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Autore: emmahp7    13/10/2011    7 recensioni
Camminare, correre, seguire, indietreggiare, abbandonare, rincorrere, lasciare, partire, tornare...
Quanti passi sono serviti a Ron e Hermione per raggiungersi? Ve li svelo in questa breve raccolta. Una serie di momenti collegati l'uno all'altro, ambientati tra il sesto anno e l'immediato dopo-guerra, ed ispirati alle note dei Foo Fighters.
A volte basta solo un passo per trovarsi, un passo dietro l'altro...
Il primo capitolo della raccolta si è classificato secondo al "Romione, Dramione, Fremione e Harmony contest" indetto da Alyssia98 sul forum di EFP.
Il quarto capitolo si è classificato al primo posto nei contest: "Lotta contro il tempo" di _Aras_; Het-Flash contest- di Ceci Weasley; [The seven year]La fine di un'era di Lalani, tutti indetti sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Walking after you

Se mi hai aspettato, questa raccolta è dedicata a te…

 

 

If you walk out on me

 

 

 

Things just won’t do without you,

Matter of  fact

I’m on your back

I’m on your back

I’m on your back

 

If you walk out on me

I’m walking after you

 

Walking after you – Foo Fighters –

 

 

 

 

 

La sera calava quieta dietro le ampie finestre dell’infermeria.

I raggi tiepidi del sole di marzo si nascondevano, timidi, dietro le colline verdeggianti che contornavano Hogwarts; l’orizzonte già si tingeva dei toni più scuri dell’azzurro, tratteggiando il paesaggio circostante con le ombre allungate di alberi e cespugli.

La tranquillità del crepuscolo riempiva l’infermeria quasi deserta col suo respiro disteso. Sembrava che su ogni cosa fosse disceso un manto spesso che smorzava suoni e rumori, così che persino il grattare delle piume sulle pergamene, risultasse più attutito di quanto non fosse in realtà.

Hermione scriveva senza sosta sul proprio rotolo dispiegato; la punta della piuma imbevuta d’inchiostro scorreva rapida sulla superficie immacolata, lasciando dietro di sé una elegante e minuta calligrafia.

Ron invece, allungato nel letto che occupava da qualche giorno, scriveva a rilento, svogliatamente. Concludeva una frase, si fermava a rileggerla e la cancellava con veemenza scarabocchiandoci sopra.

Hermione lo osservava di sottecchi, cercando di non farsi scoprire, anche se lui sembrava talmente assorto nel proprio compito da non potersi accorgere di nulla: scriveva, leggeva e cancellava incessantemente senza mai alzare lo sguardo.

Lei non riusciva a smettere di sorridere impercettibilmente, le sue labbra si tiravano quasi involontariamente di riflesso all’impegno di Ron. Le piaceva venire a svolgere i compiti in infermeria, gustarsi la compagnia di lui sfruttando l’attenuante dello studio, riscoprire quei piccoli rituali che appartenevano solo a loro e che erano cessati nel tempo in cui avevano evitato di parlarsi.

« No, no, no, è tutto sbagliato! » sbraitò Ron all’improvviso, dimenando le gambe sotto le lenzuola, e prendendo alla sprovvista Hermione che sobbalzò spaventata, provocando un brutto segno nero sotto lo scritto perfettamente ordinato. Senza nemmeno preoccuparsi di poter arrecare ulteriore disturbo, Ron afferrò la pergamena su cui era intento a scrivere e la stropicciò con rabbia.

Hermione studiò per un momento il brutto segno scuro che deturpava il suo tema, indecisa se rimproverare pesantemente il responsabile di quell’imperfezione o rimediare al danno con un incantesimo semplice senza ricamarci sopra un dramma. Alla fine optò per la seconda alternativa, alzò gli occhi dalla sua pergamena per puntarli sull’amico furente; sospirò.

« Ron, calmati. Quel foglio non ti ha fatto niente ».

Ron lanciò il compito appallottolato dall’altra parte della stanza.

« Io sono stato avvelenato, Hermione » si lamentò calcando sulla parola avvelenato. « Dovrei starmene sdraiato a riposare, invece quella megera della McGranitt riesce a caricare di compiti anche i poveri studenti ammalati! » terminò incrociando le braccia al petto e guardando torvo i libri sparpagliati sul letto.

Hermione alzò gli occhi al cielo.

« Tu non sei malato. Anzi, mi sembra che ti sia ripreso piuttosto bene ».

« Dettagli! » sibilò lui ancora scuro in volto. Poi la sua espressione si fece afflitta: « Non ci riesco! E’ troppo difficile! » affermò. « Cosa vuoi che ne sappia di come si tramuta una foglia in un pesce usando un Incantesimo non verbale? Non si è accorta che sono qui dentro da quattro giorni? »

« L’ha spiegato la scorsa settimana, Ron » disse pratica Hermione. « Tu c’eri in classe » aggiunse.

Ron si prese la testa fra le mani con un gemito sconsolato.

Hermione lo osservò disperarsi per un attimo, conscia che entro un minuto le avrebbe chiesto aiuto.

Sorrise. Faceva fatica ad ammetterlo persino a se stessa, ma tutto questo le era mancato terribilmente.

Non aspettò che parlasse, mise da parte il proprio compito, si alzò dalla sedia che aveva posizionato vicino al letto e andò a raccogliere la pergamena stropicciata. La allargò e la distese meglio che poteva sotto le mani.

Si riavvicinò a Ron che continuava a tormentarsi i capelli con le dita.

Sistemò il foglio spiegazzato sul lenzuolo, proprio dov’era prima che lui lo gettasse lontano.

Titubante, si sedette sul materasso accanto a lui. I letti dell’infermeria erano così stretti che mentre prendeva posto, gli sfiorò il gomito col proprio braccio. Arrossì.

Quel gesto non le avrebbe suscitato un tale imbarazzo, prima.

Ora si creava un disagio nuovo quando erano vicini, come se improvvisamente i loro corpi avessero sviluppato una carica elettrica differente da quella a cui erano abituati, e che si attivava quando entravano in contatto. Hermione attribuiva questo effetto al fatto che c’era stata così tanta ostilità repressa tra di loro negli ultimi tempi, che adesso il corpo di lei reagiva automaticamente alla vicinanza con quello di Ron.

Percepì il battito del proprio cuore aumentare di un poco il ritmo.

Ron alzò lo sguardo su di lei lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, scosse la testa avvilito.

Hermione sorrise, cercando di incoraggiarlo.

« Lo terminiamo insieme. Ti do una mano io ».

Lui sembrava tutt’altro che convinto, ma riprese lo stesso la piuma che aveva abbandonato da una parte.

Hermione annuì.

« Ti sto dietro, Ron » disse scivolando al di là della sua schiena ed allungando il collo per sbirciare oltre la sua spalla. « Sono dietro di te ».

Ron voltò un po’ il viso, come a controllare con la coda dell’occhio, che lei fosse davvero dove diceva di essere; Hermione lo vide stringere la piuma con più forza, calarsi su una nuova pergamena e ricominciare a scrivere.

 

Parecchie cancellature, correzioni e macchie d’inchiostro dopo, un tema di oltre cinquanta righe faceva bella mostra di sé su un foglio ordinato, spiegato sul lenzuolo che copriva le gambe di Ron.

Hermione si alzò dal letto stiracchiandosi per liberare le braccia dal torpore dovuto alla posizione statica alla quale era stata costretta.

« Visto che non è stato poi così difficile? »

Ron si adagiò scompostamente sui cuscini liberando uno sbuffo esausto. « Stai scherzando, vero? E’ stato tremendo! »

Hermione ridacchiò. « Esagerato! Dovevi solo impegnarti un po’ ».

Lui si coprì gli occhi con un braccio, come se d’un tratto, la luce fioca delle candele accese che rischiaravano l’ambiente gli causasse fastidio. Fuori il sole aveva appena lasciato posto alle stelle.

« Non ce l’avrei mai fatta da solo » confessò Ron. Si puntellò sui gomiti e si sollevò un pochino, senza guardare lei. E poi, all’improvviso, come se fosse appena stato illuminato da una rivelazione, disse: « Io non funziono senza di te, Hermione! »

Hermione si sentì avvampare. Deglutì a disagio, rincuorata dal fatto che lui non la guardasse.

Gli diede le spalle per riprendere il controllo delle sue emozioni.

« Non dire sciocchezze! »

Ron continuò a parlare al muro che aveva di fronte: « Sul serio. Non sai cosa sono stati questi ultimi mesi… senza di te… »

Hermione si obbligò a non dare a quelle parole un significato in cui sperava, ma che probabilmente non avevano. Premette sul proprio orgoglio e si caricò della delusione di cui era stata preda fino a poco tempo addietro. Continuando a rivolgere le spalle al suo amico, rispose: « Beh, non mi sei sembrato particolarmente disperato, a dir la verità ».

Per un momento il silenzio calò nella stanza, ed era così denso che sembrava che entrambi avessero smesso persino di respirare, poi il sussurro di Ron si propagò nell’aria come una brezza leggera e andò a sfiorare le guance di lei: « Mi sei mancata. Da morire ».

Il cuore di Hermione galoppò via, cercando di raggiungere quel sussurro che era ormai fuggito lontano. Lei sentì l’impulso irrefrenabile di scappare, di seguire quelle parole, di aggrapparvisi, ma strinse i pugni, sforzandosi di scacciare la speranza che già si era insinuata, sleale, nel suo animo.

Infuriata con se stessa, perché non era in grado di rimanere indifferente alle frasi sconclusionate di Ron, si girò per fronteggiarlo. Desiderava sputargli in faccia la sofferenza che l’aveva accompagnata negli ultimi mesi. Voleva che lui conoscesse il dolore che le avevano provocato le sue battute maligne, le occhiate di gelo, gli abbracci, i baci plateali con Lavanda. Ma quando notò la sua espressione colpevole e le orecchie di vari toni più scure del resto del viso, i suoi propositi vennero meno.

« Io non funziono senza di te. È un dato di fatto » dichiarò ancora Ron, e lei si stupì di non trovare imbarazzo nel suo sguardo. Era serio, talmente serio che Hermione si sentì cedere le gambe.

« Ti saranno mancati i miei compiti » buttò lì con più amarezza di quanta non volesse lasciarne trasparire.

Lui scosse la testa. « Io non ci so stare senza di te ».

Hermione trattenne il respiro. Avvertì la propria anima lacerarsi, al punto che rischiò di scoppiare a piangere.

Una parte di lei era talmente felice per quelle parole che sarebbe saltata al collo di Ron e avrebbe ricoperto il suo viso di baci; un’altra parte le ripeteva che lui voleva solo continuare ad illuderla, che aveva bisogno di lei come aveva ancora bisogno di sua madre e lei non doveva in nessun modo accettarlo.

Fu quest’ultima parte a prevalere, che le fece distogliere lo sguardo da lui per puntarlo sul pavimento e dire a denti stretti: « Smettila! ». Il cuore di Ron apparteneva ad un’altra e lei non sarebbe stata mai nient’altro che una buona amica.

« Io non ci sarò sempre, non posso esserci sempre! » concluse rivolgendosi più a se stessa che a lui, per mettere a tacere l’altra parte di sé che si ostinava a volerla convincere della sincerità delle parole di Ron.

Hermione si era resa conto a malincuore che presto o tardi sarebbe arrivato qualcosa a dividerli, che ci sarebbero state altre “Lavanda”, che i loro litigi li avrebbero allontanati ogni giorno di più.  Lei si sarebbe stancata e si sarebbero persi, perché forse, in fondo, la loro amicizia non era così profonda come sembrava…

Con un senso di totale sconforto, si mosse per raccogliere la sua roba e lasciare la stanza ormai carica di aspettative disilluse.

« Sai cosa farei io se tu mi abbandonassi? » Ron non si era spostato neanche di un millimetro, seguitava a guardarla con quell’aria sicura che ostentava dall’inizio della discussione.

Hermione si fermò. Tornò a puntare gli occhi nei suoi, confusa.

« Se un giorno non ci sarai, se tu mi abbandonassi » continuò Ron deciso. « Io ti verrei dietro ».

Hermione rimase per l’ennesima volta di sasso. Di nuovo divisa tra il raggiungerlo sul letto e sciogliersi in lacrime tra le sue braccia o scaraventargli contro un altro stormo di canarini.

Allora Ron sorrise, e il suo sorriso si allargò fino ad illuminargli tutta la faccia, fino a far risplendere i suoi occhi, finché lei non riconobbe il ragazzino lentigginoso che aveva conosciuto sei anni prima sull’Espresso per Hogwarts.

Accadono cose nella vita che sono come domande. Passano attimi, oppure anni, e poi la vita risponde. In quel momento Hermione capì che niente e nessuno li avrebbe mai separati, che ci sarebbero stati sempre, l’uno per l’altra; che i dubbi che la attanagliavano quando pensava all’amicizia con Ron, poteva lasciarseli alle spalle.

Sorrise anche lei, il cuore improvvisamente era diventato più leggero.

« Tu sei matto! »                                                    

« Probabile » convenne Ron. Sembrava il ritratto della contentezza: aveva il viso arrossato e gli occhi scintillanti di chi ha appena ritrovato qualcosa di molto caro che aveva smarrito.

Poteva davvero essere come prima, anche adesso che era tutto diverso?

« Dovrei dire a Madama Chips di aumentare la dose delle pozioni che prendi, forse quel veleno ha bruciato i tuoi ultimi neuroni ancora sani » scherzò Hermione.

« Probabile » ripeté lui facendo spallucce. « Allora… tornerai domani? » chiese con leggerezza, prendendo alla sprovvista Hermione, che ammutolì. « Oh, ma solo perché tu possa assicurarti che quel veleno non abbia causato danni ancora più gravi al mio cervello! » si affrettò ad aggiungere Ron.

Lei sorrise ancora. Gli diede di nuovo le spalle per non fargli notare il rossore che le stava scaldando velocemente le guance.

S’incamminò verso l’uscita. « Probabile! » rispose salutandolo con la mano.

Forse poteva essere meglio di prima.

 

 

 

 

 

Emmahp7 si mette in ginocchio e si cosparge il capo di cenere…

Non ho smarrito la strada per arrivare al pc, non mi ha abbandonato l’ispirazione e non mi sono ancora stufata di scrivere ( purtroppo per voi ). Sono rimasta assente dal sito perché stavo scrivendo questa raccolta ed ho avuto la brillante idea di far partecipare il primo capitolo ad un contest, quindi non ho potuto pubblicare nulla finché aspettavo i risultati. Ed ora finalmente sono qui!

Questa è una raccolta breve, conta quattro capitoli, forse cinque. Cercherò di aggiornare ogni settimana/dieci giorni, gli altri capitoli sono già scritti e devono solo essere sistemati, quindi davvero non mi serviranno mai più di dieci giorni.

Il capitolo che avete appena letto si situa al sesto anno. Ron e Hermione hanno ripreso a parlarsi da poco e probabilmente c’è tanto da recuperare. Inutile dire che l’ispirazione della storia è arrivata ascoltando i Foo Fighters, senza le loro note la maggior parte dei miei scritti non esisterebbe.

Questa storia si è classificata SECONDA al “Romione, Dramione, Fremione e Harmony contest” di Alyssia98. Di seguito trovate il giudizio.

La frase “Accadono cose nella vita che sono come domande. Passano attimi, oppure anni e poi la vita risponde” non è mia, ma di Paulo Coelho ed era la citazione da utilizzare nella storia.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito, messo tra le preferite/ricordate/seguite le mie storie, ed a quelli che semplicemente leggono. Se avete voglia di farmi conoscere il vostro parere anche su questa, mi renderete felice.

 

A prestissimo, promesso!

 

Emmahp7

 

 

SECONDA CLASSIFICATA

Emmahp7 con: If you walk out on me.

 

Grammatica e lessico: 10/10

Ci crederai mai che non ho trovato un solo minuscolo errore in questo capolavoro? Se non ci credi, fallo!

Stile e forma: 10/10

Qui c’è da dire, che stile! Insomma era… era… stupendo! Mi è piaciuto molto e poi con quei due diventa tutto più bello! Chiaro, conciso, adatto alla circostanza e termini appropriati, il mix perfetto per farmi piacere uno stile come il tuo!

Originalità: 9/10

Ok, non te lo posso dare il massimo e credo che tu sappia il perché, diciamo che è una cosa già sentita questa, anche se tu sei riuscita a renderla tua e questo mi piace sempre nelle storie.

Caratterizzazione personaggi: 10/10

Ma questi sono loro! Lui e la sua propensione al non-studio, lei e i suoi cedimenti nell’aiutare l’amico, i loro piccoli battibecchi, il fare da bambino di lui, il fare autoritario di lei e la timidezza di entrambi mi sono sembrati assolutamente perfetti. Brava!

Giudizio personale: 10/10

Come potevo non darti il massimo? Già solo per il fatto che è una romione parti avvantaggiata, ma siccome sono imparziale ti dico che il voto è tutto meritato e che la tua storia era molto bella e meritava questo posto in classifica.

Uso citazione: 5/5

Uso prompt/tema: 5/5

Uso luogo: 5/5

Hai usato tutto alla perfezione, complimenti!

Totale: 64/65

 

 

 

   
 
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