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Autore: nefastia    14/10/2011    11 recensioni
Ho temuto per anni di morire. Poi ho saputo. Sono stata sicura che sarei morta presto.
E ho smesso di avere paura, per quanto l’incertezza e la preoccupazione per la mia famiglia fossero sempre presenti come una sottile ansia che mi consumava.
Quando è successo, ho provato quasi sollievo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione forza 9'
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Capitolo 3°
Almeno potessi prendere un the!
 
Questa storia di perdere la memoria del tempo mi infastidisce molto. All’inizio credevo che si trattasse solo di ore, adesso è evidente che di mesi interi non ho cognizione. Dev’essere autunno, o almeno la fine di agosto. Dello stesso anno, mi auguro, ma non ne sono certa. Quanto è stato in prigione Draco?
 
Un gufo picchia sul vetro. Draco si affretta ad aprire.
 
Srotola la pergamena, inizia a leggere e un ghigno troppo simile a quello di Lucius si dipinge sul suo viso.
Una curiosità incontenibile mi prende ma Draco richiude la missiva e la appoggia sul tavolo con fare noncurante. Dovrà leggerla prima o poi!
Tranquillamente congeda il gufo, dopo averlo sfamato e abbeverato. Poi rilegge con attenzione la lettera per la McGranitt.
Si alza, si stiracchia, prende in mano il rotolo… lo posa di nuovo. Maledizione!
Possibile che passino mesi senza che io me ne accorga e questi minuti di attesa non finiscano mai?
 
Draco si avvia verso la cucina, chiama un Elfo
«Preparami qualcosa da mangiare. Vado a farmi una doccia, voglio che sia pronto per quando torno.»
«Certo signore. Desidera qualcosa in particolare?»
«Fa tu, non mi importa, Oscar.» ha già voltato le spalle, si avvia per le scale.
Torna indietro come se si fosse ricordato all’improvviso di qualcosa di importante. Entra nello studio e ne esce dopo pochi secondi arrotolando la pergamena per Hogwarts. Sale le scale correndo, verso la guferia.
 
Non l’ho seguito. So che è veloce.
Lo sa anche l’Elfo, che ha già apparecchiato la tavola. Non mi ricordo il suo nome.
 
Ecco Draco. È molto più ordinato, ha una veste pulita e si è fatto la barba.
Prima di sedere a tavola entra nello studio e prende la pergamena, finalmente!
Non avrà intenzione di leggere a tavola! Proprio così, invece. Che fine hanno fatto le regole della buona educazione?
Lucius l’avrebbe schiantato all’istante, e anch’io… se non fossi tanto impaziente di sapere chi ha scritto a Draco, se non mi uccidesse la curiosità per quel suo ghigno.
Mi posiziono di nuovo dietro di lui. Sarà di una donna? Astoria? Spero di no, la calligrafia è orribile!
 
 
“A Draco Malfoy
 
Dire che la tua missiva mi ha meravigliato è dire poco. Forse il verbo più adatto è ‘sconvolto’. Mai mi sarei aspettato dal figlio di Lucius che venisse meno in questo modo ad un impegno.  Trovo che il frutto sia caduto molto lontano dall’albero!
Inutile che ti dica che la piccola Astoria è sconvolta. Aveva accettato di sposarti anche dopo la vergogna di cui hai ricoperto la tua famiglia, tradendo i loro principi e i loro amici, segno che il suo amore per te era vero e intenso. Come hai potuto spezzarle il cuore in questo modo? E spezzarlo a noi, che ti amavamo già come un figlio. Hai forse trovato un partito migliore? Non conosco nessuna purosangue di età adeguata, che sia più ricca delle mie figlie, e, anche se lo fosse,  di certo non sarà più bella.
Per me sei morto Malfoy. A meno che non ti penta del tuo gesto insano e torni a implorare il nostro perdono.
 
T.  Greengrass
 
Che disastro! Che ha combinato quello scriteriato di mio figlio? Possibile che abbia rotto la promessa matrimoniale, come sembra da questa lettera? Avrà davvero trovato un’altra purosangue?
E quella povera Astoria…
E lui ride! Più va avanti a leggere più si diverte. Povero figlio mio, è diventato scemo. Le disgrazie alla fine hanno avuto ragione del suo fragile equilibrio.
 
Un nuovo rumore alla finestra, un altro gufo. A dire il vero sembra sempre lo stesso, che vorrà ancora Greengrass?
Draco apre la missiva e torna a sedere. Il gufo è ripartito subito.
 
“ Caro Draco
 
È andato tutto come previsto. Non so come ringraziarti! Mi hai reso la ragazza più felice del mondo. Certo non so ancora come convincerò mio padre a promettermi ad Antony, magari tu puoi darmi qualche dritta, sei così intelligente! E gentile, anche.
Sono talmente felice di non doverti sposare che… ti sposerei! Ah, ah, ah!
Quando mio padre è venuto da me come una furia chiedendomi se sapevo niente della tua lettera ho fatto come mi hai suggerito, ho letto qualche riga e sono scoppiata a piangere. Sono stata perfetta, credimi, c’è cascato con tutte le scarpe! Ha dovuto perfino consolarmi, mentre invero l’unico disperato era lui, e anche se dice che ti amava come un figlio quello che l’ha veramente distrutto è vedersi sfuggire dalle grinfie il tuo patrimonio, che si illudeva di gestire in tua vece, “data la tua giovane età.” Non ti conosce, e io ho evitato finora di aprirgli gli occhi, mi scuserai. 
Ancora mille volte grazie!
 
Astoria
 
PS: non rispondermi subito, non vorrei che mio padre intercettasse il gufo. Meglio ancora, domani ti faccio mandare il gufo di Dafne, è l’unico che non desta i suoi sospetti, lei è già alla scuola di legge. Dice che le hai promesso che quando sarà diplomata la assumerai come avvocato della famiglia, è vero?
Di nuovo
Tori”
 
Ma guarda tu! Altro che scemo, ha trovato il modo di liberarsi e liberare la sua amica e ormai ex fidanzata. Non so che pensare in proposito. Sono sconvolta dalla sua mancanza di rispetto e ammirata della sua audacia.
Mangia in fretta, la cena sarà fredda, e si avvia verso le scale. Stavolta lo seguo. Ho paura che il tempo salti via di nuovo.
Entra nella sua stanza. Sul pavimento il baule della scuola è aperto e quasi pronto.
Non ha ricevuto la risposta della Preside, perché ha già preparato il baule?
Che mi sono persa?
Mi volto e vedo un giovane uomo in boxer, che si passa una mano sul petto, poi tra i capelli. È molto sensuale.
Oh, cielo! Via!
 
Mi trovo nel salottino, sul divano, i piedi sul tappeto cinese. Salto in piedi come una molla e mi allontano di un passo.
Questa sera non è di quelle giuste.
Scopro che Draco ha rotto il contratto di matrimonio e poi che la sua fidanzata era sua complice. Vedo mio figlio mezzo nudo e lo trovo sexy, e poi questo! Trovarmi nello stesso posto e nella stessa posizione di quando mi hanno ucciso! È davvero troppo.
Almeno potessi prendere un the! Ne avrei proprio bisogno, per calmarmi.
 
Mi volto verso il camino e resto letteralmente a bocca aperta.
Sul camino, dove troneggiava un tempo l’enorme ritratto di mio suocero, uno dei troppi disseminati per il castello, adesso è appeso uno molto più piccolo, delizioso, mai visto.
Un mio ritratto.
Lo osservo attentamente, la veste è l’ultima che ho indossato, quella con cui sono stata arsa, ho in mano un serto di mirto e rose bianche, i capelli sono raccolti morbidamente, il mio viso è insieme giovane e saggio. Non potevo desiderare omaggio migliore, sono commossa.
Lo stile è un po’ decadente ma l’insieme è davvero grazioso. Mi ricorda un po’ i dipinti di Dante Gabriel Rossetti e del suo discepolo babbano Burne-Jones. Solo che i loro quadri non avevano vita, erano solo immagini su tela.
Deve averlo fatto dipingere Draco, usando qualcuna delle mie foto.
 
Il ritratto sorride e… mi guarda. Mi guarda in modo invitante!
Mi avvicino, ancora, mi avvicino di più, fino a quando guardo negli occhi la Narcissa del ritratto.
Non negli occhi, ma “con gli occhi”. Mi trovo a guardare con gli occhi della Narcissa del ritratto.
Muovo la testa, mi guardo intorno. Alla luce fioca dell’unica candela la stanza mi appare più concreta e nello stesso tempo più buia. Certo, i miei occhi di morta non hanno bisogno di luce, mentre quelli del ritratto…
«Capirai che vantaggio!»
Chi ha parlato?
«Chi ha…» mi porto le mani alla bocca. Io! Io ho parlato! E non ho nemmeno riconosciuto la mia voce.
Posso parlare! Dal ritratto posso parlare! Da morta posso svenire dalla gioia? In un ritratto posso svenire?
Perché poi dovrei svenire?
Certo, è una bella novità, potrò parlare a Draco.
Ho la tentazione di parlare ancora, solo per sentire la mia voce, ma non sarebbe opportuno, né dignitoso. Se mio figlio scendesse, disturbato dal rumore, potrebbe credere che sua madre oltre che morta è anche pazza. Non è il caso. Aspetterò domattina.
 
È mattina, all’improvviso.
Quale mattina?
 
Draco è davanti al ritratto, ha indosso il mantello, mi sta salutando e io mi sono persa le sue parole. Il baule è chiuso, ai suoi piedi.
«…Vorrei poterti scrivere, madre, e ricevere lettere da te. Sarò così solo che temo il momento in cui varcherò il portone di quella scuola. Per i vincitori sarò un Mangiamorte, per i figli dei mangiamorte sarò un traditore. Nessun amico renderà meno duro questo anno. Vorrei dire che spero passi presto, ma in verità temo anche il momento in cui non avrò più nemmeno il rifugio di quelle mura conosciute né lo scopo di concludere la mia preparazione. Che farò allora? Non ho il consiglio di nessuno, nessuno più mi ama e tiene a me.» Un doloroso sospiro. «Arrivederci, madre. Ti prometto che non dovrai vergognarti di tuo figlio.» volta le spalle, solleva con un incantesimo il baule e la gabbia del suo gufo e si avvia all’uscita.
«Draco…» dal ritratto solo un breve grido soffocato che lui non ode. Il dispiacere mi sta soffocando. Ho scoperto di poter parlare e non l’ho fatto. Ho lasciato andare mio figlio senza nemmeno la benedizione di sua madre.
 
Esco dal ritratto, guardo dalla finestra. Il giardino è coperto di neve.
È passato altro tempo.
Faccio un giro per il castello. È deserto e silenzioso. Gli Elfi sono rincantucciati nel loro stanzino freddo, dormono quasi tutto il tempo.
Mi sorprendo a pensare che è davvero una fortuna che io non abbia tutto il tempo a disposizione, diverrei pazza in questo silenzio. Decido di tornare nel ritratto, dove provo una maggiore sensazione di calore. Sento la morbidezza della veste, le foglie fresche che mi toccano la mano. Posso dormire.
È meglio della desolazione di fuori.
 

   
 
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