo potesse scoppiare, come una pentola a pressione, da un momento all’altro.
-Deficiente! Non voglio di certo farmi beccare da tuo padre in atteggiamenti intimi con te… scommetto che tra poco verrà a controllarci tutti! E tutto questo grazie a voi e alla vostra stupida guerra! Datevi una regolata per il weekend perché altrimenti i vostri scherzi dementi non saranno niente confrontati con la mia ira!- si infervorò maggiormente. Jazz era sbigottito per quella sfuriata, mentre gli altri due scimuniti si sbellicavano per la scenetta a cui avevano assistito.
-Bè, Jazz… che ci vuoi fare? C’est la vie! Ti rifarai un’altra volta, bello!- ridacchiò Edward, soddisfatto del suo operato.
-Pensi che mi arrenda così?! Mai sfidare Jasper Swan!- lo affrontò di rimando. Alzai gli occhi al cielo esasperata: per caso quei due cretini avevano appena dato avvio ad una faida?!
-Vedete di ripigliarvi alla svelta perché non siamo nel Far West!- li ammonì Rosalie con un tono che fece gelare entrambi. Quando voleva sapeva essere minacciosa, ed evidentemente quel cambio di programma non era piaciuto nemmeno a lei.
-E tu hai poco da ridere perché ci scommetto le mutande che hai dato una mano a tuo fratello ad allestire il tutto. Quindi ora, tutti e tre, riportate tutto quanto in cucina e sistemate, altrimenti Esme farà il culo a tutti, noi comprese!- li minacciò ancora; -E penso di poter parlare anche a nome di Bella ordinando anche a voi due di andare pure a dormire subito dopo aver messo a posto, perché stasera nessuno concluderà un bel niente! Chiaro?!- sibilò Rosalie inviperita.
-Ci puoi giurare, sorella!- le diedi man forte, battendole il cinque; -Buonanotte, deficienti che non siete altro! E vedete di non far casino nel riordinare, o papà si incazzerà ancora di più!- aggiunsi, chiudendomi la porta della mia stanza alle spalle. Ma come si faceva a essere così idioti?!
Come se non avessero saputo che con il casino prodotto da quello scherzetto avrebbero svegliato lo sceriffo. Pensavano che non si sarebbe reso conto che Jasper stava andando da Alice?! Mmm… che nervoso! Avrei volentieri preso Edward a schiaffi! Ero tanto incazzata che non mi cambiai neppure. Mi infilai sotto le coperte con addosso ancora il completino e la leggera vestaglia di seta. La serata non poteva finire peggio! E tutto per uno stupido scherzo! Idioti, cretini e deficienti! Tutti i maschi decerebrati e rincoglioniti, dal primo all’ultimo!


ANTEPRIMA CAPITOLO 120


-Non puoi farmi questo! Guardami, cazzo!- imprecò, indicando in mezzo alle sue gambe; -Dai, cucciola… avresti il coraggio di lasciarmi in queste condizioni?!- cercò di intenerirmi. In effetti… poverino, non avevo mai visto il suo sesso così eccitato, sembrava dovesse bucare i boxer da un momento all’altro. Fui tentata di elargirgli il sollievo che tanto agognava, ma poi mi venne in mente che lui non aveva avuto pietà per me quella sera e quindi non mi lasciai trarre in inganno da quegli occhioni colmi di promesse appassionate.
-Posso, eccome! Come tu hai potuto eccitarmi per tutta la sera senza farti il minimo scrupolo. Le mani ti funzionano ancora, no? Bene, usale come meglio ti aggrada!- gli suggerii, indicandogli la porta.
Lui mi sorrise sornione e si sistemò ancora più comodamente con la schiena alla spalliera del letto.
-Ai suoi ordini, signorina Swan- sussurrò, alzando leggermente il bacino e abbassandosi di poco i boxer per poi afferrare il suo membro… veramente, ma veramente enorme!



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