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Autore: Faddo    20/11/2011    2 recensioni
N.B. Questo racconto è il seguito di una mia precendete Fiction:
"La Vita Secondo Adam Navarro" Si prega di leggere prima quello per capirci di più della storia; ma tranquilli la storia è comunque strutturata per far capire a tutti tutto in qualche modo.
Navarro Adam è un 40enne insegnante di psicologia dalla vita travagliata che ha trovato una rapida ripresa verso il migloramento dopo la riapparsa della sua fiamma adolescenziale Railey.
Dopo la sua partenza però la vita di Adam ricade in uno stato peggiore di quello di partenza.
Tra Follia, Cinismo, Amore, Amicizie, Comicità e Quotidianità, Adam dovrà riprendere in mano per la seconda volta la sua vita e risistemare il casino che si è creato intorno a lui.
La Soluzione Secondo Adam Navarro.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA SOLUZIONE SECONDO NAVARRO ADAM

N.B: La storia racconta dei fatti successivi ad una Fiction che ho scritto quest'estate, si prega di leggere "La Vita Secondo Adam Navarro" per capirci di più. Ma la trama è comunque strutturata per permettere anche ai neo lettori di capirci qualcosa di questo racconto.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=723374&i=1


















CAPITOLO 1: Gennaio, L'inizio della Rivoluzione.

Erano appena finite le vacanze di Natale, e oggi ricominciava il mio lavoro da insegnante, ovviamente la sera prima nel mio appartamento da solo ho in un certo senso festeggiato la fine delle vacanze, per esser precisi, ho bevuto birra fino a notte fonda guardandomi un film in solitudine nel mio freddo appartamento.
Sono Navarro Adam, un professore di psicologia al liceo Alfieri, da sempre son stato un uomo dai bruschi modi e dalla parlantina offensiva, violenta, diciamo semplicemente che sono un cinico.
 Arrivato ai 40 anni la mia vita stava lentamente rinascendo, provavo sensazione positive ma nel contempo mantenevo il mio modo di fare e la mia rabbia quotidiana oltre che lo stress.
Tutto stava diventando sempre più rosa e fiori, fino a quando all'improvviso senza neanche un preavviso tutto questo si è completamente sgretolato.
Per farvi un riassunto: prima ero un adulto che aveva tutto, amici, lavoro, e una stupenda fidanzata, ora mi ritrovo con meno amici della quale uno è morto, l'altro se n'è andato e tra quei rimanenti ormai tira un brutta aria e il clima è diventato quasi irrespirabile al bar che frequento quotidianamente a colazione e pranzo. L'unica cosa positiva che mi era rimasta era il lavoro, almeno lì avevo il rispetto dei miei alunni, ma anche in questo campo si stanno venendo a creare dei problemi, difatti, una delle mie alunne è incinta e da quando l'ho aiutata a capire bene cosa fare e come fare con un consulto brevissimo, quasi un couseling comunissimo per molti psicologi, ha cominciato a trattarmi come una sua guida per superare i suoi problemi, mi fa domande su domande  e mi cerca perfino a casa e telefono per farmi queste domande.
Tutti questi sono i grandi problemi che stanno affliggendo la mia nuova vita, ma il più grande ora come ora era la separazione da Railey, la mia incredibile ex-fidanzata, separati da poco per forze maggiori, o quasi, e per di più ora mi ritrovo con una donna affascinante dal comportamento ammirabile che prova qualcosa per me, ma io la rispetto troppo e ho timore di lei in un certo senso.
Stava tutto degenerando troppo in fretta, difatti per gran parte delle vacanze mi son rintanato in casa senza aver troppi contatti col mondo esterno; però oggi ricominciava la scuola, e così in quel freddo  9 Gennaio 2012 appena mi alzai dal letto subendo l'incredibile escursione termiche che c'è tra letto caldo e casa fredda, capii che non poteva andare avanti così per molto, in pochi giorni di isolamento mi stavo riducendo ad un barbone, il frigo era pieno di schifezze e non mangiavo un pasto sano da due settimane, ho aumentato il consumo di alcol e fumo, ho festeggiato solo capodanno insieme agli "amici" del Bar da Rinos perchè Eveline, la propietaria e barista, mi aveva invitato ad una cena, che tutto sommato è stata anche tranquilla, poi c'è anche il brutto fatto che mi lavavo molto poco, infine come ciliegina sulla torta indosso gli stessi vestiti per casa da quando le vacanze son cominciate.
Dovevo reagire, dovevo trovare una soluzione a tutto questo, e così dopo essermi fatto una lunga doccia, mi vesti con il mio solito modo molto strano, ovvero: camicia, giacca marrone con toppe sui goiti, blue jeans e scarpe sportive; presi le chiavi, il telefono e il portafoglio ed ecco che varcai la soglia di casa intento a scatenare una rivoluzione all'interno del mio piccolo cerchio chiamato vita.

Appena fuori per strada tornai a respirare l'aria ostile ma soffice dell'inverno, le strade di Selice erano ancora innevate, sembrava che quest'anno la neve non si decidesse a sciogliersi e sparire, anzi, appena sembrava finito tornava una nevicata, subito mi diressi al bar per far colazione nella speranza di trovare il minor numero di gente possibile, dovevo cominciare la rivoluzione, ma farla tutta in un colpo non sarebbe servito a niente e l'attuale clima conflittuale era la situazione perfetta per prender caso per caso e riallacciare il tutto.
Appena entrai nel bar, c'erano solo Kirk, il chitarrista e custode del condominio dove abito, mio amico sin dall'adolescenza; invece dietro al bancone c'era Eveline che con aria spensierata stava pulendo dei bicchieri per rimetterli sulla credenza, lei era la barista ci siamo conosciuti per caso in questo stesso bar.

"Adam: salve a tutti"
Kirk ed Eveline, un po' apatici, dissero:
"Kirk: ciao Adam"
"Eveline: heila..."
Dovevo ammettere che il clima era davvero asfisiante, ero entrato e già ero indeciso se sedermi o meno.
Mi venne una mezza idea di scappare, ma Eveline dimostrò di non esser cambiata, e questo mi diede coraggio:
"Eveline: hey non fissare il locale, altrimenti ti verrà il dubbio su cosa faccia più schifo secondo te tra l'aspetto del locale e ciò che si serve, vieni a sederti e prendi qualcosa dai..."
Con uno slancio non molto rapido mi sedetti sulla solita poltroncina girevole davanti al bancone, poggiai il mio cappotto su uno dei divanetti dei tavoli che erano sempre vuoti e infine per concludere il mio rituale quotidiano mi accesi un cigarillos e presi un giornale cominciando da subito a lamentarmi per quello che trovavo scritto:
"Adam: oh...fantastico, sentite un po' qua, stanno facendo una riforma alle pensioni, certo è di questo che il paese ha bisogno...riforme sulle pensioni, che diavolo volete dai vecchi loro hanno già costruito il futuro date una mano prima ai giovani, loro son in vera difficoltà non i vecchi e il loro amico mietitore con la quale vanno a giocare a carte al bar"
"Eveline: sai hai davvero ragione..."
Questa frase mi lasciò sbigottito, Eveline non era mai d'accordo con quello che pensavo e appena mi lamentavo di qualcosa lei era la prima a izzarsi contro di me e rispondere in modo ironico e sarcastico, a quanto pare la sua situazione difficile con Eric la stava definitivamente trasformando in una donna buona?
"Adam: come scusa? Sei d'accordo con me?"
"Kirk: voi due che la pensate allo stesso modo...io torno in condominio, ho da sturare il cesso del violinista della 5-E, ci vediamo"
Kirk se ne uscì senza nemmeno venir salutato in quanto la situazione che si era creata tra me ed Eveline ci aveva drasticamente distratto, ma lei abilmente una volta uscito Kirk rispose ricreando la normalità:
"Eveline: mi pare ovvio che i giovani siano in una situazione disperata se come insegnanti a scuola si ritrovano gente come te"
"Adam: io invece ci credo che il settore della ristorazione sta subendo una profonda crisi se ogni cuoco è come te" dissi concludendo con un profondo tiro del mio cigarillos.
Eveline, taciturna e non sapendo come rispondere mi disse solo:
"Eveline: ti preparo il caffè e ti porto la brioche subito"
"Adam: così va meglio, grazie"
Tornai a leggere il giornale in santa pace fino a quando non vidi, quasi miracolosamente, arrivarmi il solito pessimo caffè e la solita pessima brioche di sempre; mentre sorseggiavo il primo e mordevo il secondo chiesi ad Eveline:
"Adam: a proposito, con Eric come vanno le cose? Sai è da molto che non vengo più qua, che mi son perso?"
Di fronte a questa domanda credevo che Eveline avrebbe potuto reagire male ed incazzarsi ma invece appena finito di parlare lei si girò a me e si mise a ridere continuando dicendo:
"Eveline: è solo questione di tempo prima che capisca, no? Te invece perchè sei scomparso per tutto questo tempo?"
Devo ammettere che qui ero io quello colto impreparato, non potevo dire la verità ad Eveline, ci avrei rimesso la faccia e non potevo nemmeno dire cosa volevo fare realmente, non potevo rivelare tutto subito così, siamo al primo giorno della rivoluzione e di tempo ce ne vorrà, così una volta ritrovata la calma e la stabilità risposi:
"Adam: son stato a trovare mio padre...ho passato le vacanze con lui a Torino"
"Eveline: ma tuo padre non abitava a Roma?"
"Adam: e te queste cose come le sai?"
"Eveline: come sarebbe a dire come le so, ogni mattina vieni qua, prendi il tuo dannato caffè ti lamenti di qualcosa e poi vai al lavoro o torni a casa, ho imparato molte cose di te in questi anni e tutto perchè parli troppo"
"Adam: comunque sì è vero abita a Roma..."
Eveline soreseggiando un po' del suo stesso caffè che si era appena versata in una tazza mi chiese con aria superba:
"Eveline: e allora perchè hai detto Torino?"
"Adam: perchè io son stato a Torino con mio padre, sai a volte la gente viaggia, so che ti sembra strano viaggiare sapendo quanto prendi al mese"
Dopo questa affermazione pungente diedi l'ultimo sorso al caffè e l'ultimo morso alla brioche per poi lasciare sul bancone i soliti 2 euro e prendermi il resto di 10 centesimi salutando Eveline in maniera distaccata come sempre:
"Adam: ci vediamo Eveline"
"Eveline: ci vediamo a pranzo Adam"
"Adam: sempre che l'ufficio d'igene non ti faccia chiudere il posto stamattina..."

A quel punto ero di nuovo solo e immerso nei miei pensieri, il cammino per scuola era leggeremente meno lungo di quello da casa al bar.
Arrivato al solito incrocio stradale dove di solito al ritorno dalla giornata lavorativa incontravo Demetria, un'altra cliente fissa del bar, anche lei l'ho conosciuta grazie alla mia assidua frequentazione del Rinos, lavora in banca come segretaria; solo che quel giorno era strano perchè mi ero accorto che avevano dipinto i contorni delle strisce pedonali e parte dell'asfalto circostante alle strisce, di un blu acceso. Di fronte a tutto queto non potei non sorridere, questo perchè, per uno strano motivo la gente da più attenzione alla precedenza ai pedoni che camminano sulle strisce quando queste son ben dipinte e visibili, quindi ora la gente a quell'incrocio non doveva più aspettare il momento buono per attraversare, ed ecco che subito partii convinto senza quasi neanche guardare se una macchina stava passando.
Passata la prima corsia, tutto apposto la macchina si era fermata, ma nella seconda beccai l'imbecille che per poco non mi tirava sotto e che mi urlò:
"Autista: hey che fai vecchio barbone?"
Era un uomo davvero malconcio e io gli risposi a tono:
"Adam: vado al lavoro! Sai ancora cosa sia un lavoro specie di senzatetto?"
La macchina parti in quarta, e l'uomo ignorò le mie accuse.
Arrivato a scuola notai che appena prima dell'entrata tirava un aria strana, c'era pochissima gente, anzi quasi non ce n'era.
Continuai senza preoccupazioni a camminare per il vialetto che anticipava l'edificio scolastico quando ad un certo punto notai che c'era del movimento tra i cespugli ai lati, ma era troppo tardi per poter far qualcosa, improvvisamente si alzarono gli alunni della 2^E che mi bombardarono con le palle di neve e io non potei far altro che subire e coprirmi il volto con la mia borsa 24ore.
"Cresta da Gallo: meno uno presto ragazzi, scappiamo"
Subito nella fretta dopo essermi ripreso dall'assalto con uno scatto rapido riuscì a prendere la vittima più facile da catturare, ovvero Scienziato Mancato.
Dopo una breve corsa ecco che con il braccio afferrai la sua spalla e lo bloccai.
"Adam: preso!"
Subito lui mi guardò un po' intimorito e disse subito:
"Scienziato Mancato: non è stata una mia idea, ok è stato un mio consiglio scegliere come postazione tattica questi cespugli, ma per il resto non c'entro io!"
"Adam: e sentiamo, di chi è la colpa?"
Ci fu un attimo di silenzio finchè Scienziato Mancato vuotò il sacco dicendo:
"Scienziato Mancato: ma come...non ha sentito parlare della giornata degli scherzi al prof?"
"Adam: che diavolo è..."
"Scienziato Mancato: l'ultima idea del Preside Berry? In pratica oggi gli alunni sono autorizzati a fare un solo scherzo ai professori delle loro classi e lei è stato selezionato per il bombardamento di neve"
"Adam: ma cos'ha quel bastardo di Berry in testa...senti, ok accetto lo scherzo, ma credetemi, io torno sempre indietro le cose, quindi preparatevi, e ora fila in classe che è anche tardi e tra un po' suona".
Appena entrato a scuola insieme a Scienziato Mancato notai qualche altra vittima degli scherzi, come il miglior insegnante di matematica che si ritrovava la valigetta svolazzante a mezz'aria che avevano preso gli alunni con una canna da pesca, il prof di ginnastica che puzzava di carne ed era inseguito da due cani di media taglia e per finire avevamo la prof di italiano più timida e carina dell'istituto che si ritrovava sommersa di poesie d'amore recitate dai suoi alunni a squarciagola, non sapevo se ad esser rosso era il suo giubbotto o la sua faccia.
Entrato in classe notai che non mi aspettava niente di strano, infatti ripensandoci Scienziato Mancato mi aveva detto che era concesso solo uno scherzo ad ogni professore e non di più; incominciavo a credere che il preside Berry si impegnasse per non fare il suo lavoro in maniera decente.
Ora che le vacanze di Natale era finito ci stava bene un discorso di qualunque tipo ai miei alunni:
"Adam: bene, eccoci tornati dal periodo di gran consumismo, e di assunzione eccessiva di dolci, nonostante tutto vedo che avete mantenuto la linea tutti, soprattutto te Lipidi, cioè volevo dire, Kevin Jekel, scusa è l'abitudine; comunque, sappiate che ho in mente di farvi una bella verifica di riepilogo di tutto ciò che abbiamo fatto nel primo quadrimestre e indovinate quando ve la farò? No, non parlate, ve lo dico io, dopodomani ragazzi, e mi aspetto che gli insufficenti facciano del loro meglio per rimediare mi riferisco soprattutto a te Cresta da Gallo, ma in generale tutt voi; bene e ora che vi ho detto questo, indovinate che si fa? Voglio che tutti voi mi diate quel tema che vi ho chiesto di scrivere per le vacanze, chi non l'ha portato si prepari al peggio!"
Subito notai una mano alzata, era quella di Ellie Shelter, ovvero la ragazza che più mi stava addosso e mi infastidiva
"Ellie: prof, guardi che Mercoledì abbiamo già la verifica di Biologia"
"Adam: benvenuti alla seconda liceo, dove sarete schiavizzati per puro piacere dei professori, scherzi a parte,  giovani miei nella vita vi ritroverete a fare cose in minor tempo più complesse di due verifiche in un giorno, quindi meno piagnistei più teste sui libri questi due giorni, chiaro?! E guai se scopro che avete fatto spostare la verifica di Biologia perchè rimanderò quella di psicologia nello stesso giorno in cui l'avrete fatta spostare!"
Ci fu un boato di lamentele generali, io non badandoci cominciai col segnare gli assenti e notai che l'unica assente era Fiona Debelli, la ragazza incinta che mi rompeva per aiutarla nella sua gravidanza psicologicamente, forse aveva degli esami da fare o forse i suoi l'avranno uccisa quando hanno scoperto il tutto.
Ad un certo punto però guardando meglio la classe notai una cosa strana, difatti dietro Cresta da Gallo c'era un banco in più, un banco da tre con una nuova persona, un ragazzo minuto, dai capelli biondi ricci e alti, solo a guardarlo sembrava un ragazzo davvero a posto, forse un genio o solo uno spavaldo idiota, ma come ogni professore mi sembrava giusto chiedere:
"Adam: aspetta e tu chi diavolo sei la infondo? Un viso nuovo?"
L'alunno che era in terza fila si alzò e disse:
"Alunno: sì, sono nuovo, il mio nome e George Jei, vengo dalla 2^T ho chiesto di fare il cambio di sezione perchè lo scientifico mi aveva stufato, tutti troppo spocchiosi e ho voluto provare a venire qui a fare psicologia" disse con tono molto calmo, onesto e a testa alta.
In un primo momento mi aveva impressionato questo nuovo alunno e dopo aver mollato una risata istintiva dissi:
"Adam: che tipo interessante, hai visto Scienziato Mancato, perchè non prendi esempio da lui e non decidi una volta per tutte di andartene allo scientifico; sai caro George, qui vige una regola nella mia classe, ovvero che do i soprannomi ai miei alunni in base a qualche episodio d'inizio percorso scolastico che mi è rimasto impresso o per una loro caratteristica che si nota facilmente, questo soprannome verrà tolto solo quando qualcuno fa qualcosa di considerevole ai miei occhi, in quei casi smetterò di chiamare il suddetto col soprannome scelto e userò il nome di battesimo e cognome, quindi per ora preparati perchè non sarai George durante le mie ore ma bensì...Fiero! Ti chiamerò così!"
Fiero dopo aver sentito il soprannome si sedette e disse:
"Fiero: e chissenefrega a me basta che ci capiamo no?"
Questo ragazzo aveva un atteggiamento che mi piaceva, non volevo ancora dargli il nome, preferivo stuzzicarlo un po' per vedere le sue potenzialità.
Restava il fatto che come alunno nuovo però non poteva inserirsi così a suo piacimento, infatti subito indicandolo di nuovo gli chiesi:
"Adam: aspetta Fiero, lo sai che dovrai fare degli esami di recupero su tutto il programma svolto dalla prima fino ad oggi di psicologia?"
"Fiero: lo so già, mi hanno avvertito, quel ragazzo laggiù di cui non ricordo il nome è stato così gentile da avermeli passati durante le vacanze" disse indicando Gerrinton.
Da quanto avevo capito quei due si conoscevano già ed era probabile che fosse stato Gerrinton a consigliarli di venire qua nella sezione E.
"Adam: ottimo allora a fine Gennaio ti farò la verifica di recupero, vedi di prepararti per bene e di non presentarti il giorno della verifica senza sapere nemmeno cosa sia la psicologia o dovrò farti dei corsi io stesso per farti recuperare tutto il programma e la cosa mi darebbe fastidio"
La prima ora si concluse con il ritiro dei compiti per le vacanze e uno dei miei soliti saluti intimidatori
"Adam: ci vediamo Mercoledì col girone infernale di verifiche!"
Avevo un ora buca poi sarei dovuto andare in 1^C per due ore.
Passai nell'aula insegnanti per lasciare giù il testo di seconda e prendere quello di prima, una volta fatto lo scambio chiusi il mio cassetto e guardando alla mia destra notai che sul cassetto di Railey c'era ancora la sua etichetta col nome "Railey Acrington" in un nano secondo la mia mente fu riempita delle immagini dei momenti passati con lei in questa scuola e in questa stessa aula, il tutto fu fermato da Eric che vedendomi da dietro mi mise una mano sulla spalla e tutto allegro mi salutò.
Eric Linderson era un insegnante di psicologia come me, eravamo gli unici due nell'istituto, aveva la mia stessa età, un fisico da uomo abbastanza ateltico nonostante facesse una vita sedentaria, sempre ordinato nella cura del suo aspetto; dotato di una bassa autostima, divorziato, attualmente ha una storia con Eveline, la barista, relazione che però sta crollando dopo che Eric ci ha ripensato riguado il matrimonio con lei, spesso è bamboccione, infatti si nota come sia un uomo tra i limiti dell'intelligenza e dell'idiozia.
"Eric: heilà Adam, passato delle belle vacanze?"
"Adam: no, son rimasto chiuso in casa ad annoiarmi, te che hai fatto?"
"Eric: son andato in vacanza in montagna per una settimana con alcuni colleghi professori, organizzava il tutto il prof. Hendel"
"Adam: cosa? Da un lato non mi stupisco, credo sia l'unico insegnante di religione che di religioso non ha niente, impreca, va alla feste a basi di alcolici, fuma più di me, eppure è un credente, quell'uomo non capisco se ha capito tutto della vita o è solo un controsenso generato dalla follia sociale degli ultimi anni"
 "Eric: no in un certo senso riesce a collegare le due cose, questo lo puoi capire solo dopo che l'hai sentito recitare un intera messa a mezzanotte in casa dopo che si è ubriacato, credimi se fossi venuto avresti capito"
Ad entrambi scappò spontanea una risata pensando alla scena.
Eric dopo aver preso i libri stava per andarsene, quando però lo fermai e gli chiesi:
"Adam: e dimmi...alla fine con Eveline?"
Eric rimase pietrificato davanti a questa domanda, non sapeva se rispondere mentendo, dire la verità o non dire proprio niente, alla fine però mi disse solo:
"Eric: non la vedo da un bel po' "
Detto questo se ne andò a far lezione e io rimasi da solo a pensare a come cavolo potevo far riconciliare due parti che non volevano proprio comunicare, ma tutti questi miei pensieri furono interrotti da un'idea geniale, ma che non c'entarva niente con Eric ed Eveline che mi era venuta in mente, e così subito chiedendo al professor Bedwin, uno dei professori di scienze esperto in meteorologia, che per caso era lì vicino a me chiesi:
"Adam: hei, Bedwin, dimmi  per quanto durerà ancora questa neve?"
Bedwin alzando lo sguardo e sistemandosi gli occhiali mi disse con voce un po' rauca
"Bedwin: l'altro ieri mi son interessato al problema mentre ero a letto e parlando con un mio amico all'aeronautica è venuto fuori che viste le temperature che rimarranno costanti per un bel'po e la nube che sta colpendo tutto il nord Italia, direi che per ancora una settimana ci sarà neve in pianura e tra un paio di giorni è prevista un'altra nevicata pesante"
"Adam: grazie mille, propro quello che speravo di sentire"
Detto questo, mi riposai in sala professori cullandomi tra i pensieri di cosa avrei fatto finite le due ore, quando il tutto fu fermato da uno studente che in fretta e furia mise 10 euro sul bancone a me e a Bedwin oltre che lasciare una borsa sotto il tavolo.
Presi i 10 euri sia io che lui e guardandoli c'era un post it con scritto:
"Dite di no se entra un professore disperato"
non capendone il senso preciso misi i 10 euro in tasca come l'altro professore aveva fatto e tornai al mio riposo.
Stavo per andare alle macchinette a prendermi un caffè, visto che mancavano pochi minuti al suono della campanella, quando in sala insegnanti entrò un professore che ci chiese urlando:
"Professore: avete visto un portatile?"
Senza che lui potesse aggiungere altro io capi la situazione precedente e chiesi:
"Adam: vittima della giornata degli scherzi ai prof?"
"Professore: sì!"
"Adam: mi spiace, non ho visto il tuo portatile"
Mi sentivo un bastardo a fare questo, sia perchè stavo dando corda a quello psicopatico di Berry e sia perchè stavo facendo la cosa sbagliata, ma dovevo ammettere che quell'alunno sapeva fare affari e sapeva corrompere con motivi e prezzi giusti, chissà forse in futuro potrebbe diventare un grande politico.
Preso il caffè stavo per entrare in 1^C quando le parole di Scienziato Mancato che mi disse all'entrata a scuola mi fecero pensare ad una cosa
"Adam: aspetta...gli alunni possono fare un solo scherzo ad un loro prof, ma questo non vuol dire che due classi diverse con un prof in comune non possano fare due scherzi diversi anche se uno l'ha già fatto"
Notai che la porta della classe era socchiusa e dentro c'era un grande silenzio se non per qualche risata di sottofondo e qualche soffuso:
"ssh zitti! Sta arrivando preparatevi"
Di solito quando doveva arrivare un professore non si chiudevano le porte, si lasciavano sempre aperte tutti lo facevano, questo mi fece pensare che era una trappola volevano tendermi uno dei più classici scherzi mai esistiti, così subito vidi che fuori dall'aula c'era un portaombrelli con dentro due ombrelli, subito ne presi uno ed entrato in classe con l'ombrello aperto mi cadde addosso un sacchetto pieno d'acqua che non mi bagno per niente visto che sopra di me c'era l'ombrello e dissi facendo finta di niente:
"Adam: buongiorno! Come avete passato le vacanze sfaticati?"
Gli alunni erano rimasti impietriti e non sapevano che dire.
Alla fine delle due ore ero finalmente libero, potevo uscire un'ora prima visto che non avevo altro da fare, e ne approfittai per fare una cosa che mi sembrava la più giusta da fare quel giorno.
Mi diressi sotto la tettoia nel cortile più ad ovest della scuola dove tutti parcheggiavano le bici, e io conoscendo bene i miei alunni sapevo che tutti i maschi della 2^E venivano a scuola in bici e le parcheggivano tutte vicine.
"Adam: pff...lucchetti con i numeri, mi stanno prendendo in giro così è troppo facile"
Subito con grande abiltà in meno di pochi minuti.
"Eric: eccomi qua, hai già fatto?"
"Adam: sì, fin troppo facile, individuarle, e ancora più semplice togleire i lucchetti"
Finite le due ore ero passato per la classe dove insegnava Eric e gli avevo chiesto una mano per un piccolo lavoro che gli spiegai sottovoce in fretta e furia, siccome so che era venuto in macchina e che la sua macchina era spaziosa sapevo che poteva darmi una mano.
"Eric: sei sicuro di volerlo fare?"
"Adam: al massimo se qualche genitore si lamenterà dirò che mi hanno bombardato di palle di neve e che in certi casi il fine giustifica i mezzi e che occhio per occhio dente per dente è giusto finchè non ci si rimettono veramente gli occhi e i denti"
Caricammo le sei biciclette dentro la macchina di Eric e due sopra tenute con i tiranti e andammo al parco pubblico non molto lontano dalla scuola.
Parcheggiata fuori la macchina portammo tutte e sei le bici in un luogo e con due pale che prendemmo passando per casa di Eric cominciando a spalare un bel po' di neve su una collinetta nascosta del parco dove non ci andava quasi nessuno di solito.
Dopo aver spalato un bel po di neve, piazzammo le biciclette sulla distesa di erba che avevamo scoperto, le legammo per bene con i loro stessi lucchetti,  però combinandoli, cioè senza legare la bici con lo stesso lucchetto del propietario.
Finito il lavoro coprimmo le bici con la neve.
"Eric: tu sei pazzo, sei un folle, finirai nei guai per questo, io non ti ho aiutato"
"Adam: te lo ripeto stai calmo"
dissi accendendomi un cigarillos.
"Adam: e poi tanto i miei alunni non sono stupidi e non sono così sadico da farle sparire e basta, son talmente sadico da aver lasciato un biglietto al posto delle bici con delle indicazioni"
"Eric: geniale, diabolico e Navarresco"
"Adam: puoi dirlo forte, io ora vado a pranzare, vieni?"
"Eric: no, non voglio metter piede al Rinos"
"Adam: ho capito, ci vediamo"
A Quanto pare la situazione più ostica ora come ora era quelle tra Eveline ed Eric le altre avrebbero potuto aspettare.

"Ai miei cari alunni della 2^E

Ho nascosto le vostre bici,  non mi dilungherò: sono sotto la neve da qualche parte a Selice, in un luogo aperto al pubblico e dove si vede benissimo il mutare delle stagioni.
Baci, Prof. Adam Navarro

P.S. Buona ricerca!

P.P.S Benvenuti al giorno personale degli scherzi agli alunni maschi della 2^E creato da Adam Navarro.

P.P.P.S Se non si fosse capito è per il bombardamento di neve che ho ricevuto stamattina, bastardi seguaci del vecchio Berry!"





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"Note dell'Autore: A chi seguiva la mia fiction già da prima e sta guardando questo messaggio, e inoltre, si ricordava che avevo parlato del 25 dicembre come data di ritorno di Adam... !!!!I LIED!!!
Adam non ha mai avuto un preciso ritorno, in realtà se non l'avessi messo oggi avrei potuto metterlo anche a Gennaio, o due settimane dopo la fine del primo racconto, o il prossimo anno anche, la data è sempre stata puramente casuale, ho messo il 25 di dicembre tanto per far scena e per farmi figo...ahahahah, beh ora sapete che Adam è tornato.
Vi dico subito che non prometto una uscita regolare dei capitoli come ho fatto quest'estate per vari miei problemi tra imepgni e problemi di idee.
Questo secondo racconto è molto delicato da fare e mi ci vorrà tanto tempo anche per fare un solo capitolo. Gustatevi al meglio quello che potrete gustarv e non vi lamentate grazie!.


  
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