Videogiochi > Silent Hill
Ricorda la storia  |       
Autore: Horrorealumna    22/11/2011    2 recensioni
C’è un posto abbandonato e dimenticato nel profondo del cuore di ogni essere umano, dove la realtà e la finzione sono un’unica cosa, dove la verità e la bugia non hanno alcun valore e la paura del silenzio non esiste, così come quella della morte.
E io ne ero completamente a conoscenza.
Il resto del mio cuore era accanto ad una bambina sui sette anni, dai capelli corti e neri, in una città lontana, chiamata Silent Hill.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Mason
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allora, premetto che questa è la mia prima fan-fiction e quindi non penso sia un granché. E’ incentrata su Silent Hill 1 della KONAMI (naturalmente tutti i diritti riservati, non intendo infrangere nessun copyright ecc.), un grande horror psicologico che adoro e ho voluto rivisitare in questa fan-fiction. Mi piacerebbe ricevere qualche commento giusto per capire se vado bene e posso andare avanti. Bando alle ciance allora!
 

 
PROLOGO
 

Rimanevo con lo sguardo fisso sulla strada. Stavamo tornando a casa, finalmente un po’ di relax dopo questa vacanza. In realtà non sembrava fossimo stati ad una bellissima vacanza. Volsi lo sguardo al sedile accanto: Jodie aveva lo sguardo perso nei campi d’autunno che si affacciavano attorno a noi; i suoi occhi erano spenti e vuoti e il sole che tramontava faceva luccicare le lacrime che, trattenute dai suoi occhi d’ebano, non ne volevano sapere di scendere. Aveva notato il mio sguardo ma non disse niente … era stato uno strazio per lei sapere di essere portatrice di quella piaga, quella malattia … mi fa male solo il pensiero di quello che potrebbe succederle se … no, non devo pensarci.
Intanto notai che il traffico si stava facendo sempre più intenso. Jodie sospirò.
- Che succede? - chiesi e lei con un filo di voce mi sussurrò - Va tutto bene, Harry - .
Poverina, sapevo che talvolta invadevo i suoi spazi e mi preoccupavo troppo ma lei era tutto quello che avevo e dovevo proteggerla come il più prezioso dei tesori. In questo periodo così difficile pensavo che la vacanza le avrebbe fatto bene, che le avrebbe fatto tornare il sorriso, ma avevo torto evidentemente. Da quando seppe che le era impossibile concepire a causa della malattia, non l’avevo più vista sorridere; anche il mio cuore ebbe un sussulto alla notizia del dottore. Perché non adottare? Bhè l’avremmo fatto volentieri, ma i soldi dov’erano? Talvolta di notte la sentivo piangere e pregare: chiedeva al Signore di portare un po’ di sollievo nella sua vita e Gli confidava il suo desiderio di essere mamma. Poi pregava per me … era una cosa che mi faceva rimanere sveglio tutta la notte: maledetto senso di colpa! Se solo avessi potuto darle di più. Jodie … io sarò sempre con te, in salute e in malattia finché morte non ci separi. Sembrava una frase così stupida quando la pronunciammo davanti all’altare e ora…

 
Tossì violentemente. La guardai e lei, supplicante, chiese di accostarci da qualche parte perché aveva bisogno di prendere una boccata d’aria. Accostai e scendemmo dalla vettura, dal duro asfalto autostradale finimmo in un campo di foglie secche che scricchiolavano teneramente schiacciate dai nostri piedi. Jodie respirò profondamente.
- Grazie Harry. Cosa farei senza di te, amore? Il modo in cui ti prendi cura di me … bhè … - . Timidamente volse lo sguardo all’orizzonte verso il sole quasi scomparso per nascondere le lacrime. 
-  Senti, visto che ormai siamo qui fuori, che ne dici di fare un giretto qua intorno? Dai vieni - le dissi. Non volevo farla sentire diversa o come un ostacolo per la mia vita o la mia libertà. Allora la presi per la mano e ci indirizzammo verso dei vecchi alberi ormai completamente secchi. I loro rami formavano disegni veramente strani. Lei mi osservò curiosa mentre si toglieva il maglioncino che indossava legandoselo alle spalle.
- Aspettami là – le dissi indicando i vecchi alberi – Arrivo subito con una sorpresa per te.
Lei annuì e io mi diressi verso una piccola macchia di margherite e altri fiori graziosi: le avrei fatto una piccola coroncina di fiori come quelle che mia madre mi insegnò quando ero piccolo. Ci misi qualche minuto …  e sarebbe stata pronta se un urlo non mi avesse fatto cadere dalle mani i fiorellini.  
-Harry!! Corri, presto! C’è … qualcosa qui!-
 Mi precipitai verso Jodie, era stata lei a gridare. Aveva una mano sul petto e respirava affannosamente con gli occhi sbarrati: fissava un cumulo di coperte sporche per terra e … si muovevano?
- Controlla Harry. Fa degli strani versi e … ho avuto paura! - Anche io ho un po’ di paura le avrei voluto dire ma non era il momento di fare il fifone. Mi avvicinai cautamente al fagotto mentre Jodie mi camminava accanto. Mi chinai e lo raccolsi: conteneva qualcosa di morbido, piccolo, innocuo, caldo e …  piangente? Mi scappò un mezzo sorriso mentre scostai il bordo della coperta più leggera che nascondeva … il più dolce visino che io abbia mai visto in vita mia. Appena i suoi occhi incrociarono i miei il pianto cessò.
Jodie incuriosita si fece avanti incredula: - Non ci posso credere! Harry! E’ un neonato.
- E’ stato abbandonato qua!? Meglio cercare la madre. Jodie, tienilo tu coraggio! – Lo passai controvoglia a mia moglie che, impreparata, lo accolse nelle sue braccia. Era stata davvero una bella sensazione tenere in braccio quel batuffolo rosa, lo avevo sentito così vicino al mio cuore in tutti i sensi! Ero sicuro che per Jodie sarebbe stato lo stesso.
Io mi allontanai da loro e cercai di scorgere qualcuno anche se la luce stava lentamente andando via. Mi era sembrato di scorgere l’orlo di un vestito dietro un cespuglio, ma forse me l’ero solo immaginato. Tornai di corsa dal neonato.
- E’ una bambina – disse Jodie mentre tornavo. – Ed è bellissima … -
- Non ho trovato nessuno qua vicino; chiunque l’abbia abbandonata sarà già lontano. Come si fa a lasciare sola una bambina come questa?!- dissi guardando quel dolce visino.
Jodie mi fissò e io ricambiai lo sguardo. Finalmente dopo tanto tempo la rividi sorridere, il sorriso bellissimo e radioso della donna di cui mi ero innamorato. Anche io sorrisi: avevo già capito tutto e ne ero entusiasta; Jodie strinse affettuosamente la bambina sopra il petto.
Tornammo in macchina, la piccola con mia moglie. Incrociai i loro sguardi: avevano tutte e due dei bellissimi occhi castani da mozzare il fiato. La piccoletta sorrise quando misi in moto la macchina.
Eravamo quasi arrivati quando sentì Jodie ridere mentre la coccolava, poi si rivolse a me:
- Cheryl, la chiameremo Cheryl.
- Benvenuta nei Mason – le sussurrai dolcemente.
Ora con la piccola e Jodie felice mi sentivo veramente l’uomo più fortunato del mondo.
 
Benvenuta piccola Cheryl!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Silent Hill / Vai alla pagina dell'autore: Horrorealumna