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Autore: KatiePeanut88    24/11/2011    3 recensioni
2 mesi o giù di lì.
Per la detective erano stati lunghissimi.
Sessanta giorni che erano sembrati sessant’ anni...

La vita di Kate cambia dopo quel maledetto giorno...
Spoiler finale 3° stagione e inizio 4° stagione
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Riacceso il cellulare ricevette due messaggi.
Il primo era una chiamata persa dal distretto. Richiamerò dopo, si disse.
Il secondo era da Lanie:
# Cafè du Pris Bistrot, 54th EASTCllinwood Deatails hon ;)
Kate sorrise, e scrisse all’amica:
* Gr8 Gimme 20mins. Luv xxx K
Per fortuna il Cafè che aveva scelto Lanie era raggiungibile anche a piedi. Beckett ora aveva bisogno di camminare. Doveva metabolizzare quello che era appena successo.
E pensare che quando era ragazzina le dicevano in continuazione “Kate, pensa prima di agire! Non puoi sempre fare tutto quello che ti salta per la testa!” oppure “Hai pensato alle conseguenze delle tue azioni?”.
Era una testa calda, o forse solo un’adolescente come tante, che si sente padrone del mondo e non accetta nessun consiglio.
Ora invece non faceva altro che razionalizzare, pensare a tutto ciò che poteva accadere dopo, al perché stava facendo quella cosa, al motivo che la spingeva a comportarsi come faceva.
Quante cose erano cambiate da quel periodo per lei, la ragazza solare, vivace, allegra, a tratti anticonvenzionale, ma proprio per questo speciale. Le mancava sentirsi speciale per qualcuno.

________


Arrivata al bistrot, intravide Lanie dalla vetrata


Guardò per un attimo in alto. Si passò una mano sul cuore, sopra l’anello di sua madre. Inspirò. Poi entrò nel locale.

Lanie la vide subito e le fece un cenno.

“Ehi dolcezza” si alzò per abbracciare la detective.
“Ciao Lanie!”
“Allora? Tutto bene? Dove te ne sei andata così presto stamattina?” le chiese la dottoressa.
“Al cimitero, da Montgomery”
Gli occhi spalancati dell’amica rimasero fissi su di lei e per poco non sputò tutto ciò che aveva in bocca.
Kate chiamò la cameriera e ordinò un succo di frutta.
“Lanie, stai bene?”
“Cos…. Ma … tu.,…. “balbettava. Che succedeva, l’aveva presa in contropiede. “Un succo di frutta? Ma da quando bevi il succo di frutta alla mattina? Niente caffè?”
“No, sono in riab ….”
“Oh smettila ti prego con questa cosa della riabilitazione! Il caffè lo puoi bere, non c’è mica nulla di male” disse Lanie.
“Non riesco.” Si girò da una parte, e si mise a guardare i passanti, dall’altro lato della finestra. Gente sconosciuta, che ora sembrava molto più interessante del discorso in cui si stava imbarcando con Lanie.
Si voltò di nuovo verso l’amica. “Non ha più lo stesso sapore. “ La Parrish colse una leggera frustrazione nella voce di Beckett. Alzò le sopracciglia come a dire “Ma non mi dire!?”
“Hai presente quando da piccola mangiavi i marshmellow del campo estivo. Beh, quando torni a casa provi a rifarli, ma non hanno lo stesso sapore. Non è il marshmallow..è..”
“..è chi lo porta.” concluse la frase Lanie.
Il telefono squillò. Beckett rispose con la mente assente.
"Beckett"
"Sì, pronto, sono il Capitano Gates. L'ho chiamata poco fa ma evidentemente è caduta la linea."
Silenzio. Kate non riusciva ad articolare suoni comprensibili. Guardò Lanie con gli occhi sbarrati.
"Mi sente detective?"
"Si" .
"Bene, oggi c'è la riassegnazione dei ruoli, ci sarà una piccola riunione al distretto e sarebbe utile che lei fosse presente."
Beckett non poté parlare. Provò, si impegnò, ma nulla. Annuì e balbettò "Sì, ci sarò"
"Bene, allora alle 11.00. Arrivederci "
Kate guardò il telefono. Lanie percepì un tremolio alla mano della detective.
"Kate..."
Beckett uscì più in fretta che poté dal locale, in preda ad una crisi di panico. Si appoggiò alla vetrata e piano piano si lasciò scivolare giù, sfinita..
Lanie la ritrovò pochi minuti dopo seduta per terra, con il mento appoggiato sulle ginocchia, le gambe raccolte al petto.
La dottoressa si accucciò e la guardò: "Tesoro andiamo a casa, forza, per oggi credo tu abbia fatto abbastanza"
"Non sono pronta" Kate sentenziò e scosse la testa.
"Sì che lo sei..."
"No! Lo psicologo mi ha dato il permesso di riprendere servizio ma io non sono pronta. Se sapessero che ho avuto questa crisi di panico? Cosa dici? Mi darebbero il permesso di prendere un'arma? "


La Parrish non rispose subito. Doveva usare poche parole, ma efficaci.


“Kate, respira...respiri lunghi e lenti..é solo un momento, ora passa, vedrai...” Lanie guadava la sua amica e si sentiva impotente: non poter aiutare qualcuno a cui tieni è una delle cose più difficili da sopportare.
“Ora tu ti alzi, bellezza, ti riprendi, andiamo a fare un po' di shopping pazzo e forsennato, e poi andiamo alla riunione al distretto. E non mi dire che non ne hai voglia perchè si farà a modo mio. Su, forza...” e aiutò Beckett a rialzarsi.




#Kate


Durante il tragitto in macchina, Kate pensò a mille cose: era agitata per il rientro al distretto, non sapeva come comportarsi con la Gates, non sapeva cosa dire se “lo” avesse visto …


Quando la detective fece il suo ingresso al 12th Lanie era lì, dalle porte dell'ascensore ad aspettarla.
“Ciao baby, tutto ok?”
“Sì, tutto ok..” rispose Kate alla sua amica.
“Yo Beckett, sei venuta alla fine!”
“ E certo Espo, Lanie non riusciva più a sopportarti!”
Ryan sorrise. Tutti quanti stavano tentando di comportarsi nel modo più normale possibile.


"No, no Sign.Giudice, non credo sia il caso."
Una voce nuova intrigò Beckett.
"Buongiorno detective, la sua fama la precede!" Il capitano Gates si avvicinò.
La giovane donna cercò di carpire più informazioni possibili dalla stretta di mano forte e decisa, dallo sguardo autoritario.
"Buongiorno Signora"
"Mi chiami Capitano. Si accomodi la riunione inizierà fra poco." E detto questo la Gates sparì dalla visuale della detective che si girò verso Esposito e Ryan i quali non si fecero pregare per un commento: " É terribile Beckett! É dispotica, non lascia spazio ad inventiva personale, è da un mese che ci fa riempire scartoffie..!"
"Ok, non preoccupatevi, le parlerò io.."
Il nuovo capitano rientrò nella saletta e tutti quanti presero i propri posti a sedere.


Kate rimase in piedi, in fondo alla sala.
"Perfetto, possiamo iniziare. Allora, come tutti saprete da oggi avviene l' inserimento ufficiale della mia figura professionale al distretto in qualità di nuovo Capitano. Inoltre la detective Beckett è tornata e benchè non rientrerà subito al comando della squadra, è comunque un piacere accoglierla di nuovo tra di noi.”


Sentendo quelle parole Kate ringraziò abbozzando un sorriso e si interrogò mentalmente su quanto sarebbe durato il periodo di scartoffie.
Ryan si voltò e le disse: “ Non so quando ti libererai della tua scrivania Becks”
“Nemmeno io.” rispose lei preoccupata.


Era strano. Voleva tornare a lavorare e nello stesso tempo credeva di non riuscire a mantenere la situazione sotto controllo. Stava bene. Eppure.... Si sentiva tranquilla. Ma....
Ma forse sentiva di non essere più la Kate di prima.


In una manciata di secondi un profumo inconfondibile la avvolse. Istintivamente si voltò.
Ed eccolo.
Dopo mesi. Ecco Rick. Castle. Dopo due mesi spesi a cercare di cancellarlo, eccolo a pochi metri.
Kate lo osservò attentamente: lo scrittore stava gesticolando, agitando le mani in modo buffo mentre parlava al cellulare.
“ No, no tranquilla, ho tutto scritto...nella mia mente.. Sì. Sì....Ascolta, arrivo! Temporeggia, so che ce la puoi fare Gina!”


Ah, stava parlando forse del libro? Sì..Probabile.
Non appena Castle terminò la conversazione, Kate si girò di nuovo e provò a riportare l'attenzione alla riunione. Stava provando a calmarsi pensando che di lì a poco Rick le sarebbe venuto vicino..... Ma aspettò. La riunione finì. Quando Kate si volse, dietro a sè non trovò nessuno, ma intravide sul suo tavolo il bicchiere del caffè. Il suo caffè.




#Rick


Rick entrò al distretto sapendo bene che Beckett sarebbe venuta alla riunione.
Aveva chiesto alla Gates di poter essere esentato dal presenziare alla riunione, ma in fondo sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare questa situazione, avrebbe dovuto confrontarsi con lei, con Kate.
In tutti quei mesi l'aveva osservata da lontano. Poche volte. Per caso. Forse il destino. Forse solo coincidenze. Fortunate coincidenze.
Non appena le porte dell'ascensore si aprirono, Castle indivduò subito la figura della sua detective: in piedi, appoggiata allo stipite della porta.
Rivederla, così bella, così semplicemente Kate, così in disparte, gli fece più male del previsto.
Si bloccò, come se ogni suo movimento avesse potuto rompere quel fragile equilibrio.
Scattarle una foto non sarebbe bastato per immortalare la sua bellezza, ma lo fece lo stesso.
“Come stai? Anche tu qui? Tutto bene? Fa freddo eh? “ Iniziare una conversazione non gli era mai sembrato così difficile.
Il telefono glì squillò.
“ No, no tranquilla, ho tutto scritto...nella mia mente.. Sì...Sì....Ascolta, arrivo! Temporeggia, so che ce la puoi fare Gina!”
Si tolse la giacca, era un poco agitato.


Doveva tentare un approccio leggero, scherzoso. No forse era meglio un deciso ed incisivo “Ciao Kate! Ti ho pensato in questi mesi, avrei voluto chiamarti ma... Ma... “
Niente. Il cellulare squillò di nuovo.
Rispose: “ Castle. Sì, Gina, ho capito! Mmm, ok, arrivo!”


E come era arrivato, se ne andò, lasciando il caffè sulla scrivania di Kate.







Cantuccio mio:
Mi scuso per il ritardo... Ma davvero questa parte mi ha dato qualche problema...
Ullallà. Dopo vari stenti e infiniti travagli, questo capitolo è venuto alla luce.
Ci stiamo avvicinando al momento fatidico. Abbiate fede. o Angol , dipende dai punti di vista... ok. Sclero finito

Detto ciò, un grazie come sempre a tutte quante. Tutte.
Grazie al mio monolocale che mi ha consigliato e mi ispira per scrivere ancora. prendetevela con lei.

Un saluto,
RM :)

ps: il giorno di aggiornamento da ora sarà il venerdì. :) quindi a venerdì prossimo.
xxx

   
 
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