"ti
prego, spiegami di
nuovo perché lo sto facendo…"
Daemon
si rivolse in quel
modo al collega per l'ennesima con lo stesso tono seccato che stava
utilizzando
da mezz'ora, ottenendo sempre la stessa risposta nonostante si
mostrasse sempre
più perplesso da ciò che stavano facendo.
"non
possiamo
lasciarlo qui, te l'ho detto, se non vuoi aiutarmi va' pure da solo."
"te l'ho detto, non ti lascio in
territorio nemico in queste
condizioni, sembri un ebete! Se ti attaccassero in questo momento non
te ne
accorgeresti neppure!"
In
effetti il guardiano
della nebbia non avevano tutti i torti.
Erano
fermi davanti a
quella carrozza da almeno mezz'ora,
ossia da quando avevano finito di occuparsi di una fase della loro
missione che
richiedeva che lavorassero insieme contemporaneamente e, allontanandosi dalla base
nemica nella quale
si erano appena infiltrati, erano incappati in un gattino nero che
rischiava di
finire schiacciato dalle grandi ruote delle carrozze che passavano per
la
strada che avrebbero dovuto attraversare.
Ovviamente
lo spirito da
amante dei felini di Alaude non aveva tardato a mostrarsi.
Daemon
aveva provato in
tutti i modi di fargli capire che erano esattamente di fronte al
cancello della
residenza nemica, che sarebbero risultati a dir poco sospetti, che
quelli di
cui parlavano erano mafiosi e non avrebbero di certo creduto alla scusa
di star
osservando un gatto -anche se in quel momento era vera!- se si fossero
accorti
che non la smettevano di gironzolare per i dintorni, ma niente,
cocciuto come
sempre su qualsiasi cosa, Alaude era rimasto irremovibile, arrivando
perfino a
salutarlo e dirgli che si sarebbero rivisti in albergo, mentre un
passante alle
sue spalle -più sbadato di lui che si stava chinando a
guardare il gattino
sotto la carrozza- gli andava praticamente a sbattere
addosso…. Come avrebbe
potuto lasciarlo da solo in condizioni simili?
"da
quand'è che ti
preoccupi per la mia integrità, Spade?"
Anche
nel caso del
guardiano della nuvola quella domanda venne posta per l'ennesima volta,
il
tono, più che distaccato come al solito, diventato pungente,
se perché si stava
esasperando o perché intendesse rimandare ad altro con
quelle parole era un
mistero.
"non
me ne preoccupo
infatti, mi preoccupo delle ripercussioni che potrebbe avere sul mio
stipendio
il tornare a casa con un collega in meno. Purtroppo Giotto sembra
tenerci a
queste cose."
La risposta
dell'illusionista nel suo più
caratteristico stile si fece bastare ed avanzare, uno sbuffo ed Alaude
decise
di non impegnarsi più a rispondergli, in fondo avevano
sempre comunicato meglio
-o peggio, questione di punti di vista- a gesti che a parole.
Il
biondo girò per forse la
centesima volta intorno a quella grande carrozza, i cavalli erano
legati ad un
palo e non c'era storia di mettersi a slegarli per farli camminare, il
collega
gli avrebbe reciso le mani all'istante in preda al panico di passare
qualche
guaio in più per una denuncia di furto o qualcosa del genere
per non parlare
del fatto che in tutta probabilità la carrozza apparteneva
alla famiglia che
stavano spiando, possessori e cocchiere erano assenti ed il gattino sembrava non
volerne sapere di
muoversi da lì sotto dopo che Daemon, per accontentare il
collega per le sue
continue lamentele sul fatto che dovessero toglierlo da in mezzo alla
strada
altrimenti sarebbe morto, lo aveva preso in braccio allontanandolo a
forza
dalla strada, col risultato che l'animale spaventato gli aveva
stracciato la
manica della giacca a furia di dimenarsi ed era caduto per terra
sfuggendo alla
sua presa, scappando poi a nascondersi.
Ma
Alaude non voleva
saperne di lasciarlo lì, era troppo piccolo e tra l'altro
gli era sembrato
troppo magro e spelacchiato, probabilmente doveva essere denutrito o
proprio
malato, per cui una volta uscito da sotto quella carrozza sarebbe morto
e non
se lo sarebbe potuto perdonare dopo averlo visto, voleva portarlo con
sé e
prendersene cura.
Daemon
non avrebbe mai
smesso di maledire il carattere gentile che si celava sotto lo sguardo
di
ghiaccio del guardiano della nuvola.
"ascolta,
ci sono dei
negozi e qualche cafè nella strada oltre quella di fronte,
vai a cercare del
latte e fattelo mettere in una ciotola."
"ma
stai scherzando?
Non andrò ad elemosinare latte per un gatto!"
"allora
vado io, tu
resta qui a guardarlo."
Con una calma unica, che
sempre lo
contraddistingueva Alaude si drizzò sulla schiena e si
allontano dalla carrozza
vicino alla quale era stato per tutto il tempo per cercare di
convincere il
micio a venire fuori attirandolo con gesti gentili.
Ma
non c'era stato niente
da fare, troppo spaventato dai gesti burberi del collega, non ne voleva
più
sapere di uscire con loro nei paraggi, per cui non restava altra
soluzione se
non attirarlo col cibo, di sicuro viste le sue condizioni avrebbe fatto
effetto.
Daemon
rimase in quel modo
solo con il gatto, che lo guardava a sua volta a distanza da sotto la
carrozza,
gli occhi chiarissimi fissi nei suoi.
Gli
ricordavano
maledettamente quelli di Alaude, che diavolo aveva da guardarlo in quel
modo?
Voleva
chiedergli forse che
cosa ci stesse facendo lui lì, poggiato ad un muretto, con
le gambe incrociate
al petto a fissarlo con aria annoiata ma attento a rispondere
prontamente ad
ogni suo movimento?
Voleva
fargli pesare per
caso il fatto che lo stesse facendo per lui, per salvarlo?
O
peggio ancora, che in
realtà lo stesse facendo per accontentare Alaude?
Stupido
gatto illuso, perché
mai avrebbe dovuto fare una cosa del
genere?!
Ma
soprattutto, perché si
stava convincendo che un gatto dovesse porsi tutte quelle domande su di
lui!?
Fortuna
che il collega fu
di ritorno davvero dopo pochissimi minuti, altrimenti in tutta
probabilità
sarebbe impazzito.
Aveva
davvero in mano una
scodellina contenente del latte, che avesse avuto la faccia tosta di
chiederla
a qualcuno? Oppure era entrato tranquillamente in un bar chiedendola
espressamente per un gatto, era così assurdo che poteva
essere probabilissimo,
una volta lo aveva visto portarsi ad una cena di Famiglia la gatta.
Alaude
posò il latte per
terra poco fuori dalla carrozza, in modo che il gattino l'avrebbe visto
e
forse, sentendosi ancora sicuro di poter tornare indietro in tempo,
sarebbe
uscito.
Ed
infatti così accadde, il
cucciolo inizio con l'alzarsi mostrandosi interessato a quella nuova
presenza
e, una volta che Alaude si fu allontanato abbastanza, si
avvicinò cautamente
pian piano fino ad uscire del tutto fuori.
Dopo
averli osservati con
fare sospetto, accertatosi che nessuno dei due fossero intenzionati a
muoversi, decise di
fidarsi ed affondò
la testolina nella ciotola, iniziando a leccare il latte con gesti che
lo
facevano apparire estremamente grazioso.
Era
così piccolo che
sarebbe potuto entrare in quella ciotola e lasciarvi pure spazio
libero,
infatti man mano che il livello del latte si abbassava trovava sempre
maggiore
difficoltà a raggiungere il fondo, tanto che
poggiò le zampine sul bordo per
affacciarsi di più all'interno ma in quel modo non ottenne
altro risultato se
non quello di fare troppa pressione così da rovesciarsi la
ciotola addosso e
finirci sotto.
Alaude
non poté trattenersi
dall'emettere un verso intenerito per la scena mentre si
chinò per sollevare la
ciotola e liberare il micio, pronto anche a prenderlo in quel modo.
Daemon
era troppo
sconcertato per commentare in qualsiasi modo.
Ma,
una volta libero, il
gattino fu più veloce di Alaude e con un pochi salti si
infilò oltre le sbarre
del cancello della dimora nemica.
"perfetto…
ora, dimmi
che non hai intenzione di fare irruzione
nella residenza nella quale ci siamo appena infiltrati e
dove dovremmo
tornare ancora, per un gatto…"
Alaude
rimase in silenzio
ma lo sguardo che rivolse all'illusionista nel sentirsi rivolgere
quelle parole
fu tutt'altro che rassicurante.
Poggiò
le mani alle sbarre
del cancello ed osservò con espressione sconsolata il gatto
che era rimasto lì
vicino a guardarlo.
Lo
stava facendo, Daemon ne
era sicuro, stava per farlo e lui sarebbe stato pronto ad afferrarlo in
tempo,
non gli avrebbe mai permesso di scavalcare proprio quel cancello!
Ma
per fortuna vennero
fermati in tempo dal creare in tutta probabilità un gran
trambusto.
Un
uomo vestito in tenuta
da giardiniere, che entrambi riconobbero in fretta come uno dei
lavoratori
della villa di cui erano a conoscenza per tutte le ricerche fatte su
quella
Famiglia, si avvicinò loro chiedendogli gentilmente di
spostarsi per lasciarlo
entrare nel cancello.
Una
volta chiusosi
nuovamente il cancello alle spalle, diede una carezza affettuosa al
gattino che
gli andò incontro affettuosamente, con grande sorpresa di
Alaude.
"scusate,
è vostro
questo gatto? Cioè proprio di vostra proprietà?"
Non
poté trattenersi, vide
Daemon schiaffarsi una mano in faccia dopo avergli sentito fare quella
domanda,
ma voleva saperlo.
L'anziano
però non sembrò
sorpreso, come se fosse abituato a vedere gente intorno -forse bambini-
che si
fermavano a guardare i gatti del giardino, così gli rispose
con cortesia.
"no,
è uno dei tanti
gatti della moglie del padrone, anche se a dire il vero me ne prendo
più cura
io che lei. Infatti questo, l'ultimo di una recente cucciolata,
è già malato e
rischia di morire come accaduto a molti altri, ma nessuno sembra
intenzionato a
fare niente."
"capisco,
bhè buon
lavoro allora, arrivederci!"
Daemon
si affrettò a
salutare l'uomo ed afferrare il collega per un braccio per trascinarlo
via con
sé prima di permettergli di pronunciare qualsiasi altra
parola.
Lo
aveva visto, gli aveva
visto stringere le mani a pugni fremente di rabbia a quella
spiegazione, gli
aveva visto gli occhi riempirsi odio, evidentemente non poteva
accettare che
qualcuno lasciasse morire i propri animali così.
Non
che non lo capisse, ci
arrivava perfino lui a pensare che non fosse una cosa stupenda, ma non
potevano
permettersi di sollevare dei problemi e mettere in pericolo la missione
per un
gatto!
"ti
rendi conto!? Hai
rischiato di farmi rubare il gatto del boss nemico!"
Arrivò
a credere che anche
l'ultimo brandello di ragionevolezza rimasto di Alaude dovesse
concordare con
lui, perché in fin dei conti si lasciò trascinare
lontano diretti al loro
albergo senza provare a tornare indietro.
Però
a quanto pareva, fu
solo perché stava già pensando ad altro ed
infatti Daemon si ritrovò a
sospirare rassegnato quando lo sentì tornare a parlare.
"quando
finiremo il
lavoro torneremo a prenderli."
"cosa…?"
"prima
di partire verrò
a salvarli e tu mi aiuterai."
"….
Non ci sarà verso
di metterti a forza in carrozza?"
"ti renderò la vita impossibile."
"nufufu~
allora non
credo di avere altra scelta!"