Pompous
Pug - Percy/Pansy
Pansy
arrancò alle spalle del professor Lumacorno,
mentre gli occhi di tutta Hogwarts si appuntavano sulla sua schiena.
Nessuno la
insultò, nessuno disse una sola parola, ma lei sentiva il
disprezzo generale
pesarle addosso come un macigno.
Ipocriti!
pensò stizzita. Fate tutti gli
eroi
perché siete insieme, ma quanto ci mettereste a consegnare
Potter se foste soli
davanti a Voldemort?
No, lei non era peggiore degli altri.
Aveva solo detto le
cose come stavano, tutto qui.
Eppure, mentre la via
d’uscita da quella scuola maledetta si
avvicinava sempre di più, quel peso opprimente non voleva
saperne di abbandonarla.
Gli altri studenti la oltrepassavano, urtandola per caso o di
proposito, e lei,
che solo un giorno prima avrebbe fatto scontare ai colpevoli quella
mancanza di
rispetto, non pensava ad altro che a rendersi più invisibile
che poteva.
Voglio solo
tornare a
casa.
Fu solo quando una mano si
posò sulla sua spalla che si rese
conto di essere rimasta indietro. Anzi, più che indietro:
era rimasta sola. Le
scale erano deserte.
«Sbrigati, o non riuscirai
a uscire in tempo» la esortò la
persona che l’aveva raggiunta, e Pansy sussultò di
sorpresa: era l’ultimo
essere umano che si sarebbe aspettata di trovare lì, dato
che era convinta,
come tutti nel Mondo Magico, che avesse venduto cuore ed anima al
Ministero.
«Percy Weasley!»
lo apostrofò. «Da che parte stai?»
«Difendo la mia
famiglia» rispose sbrigativo il ragazzo
afferrandole il polso. «Di qua, devi arrivare al settimo
piano»
Pansy non era abituata a prendere
ordini (soprattutto da un
Grifondoro Weasley, figuriamoci), ma lo seguì senza
discutere attraverso
corridoi e passaggi segreti che un Prefetto non avrebbe dovuto
conoscere,
mentre intorno a lei l’aria si caricava dei presagi di una
battaglia imminente:
lampi, esplosioni, urla, richiami e corse affannose. Ad ogni piano la
Serpeverde si lasciava alle spalle un po’della sua ansia e
del suo disagio,
forse perché tra le mura di Hogwarts si sentiva ancora al
sicuro (era la sua
seconda casa, dopotutto) o forse per la mano che ora stringeva la sua e
la
guidava verso la salvezza…
«Siamo arrivati»
la richiamò Percy riscuotendola dalle sue
meditazioni. Stava indicando una porta che, Pansy ne era sicura, non
esisteva
fino al giorno prima. «Il passaggio ti porterà
alla Testa di Porco; potrai
Smaterializzarti da lì e tornare a casa… o dove
ti pare» la informò il ragazzo.
Pansy notò una punta di freddezza nella sua voce.
Tu mi
giudichi,
Weasley? Proprio tu? Tu che avresti rinnegato la tua famiglia per
essere il
cagnolino del Ministero?
E invece, quando si voltò
per guardare in faccia il suo
salvatore, non scorse la minima traccia di disprezzo nei suoi occhi.
Vide
invece comprensione e rimorso, determinazione e paura, e dietro ad essi
una
sorta di penoso riconoscimento, come se il giovane Weasley si
ritrovasse di
fronte alla sua stessa vigliaccheria. Oltre a tutto questo,
però, c’era la
speranza: una pallida luce che sembrava dire che sì,
è sempre possibile
cambiare e riscattarsi, che nessun errore è definitivo, che
anche l’ultimo dei codardi
può trasformarsi in eroe. Era irragionevole, naturalmente,
roba da Grifondoro
imprudenti o Tassorosso creduloni, ma la ragazza non poté
evitare di rimanerne
affascinata, abbastanza da sognare, per un attimo solo, di essere come
lui (con lui) e combattere al suo
fianco una
battaglia persa in partenza. Sul fondo di quelle pozze profonde che non
aveva
mai fissato con tale intensità, Pansy vide che Percy Weasley
aveva trovato
qualcosa per cui valeva la pena di lottare.
E provò il folle,
insensato, lacerante desiderio di far
parte anche lei di quel qualcosa.
Poi il ragazzo la prese per la spalla
e la magia svanì. «Muoviti,
prima che si scateni l’inferno! Devo andare ad aiutare gli
altri!»
Vengo
anch’io!
bisbigliò quasi la Pansy-falena attratta da quella luce, ma
la Pansy-serpe,
quella saldamente ancorata alla propria autoconservazione, si diresse
invece verso
la salvezza. Tuttavia, mentre indugiava sulla soglia della stanza
misteriosa,
un ultimo sospiro le scivolò dalle labbra: Buona
fortuna. Resta vivo, se puoi.
Poi, imbarazzata da
quell’attimo di debolezza, si affrettò
nel passaggio e scomparve, portando con sé le parole che, ne
era convinta,
Percy non aveva sentito.
Percy rimase a guardare la Serpeverde
finché non fu inghiottita
dall’oscurità, con la mente piena di quelle parole
che aveva colto a fatica
mentre lei se ne andava. «Grazie, Parkinson. Farò
del mio meglio» mormorò, e
sorrise.
Questa è stata scritta parecchio tempo fa per un
concorso di
cui finalmente so i risultati, il Coppie Scoppiate
Contest. Come sempre, ho
cercato un punto di
contatto tra i due improbabili innamorati, e in questo caso non
è stato difficile.
Percy si è riscattato ai miei occhi in quella scena a
Hogwarts, quindi ho deciso di metterlo in buona luce; Pansy invece non
ha fatto nulla per guadagnarsi la mia simpatia, per cui ve la beccate
al naturale.
Se vi sembra che un solo pezzo scombinato sia troppo poco per
un'assenza di settimane, sappiate che ho prodotto la bellezza di cinque
capitoli su un'altra coppia inconcepibile: cercatevi Ritratto
di signora e divertitevi.
E ora, i punteggi del concorso. Il pacchetto era 82. She
hates me.
Prima
Classificata e premio “Best
Fanon" a pari merito:
Grammatica: 19.6/20
Sintassi: 15/15
Originalità: 10/10
Utilizzo pairing: 5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 14.7/15
Gradimento personale: 15/15
Totale: 79.3/80 punti
Cominciamo dalla grammatica. Ciò che ha
inficiato il punteggio sono stati quattro errori di battitura (uno
spazio mancante, "Ministero" e "Mondo Magico" scritti con la lettera
piccola). Per il resto la tua storia è grammaticalmente
perfetta e posso dire lo stesso per la sintassi.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto grammatica e
sintassi (e credo si noti anche dall'importanza che do loro nel
punteggio) rendano la storia ciò che veramente è.
Fa bene al cuore sapere che c'è ancora qualcuno su questa
terra che non storpia la lingua italiana!
L'originalità è indiscutibile.
Ho letto altre Pansy/Percy però in nessuna di queste veniva
affrontato "l'inizio" della loro relazione. Sopratutto credo che
l'originalità della tua storia sia nel fatto che sei
riuscita a cogliere i punti in comune dei caratteri dei personaggi.
Come dice sempre la somma Val “Percy è il Weasley
più Serpeverde di tutti”!
L'utilizzo del pairing è stato davvero
soddisfacente. Ci stai facendo assistere alla nascita di qualcosa di
nuovo, di una nuova storia e poco importa se si rivedranno, si
sposeranno o continueranno ad odiarsi cordialmente è
ugualmente l'inizio di qualcosa.
La caratterizzazione è ottima, mi sono
riservata una "penalità" di 0.3 perché forse sono
un po' troppo maturi per la loro età, sopratutto Pansy... Mi
rendo conto che sto sempre a cavillare ma è più
forte di me.
Al di là di tutto comunque i personaggi sono loro stessi.
C'è Perce, c'è Pansy, quel poco che si sa di loro
filtra benissimo da ogni riga del testo e tu sei riuscita ad aggiungere
qualcosa di nuovo alla loro psicologia. Sono sempre freddi, sempre
pronti al calcolo ma questo non vuol dire che siano meno umani.
Il grande merito che secondo me ha la tua storia è che sei
riuscita non a piegare i personaggi alla trama (cosa che vedo accadere
molto spesso, ad esempio, nelle Dramione), ma ad intrufolarti nei
"punti oscuri", per così dire, dei loro caratteri facendo in
modo che la trama fosse plausibile in ogni momento.
È bella questa storia, mi piace da matti per la trama, per
lo stile che è scorrevole e ti tiene attaccato e
perché condivido assolutamente la tua visione di Pansy.
Ho adorato la frase “Ipocriti! [...] Fate tutti gli
eroi perché siete insieme, ma quanto ci mettereste a
consegnare Potter se foste soli davanti a Voldemort? No, lei non era
peggiore degli altri. Aveva solo detto le cose come stavano, tutto qui.”
niente di più vero.