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Autore: Melath    05/12/2011    4 recensioni
IN PAUSA
Santana corre fuori dall'aula: prende la borsa, il cappotto e lascia sciarpa e cappello. Sale in macchina senza cambiarsi e copiose lacrime scivolano sul suo volto. Accende la vettura e una canzone di Adele suona alla radio.
Santana guida, ma non vede il semaforo rosso.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Brittany arriva è domenica mattina presto. Alle nove è fuori dalla mia camera che aspetta, per quel che ne so potrebbe aver passato la notte fuori ad aspettare l’orario di visita ma è troppo bella per aver passato la notte in bianco. Entra con Jolene, la mia infermiera preferita.
Obbligo mia madre ad andare a casa con non poca fatica. Non è che cambia molto se sta qui vita natural durante o se va a casa a darsi una lavata. Il mondo gira comunque le dico.
Non mi tira perché abbiamo ospiti.
Britts si siede sulla sua sedia e mi prende la mano. ‘Quando mi sono fatta male io al polso sono stata ferma una settimana’ dice, io sorrido. Non le voglio dire niente, non ancora.
Non c’è bisogno di farla soffrire; non voglio che stia male per colpa mia. Se lei avesse il cancro non saprei cosa farei.
Sotto questo punto meglio io che lei. ‘Mi sa che questa dura un po’ di più tesoro’. Smette di sorridere e si toglie le scarpe.
Sale sul letto e mi si sdraia accanto sfiorando praticamente tutte le mie parti rotte. Fa un male porco ma non glielo voglio dire che mi fa un piacere immenso averla qui.
 
Jolene viene a portarmi la colazione e si incazza come una iena. Ovviamente la fa scendere dal letto. Le dico che è la mia fidanzata e lei scoppia a ridere.
‘Ovvio che lo è. Ma apprezzo che si sia tolta le scarpe. Non tutti i parenti lo fanno.’ Rimane sulla sedia per il resto della mattinata e mi racconta che è successo dopo che me ne sono andata.
Will ha cercato in tutti i modi di farmi espellere. Probabilmente ha proprio paura per le provinciali. Povero sfigato.
Finn è da quando ha saputo dell’incidente che non risponde al telefono e Kurt non si vede più al Lima Bean e tutti sanno che ama quel posto.
Mi chiedo cosa farebbe Finn se sapesse del linfoma, ma non lo dico ad alta voce.
 
A mezzogiorno arrivano i miei, ma non possiamo stare in più di due stanza visto che siamo a Lima e le camere sono grandi come delle cucce di cane. Il mio amore se ne deve andare ma promette di tornare. Non è che mi dispiaccia come promessa.
 
I due geriatri mi chiedono se ne voglio parlare con qualcuno. Dicono che abbia bisogno di uno psicologo ma l’ultima cosa che voglio è che uno sconosciuto si metta a vagare nella mia testa come fossi una meta turistica. Fortunatamente ho un assicurazione sanitaria coi fiocchi quindi è tipo compreso per queste cure e non mi devo nemmeno preoccupare del costo. Gioisco. Vorrà dire che andrò a parlare con uomo Pocahontas.
Chiedo di mia nonna. Vorrei tanto vederla. Mia mamma si scambia uno sguardo preoccupato con mio papà. ‘Cos’è successo?’ Chiedo. ‘E’…è… sta male?’
‘No, no è che… ha visto lo spot e non, non è così positiva al riguardo come lo siamo noi.’
Potrei perdere conoscenza di nuovo ma non è proprio il caso. Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
‘Ma… ma lo sa che..che ho avuto l’incidente?’
‘No.’ Mi dicono. ‘Chiamiamola, subito. Magari vorrà vedermi!’
Mia madre mi accarezza i capelli, ‘ha staccato il telefono. Ha chiamato per darci il suo gioioso pensiero e poi ha attaccato.’
Il mondo mi crolla addosso. Posso sopportare il cancro, posso sopportare gamba rotta e pure un paio di costole fratturate; ma non mia nonna lontana da me.
Era la mia migliore amica. Non può avermi abbandonato così.  Magari se gliel’avessi detto prima io, se le avessi spiegato cosa provo per Brittany sarebbe stato tutto più chiaro.
 
A pranzo non tocco cibo, non ho voglia di mangiare nulla e mi devono iniettare qualche cosa in vena. Cominciamo bene estate.
Prendo l’iPhone e chiedo a Brittany quando torna. Mi risponde che è al bar sotto l’ospedale e non ha intenzione di andarsene a casa prima di avermi salutato.
Penso che se dovessi morire proprio in questo momento, lo potrei pure fare. Non che voglia, ma lei è mia e vuole vedere me.
Ma a cosa diavolo penso? Voglio morire? Diavolo no. Voglio vivere. Con lei, sposarla e adottare tanti bambini.
 
Chiedo di rimanere da sola per poter dormire. Provo a mandarli a casa e fallisco. Ovviamente. Escono dalla camera ma rimangono nei paraggi.
Voglio davvero dormire, ma lo voglio fare con la mia Brittany affianco. Mentre penso a questo mi addormento e capisco che devono avermi messo
qualche calmante per il dolore o qualcosa di simile nella flebo perché io non avevo così sonno.
 
Jolene entra a svegliarmi all’ora di cena e mio padre è andato a casa. Con mia madre c’è la mia paperella che è un po’ stremata ma fa niente, è perfetta comunque.
Mi obbligano a mangiare qualcosa per cena e con Brittany lì, lo faccio. Mi obbligo a mangiare quella buonissima minestra di verdure che tutt’altro sa che di verdure.
Alle ventuno finisce l’orario di visite e mia mamma porta a casa Brittany.
 
Alle ventuno e cinque minuti vorrei accendere la TV ma sento la porta aprirsi e vorrei urlare ‘Al fuoco’ che funziona sempre, ma mi fermo.
L’ombra che vedo arrivare sulla porta non mi è famigliare. E’ alta e ha i capelli corti, porta stivaletti al ginocchio e una lunga sciarpa. Faccio due conti e l’unica persona che potrebbe indossare una cosa del genere è Kurt.
 
‘Santana.’
‘Kurt l’orario di visite è finito.’
‘Lo so, ma mia zia lavora qui. Mi ha fatto un favore.’
Cerco di insultarlo ma mi interrompe. ‘No parlo io. Prima di tutto, cosa ti è saltato in mente di andare con il semaforo rosso? Seconda cosa, chiama Finn, credo sia convinto di averti ucciso. E non è molto sveglio quindi per quel che ne sappiamo ora potrebbe essere sotto un ponte con dei barboni a dondolare avanti e indietro tenendosi le ginocchia.’ Per qualche motivo, l’immagine di Finn sotto un ponte che si stugge per me mi fa ridere. Ed è la prima volta da un paio di giorni.
‘Terzo. Perché non hai detto a Brittany che hai il cancro? Può farcela. Non è una bambina.’
‘Non voglio farla soffrire. Ma poi tu come fai a -’ Quasi grido verso i suoi occhi che mi stanno giudicando. ‘ Non mi giudicare!’ urlo.
‘Oh smettila di piangerti addosso, e non urlare che sennò mi cacciano. Lo so e basta. Non glielo vuoi dire perché non lo vuoi ammettere nemmeno a te stessa. Non hai ancora ben capito cosa sta succedendo al tuo corpo. Purtroppo è una cosa brutta e parlarne potrà solo che aiutarti a superarla. Non è tenendolo nascosto che lo supererai. E lei lo verrebbe a sapere comunque. I tuoi hanno già chiamato Figgins che ha informato subito Shelby e Schuester.’
Kurt parla un sacco. Ma tantissimo tipo e vorrei tirargli un pugno per farlo stare zitto ma la flebo non me lo permette. ‘Almeno il mio cancro cancellerà il mio outing. Ecco una notizia positiva’, dico.
Kurt alza gli occhi e sbatte le mani sui fianchi con fare teatrale, tipico.
‘Se non fossi già mezza rotta ti ucciderei io a mani nude.’ Si toglie la sciarpa e penso che abbia intenzione di fermarsi e non so come mi sento al riguardo. Vorrei che se ne andasse, non siamo mai andati d’accordo. Non è mai stato mio amico e non credo che l’essere entrambi gay sia abbastanza per un’amicizia.
Si siede sulla sedia e guardando fuori dalla finestra dice. ‘Ecco come andrà: tu chiamerai Brittany e le dirai di passare domattina prima di scuola, le dirai tutto. E io verrò qui ogni volta che ne avrò voglia. E non accetto obiezioni.’
Non so cosa dire. Non capisco perché lo stia facendo. Il suo parlare fuori dai denti mi piace. Mi fa arrabbiare. Chi si crede di essere per dirmi ciò che devo fare?
‘Sennò?’ chiedo.
‘Sennò cosa?’
‘Se dico di no, che cosa fai? Non puoi più ricattarmi oramai.’
‘Verrò comunque, ma tu non mi vorrai quindi sarò ancora più indesiderato.’ Dice guardandomi di sottecchi.
Questo ragazzo mi piace. L’avevo sottovalutato.
‘Ascolta Santana,’ dice avvicinandosi al letto e prendendomi la mano, ‘ Sei una delle ragazze più forti che conosca, a parte il rischiare la vita in macchina, e non permetterò che il cancro si porti via anche te. Non ho intenzione di farti perdere questa battaglia. E conosco i genitori, tenteranno di farti sentire sotto una campana di vetro. Tenteranno di nasconderti tutto e di non renderlo reale. Ma la prima cosa che devi fare per combatterlo e renderlo reale e reagire.’
Quasi piango quando gli stringo la mano. ‘Tua madre?’ chiedo. ‘Sì.’ Mi risponde lui. Penso che non sia proprio un buon auspicio ma non voglio girare il dito nella piaga quindi non lo dico.
 
Se ne va poco dopo e la notte passa.
 
Io ovviamente non le dico di passare da me. Non ce la faccio.
Verso le 14.00 lui torna, incazzato nero.
‘Io non le dirò proprio nulla.’ ‘Sei una stupida. Non c’è bisogno che glielo dica tu, l’ha scoperto da sola.’
Alle 17.00 Brittany arriva io devo aver pianto tutto il pomeriggio perché mi specchio nella finestra e ho una faccia da urlo di Munch. Lei entra e mi guarda.
 
Toglie il cappotto e ha pianto pure lei. Ecco perché io non volevo che lo sapesse. Non la volevo veder piangere. Distolgo lo sguardo e mi si riempiono gli occhi di lacrime. Sento che toglie le scarpe e sale sul letto.
Si sdraia accanto a me e mi abbraccia da dietro. Mi scosta una ciocca di capelli dal viso.
‘Cancro uh? Credevo fossi un ariete.’ Soffoco un sorriso e me la stringo addosso.
 

Buonasera,
un paio di cose.....ho deciso di mettere la storia della nonna perchè mi serviva che fosse propiro angs al massimo e, per quanto riguarda Kurt, volevo un ragazzo forte che reagisce al cancro e fa di tutto per fare reagire Santana, quindi potrebbe essere un pochino OOC, ma cercherò di stare attenta e di farmi consigliare da quella santa donna della Marti.
Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto. O per lo meno che l'abbiate apprezzato!
   
 
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