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Autore: IsaMarie    17/11/2011    18 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 123
Ciao ragazze!
Finalmente è uscito BD! Chi di voi si è già fiondata a vederlo?! Beate voi! Io andrò domenica sera (Sara non sapeva ancora) e non vedo l'ora. Non resisto più dalla voglia di godermi il mio Rob per ben due ore!
Ora passiamo alla storia. Con questo capitolo si apre l'ultima fase prima dell'epilogo: il Natale! Avevamo lasciato la nostra famigliola a inizio novembre con il compleanno di Alice e dei gemelli Swan, e ora faremo un salto temporale di un mese e mezzo.
Saranno capitoli in cui si tireranno un po' le conclusioni sui loro pensieri riguardo il futuro e in cui si respirerà un clima familiare all'insegna dell'amore, della serenità e della gioia. Ci saranno solo pov Edward e Bella, ma vi racconteremo delle altre coppie attraverso loro.
Per chi se lo stesse chiedendo, non sappiamo ancora quanti capitoli saranno. Per ora ne abbiamo già scritto due e un altro è in fase di scrittura. Comunque non più di tre o quattro. Vedremo... ormai, capitolo più o capitolo meno, siamo comunque alla fine.
Ringraziamo come sempre tutte le nostre lettrici (e lettori naturalmente se ce ne sono) che continuano a seguirci con affetto. Diamo il benvenuto alle nuove lettrici.
Grazie a chi ci ha inserite nelle preferite (327
), nelle seguite (481) e nelle ricordate (105), e chi come autrici preferite (107). GRAZIE VI VOGLIAMO BENE!
Ora basta ciarlare e vi lasciamo al chappy!
Per l'anteprima del prossimo capitolo vi aspettiamo domenica sul nostro blog!

Le fan fiction di Manu e Sara

BUONA LETTURA DA MANU E SARA!




CAPITOLO 123

Benvenuto, Sweet Honey!


Pov Edward


Era il primo pomeriggio della vigilia di Natale…
Dopo che Jasper aveva ricevuto una misteriosa telefonata, tutta la famiglia era saltata sul minivan di Charlie ed eravamo partiti per una destinazione misteriosa. Solo Jazz, Bella e lo sceriffo sapevano quale fosse la nostra meta; Alice era stata addirittura bendata perché la sorpresa era soprattutto per lei, visto che si trattava del suo regalo di Natale da parte del fidanzato.
Così per tutto il viaggio avevamo dovuto sopportare i lamenti di mia sorella per essere l’unica a non poter vedere nulla, mentre Jasper tentava di arginare in qualche modo l’agitazione del folletto per la curiosità di sapere cosa la aspettasse.
Io, tutto sommato, stavo alla grande: tenevo Bella tra le mie braccia, continuando a riempirla di baci sul viso e sul collo per tentare di corromperla e farmi confessare dove eravamo diretti; ma la furbacchiona si stava godendo tutte le coccole senza però lasciarsi scappare nemmeno una parola al riguardo. I suoi mugolii d’approvazione erano incessanti, ma le informazioni… zero!
L’unica indicazione di cui ero a conoscenza era che Charlie e Bella non avevano avuto nessuna esitazione a saltare in auto per accompagnare Jasper ed Alice ovunque dovessero recarsi. Bella mi aveva rivelato che non si sarebbe mai persa la visione della consegna di quel regalo: in effetti aveva abbandonato subito la preparazione del suo dolce natalizio per infilarsi la giacca e fiondarsi in garage, senza scordare naturalmente di trascinarmi con lei.
Alla fine eravamo partiti tutti quanti, anche per poter trascorrere la giornata della vigilia insieme.
-Ehi, Charlie!- attirò la sua attenzione Emmett; -Non stai correndo un po’ troppo?! Guarda che lo sceriffo da queste parti è un po’ fissato con le regole e se ti ferma… come minimo ti sbatte al fresco!- lo schernì, facendoci scoppiare tutti a ridere.
-Ah ah! Ma che spiritosone, figliolo! Questa è una questione di emergenza e penso proprio che lo sceriffo chiuderà un occhio… lo conosco ed è un tipo veramente in gamba!- gli rispose, suscitando ancora di più la curiosità in noi. Emergenza addirittura?! Ma non era un regalo? Di che emergenza si trattava?
-Uffaaaa! Voglio sapere dove stiamo andando!- si lamentò per l’ennesima volta Alice.
-Amore mio, lo sai che puoi fidarti di me… vedrai, ne varrà la pena!- tentò di tranquillizzarla Jazz, per poi tapparle la bocca con un bacio appassionato. Di solito mi dava parecchio fastidio vedere certe effusioni tra loro, ma stavolta ringraziai il cielo per i metodi di mio cognato perché mia sorella stava diventando davvero insopportabile!
Nel frattempo diedi un’occhiata alla magia del paesaggio innevato che sfrecciava velocemente fuori dal finestrino e d’improvviso compresi subito dove ci stavamo dirigendo… c’ero già stato!
-Ah! Ho capito…- esclamai trionfante; -Anche se però ora sono più confuso di prima… non riesco proprio a intuire cosa potresti averle regalato, Jazz…- tentai di raccapezzarmi, sperando che mio cognato, accomodato sul sedile davanti al mio, mi facesse almeno un cenno o mi mimasse di cosa si trattava.
Niente, nada, zero… era peggio di una sfinge! Immobile, senza mutare la sua espressione indecifrabile, non mi degnò neppure di uno sguardo, continuando ad accarezzare la testa sbarazzina di mia sorella.
Mmm… che nervoso! E che voglia tremenda di tirargli un coppino tra capo e collo!
Bene, mi sarei rivolto a qualcun altro…
-Non riesco proprio a convincerti in nessun modo a darmi qualche indizio, cucciola?- provocai la mia fidanzata, intrufolando la mano sotto la sua giacca e accarezzandole all’istante una morbida collina.
Lei trattenne il respiro per la sorpresa e poi mi sorrise, scuotendo la testa. Brutta streghetta!
-Questa me la paghi, gattina… lo sai?- le sussurrai roco all’orecchio. Era bastato quel piccolo contatto a farmi venire una voglia assurda di lei: erano ben quattro giorni che purtroppo ci era toccata una totale astinenza… ed ero arrivato al limite! Certo, l’inventiva per sopperire al rapporto completo non ci era mancata, ma il baffuto sceriffo era stato più tignoso del solito… quello precedente al Natale era stato insomma un periodo parecchio difficile…
Alle mie parole Bella si voltò e, con un sorriso malizioso in viso, mi accarezzò sensualmente una coscia, risalendo per poi fermarsi proprio a pochissimi centimetri dal mio amichetto…
-Non ti preoccupare, amore… saprò farmi perdonare, stanotte… ho una piccola sorpresa per te- mormorò con tono che di innocente aveva ben poco. Oh porco…
Super Cullen, già stuzzicato dalla vicinanza della sua mano, si svegliò all’istante e complici sia i nostri giacconi (che ci nascondevano a occhi indiscreti), sia la nostra postazione (strategicamente avevo occupato i sedili posti in fondo all’auto), afferrai la sua mano facendola risalire ancora fino a posarsi proprio dove la desideravo. Ohh… sì!
Trattenni a stento un gemito quando Bella strinse un po’ la presa, muovendo la mano e procurandomi una scossa di piacere anche attraverso la stoffa dei jeans.
-Vuoi dire che finalmente… è già tutto finito?- le chiesi speranzoso.
-Sì, amore… il ciclo mi è passato e sono pronta a recuperare i giorni che ci siamo persi- mi rispose, con una luce di puro desiderio negli occhi. Oddio, che voglia immensa di scoparmela!
Per carità, anche il petting regalava un mondo di soddisfazioni… ma io volevo immergermi nel suo corpo bollente, possederla e farla godere in mille modi diversi… ne avevo un bisogno disperato!
Con un mugugno di pura frustrazione decisi che però avrei dovuto darmi una calmata, dato che a mio avviso eravamo quasi giunti a destinazione… non potevo scendere con quell’enorme e fastidiosa erezione tra le gambe: le battute di Emm sugli equini si sarebbero sprecate!
Il mio cervello mi rendeva tutto ciò perfettamente ragionevole… ma non era quello l’organo che mi stava governando in quel momento…
-Ti trovo tremendamente erotica quando mi provochi in queste situazioni… diciamo azzardate e pericolose… mi fai sesso da paura!- le confessai bisbigliando al suo orecchio, incapace di resistere a quel potente turbine di lussuria.
-Hmm… anche tu, Cullen… anche tu!- gemette. Ah cazzo: il mio cognome, no! Quella femmina era per me pura dinamite!
-Sai, ho scoperto che mi piace il pericolo… è un potente afrodisiaco! Molto, molto eccitante, non trovi?- mi irretì, facendomi rabbrividire dalla voglia di lei.
-Il pericolo è il mio mestiere, gattina… Dio, non sai quanto ti voglio… ora…- le soffiai sull’orecchio.
Dopo averle scostato i capelli, iniziai a sfiorarle il collo profumato con la punta del naso, gustandomi l’odore della mia ragazza… Dio, che meraviglia!
Rapito da quelle sensazioni afrodisiache, cominciai a riempirla di baci, muovendo le labbra su e giù lungo il collo… sentivo il mento ispido di barba strusciare contro quella pelle setosa, liscia e morbida come una pesca… ma i suoi mugolii d’approvazione mi convinsero a continuare… evidentemente non le davo troppo fastidio! Sogghignai compiaciuto: adoravo rendere inerme la mia donna, ridurla in mio potere… saperla mia riusciva ad esaltarmi come nient’altro al mondo!
Continuai perciò quella lenta tortura, implacabile. Per tutta risposta Bella rafforzò la presa sulla mia eccitazione, mandandomi ancor di più su di giri. Ah sì? Voleva la guerra?!
-Sai resistere senza farci scoprire, Bella?- la provocai con un ghigno soddisfatto. Al suo silenzioso annuire, decisi di sfidarla… e iniziai ad osare di più: con la punta della lingua accarezzai la pelle delicata dietro il lobo fino ad arrivare sotto la gola… poi tornai indietro e mordicchiai il lobo…
-Oh…- mugolò lei, incapace di resistere all’impeto del mio assalto.
-Shh, basta! Dateci un taglio, voi due, perché state facendo eccitare pure me!- ci ammonì mio fratello con sguardo truce. Che cazzone!
-E visto che la mia orsacchiotta si trova sul sedile davanti al mio, io non posso trovare uno sfogo come si deve! Come penso stiate facendo voi in questo momento… dov’è la tua santa manina, Bellina cara?!- ci strigliò, facendo arrossire all’inverosimile la mia ragazza che tolse al volo la mano, riportandola in bella vista, con un mio sbuffo di protesta. E che palle!
-I cazzi tuoi, mai?! Eri solo invidioso!- bisbigliai incazzato nero per la brusca interruzione. Super Cullen stava già protestando con dolorose fitte e pulsazioni… povera bestia!
-Dovere, Eddy! Sono o non sono il maggiore? Ho il compito di controllarti e riportarti sulla retta via, no?- ribadì con un sorriso soddisfatto per averci rotto le uova nel paniere.
-Vedrò di ricambiare il favore con sollecitudine, non appena cadrai nel peccato, fratello Emmett- gli ringhiai in risposta.
Bella scoppiò a ridere di fronte al nostro battibecco, attirando l’attenzione su di noi.
-Ehi, che c’è, ragazzi?- ci chiese la mamma curiosa.
-Niente, Esme… è che i tuoi figli non ce la fanno più. Vogliono a tutti i costi sapere quale sia il regalo, tanto che si fanno i dispetti a vicenda come due bambini capricciosi!- ci salvò prontamente Rosalie, che aveva di certo udito l’intera nostra conversazione.
Io ed Emmett sbuffammo in sincrono, incrociando le braccia al petto, imbronciati. Poi Rosalie si voltò improvvisamente con un’espressione stupita in viso e fissò prima Jasper, accanto a lei, e poi Bella.
-Oddio! Non può essere! Se è quello che dico io…- si bloccò appena in tempo; evidentemente era riuscita a mettere insieme tutti i pezzi, a differenza nostra. Bella le sorrise e annuì con vigore.
-Wow! Ma è fantastico! E’ un regalo stupendo… Jazz, sei troppo dolce! Alice vedrai che ne sarai entusiasta!- continuò la cugina, agitandosi sui sedili e facendo ripartire le lamentele di noi ragazzi Cullen per essere rimasti gli unici all’oscuro di tutto.
-Ragazzi miei, siete peggio dei bambini! Anch’io non ho idea di quale sia il regalo… ma mica sto facendo tutte queste storie!- ci riprese la mamma; -Prendete esempio da me! Ora rilassatevi e godetevi la piccola gitarella. Poi, in privato, vi vendicherete con le vostre rispettive metà, come d’altronde ho intenzione di fare io con mio marito!- ci spiegò tranquilla.
-Esme!- urlarono all’unisono i membri della famiglia Swan, indignati. La mamma scoppiò a ridere.
-Mi spiace, ma che credete? Alice ha preso da me la curiosità… e entrambe non riusciamo a trattenerci, anche se si tratta di una sorpresa. E tu, Charlie, lo sai benissimo, traditore! Nascondere le cose a tua moglie! Vergogna!- dichiarò incrociando le braccia al petto, fulminandolo con un’occhiataccia, mentre lui deglutiva a vuoto.
-Tesoro, ma io non c’entro niente! E’ colpa di mio figlio… è lui che mi ha obbligato al silenzio. Prenditela con lui!- tentò di difendersi lo sceriffo, facendoci sogghignare nel vederlo così in difficoltà.
-Papà! Un po’ di orgoglio, per favore!- lo pregò Jasper, scuotendo la testa; -Non puoi farti rigirare come un calzino!- lo rimproverò ridendo.
-Orgoglio?! Con questa donna?! Non voglio mica morire giovane, io! Tu non sai con chi hai a che fare! Quella puffetta accanto a te non è sadica nemmeno un terzo della madre!- si difese lui col figlio.
-Ehi! Charlie, non sei per niente carino, uffa!- si lamentò Alice per il termine con cui l’aveva apostrofata.
-Bè, è la verità, nana!- incalzò Emmett, guadagnandosi un pizzicotto da Rosalie, ma un cinque dal sottoscritto.
Poi Charlie si rivolse di nuovo alla mamma, tentando di avvicinarsi, mentre lei si appiattiva contro la portiera dell’auto per allontanarsi e non dargli soddisfazione.
-Mi vendicherò… vedrai!- sibilò mia mamma.
-Amore mio dolcissimo… vendetta?! Non ti sembra un po’ esagerato? E poi che tipo di vendetta?- si interessò, palesemente preoccupato, mentre noi non ce la facevamo più dal ridere.
-Indovina un po’, tesoro mio…- lo avvertì, facendolo sbiancare. Brava mamma! L’astinenza era la migliore soluzione… sempre! Specialmente se si trattava di loro due! E poi non volevo neppure pensarli in determinate situazioni… bleah, era più forte di me!
Charlie fermò l’auto nel parcheggio: eravamo arrivati a destinazione, per fortuna!
-Ok, noi andiamo. Non ho nessuna intenzione di perdermi un evento del genere per ascoltare voi due che battibeccate sul fare o non fare sesso!- esordì Bella con una smorfia schifata e scendendo al volo dall’auto. La seguii a ruota insieme a tutti gli altri.
Poi mi avvicinai e la abbracciai, baciandole la punta del naso.
-Non ti preoccupare tesoro mio, io non ho certo in programma di seguire i consigli di mia madre. Nessuna vendetta simile da parte mia, tranquilla!- la rassicurai.
Mi fissò, inarcando vistosamente un sopracciglio, trattenendo a stento una risata.
-Mi vedi preoccupata?! Chissà perché non ne avevo il minimo dubbio… tu che pratichi l’astinenza…ah, ah! Impensabile! Non ci crederei mai! Sarebbe pura utopia!- mi schernì, mentre Rose le dava ragione.
-Dai andiamo, Cullen- mi incitò. A parte il solito brivido nel sentire il mio cognome fuoriuscire da quella bocca sensuale, per un momento la guardai accigliato: era questa l’opinione che aveva di me la mia donna?
Poi mi riscossi, perché in fondo… bè, aveva ragione! Scoppiai a ridere e la seguii nelle scuderie.
Appena entrammo Claire ci venne subito incontro in un chiaro stato di agitazione.
-Ciao ragazzi! Esme, Charlie che piacere vedervi!- ci salutò metà scossa e metà emozionata.
-Claire!- esclamò Alice ancora bendata; -Wow! Siamo al ranch!- urlò entusiasmandosi, avendo riconosciuto la voce della proprietaria. Alice aveva sempre amato gli animali… tutti quanti indistintamente e le lezioni di equitazione che da qualche tempo le stava dando Jasper le piacevano da morire.
Jazz le tolse la benda e le diede il tempo di riabituarsi alla luce, mentre le ragazze salutavano Claire con abbracci e baci.
-Allora Claire, come sta andando?- domandò Jazz preoccupato.
-Sta procedendo bene… è bravissima. Rob è di là con il veterinario, hanno detto che ci siamo quasi- ci spiegò, facendoci strada. Oddio, ora cominciavo a capire!
Jazz si avvicinò a Alice, tenendola stretta al suo fianco.
-Jazz… è quello che penso io? Vuoi dire che il mio regalo è la possibilità di assistere in diretta al parto di Gipsy?!- si emozionò, con gli occhi lucidi.
-Sì, piccola mia… e non solo… ha detto il veterinario che potrai dargli una mano se ti farà piacere…- confermò lui, sorridendole amorevolmente. Eh sì! Ci aveva azzeccato alla grande! Non poteva farle regalo migliore! Da quando Alice aveva saputo che Gipsy era incinta non aveva fatto altro che prendersi cura di lei ogni volta che venivamo al ranch. In questo ultimo mese poi, cercava di venire almeno tre volte durante la settimana e non aveva saltato un weekend: si era innamorata di quella cavalla!
Alice gettò le braccia al collo di Jasper e lo baciò ripetutamente ringraziandolo di cuore. Poi assistei ad una scena inaudita: mia sorella, la maniaca dello shopping, colei che mi aveva fatto il culo perché le avevo un po’ spiegazzato i vestiti sul letto di Jazz, si tolse il pesante giaccone di qualche marca preziosa, e (incredibile ma vero!) lo lanciò buttandolo a terra incurante del freddo pungente e del fatto che potesse sporcarsi! Infine si catapultò all’interno del box.
-Ehi, scricciolo! Sei arrivata, finalmente! Pensavamo non ce la facessi- la accolse felice Robert. Lei contraccambiò, per poi salutare il veterinario con cui, nei giorni passati, aveva già preso confidenza. Il dottor Cruiz aveva persino cercato di convincerla a iscriversi a veterinaria al college, e Alice gli stava dando retta! Forse avrebbe messo da parte la sua passione per il disegno… la cosa che più ci aveva stupiti era che Alice stava seriamente prendendo in considerazione l’idea!
I minuti passavano e noi eravamo sempre più inquieti. Le ragazze erano emozionate e tentavano di alleviare la sofferenza della cavalla accarezzandola e cercando di calmarla il più possibile.
Dopo poco tornò Claire portando del caffè caldo per tutti, ma Alice era così in tempesta che non voleva concentrarsi su altro che non fosse Gipsy.
-Alice, calmati… Gipsy sente che sei agitata e rischi di farla innervosire. E’ giovane e forte e vedrai che avverrà tutto nel modo più naturale possibile- tentò di rassicurarla il dottor Cruiz.
Alice sospirò e si tranquillizzò un po’, merito anche di Jasper che andò a sedersi accanto a lei, mettendo la mano sopra la sua e accarezzando insieme il muso di Gipsy.
Di colpo la cavalla si alzò e tutti si spostarono da una parte per lasciarle tutto lo spazio possibile.
-Ci siamo ragazzi!- mormorò il veterinario, mentre il mio cuore si mise a correre impazzito. Mi sentivo anch’io turbato all’idea che quella povera cavalla potesse soffrire e di riflesso fui travolto da un pensiero scioccante… sul mio futuro: chissà se un giorno mi sarei trovato di nuovo in una situazione del genere?
In trepida attesa che un piccolo Cullen venisse al mondo… un figlio mio e di Bella...
Cosa avrei fatto in quel caso? Come mi sarei comportato? Sarei stato capace di starle accanto e confortarla, cercando di alleviare la sua sofferenza nel travaglio o sarei stato un peso per lei perché troppo nervoso e preoccupato?
Io e lei eravamo due anime gemelle, ne ero sicuro! Due perfette metà destinate a completarci a vicenda…
Ripensai al regalo che avevo scelto per lei… speravo davvero che le sarebbe piaciuto. Forse qualcuno avrebbe potuto affermare che fosse un po’ esagerato, ma io ero certo che fossimo fatti l’uno per l’altra; e grazie al mio dono sarebbe stato chiaro al mondo intero che lei era mia ed io ero suo!
A quel pensiero mi commossi ed ebbi la piena consapevolezza che in ogni avvenimento della nostra vita io le sarei stato accanto con tutto l’amore e la tenerezza di cui ero capace… il futuro era nostro… perché saremmo sempre rimasti insieme…
Mi voltai verso di lei e la vidi che si mordeva il labbro inferiore, tesa ed irrequieta, con gli occhi fissi sul puledro, ancora tutto ricoperto di placenta, che pian piano stava venendo al mondo.
Nell’osservarla così fragile e ansiosa il mio amore per lei si intensificò e la mia voglia di proteggerla da qualsiasi dolore si fece sentire più prepotente che mai.
La voce del dottor Cruiz mi strappò da quei pensieri sul mio futuro.
-Aiutami a farla sdraiare, Alice… ecco brava così… stai andando benissimo… continua a parlarle dolcemente e ad accarezzarla… il piccolo sta uscendo…- la guidò, mentre mia sorella era concentratissima sul suo compito. Aveva uno sguardo ansioso, ma allo stesso tempo esprimeva un amore incondizionato.
Dopo qualche minuto il cavallino era nato e stava già cercando di mettersi in piedi da solo sulle esili zampette. Era stata la scena più emozionante a cui avevo mai assistito: il miracolo della vita!
Quando la mano calda di mia madre mi asciugò una guancia, con enorme sorpresa mi accorsi che stavo piangendo come un bambino. Mi sfregai in fretta gli occhi, in imbarazzo, mentre lei mi fissava sorridendo e subito dopo mi accorsi che tutti, compresi Jasper ed Emmett, eravamo nelle stesse condizioni.
Esultammo e ci abbracciammo a vicenda, per festeggiare il nuovo arrivato.
-Forza, Alice! Decidi il nome- la invitò Robert, facendole sgranare gli occhi.
-Davvero?! Posso veramente?!- si meravigliò lei.
-Sì, amore… è questo il mio regalo di Natale… il nuovo puledrino è tutto tuo!- le rivelò Jazz lasciandoci tutti senza fiato. Alice urlò e scoppiò a piangere dalla felicità e, ringraziandolo, strinse forte il suo ragazzo che ricambiò immediatamente.
Bella venne accanto a me e mi abbracciò. Mi guardai intorno e vidi che ognuno teneva tra le braccia la sua donna. Era un’atmosfera bellissima e gioiosa: si respirava amore, serenità, ma soprattutto… vita.
Da quando purtroppo mio padre se n’era andato, non avevamo più trascorso una vigilia di Natale così meravigliosa e all’insegna dell’amore più totale. Probabilmente la mamma doveva pensare la stessa cosa, perché si guardava intorno, osservandoci con le lacrime che scendevano copiose, mentre Charlie gliele asciugava amorevolmente. Sorrisi felice a quella visione e poi Emmett fu il primo a riprendersi, riportando l’allegria e incitando Alice a dare il nome a quello splendido cavallino.
Lei ci pensò un po’, guardandolo.
-Sweet Honey! Sì, mi piace Sweet Honey!- esclamò mia sorella d’un tratto, attirandosi lo sguardo di noi tutti.
-Scusa, Alice… ma che diavolo di nome è?! Non si mangia mica!- ironizzai con una smorfia.
-E poi, sorellina è un maschio. Magari diventerà un bellissimo e forte stallone e avrà il nome di una femminuccia!- aggiunse Emmett, con il suo solito chiodo fisso. Era incorreggibile!
-In effetti, amore mio…- ci diede ragione Jasper. Il classico cipiglio testardo dei Cullen le si dipinse sul viso, mentre osservava Gipsy che allattava il suo puledro.
-Sweet Honey è della piccola Alice e decide lei. Basta prenderla in giro!- ci rimproverò Robert, abbracciandola, mentre lei gli sorrideva felice.
-Ok, allora è deciso: brindiamo a Sweet Honey!- esclamò Claire, che era tornata con un vassoio in mano pieno di flute ricolmi di champagne.
-Non se ne parla proprio! Per loro aranciata! Lo sai che sono ancora ragazzi!- la ammonì Charlie, indicandoci.
-Ragazzi sì, papino… ma maggiorenni, ormai!- precisò la mia Bella.
-Eh no, furbacchiona! Vi ricordo che per bere alcolici dovete avere ventuno anni e mi sembra che nessuno di voi abbia ancora raggiunto quell’età!- ribadì testardo
Claire, posato il vassoio, diede uno schiaffetto sul braccio al baffuto tutore della legge.
-E dai, Charlie! È un’occasione speciale! Non sarà di certo un bicchiere di champagne a portarli sulla cattiva strada. Non fare lo sceriffo bacchettone, perché potrei anche raccontare numerosi aneddoti di quando eri ancora minorenne che non ti farebbero fare di certo bella figura!- lo minacciò, meravigliandoci tutti quanti.
-Effettivamente prima di entrare in polizia non eri molto dedito alle regole, eh?!- rincalzò Robert, dandogli un colpetto sulla spalla.
-Papà!- esclamò Bella, fingendosi scandalizzata.
Charlie, rosso come un peperone, si riprese subito dall’imbarazzo.
-Ehi, signorina! Questo non cambia proprio nulla! Voi righerete dritto comunque, altrimenti saranno guai! Sono stato chiaro?- esclamò, tentando di darsi un tono. La mamma scoppiò a ridere, insieme a tutti noi.
-Mi spiace, amore, ma dopo quello che hanno detto Rob e Claire non sei molto credibile- lo schernì.
Alla fine riuscimmo a strappare il suo consenso e potemmo brindare tutti quanti.
Passammo gran parte del pomeriggio al ranch. Ci divertimmo moltissimo e sia io che Alice riuscimmo a mostrare alla mamma, come eravamo diventati bravi a cavalcare.
Jasper e Bella, invece, si esibirono per noi in un piccolo spettacolo con i loro numeri da rodeo. Ero rimasto, per quasi tutto il tempo, con il fiato sospeso a causa dell’ansia che Bella si potesse fare male, e alla fine mi rilassai solo quando fu di nuovo tra le mie braccia.
Il momento più divertente arrivò quando Emmett provò a salire a cavallo e tentò, con l’aiuto di Rosalie, a fare un giro della pista. Dire che era negato era veramente riduttivo e tutta la scena era stata a dir poco esilarante!
Verso le diciotto salutammo Rob e Claire, scambiandoci gli auguri e ritornammo a Forks, pronti ad addobbare albero e casa e a preparare tante squisitezze per il giorno successivo.



V
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