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Autore: heyitsgeorgia13    09/12/2011    3 recensioni
Sono passati dieci anni dall'ultima volta che si sono ritrovati tutti insieme e molte cose sono combiate. Anche loro sono cambiati: chi nel bene, chi nel male. Cosa accadra quando un evento, aspettato già da molto tepo, li riportarà a Lima?
[Sequel di My life would suck without you]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Questo è il sequel di My life would suck without you e per chi non l’ha letto sarà un po’ difficile capira, ma farò comunque accenni a quella fanfiction non vi preoccupate.

 
- Fai come ti pare, io me ne vado – urlò prima di sbattere la porta dello studio più forte che potè.

 Questi litigi andavano avanti da più di un mese ormamai. Sapeva che erano entrambi stressati per via del lavoro e dell’imminente matrimonio di suo fratello, che si era incaricato di preparare, ma le cose non potevano andare avanti così.
Era stufo di ritornare a casa la sera, stanco e stressato, e di dover affrontare l’ennesima “guerra” in quella casa. Gli mancava quel periodo in cui tutto era “perfetto”, quando le urla non erano l’unico modo di comunicare tra i due.
I suoi pensieri furono interrotti dal suono del campanello.
Presi i suoi ultimi disegni, indossò il giubbotto, rigorosamente firmato, e finalmente andò ad aprire la porta.
- Oh eccovi – esclamò – Scusaci, ma il parrucchiere l’ha tirata per le lunghe e abbiamo anche trovato traffico – si scusò la ragazza entrando in casa. Lui sorrise e sospirò – Grazie per essere venute. Devo portare queste bozze in ufficio e prendere le cose per Rachel. Vedi se riesci a tirare fuori quell’essere dal suo studio, è li dentro da ieri sera. Ho tentato di parlargli più volte, ma l’unica cosa che sono riuscito a fare è stata farlo urlare. E sono decisamente stufo – disse in tono esasperato.
La ragazza abbozzò un sorriso – Non ti preoccupare, ci penso io. Tu vai pure in ufficio, e non fare tardi – gli disse dolcemente e il giovane la abbracciò.
- Zio, zio..ti piacciono i miei nuovi capelli? – la bambina, in piedi sul divano, urlò tutta contenta attirando la sua attenzione.
L’espressione corrucciata sul volto del ragazzo si trasformò in una di pura adorazione – Sei bellissima piccola mia – gli rispose avvicinandosi e accarezzandole la guancia. Lei gli fece un sorrisone e lui si sciolse del tutto – Okay scricciolo, ora devo andare in uffici. Appena torno, però, ti prometto che giocherò con te alle principesse – la bimba gli si gettò al collo e gli schioccò un bacio sulla guancia.
- Okay nana, lascia andare tuo zio o non tornerà più a casa e niente coroncina e sciettro – la piccola ubbidì e il ragazzo, sorridendo, riuscì finalmente ad uscire di casa per andare all’ufficio.
- Eveline abbiamo un compito importantissimo da fare. Pronta? – le chiese la giovane tirandola giù dal divano – Prontissima mamma! – esclamò la bimba saltellando accanto a lei.
La madre sospirò profondamente e, insieme, si diressero, mano nella mano, verso lo studio. La porta era chiusa – Blaine Anderson, ti voglio fuori da quello studio al mio tre! Uno..due.. – la porta prontamente si aprì e il ragazzo uscì, dirigendosi, senza darle ascolto, in cucina.
Le due lo seguirono – Zioo! – strillò Eveline prima di saltare in braccio a Blaine. Lui la stinse forte a se – Piccola sei bellissima. La mamma ti ha portata dal parrucchiere? – la piccola annuì senza staccarsi dal collo dello zio.
- Eve fa la brava e scendi. Io e mio fratello dobbiamo parlare un secondo – la bimba scosse la testa – Zio Bliane, io voglio rimanere qua – si lamentò e lui sorrise dolcemente – Piccola hai solo cinque anni, quando sarai più grande potrai assistere ai discorsi dei grandi – le spiegò dolcemente.
Eveline mise il broncio e Nicole rise – Andiamo nana, quella faccia con Blaine non attacca – la informò – Vai pure in camera mia, puoi vedere i cartoni li – le disse lui facendola scendere.
Ubbidì e saltellando si diresse verso il corridoio – E comunque zio, io faccio sei anni la prossima settimana – lo informò prima di correre definitivamente in camera.
- Ha preso tutto da te – commentò il moro ridacchiando e versandosi, successivamente, un bicchiere d’acqua.
Lo bevve in rigoroso silenzio, sperando di dover rimandare quel discorso ad un altro giorno. Al contrario sua sorella era pronta a riempirlo di parole.
Rimasero in silenzio, a guardarsi, ancora per qualche secondo, poi finalmente la ragazza parlò – Spiegami che sta succedendo – gli ordinò e lui la fulminò con lo sguardo – Nicole non abbiamo più diciotto anni e.. – ma lei lo interruppe subito – E sono cambiate tante cose da allora, io sono la prima a dirlo – disse indicando in direzione della camera da letto – Ma di certo, di cervello, tu hai meno di diciotto anni – aggiunse mentre il ragazzo faceva una smorfia.
-  Allora hai intenzione di dirmi perché continui a trattare Kurt uno schifo? Perché continui ad urlare con lui per ogni minima cosa? – insistette. Il moro abbassò lo sguardo – Io..non lo faccio di proposito. Sono solo stressato e avevo bisogno di stare un po’ da solo per finire quel benedetto articolo, prima di partire per l’Ohio. Il mio capo mi sta con il fiato sul collo da più di un mese, continuando a dire che ogni articolo che scrivo è sempre più “smorto” e voglio che questo sia perfetto. Kurt non fa altro che dirmi che gli dedico poco tempo, e lo so che è così. Lo amo più di qualsiasi altra cosa, e anche io vorrei passare più tempo con lui..voglio solo finire questo lavoro e per il prossimo intero mese, sarò solo ed esclusivamente suo. Lo so che sto esagerando con questo comportamente e mi sento uno schifo per questo. Appena tornerà a casa dall’ufficio gli chiederò scusa, okay? – spiegò in tono triste.
La sorella gli si avvicinò e gli fece alzare il volto – Blaine, l’unica cosa che devi fare è metterti in questa testolina, ormai andata in pappa per le quintalate di gel che ti metti nei capelli, che te e Kurt state insieme da dieci anni ormai, tra alti e bassi. Lui ti conosce meglio di quanto tu conosca te stesso e ti caprirà se gli dici che sei stanco e stressato, e che sempre ti starà accanto – lo rassicurò dolcemente.
Blaine, al contrario sbuffò rumorosamente – Posso dirti una cosa? – le chiese e lei annuì – Non penso che questo sia il vero motivo per cui io mi senta così..strano quando lui è qui con me – disse timidamente.
La ragazza lo guardò visibilmente confusa – Voglio chiedergli di sposarmi, e ho paura che mi dica di no – le confessò.
 
- Sei stata fantastica come sempre – disse appoggiando il mazzo di rose, comprato prima di arrivare in teatro, sul bancone.
Non riuscì neanche a terminare la frase che si ritrovò un paio di labbra a catturare le sue in un baciò appassionato.
Sospirò in quel bacio, mentre cingeva la vita della ragazza con le braccia – A cosa devo tutto questo? – chiese una volta che si staccò da quelle labbra per prendere fiato.
La sua fidanzata gli sorrise – Al fatto che ti amo più di qualsiasi altra cosa – le rispose – E che fra meno di un mese sarò finalmente la signora Rachel Barbra Berry-Hudson – esclamò tutta eccitata.
Finn rise divertito – È un po’ che non ti vedo così – la prese in giro e lei fece una smorfia – Lo sai che lo spettacolo mi sta uccidendo. Meno male che riprenderò tra tre mesi, ho proprio bisogno di una vacanza. Poi c’è tuo fratello che mi sta tirando pazza per preparare questo matrimonio – si lamentò, mettendosi a sedere davanti allo specchio e cominciando a struccarsi.
Il ragazzo scosse la testa e la imitò, sedendosi nella sedia accanto alla sua – Sicura che non sei te quella che lo sta facendo impazzire? – chiese senza malizia, ma lei lo guardò malissimo.
Ancora una volta lui scoppiò a ridere – Va bene, lo ammetto – disse, infine, Rachel – Voglio solo che tutto sia perfetto. Me lo merito, non credi? – confessò, senza togliere gli occhi dalla sua figura riflessa nello specchio.
Lui sorrise e annuì – Ti meriti questo e altro Rachel – confermò per poi allungarsi e lasciarle un bacio sulla tempia.
Rimasero in silenzio finchè lei non finì di struccarsi completamenmte – E comunque, amore, abbiamo ancora tantissime cose da fare – lo informò. A quelle parole il ragazzo la guardò spaventato – Non mi guardare in quel modo, dobbiamo e basta – lo ammonì lei per poi scoppiare a ridere.
Lo vide sospirare – Allora ho chiamato Shelby e ha detto che verrà a Lima con Beth solo una settimana prima del matrimonio. Anzi no, Shelby mi ha detto che Beth è già in Ohio, mi ero dimenticata. Quinn e Sam verranno con noi e Amanda, domani – Finn la interruppe immediatamente – Amanda? Non dirmi che viene anche lei – si lamentò.
A quel punto Rachel gli tirò un leggero pugno sulla spalla – Lo so che non puoi vederla e che non vi state tanto simpatici. Ma lei è la mia migliore amica e pretendo che tu la tratti bene. Ci siamo capiti? – intimorito si limitò ad annuire.
La ragazza andò avanti – Poi..Blaine, Kurt, Nicole e la piccola Eveline ci raggiungeranno sabatonel pomeriggio. La stessa cosa penso faranno Tina, Mike, Brittany e Santana. No apetta, hanno detto che verrano anche loro venerdì sera. Comunque gli altri, invece, sono già a Lima, o comunque nell’Ohio. Mercoledì ho promesso a Schuester che lo andremo a trovare, e così faremo tutti. E quando dico tutti, intendo tutte le New Direction. – lo informò e lui annuì per tutto il tempo.
Rachel rimase comunque pensierosa – Giustamente tu andrai a stare dai tuoi, e io dai miei – la guardò malissimo – Ci vedremo tutti i giorni e potrai stare da me a dormire qualche sera – lo rassicurò – Ah e domenica dobbiamo ricordarci che a casa Anderson c’è il compleanno di Eve – aggiunse.
Sul volto di Finn si dipinse un’espressione di puro terrore – Non dirmi che ti sei dimenticato di andare a ritirare il suo regalo? – le chiese lei in tono stizzito e lui annuì leggermente.
Vista quella reazione la ragazza scosse la testa sconsolata – Vedrò di farmelo spedire a Lima – disse più a se stessa che a lui – Se non ci fossi io, il mondo andrebbe a rotoli – aggiunse poi.
Il ragazzo le si avvicinò la baciò dolcemente – Ed è per questo che ti amo così tanto – le confessò.
 
Quel venerdì sera Santana uscì dal suo ufficio in largo anticipo. Erano solo cinque del pomeriggi, ma, essere il capo li dentro, ogni tanto le dava un po’ di libertà.
Cosa che invece non faceva il traffico di New York. Infatti, ci mise più di un’ora per arrivare alla scuola di danza che Mike e Brittany avevano aperto tre anni prima.
Parcheggò la macchina e si diresse, correndo, verso l’entrata. Una volta dentro lo stabile andò direttamente verso la sala dove avrebbe trovato la sua Brittany.
- Santana eccoti – la ragazza fu però fermata da Tina che le veniva in contro – Hey Tina – la salutò con quel suo modo quasi scontroso, che non l’aveva abbandonata anche a distanza di dieci anni.
L’asiatica le sorrise e lei si accorse che aveva per mano i due bambini – Ciao Andrew, hai fatto il bravo con la zia Tina? – chiese e il bambino annuì, mordendosi il labbro – Sono sempre bravo, mamma. E poi mamy e zio Mike hanno insegnato a me e Bella dei nuovi passi di danza – le spiegò tutto contento.
L’ispanica sorrise radiosa a suo figlio – Sei tutto tua mamma – gli disse dolcemente, per poi dargli un bacio sulla guancia.
 - Eccoti finalmente, credevo non saresti più arrivata – disse una voce alle loro spalle. La mora si girò e sorrise – Scusa ma ho trovato traffico – rispose per poi abbracciarla e baciarla dolcemente sulle labbra.
I due bambini si guardarono – Le tue mamme sono bellissime lo sai? – Bella commentò e Andrew annuì – Come la tua mamma e il tuo papà – confermò lui vedendo Mike e Tina sorridersi dolcemente.
- Non devi scusarti, l’importante è che tu sia arrivata – le disse Brittany, stofinando il naso con quello di lei.
Mike interruppe quel momento romantico – Allora pronti ad andare all’aereoporto? Lima ci aspetta – esclamò, prendendo le borse e uscendo per caricarle in macchina.
I bimbi sembravano i più eccitati – Si! – strillarono – Non vedo l’ora di andare a vedere dov’è sono nate le mie mamme – commentò il piccolo – E andare al compleanno di Eve e fare la damigella al matrimonio di Rachel – aggiunse la bambina.
- Andiamo dai – asclamarono Brittany e Tina all’unisono.
Andrew e Bella ubbidirono, e prendendo per mano le loro mamme si diressero in macchina, pronti per andare all’aereoporto e partire, finalmente, per l’Ohio.


Nota dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Ebbene si sono tornata e vi tocca tornare a leggere queste schifezze che scrivo ahah
Spero vi piaccia e boh questa nota è corta ma tornerò prestissimo.
Fatemi sapere, un bacio,
 
-Georgia



 

  
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