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Autore: Lizzyluna    21/07/2006    7 recensioni
Lo scontro finale si avvicina...ma Harry non è solo: quattro improbabili alleati combatteranno al suo fianco!
I personaggi più odiosi della storia di Hogwarts per la prima volta insieme...dalla parte dei buoni! Cosa succederà?
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Dolores Umbridge, Harry Potter, Peter Minus, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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14/3/2011: per festeggiare la prossima conclusione, vi offro un'ideale colonna sonora:
1)Resonance (Soul Eater opening) - TM Revolution
2)Pretty Fly (for a white guy) - The Offspring
3)Thriller - Michael Jackson
4)Gotta Feeling - Black Eyed Peas
Benvenuti (o bentornati) e buona lettura.



Harry Potter e l’Ordine della Pernice

1-Recupero

Era una tranquilla sera d’estate a Little Whinging; le stelle brillavano nel cielo sereno e la luna rischiarava dolcemente il paesaggio. Nelle loro graziose casette le famiglie guardavano la televisione, oppure sedevano in giardino a bere tè freddo e chiacchierare con i vicini. I bambini giocavano a palla o a nascondino, rintanandosi nelle siepi odorose di lavanda e rosmarino e soffocando le risate con le mani sporche di terra, mentre i più grandi sognavano le praterie del West cavalcando le loro biciclette. Nell’aria c’era un profumo di menta e geranio, misto a quello delle mille candele alla citronella che bruciavano sui davanzali, e un leggero venticello coronava la pace e la dolcezza di una serata perfetta.
Nessuno sospettava che in un vicolo poco lontano si stava consumando una tragedia.

Harry arretrò fino a trovarsi con le spalle al muro. I Dissennatori, cinque in tutto, si avvicinavano minacciosi, senza lasciargli una via di scampo…e lui, da vero imbecille, aveva lasciato a casa la bacchetta.
Le tenebrose guardie di Azkaban avanzavano, risucchiando la luce e la gioia e lasciando solo vuoto e freddo; Harry chiuse gli occhi, aspettando la fine. “Mamma, papà, Sirius…sto arrivando!” pensò. “Ron, Hermione …perdonatemi!”
Ormai lo avevano circondato…gli erano addosso…
Expecto Patronum!” gridò qualcuno alla sua destra. Ci fu un lampo argentato…e una tigre dai denti a sciabola balzò nel vicolo, attaccando e disperdendo i suoi aggressori. Un istante dopo, davanti agli occhi stupefatti del ragazzo comparve una figura incappucciata in sella ad una Vespa 50 Special verde pisello.
“Presto, Harry, salta su!” lo esortò il suo salvatore. Il giovane mago non se lo fece ripetere due volte; quando fu a bordo, l’uomo misterioso si guardò intorno. “Bene, via libera. Pronti…VIAAA”. Con un rombo assordante la Vespa partì; Harry, aggrappato al mantello del guidatore, si abbandonò al sollievo per lo scampato pericolo, chiedendosi chi fosse il mago a cui doveva la vita (e anche quanto avrebbe resistito il suo malridotto mezzo di trasporto: certo, con i Dissennatori alle calcagna non era il caso di fare troppo gli schizzinosi, però…).
La motoretta filava via per le stradine silenziose di Little Whinging, facendo un fracasso infernale: la gente, spaventata, si affrettava a chiudere le finestre e i cani più feroci e sanguinari del quartiere, nemici giurati dei motociclisti, si barricavano nelle cucce con le zampe sulle orecchie.
In quanto a Harry...beh, il giovane Potter non era certo una persona ingrata, ma dopo che il suo salvatore ebbe bruciato tre semafori rossi, sradicato una staccionata, diserbato un giardino, attraversato una siepe spinosa, devastato un’aiuola spartitraffico e schivato per un pelo una panchina, il tutto in cinque minuti di viaggio, si ritrovò a pensare con una certa nostalgia a zia Petunia e alla sua pasta con i cavoli. “Signore!” pensava, “Se esco vivo da questa giornata, farò amicizia con Tiger e Goyle! Regalerò dei fiori a Millicent Bulstrode! Uscirò a cena con Bellatrix! Sposerò Malfoy...beh, adesso non esageriamo!”.
Sbandando e rombando il trabiccolo lasciò il centro abitato per sfrecciare attraverso la campagna; finalmente, dopo venti minuti di terrore, l’uomo incappucciato si fermò davanti ad un casolare diroccato. Harry smontò con un lieve senso di nausea…e fu allora che notò un particolare che, nella confusione della fuga, gli era sfuggito: colui che l’aveva tolto dalle grinfie dei Dissennatori aveva una mano d’argento. Era Peter Minus.

“Minus...maledetto!”
Harry arretrò, tremante di rabbia, e s’infilò la mano in tasca (ricordandosi un secondo più tardi che la bacchetta era rimasta sul comodino), con Peter che cercava inutilmente di calmarlo. “Harry...Harry, non voglio farti del male, lascia che ti spieghi!”
“Tu...tu hai f-fatto uccidere i miei g-genitori e hai il coraggio di...”
“La mia parola non vale più nulla, ormai!” lo interruppe l’uomo con un sorriso di scusa. “Lo so, sono un traditore e ogni mia dichiarazione di pentimento è un insulto a coloro che sono morti, tuttavia ti giuro che...ah, eccolo che arriva!”. Harry guardò la strada e vide un individuo, anche lui incappucciato, che avanzava a fatica su una bicicletta scassata e cigolante. Sul portapacchi arrugginito erano impilati in equilibrio precario il suo baule, la sua Firebolt e la gabbia di Edvige.
“Maledetti Babbani!” imprecò il ciclista scendendo dal suo mezzo ed abbassando il cavalletto(la pila di bagagli oscillò pericolosamente durante la manovra), “Quel ragazzino era così pieno di lardo che per poco lo Schiantesimo non è rimbalzato contro di me!”. Harry sentì la mano gelida del terrore che gli stringeva lo stomaco: era la voce di Piton.

Paralizzato, il ragazzo rimase a bocca aperta, mentre Piton continuava a parlare come se niente fosse. “Per la veste di Morgana, quei Dursley sono davvero mostruosi! Quasi quasi compatisco Potter...anni e anni in mezzo a gente del genere, non c’è da meravigliarsi se è un disadattato! La signora è una pessima cuoca, ho mangiato uno dei suoi biscotti prima di uscire...un’esperienza orribile, che non auguro a nessuno. Dove sono gli altri?”.
“Uccidetemi!” esclamò Harry. I due uomini lo guardarono, poi si scambiarono un’occhiata perplessa. “Uccidetemi” ripeté il piccolo mago, “siete qui per questo, no? Avanti, ammazzatemi e fatela finita!”.
“Forse non hai afferrato il concetto, Potter!” rispose Piton freddamente. “Non sono venuto fin qui su questo rottame solo per ucciderti. E a proposito, Potter, sei un demente! Come hai potuto essere così sciocco da scordarti la bacchetta?” e così dicendo la estrasse dal mantello e gliela ficcò in tasca.
“Harry, fidati!” insistette Minus, “Siamo qui per proteggerti! Noi e un’altra persona!”.
Harry sorrise senza allegria. “Ah, davvero? Ma vi prego, ditemi: chi è il terzo paladino? Voldemort? Draco Malfoy? Gazza? Sauron? Darth Vader? Jason di Venerdì 13? Aspetta, adesso ci sono, è Jack lo Squartato...”
“Yu-huuuu!” lo interruppe una voce familiare. “Come va, ragazzi?”. La nuova arrivata era una donna bassa e grassa, con un vestito rosa carico di pizzi, merletti e perline e un cappello stracolmo di fiori finti e fiocchetti; avanzava lungo la strada spingendo una carrozzina azzurra e agitando allegramente la mano in segno di saluto. Harry sentì il suo cuore fermarsi...per la quarta volta in quel giorno maledetto: era la Umbridge.

“Vi prego...ditemi che è un brutto sogno!” gemette il ragazzo, mentre l’ex preside di Hogwarts raggiungeva Piton e Minus con il sorriso di una maestrina delle elementari al primo giorno di scuola.
“Petey, Sevy, vi sono mancata? Scusate il ritardo, ma ho trovato un cappellino che dovevo assolutamente comprare...guardate che meraviglia! Non è bellissima questa rosa di stoffa?” e ficcò l’orrendo copricapo sotto il naso di un esterrefatto professor Piton.
“Stupendo, Dolores, ma...la missione? È andato tutto bene?” chiese ansioso Peter.
“Perfettamente, nessuno mi ha notata...ma ditemi: lui dov’è?”
“Dietro di te, Dolores!” la informò Piton, mentre Harry scagliava disperatamente un incantesimo Riddikulus dopo l’altro cercando di passare inosservato. La donna si volse subito verso di lui, con un sorriso ancora più largo. “Oh, Harry caaaro! Che piacere vederti!” cinguettò, “Abbiamo avuto i nostri brutti momenti, non è vero? Ma adesso è tutto passato e sono sicura che diventeremo grandi amici!”.
In cuor suo Harry ne dubitava fortemente, ma decise di tenere per sé le proprie convinzioni. “Lo spero anch’io, signora Umbridge!” rispose educatamente.
“Signora Umbridge...come sei formale, chiamami Dolly! Sei tra amici...e ne hai bisogno, povero tesoro, dopo tutto quello che hai passato! Ma ora” proseguì la Umbridge avvicinandosi a Minus e Piton, “penseremo noi a proteggerti!”
“Noi, gli HARRY’S ANGELS!” gridarono tutti insieme. Harry non sapeva se ridere o piangere.
La situazione era chiara: era finito chissà come nelle mani di una banda di pazzi fanatici e la sola consolazione, se di consolazione si poteva parlare, era che Piton mostrava la sua stessa mancanza di entusiasmo...quindi almeno lui era ancora sano di mente. Sentendosi a disagio spostò l’attenzione sull’unico oggetto degno di nota, cioè la carrozzina. “Ottima copertura, vero?” commentò distrattamente la Umbridge quando se ne accorse, “L’ideale quando devi fare da palo e sei circondato da Babbani...distoglie l’attenzione ed è un ottimo contenitore per le emergenze!” e tolse la copertina ricamata. Sotto, insieme ad un bambolotto incredibilmente realistico, c’era una scorta di Caccabombe.
Suo malgrado Harry sorrise.


Sono in un periodo creativo, quindi ho sistemato questo capitolo a cui stavo lavorando da un paio di mesi(ma senza trascurare le altre storie, che dovrei riuscire ad aggiornare prima di andare in vacanza). Per i titoli dei capitoli mi sono ispirata al mio scrittore preferito, Stephen King, precisamente alla serie “La Torre Nera”. Spero che il tutto sia uscito bene.

Ah, dimenticavo: per il povero Harry le (brutte) sorprese non sono finite...

   
 
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