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Autore: V a m p i r e    16/12/2011    4 recensioni
Sulle prime pagine dei giornali c'è una nuova notizia: l'ereditiera Violet Landau è stata uccisa, la polizia brancola nel buio. Kaylee Harrison si trova catapultata nel suo primo caso, e questa novella Veronica Mars non è famosa per la sua calma...
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 – Ice Queen.


 
Quando un parente muore, le persone vicine iniziano a fare cose strane per ritornare alla realtà. C’è chi si avvicina alla religione, chi si attacca alla bottiglia... e chi diventa una Barbie che farebbe invidia a Regina George.
Kaylee si sarebbe aspettata in Kelly Landau una ragazza distrutta dal dolore, con il fazzoletto in mano e magari qualche crisi di pianto qua e là, ma quello che le si presentò di fronte al suo arrivo non l’aveva proprio pianificato: tacchi alti, capelli platinati e perfettamente stirati, una manicure curata e lo sguardo freddo, calcolatore.
Guardandosi allo specchio sentì una fitta d’invidia per il bel volto comparato con il suo... sembrava un reduce di guerra dopo quel mattino travagliato.
Stupida!, si disse subito dopo, pensando a ciò che le era passato per la testa, ha appena perso la sorella e tu la invidi?
«Avrei preferito parlare con un professionista.»Esordì subito sedendosi sulla poltroncina per gli ospiti. Evidentemente non la riteneva abbastanza professionale da risolvere un caso.
Oh be’, è vero, si rese conto lei. Non so neanche se riuscirò a scoprire qualcosa su Violet.
«Il signor Davies sarà qui il più presto possibile, ma ha assegnato a me il caso. Naturalmente lavorerò a stretto contatto con lui, non mi lascerà mai sola, però porterò a termine io il tutto.» Aveva cercato di apparire una stagista alle prime armi, e non la nipote raccomandata di uno strambo zio che aveva avuto successo “Dio solo sa perché”. Dall’espressione compiaciuta e un po’ irritata di Kelly dedusse di esserci riuscita.
A onor del vero, Kurt Davies era abbastanza bravo a fare il suo lavoro. Gli anni in polizia lo avevano forgiato, e lo sguardo malizioso e irriverente lo rendeva affidabile secondo la gente. Il problema si presentava quando arrivavano casi fuori dall’ordinario, dallo schema “è mia moglie, devo scoprire con chi mi tradisce” o “sono stato rapinato, potrebbe capire da chi?”.
Questo non era sicuramente uno di quelli.
La bionda accavallò le gambe fasciate dalla gonna al ginocchio in un gesto che sembrava essere uscito da un corso per diventare donne di successo e continuò il suo monologo, quasi incurante della presenza davanti a lei.
«Capisco. Mi sono rivolta a un’agenzia investigativa privata perché desidero la massima riservatezza riguardo a mia sorella. Sa, i Landau sono una famiglia facoltosa, mio padre ha una campagna elettorale in atto e una figlia morta in circostanze misteriose non migliorerebbe certo i suoi punteggi.»
Kaylee recepì il messaggio, tieni la bocca chiusa se non vuoi guai, ma rimase sorpresa per un altro fattore. “Una figlia morta”? Era sua sorella, per diamine! Non avrebbe dovuto provare anche solo un po’ di dolore? Kelly Landau non le piaceva per niente, con quella sua aria da stoccafisso e il comportamento degno di una statua di pietra.
«È ovvio che ci sarà il massimo riguardo nel caso di Violet, ma le ho chiesto di venire qua per un altro motivo. Vorrei che mi parlasse un po’ di sua sorella, so che potrebbe essere difficile però, se potesse sforzarsi per noi sarebbe un passo avanti...»
«Era la pecora nera della famiglia, se proprio vuole saperlo. Frequentava squallidi bar in compagnia di tipi balordi che si ostinava a chiamare amici, vestiva in maniera eccessiva, nell’ultimo periodo aveva anche iniziato a bere superalcolici... mio padre era disperato, diceva che se non si sarebbe data una regolata in tempo le avrebbe tolto il posto di rilievo disegnato per lei nella famiglia.» La voce di Kelly suonava perentoria e sicura, come se avesse dovuto ripetere quella descrizione migliaia di volte, oppure stesse recitando. Considerando che era un caso trattato anche dalla polizia, probabilmente era stata interrogata almeno due volte prima di quel giorno.
«Violet aveva soltanto diciannove anni, a quanto lei ha dichiarato. Non avrebbe potuto trattarsi solo di una ribellione causata dall’età? Era stato necessario prendere dei provvedimenti?»
«Oh, certamente, le punizioni arrivavano a fiumi ma lei non ci badava. Pagava gli autisti perché la portassero dove voleva, aveva smesso di studiare e si era ritirata da scuola senza dirci niente, ultimamente poi aveva una nuova ossessione, sognava di diventare una cantante... Avremmo anche potuto aiutarla, se fossimo stati sicuri di ciò che voleva fare, però intorno a quello aveva costruito una maschera.»
«Che tipo di maschera, signora?» Chiese Kaylee incuriosita, mentre prendeva appunti nel suo taccuino nero. Il quadro di Violet Landau stava prendendo forma.
«Aveva iniziato a vestire come una prostituta. Diceva di essere gotica, punk, qualcosa del genere, e noi non potevamo permetterglielo. Capisce, signorina Harrison? Mio padre ha una campagna elettorale in atto, Violet rovinava la sua immagine.»
In quindici minuti aveva nominato due volte la campagna elettorale del padre, e nella stessa frase come Violet la rovinasse. Non sembrava un discorso da fare su una ragazza non più in vita, era sbagliata lei a pensare di dire cose più carine su una sua possibile sorella defunta, o il mondo stava andando al contrario? Quella ragazza sembrava essere stata complicata, ribelle, ma non cattiva. Aveva controllato la sua fedina penale, era pulita.
«Ora è il momento che me ne vada, devo essere ad una riunione tra mezz’ora. È stato un piacere, signorina Harrison.»
«La richiamerò quando avrò altre notizie.».
 
Appena Kelly uscì dalla porta, la stessa Kaylee si precipitò fuori per arrivare al più presto a casa sua. L’ufficio in realtà aveva un computer, ma era risalente all’era preistorica e sapeva già in partenza che non avrebbe avuto la pazienza di aspettare ore.
Prese il cappotto e corse a perdifiato, maledicendosi di nuovo a causa dei tacchi troppo alti. Se suo zio fosse rientrato in ufficio e non l’avesse trovata probabilmente le avrebbe tolto lo stipendio per quel mese. E a lei serviva, doveva comprarsi il nuovo DVD di Buffy The Vampire Slayer, i quaderni per l’università e... oh, giusto!, il cibo.
Entrò nell’appartamento come una furia, canticchiando Ice Queen dei Within Temptation. Kelly Landau rispondeva perfettamente alla descrizione, una regina di ghiaccio incapace di provare sentimenti.
Cercando il portatile si rese conto di quanto fosse bella la sua casetta, piena di conchiglie e oggettini trovati nei mercatini. Caroline e lei avevano diciotto anni quando, in un moto di ribellione, avevano deciso di andare a vivere insieme. Grazie al padre di Car, un arredatore d’interni, erano riuscite a trovare un appartamentino abbastanza spazioso, con un bagno – e non era una cosa da poco –, due camere da letto, una cucina (che fungeva anche da salotto) e un piccolo balcone. Avevano passato tutta l’estate a cercare conchiglie e collane da appendere alle pareti, mobili presi dai mercatini dell’usato e avevano rubato qualche tappeto alle nonne.
Era la loro casa da cinque anni, nel frattempo avevano finito il liceo e iniziato l’università, la loro amicizia si era fissata ed era diventata qualcosa di più grande.
Caroline frequentava la facoltà di giurisprudenza, faceva la babysitter ad un bambino pestifero di nome Oliver – che aveva una pazzesca cotta per Kaylee - e nel tempo libero era volontaria in una mensa dei poveri.
In confronto a lei a volte si sentiva una nullità. Car era sempre stata quella buona, brava a scuola, organizzata. Kaylee non era mai stata una cima, usciva solo con i ragazzi pieni di guai e quando doveva fare qualcosa si emozionava tanto che, di solito, mandava tutto ai corvi.
Quella bionda però era la sua migliore amica, e doveva convivere anche con i lati del suo carattere che avrebbe voluto eliminare.
Stava per uscire e tornare al suo lavoro quando sentì un rumore.
Violet Landau era stata uccisa con la porta chiusa dall’interno. Non c’era molto sangue sulla scena del crimine. Due forellini sul collo.
Basta!
Se avesse continuato così probabilmente sarebbe finita in un manicomio, ecco perché la carriera di suo zio per lei non andava bene. Si faceva impressionare da tutto.
Prese d’impeto il paletto vicino al suo comodino – sì, aveva un paletto, c’era scritto Slayer con il marchio a fuoco – e si avvicinò alla cucina, dove aveva sentito il baccano.
Uno...
Due...
Tre...
«E tu che ci fai qui??»

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Salve! Grazie a NightLady e Chihiro02 per i commenti, sono tanto felice che vi sia piaciuta ^^
Caroline è il mash up di tante persone che ho conosciuto, ma per questo capitolo è solo un'identità a sè, mentre scrivevo ho avuto l'ispirazione e alla fine non è diventata nessuna di loro xD
Se il capitolo prima era intitolato She's a Genius, come la canzone dei Jet, questa è Ice Queen dei WT. Per ogni capitolo o quasi ci sarà una canzone, così metto due ossessioni in una :D
Il paletto ce l'ho veramente, se volete saperlo. Nel prossimo capitolo metto anche la foto!
Commentate!!
   
 
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