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Autore: emychan    17/11/2011    3 recensioni
Terzo posto al contest 'All you need is love' indetto da superkiki92 su Efp.
Ambientata dopo la terza stagione, ignora la quarta!:D
Attenzione:un sacco di UST e Merthur(ovviamente:P)
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Pochi mesi dopo la battaglia con Morgana, Arthur continua a cercare la sorellastra per riportarla a Camelot. Le sue motivazioni, però, non sono né la vendetta, né il perdono. Il suo unico pensiero è infatti Merlin, il servitore che sembra aver smarrito una parte di se stesso dalla fuga della strega. Arthur è convinto che soffra per amore, ma è davvero così?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Come promesso eccomi con la mia nuova storia!
Partiamo dall'inizio, come già detto è stata scritta per il contest 'All you need is love' indetto su Efp da superkiki92 che ringrazio per avermi inviato la correzione della storia ed essere stata anche la mia beta in sostanza!!!:DDD
L'argomento del contest era 'L'amore fa male'.

La storia è arrivata al terzo posto!!!!:DDD Ecco il banner!!**

Spero vi piaccia! Rispetto al solito, Arthur sarà un po' differente, spero non risulti OOC andando avanti. 

Avevo voglia di sperimentare un po' col suo cervello d'asino, pur rimanendo IC... non so se ci sono riuscita, me lo direte più avanti!:D


Misunderstoods


Cap.1:Messaggio


Arthur osservò in silenzio il messaggio che gli era stato consegnato poco prima da una delle guardie.

Aveva riconosciuto la scrittura al primo sguardo e, intimando alla guardia di non dire nulla a nessuno della missiva, si era chiuso nelle

sue stanze.

Sapeva che nessuno si sarebbe stupito delle sue azioni. Non era raro, per i membri della famiglia reale, tenere conversazioni epistolari

segrete.

Nessuno avrebbe mai potuto sospettare l’oggetto di quel particolare messaggio.

Il principe lo attendeva da tempo ormai.

In fondo erano passate settimane da quando aveva inviato Lancelot in missione, a seguire le loro tracce, e il cavaliere non era altro che

efficiente e fedele.

Abbastanza discreto da restare al sicuro, ma abbastanza determinato da scoprire ciò che desiderava.

Ed eccola lì la risposta, puntuale come il suono delle campane di mezzodì.

Morgana si nascondeva nel vecchio regno di Cenred.

Non ufficialmente, certo, ma non essendoci un erede al trono, era stato piuttosto facile per lei e Morgause conquistare il potere.

Una marionetta nelle loro mani era stata messa sul trono, pronta a tenere rapporti con i regni vicini e a coprire le loro tracce. Fino ad

allora. 

Arthur era stato ossessionato dall’idea di ritrovare la sorellastra per mesi, dal giorno in cui aveva recuperato il regno e salvato suo

padre, ma i nuovi impegni, il nuovo ruolo da reggente, gli impedivano di lasciare la città per lunghi periodi di tempo.

Quello e il fatto di voler nascondere le ricerche a Merlin.

Non voleva che il suo servo tornasse a pensare a Morgana proprio ora che sembrava essere tornato a sorridere.

Perciò aveva chiesto a Lancelot di cercare la verità e il cavaliere era partito senza alcuna obiezione. Nella lettera gli spiegava come

avesse attraversato diversi regni fingendosi un semplice cacciatore di avventure, questo gli aveva permesso di ascoltare numerosi

racconti da mercanti e tavernieri, mercenari e contadini.

Metterle insieme, diceva, non era stato difficile, tutti gli indizi conducevano ad un’unica risposta: Morgana era a Cenred e si preparava

in silenzio al prossimo attacco.

Quanto a Morgause, nessuno l’aveva riconosciuta, ma si diceva che ci fosse una donna gravemente ferita a corte.

Una donna che nessuno poteva visitare a parte la sorella. 

Arthur, come Lancelot, non aveva dubbi che si trattasse di lei.

Doveva verificarlo di persona? Gli chiedeva infine. La decisione spettava solo ad Arthur.

Con un sospiro, il principe di Camelot bruciò la missiva nel camino e osservò le fiamme divorarla lentamente pensando al da farsi.

Aveva atteso mesi quel momento, cercando senza sosta, senza riposo.

Incapace di accettare il tradimento, la perdita, il modo in cui la magia l’aveva strappata da lui, da loro.

Per tutto quel tempo aveva immaginato cosa fare, cosa dire, come affrontarla, ma adesso che l’aveva ritrovata, non era certo di volerla

davvero incontrare o di volerla davvero riportare indietro.

Anzitutto Arthur non era mai stato bravo con le parole, non era bravo ad affrontare il dolore né a contenere la rabbia. Il suo

temperamento era rinomato in tutto il palazzo dopotutto.

Trovarsi davanti Morgana dopo quello che aveva fatto a suo, al loro padre... non era certo di poterla perdonare, né di volerci provare,

forse neppure per Merlin.

Ed eccolo lì il nocciolo di ogni cosa.

Il vero motivo della sua febbricitante ricerca di una strega che aveva ucciso il suo popolo e voltato le spalle ad ogni cosa senza un

rimpianto, il suo servitore.

Talmente devastato dalla perdita della donna, che Arthur aveva temuto a lungo per la sua salute.

Da quando avevano recuperato il regno e distrutto l’esercito immortale di Morgause, Merlin era stato l’ombra di se stesso.

Il sorriso stanco, i cerchi neri sotto gli occhi costantemente arrossati, il viso pallido e sempre più magro, Arthur l’aveva guardato

sprecarsi in silenzio. 

Giorno dopo giorno.

Per quanto desiderasse tornare al passato, a quando tutto andava bene e Merlin era solo un’idiota dai modi irriverenti, non poteva

riavvolgere il tempo.

La sua spada e tutti gli allenamenti del mondo non gli avrebbero mai concesso quel potere. Poteva solo aspettare e sperare che le cose

migliorassero.

Ma intanto Merlin continuava a soffrire, e Arthur non poteva più sopportarlo.

Per questo continuava a cercare. Per Merlin, avrebbe riportato indietro Morgana, a qualunque costo.

Il problema era come riuscirci.

Il principe sperava che, se le avesse parlato, se le avesse fatto capire che poteva accettare le sua magia, Morgana sarebbe tornata in sé

e Merlin sarebbe tornato a sorridere.

Avrebbe accettato ogni cosa pur di rivederlo felice, sebbene il pensiero di lasciarlo a lei, gli fosse insopportabile.

Arthur scosse la testa. Aveva già accettato la verità, molto tempo prima.

Non aveva senso tornare a quell’amarezza proprio adesso.

Merlin amava Morgana e questo era quanto.

Non c’era niente che potesse fare per cambiare le cose.

Qualcuno bussò alla porta distogliendolo dai suoi pensieri. Immaginando si trattasse di un servo, il principe ordinò di entrare.

“Di chi era il messaggio?” Non era un servo, ma Gwaine che si richiuse la porta alle spalle, fissandolo in attesa di una risposta.

Era da giorni che il cavaliere gli stava col fiato sul collo, chiedendogli notizie di Lancelot, della sua improvvisa partenza, di questi affari

personali che lo avevano allontanato da Camelot senza spiegazioni.

Tra tutti era il solo che metteva in dubbio le sue parole, una vera spina nel fianco.

Il principe sapeva che ne aveva parlato anche con Merlin e la cosa non gli piaceva affatto, quei due avevano una pessima influenza

l’uno sull’altro. Conoscendoli, potevano decidere di andare in cerca del cavaliere da soli.

Se Merlin avesse scoperto di Morgana, probabilmente avrebbe voluto vederla, e Arthur non poteva ancora permetterlo. Non se

rischiava di venir ferito ancora una volta dalla donna.

“Lascia perdere Gwaine, credimi, non ti riguarda” mormorò in risposta, pur sapendo di combattere una guerra persa.

“Forse no, ma sono certo che c’entri Merlin in qualche modo”.

“E perché lo pensi?” gli chiese secco. Forse un po’ troppo, a ben rifletterci.

È raro che tu nasconda qualcosa a Merlin. In genere è il primo a conoscere ogni tuo pensiero, eppure, nemmeno lui sa dove si trovi

Lancelot e qualcosa mi dice che non sappia neppure del messaggio di cui ti sei liberato così in fretta” gettò un’occhiata verso il camino.

Arthur sospirò andandosi a sedere al tavolo e puntellandovi i gomiti “Lui non deve saperne niente” gli ordinò in tono severo.

Gwaine alzò un sopracciglio “Cos’hai combinato stavolta?” gli chiese sospettoso.

Tipico di lui pensare che avesse fatto qualche torto al servo, ogni volta che Merlin mostrava cenni di rabbia o tristezza o chissà che

altro, il cavaliere non faceva che tormentarlo accusandolo di averne combinata una delle sue e ordinandogli di scusarsi, una cosa

davvero irritante.

“Niente, sir Gwaine. Non gli ho fatto assolutamente niente”.

È per questo che è così giù di corda ultimamente?”

“Che vuoi che ne sappia? Merlin è una tale ragazzina” scosse le spalle scostando lo sguardo, non voleva rivelare i segreti del ragazzo.

Non era suo compito dirlo a Gwaine.

“Arthur, non credi che...” l’uomo s’interruppe guardandolo in silenzio con aria fin troppo seria.

“Cosa?” lo incalzò seccato il principe.

“Non credi che possa essere geloso di te e Gwen?” chiese, facendolo quasi scoppiare a ridere. Magari lo fosse, avrebbe voluto

rispondergli “Ne dubito seriamente” disse invece, scegliendo di versarsi del vino. Per come stava andando quella conversazione,

avrebbe avuto bisogno di bere, e molto.

“Come fai ad escluderlo? Sono molto vicini, forse si è innamorato di Gwen e tiene tutto dentro per non farti arrabbiare. Sarebbe tipico

di Merlin” spiegò l’altro, continuando a tenere quell’espressione seria che stonava col suo viso.

Persona sbagliata, teoria giusta, rifletté tra sé il principe. In effetti non aveva preso in considerazione come vederlo fidanzato con

Ginevra avrebbe potuto ripercuotersi sul suo servo. Forse vederli insieme gli aveva ricordato di Morgana e ciò che aveva perso. Senza

saperlo, forse aveva peggiorato le cose, rendendolo ancora più infelice di prima.

Ma era stato lui a spingerlo in quella direzione, pensò con una stretta al cuore.

È stato Merlin a spingermi ad avvicinarmi a Ginevra” disse con una smorfia, cercando di non pensare all'amaro rimpianto che gli

provocava il solo ricordo.

Il modo in cui il servo lo aveva spinto tra le braccia della ragazza, in cui l’aveva convinto ed aiutato a farsi avanti. A dichiararsi a lei.

Talmente idiota da non rendersi conto di cosa gli stesse facendo con le sue parole.

Di quanto lo distruggesse con la sua gentilezza. Con la sua totale indifferenza.

“Però...” mormorò ancora incerto il cavaliere.

“No, Gwaine” lo fermò con un gesto. Incapace di ascoltare oltre quell’assurda teoria che risvegliava troppe ferite ancora dolorose “Ti

assicuro che Ginevra non c’entra niente. Probabilmente Merlin è triste perché vedermi con lei gli ha ricordato chi non può avere”

spiegò con voce colma di rammarico.

Come lo ricordo io, ogni istante della mia vita, aggiunse nella propria mente.

Sempre più confuso, il cavaliere fissò Arthur in attesa di una spiegazione, di un nome, ma il principe non era sicuro di poterlo

accontentare.

Era un segreto di Merlin in fondo. Un segreto che custodiva gelosamente da anni, che non aveva mai rivelato neppure allo stesso

Arthur.

Però sapeva anche che, se non gli avesse detto la verità, Gwaine avrebbe continuato a scavare e domandare rischiando di peggiorare la

situazione.

“Non dovrà mai uscire da questa stanza” gli ordinò bevendo le ultime gocce del suo vino.

“Sicuro” scosse le spalle l’altro, andandosi a sedere all’altro capo del tavolo.

“Sono serio. Merlin non mi ha mai rivelato nulla, ma era ovvio... soprattutto per me” gli spiegò in tono grave

Per me che cercavo i segni, che lo osservavo per capire se avrei mai potuto... interruppe il pensiero prima ancora di finirlo.

Doveva smetterla di farlo, di ferirsi ancora e ancora, come uno stupido.

Aveva Ginevra adesso, doveva pensare a lei. Doveva amare lei. Solo lei.

“Morgana” esalò infine, lasciando l’altro a bocca aperta.

Tbc


   
 
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