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Autore: AngelSword    16/11/2011    6 recensioni
“Su questo pianeta esiste un luogo nascosto agli occhi della gente. Non lo si può raggiungere, ma lo si può chiamare. Anzi, non è nemmeno un luogo, è... una porta.”
'Perchè gli uomini uccidono?' Perchè il loro cuore è come la superficie dell'acqua: basta poco per farlo increspare.
Secondo Volume dell'Ancient Saga.
QC all'interno. Occhio B3
- SOSPESA -
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 

*partono trombe, tamburi, pianoforti e batterie* CIAAAAAAAOOOOOOO MONDOOOOOO!!!!!!! Ha-ha, sono tornata solo per voi u.u
Prima di tutto fatevi dire che vi odio amabilmente perchè mi avete fatto pubblicare il Secondo Volume in Anticipo u___u ♥
Poi, il famosissimo Question Corner, a grande richiesta, riaprirà al quinto capitolo =3
Colonne sonore anche per questo Volume ovviamente B3
Da dove viene il titolo, vi starete chiedendo. Bene, vi posso dire che l'ho preso dalla canzone "The Catalyst" dei miticissimi Linkin Park. Stavolta però voglio vedere se riuscite a spiegarvi il perchè ho dato questo preciso titolo B3 è una specie di concorso, vedetela così =3 Per il vincitore c'è un premio ovviamente. Scriverò per lui/lei uno Special Volume sul suo personaggio/i preferito/i dell'Ancient Saga (si accettano anche crossover con la fic della Mary Stranges dato che è da una vita che sto cercando una scusa per intrecciare le due vicende XD) e con le linee guida che lui/lei mi darà. Praticamente una storia personalizzata, ecco u.u
Nami: Quindi niente soldi?
Ovvio che no O.o
Nami: Allora non me ne frega niente del concorso.
O_____o Vabbè u.u
Poi, ispirata dalla mia sister Okami, indirò anch'io un Popularity Chart Contest dopo il capitolo 8 =D In parole povere, dovrete dirmi qual'è il vostro personaggio preferito =3
Ah, e mi sto mano a mano disegnando la casa principale degli Antichi (al momento devo ancora finire la cucina di Seph XD) con un programma del pc =3 Poi mi sono disegnucchiata qualche cosa qua e là che probabilmente posterò =3 Sempre se siete interessati, ovviamente =) E poi se c'è una cosa che adoro sono le fan-art ** Trovo davvero interessante vedere quante facce vengono assegnate ad un singolo personaggio ** Quindi nel caso vi sentiste ispirati, io accetto anche quelle ^^ (ma quanto mi piace vedere come v'immaginate gli Antichi ** Ok, la smetto XD)
Un'altra cosa: Non so se qualcuno l'ha già notato, ma sulla mia pagina d'autore sto mano a mano incollando i vari banner delle fic che scrivo =3 Al momento sto lavorando su quello di questo volume ^^ Magari avete qualche immagine da consigliarmi dato che al momento la mia ispirazione mi sta facendo ciao ciao con la manina dalle profondità dell'abisso più oscuro della mia mente? (Actually, non lo so se mi sta salutando o no, forse mi sta mandando con tutte le scarpe.... aaah, è troppo buio -.-")
Bene, Ciancio alle Bande, ecco la colonna sonore di questo Capitolo =3
"What Hurts The Most" - Rascal Flatts; "Wait for Me" - Theory of a Deadman; "Leave Out All the Rest" - Linkin Park
E detto ciò, non mi resta altro che augurarvi una buona lettura e....

Bentornati ♥


Capitolo 1 - Affondare
 


“Secondo voi...” disse ad un tratto Nami passando un dito sulle venature del tavolo di legno. “Quanto andrà avanti questa storia?”

Già da una settimana erano salpati in silenzio dall’isola. Avevano issato le vele nere. Ironicamente era stata davvero una bella giornata, non una nuvola in cielo ed il mare piatto. Tutti avevano visitato la tomba di Aqua lasciando un grande mazzo di fiori. Tutti, tranne Zoro. Lui, dopo che l’isola sparì oltre l’orizzonte, si era chiuso nella palestra e non era più sceso da allora. Non per mangiare, non per dormire, nemmeno per pisolare sul ponte. Ed erano sicuri che fosse ancora là dentro perché durante la giornata, se ascoltavano attentamente, potevano sentire il tintinnare dei pesi che agitava.

“Stupido marimo...” mormorò Sanji esalando una nuvola di fumo verso il soffitto. “Cosa crede, che sia l’unico a cui dispiaccia per la morte di Aqua-chan?!” Stritolò il filtro della sigaretta tra i denti.

Ogni membro della ciurma, lui compreso, sembrava come essersi spento. Robin passava le giornate chiusa in biblioteca a leggere, Chopper invece se ne stava in infermeria a tritare erbe in continuazione. Usopp pescava in silenzio sul parapetto della Sunny, dimenticandosi di tirare su la canna quando un pesce abboccava. Nami disegnava freneticamente nuove mappe nel suo studio per distogliere la mente dal pensiero dell’amica morta. Franky continuava a montare, smontare e rimontare nuove armi senza trovare mai pace. Rufy se ne stava semplicemente seduto sulla polena a fissare impassibile l’orizzonte e il violino di Brook non si era più sentito da giorni. In quanto a lui, passava le ore a cucinare, cucinare e studiare quel libro di cucina Antica che si era portato. Aveva messo un segnalibro speciale alla pagina su cui c’era scritta la ricetta che Aqua gli aveva chiesto di provare il giorno prima che morisse. La nave era diventata inumanamente silenziosa.

Irritato da tutta quella tristezza sbattè improvvisamente un pugno sul tavolo facendo sobbalzare sia Nami che Usopp. “Dobbiamo smetterla di piangerci addosso. Aqua-chan è morta. Punto e basta. È inutile perdere tempo in questo modo. Di certo non avrebbe voluto vederci ridotti in questo stato. Quindi vi conviene ritornare normali al più presto da soli se non volete farlo accompagnati dai miei calci.” Il cuoco era veramente furioso.

Rufy sospirò togliendosi il cappello. “Hai ragione, Sanji... è la prima volta che perdiamo un nakama, quindi siamo rimasti un po.... scioccati, tutto qui...”

“Io sono d’accordo con te, Sanji-kun,” disse Nami abbassando lo sguardo. “Ma come facciamo con Zoro? Insomma avete visto tutti come lo abbiamo ritrovato, l’espressione di pura disperazione che aveva--”

Si alzò spingendo rumorosamente la sedia indietro. Prese un vassoio e ci mise sopra il pranzo che lo spadaccino non aveva toccato. “Ci penso io a quella stupida testa d’alga,” disse uscendo.

***


Salì rapidamente le scalette che portavano alla palestra. Era deciso a tirare giù di lì quell’idiota, anche se fosse stato costretto a distruggere l’intero albero maestro della Sunny. Arrivò in cima e fece per spalancare la botola ma si fermò. Lentamente poggiò la mano alzata sulla gelida sbarra di ferro di fronte a lui mentre con l’altra teneva il vassoio sulle punte delle dita. E stette in ascolto. D’improvviso la sua determinazione svanì.

Le sentiva cadere silenziosamente sul parquet sopra di lui, pesanti come macigni, le lacrime.

Aprire quella botola ora sembrava l’impresa più difficile del mondo.

Sapeva quanto piangere fosse difficile per lo spadaccino. Sbuffò e scese di nuovo sul ponte. Rientrò in cucina mugugnando uno “Stupido Marimo del cazzo”, interrompendo la conversazione che gli altri stavano avendo. Rufy si fiondò sul cibo di Zoro, ritrovando almeno un poco di quella vitalità che sembrava avesse perso.

***


Fissava il soffitto mentre le lacrime gli colavano giù dagli occhi senza controllo. Aveva provato ad allenarsi ma la sua mente non si era svuotata come al solito. Aveva provato a meditare, ma il pensiero della ragazza continuava a tormentarlo. Così si era semplicemente seduto da una parte a fissare il soffitto, lasciando i ricordi liberi di scorrergli davanti agli occhi. Ed inevitabilmente le lacrime avevano cominciato a scendere.

Aveva anche cercato di risvegliarsi, di rimproverarsi per questa condotta così patetica. Insomma, per quanto tempo aveva conosciuto Aqua? Un mese al massimo? Aveva un obbiettivo da raggiungere e non poteva trastullarsi in questo genere di cose.

Stava affondando in un mare nero e gelido, senza nessuna possibilità di risalire in superficie una volta toccato il fondo.

Eppure li aveva presi quei due spadoni, estraendoli dalla terra in cui erano stati conficcati. Li aveva presi, sapendo che gli avrebbero perennemente ricordato quanto fosse stato inutile. Ma allo stesso tempo non poteva abbandonare lì lo spirito di Aqua. È vero, l’aveva conosciuta per poco, ma per lui era più che bastato per innamorarsi.

Già, innamorarsi. Non aveva più paura di pronunciare quella parola, ma ormai era vuota, priva di significato. Perché Aqua non era più lì.

Perché lei gli era morta tra le braccia.

Perché lei non aveva mantenuto la sua promessa.

Perché lei era un traditrice.

Perché lei era tutto per lui.

Abbassò lo sguardo sulle due lame larghe poggiate contro il muro. Lo fissavano impassibili. E lui fissava loro, addolorato ed infuriato allo stesso tempo. E ora che li aveva con sè? Doveva inventarsi un stile a cinque spade. Chissà come, ma sentiva che le sue spalle stavano diventando mano a mano sempre più gravate dal peso dei sogni degli altri: era responsabile per i sogni di tutta la sua ciurma, del proprio, di quello di Aqua.

Ora che ci pensava, non le aveva mai chiesto quale fosse il suo sogno.

Ora che ci pensava, non le aveva mai detto che preferiva di gran lunga i capelli corti, ma che la sua cascata bionda era comunque favolosa.

Ora che ci pensava, non le aveva mai detto che i suoi occhi erano meravigliosi e profondi come il mare.

Ora che ci pensava, non le aveva mai detto che, in fondo, anche a lui piacevano le castagne.

Ora che ci pensava, non le aveva mai detto che l’amava.

Si sfiorò una guancia e sentì l’umido delle lacrime che ancora scendevano. Gli occhi gli bruciavano. Ma comunque non riusciva a sentire niente. Abbassò le palpebre e prese un lungo respiro. Dove sei? le chiese. So che sei da qualche parte. Altrimenti perché mai mi tenderesti una mano? Ho promesso che non ti avrei raggiunta finchè non avrei raggiunto il mio obbiettivo, ma...

Gli costava ammetterlo.

Io senza di te non ce la faccio.Lo trovava ironico: per Kuina non aveva pianto così tanto, anzi, non si era mai disperato così tanto per nessuno in tutta la sua vita. Che accidenti gli aveva fatto quella donna?!

Gli parve di sentire dei passi leggeri sul parquet correre verso di lui. Poi un tocco lieve e freddo gli sfiorò la guancia. Ed una voce gli sussurrò qualcosa. Zoro aprì di scatto gli occhi solo per essere accolto dalla delusione della solitudine. Perfetto, cominciava anche ad avere le allucinazioni. Davvero fantastico.

Ma gli saltò in mente il fatto che non era da solo. Era da solo nella stanza, ma non nella vita. I suoi nakama erano lì, c’erano sempre stati. Penso che ogni tanto farsi aiutare vada bene, no? si disse mentre il primo lieve sorriso da giorni gli tendeva le labbra. E scommetto che tu vorresti che io facessi la stessa cosa, vero, Aqua? Ma lo spazio una volta occupato dalla mente dell’Antico ora era vuoto e freddo.

Si accorse che le lacrime avevano smesso di strisciargli sulle guance, per poi andare a cadere sul cotone bianco della maglietta lasciando un rotondo alone poco più scuro. Prese un altro lungo respiro e si alzò. Recuperò le sue spade, le agganciò all’haramaki e finalmente scese dalla palestra.


***

 

Aprì la porta della sala da pranzo e calò istantaneamente  il silenzio. Si fissarono, quasi meravigliati, per qualche istante. Persino Rufy aveva smesso d’ingozzarsi.

Questa situazione di stallo permase finchè Nami non si alzò ed abbracciò Zoro che indietreggiò di un passo, sorpreso. Subito dopo di lei tutti gli altri, Robin e Sanji compresi, si unirono all’abbraccio.

“Ci dispiace per Aqua...” mormorò la navigatrice alzando lo sguardo sul suo volto. Lo spadaccino notò che aveva gli occhi lucidi.

Riuscì a tirare le sue labbra in un mezzo sorriso. “Va tutto bene ora... Anzi, mi scuso per il mio comportamento.”

“Non ti preoccupare, possiamo capirlo,” singhiozzò la renna attaccata ai suoi pantaloni.

“Sei una stupida testa di verza senza cervello,” borbottò Sanji segretamente sollevato.

“E tu sei uno stupido biondino che sembra che una mucca gli abbia leccato la testa,” replicò leggermente stizzito Zoro.

“Sei un idiota Zoro!!” esclamò allegramente Rufy pensando che fosse un complimento.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Afferrò la maglietta rossa del capitano che si era appollaiato sulle sue spalle e lo sbattè al suolo. “L’idiota sarai te!!”gli urlò.

“Yohohoho!! Vedo che abbiamo riacquistato tutta la nostra vitalità!” rise Brook. “Ma io non ho gli occhi per vedere!! Yohohohohohoho!!”

“Smettila o ti faccio saltare in aria!!” lo minacciò Franky sfoderando la sua Weapons Left.

“Che fine ha fatto la mia cena??!!!” urlò Usopp guardando il suo piatto vuoto.

Automaticamente il suo sguardo ricadde su Rufy a terra che si stava ancora leccando le dita.

“RUUUFYYYYY!!!!” Il cecchino gli fu addosso in un istante. Chopper si staccò dalla gamba di Zoro per cercare di dividerli, ma quando vide che anche il suo cibo era stato spazzolato si avventò sul ragazzo di gomma dando manforte ad Usopp.

Nami, infastidita da tutto quel rumore, si separò da Zoro e diede un salutare pugno in testa a tutti e tre. “Basta così!!”

Robin scorse con la coda dell’occhio la mano di Rufy strisciare verso il suo piatto e prontamente alzò la stoviglia con il suo potere. Ridacchiò sorniona quando il cuoco, accortosi anche lui del tentato furto del capitano, lo scaraventò al muro con un energico calcio.

Lo spadaccino si liberò dalla presa dell’archeologa sul suo braccio e si sedette al suo posto a tavola, seguito da tutti gli altri. E ripresero a mangiare in quella solita confusione che piaceva così tanto ad ogni membro della ciurma. Ogni tanto capitava che Rufy gridasse il nome di Aqua, o che Nami si rivolgesse a lei per farle una domanda, ma il silenzio della mancanza della ragazza veniva subito riempito dalle urla di qualcun altro. Ci si aiutava così, a vicenda, come una famiglia.

Zoro promise a se stesso, agli altri e ad Aqua che mai più si sarebbe lasciato affondare in quel modo. Poi udì uno degli insulti dal cuoco e i due presero a litigare.

Tutto come era sempre stato

 

  
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