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Autore: pucia    30/09/2011    3 recensioni
Tom Riddle diverrà mai Lord Voldemort? sarà lui il buono della storia? Come mai Harry Potter è il cattivo della situazione?
Tom purtroppo scoprirà una verità che non si aspettava. Perchè questa è soltanto una sua vita parallela.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Gringott

Silente aveva fatto radunare tutte le sue cose, quelle poche che aveva da sempre.
«E ora?» domandò Tom ingenuamente.
«E ora si parte!»
Ancora non sapeva qual'era la destinazione, ma chissà per quale motivo, stando vicino a Silente, le cose sembravano più facili e si poteva sentire al sicuro.
All'uscita dell'orfanotrofio, dove Tom si accorse che nessuno l'aveva salutato, a parte la vecchia Arabella giunta sulla soglia della porta con le lacrime agli occhi, si recarono in una vecchia casa, abbastanza puzzolente per i gusti del bambino.
«Sai, in teoria sei troppo giovane e inesperto... ma è una delle vie più veloci»
Era sicuro di non aver capito una singola parola, uscita dalla bocca del preside, ma non poteva far altro che fidarsi.
«Di chi è questa casa?»
«Ah non ha importanza»

Giusto, a chi importava di avere come casa una fogna, e un letto ricoperto di formiche con cui passare la notte e un dolce e soffice cuscino, l'unica cosa positiva in tutto, anche se era pieno di buchi.
Guardando fuori dal finestrino si accorse di vedere in lontananza sopra le altre case, la sua vecchia dimora. L'orfanotrofio era il più alto di tutti e spiccava al di sopra delle piccole e colorate casette.
Non avevano camminato per molto eppure a Tom parve di aver fatto una passeggiata di ore e ore. Era felice di esser uscito da quel posto.
«Eccoci ci siamo!»
Silente era vicino ad una sagoma nera, incorniciata da uno spesso accumulo di polvere mischiata a qualcos'altro di nero. Si avvicinò al preside e al misterioso buco nero. Notò poi che era soltanto un semplice camino, più grande rispetto al normale.
«Avanti entra»
«Sta scherzando?» domandò sorridendo.
«Ho la faccia di uno che scherza?»
Decise di ascoltarlo per non si sa quale ragione, anche perchè capì che se fosse andato avanti così sarebbero passate sicuramente ore di domanda senza risposta.
Entrò nel lurido caminetto, stando in punta con i piedi.
«Ora... prendi un po' di questa polvere e gettala ai tuoi piedi dicendo “Diagon Alley”»
E per la seconda volta non capì una singola parola.
Non era del tutto sicuro su quello che stava facendo. Neanche sapeva cos'era Diagon Alley, magari era il nome di una persona o forse il nome di qualche luogo a lui sconosciuto.
Prese la polvere e la strinse forte tra le mani. Sul più bello che prese coraggio per lanciarla, Silente lo interruppe.
«Ragazzo, mi raccomando. Devi scandire bene le parole e devi esser deciso. Se no... beh vai pure»
Il “se no...” lasciato in sospeso non era per niente rassicurante anzi. Finalmente Tom prese l'iniziativa.
«Diagon Alley!» disse deciso.
Fu coperto da una nuvola verde e grigia, con schizzi di color argenteo. In un lampo si ritrovò in una strada piena di gente vestiti di color scuro.
«Hey attento!»
Tutti non facevano altro che andargli a sbattere contro. Fino a quando non sentì una mano forte sulla sua spalla.
«Vieni ragazzo» era per fortuna Silente.
Si avviarono per la strada, mentre Tom girava ogni due secondi la testa per guardare intorno a sé. Era tutto così strano, alcune cose non pensava neanche che esistessero.
«Mi scusi signore...» disse impacciato «dove siamo di preciso?»
«Siamo a Diagon Alley!»

E fin là c'era arrivato pure lui.
«Si lo so signore, ma cos'è questo posto?»
«Qui tutti i maghi come te e me posso fare gli acquisti necessari»

Tom tirò fuori la lista che aveva in tasca, allegata alla lettera di benvenuto alla scuola di magia.
«Quindi io dovrei comprare» la lesse velocemente una volta «l'uniforme (con tuta, mantello, guanti e cappello a punta), i libri, il necessario per laboratorio, un calderone e una bacchetta... Oh! E anche un'animale»
«Esatto. L'uniforme e tutto il resto sono già nei tuoi bagagli»
I bagagli! Ecco cosa non tornava a Tom.
«Mi scusi ma i miei bagagli???»
«Ho sono già che ti aspettano sul treno che ti porterà ad Hogwarts»

Facendo cenno con la testa, ripose la lista in tasca.
«Vieni entriamo»
Erano arrivati davanti ad un grande edificio con un'insegna di due chiavi incrociate e la scritta “Gringott”.
Prima che potesse far domande, Silente parlò.
«Questa è la banca dei maghi. Qui ci sono i tuoi soldi»
Possedeva dei soldi e non ne era a conoscenza?
«Soldi?»
«Si, l'eredità lasciata da tua madre alla sua morte»
Era sempre stato all'oscuro di tutto, per un istante gli parve di aver vissuto in una bugia. Ma non poteva incolpare sua madre della morte, doveva dare la colpa a sé stesso.
«E' colpa mia se è morta!» sussurrò a bassa voce.
«Tua madre ha sacrificato la sua vita per darti alla luce. Era una donna troppo debole, ma questo non deve farti pensare che sia stata colpa tua»
Dopo alcuni minuti di silenzio, entrarono nella banca.
Il soffitto era alto e tutto dentro aveva il colore dell'oro. C'erano strane creature poste su tutto il corridoio e stavano sedute su grandi e grossi sgabelli. Davanti a loro avevano un banco sul quale c'erano soldi e altri oggetti, sicuramente di valore.
«Stai vicino a me. I folletti possono esser... non molto amichevoli»
Si misi ancora più vicino alla veste di Silente, e così sembrò molto più piccino del solito.
«Salve. Il mio Nome è Albus Percival Wulfric Brian Silente e sono venuto insieme a Tom Orvoloson Riddle per prelevare i suoi soldi dal conto»
Per prima cosa Tom si domandò come mai il preside avesse così tanti nomi poi alzò lo sguardo sul folletto che lo stava fissando con interesse.
«Bene, vi porteremo alla camera blindata a nome di Tom Orvoloson Riddle»
«In più vorrei depositare questo nella mia camera di sicurezza»
Silente passò una scatolina verde e argento al folletto. Senza troppa cura lo prese in mano e lo porse affianco a sé.
«Sarà fatto signor Silente»
«La ringrazio»
disse solamente Silente.
Dopo un breve inchino, più dalla parte di Silente che di quella di Tom, si incamminarono accompagnati da un ennesimo folletto, che questa volta però portava tra le mani una grossa chiave color oro.
Salirono su una piccola zattera con le rotelle sotto e in velocità arrivarono a destinazione.
«Signore cosa c'era nel pacchetto?» domandò incuriosito, anche fin troppo.
«La curiosità uccide Tom»
Fu come sempre una non risposta.
«Camera blindata 145. Proprietario Tom Orvoloson Riddle»
Ritirarono i soldi senza troppe parole o troppi giri e come erano entrati così uscirono.
«Possiamo andare a compare il necessario per la scuola»
Dovevano soltanto trovare un mucchio di cose in un luogo che non aveva mai visto prima e che aveva appena scoperto. Insomma una cosa di nonnulla!
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