Note
autrice: long-fic
seguito della mia one-shot Il frutto del peccato ; penso
che possa essere letta senza
problemi
anche senza leggere la one-shot ma per avere un quadro generale della
situazione sarebbe meglio leggere anche l’altra (tranquilli
non è lunga!)
Le parti in corsivo
sono i flashback che tornano alla memoria a Misaki.
CAPITOLO
I
Il primo episodio doloroso
che
ricordava riguardo la sua
infanzia consisteva in una donna anziana che
con parole cariche d’odio la definiva il
frutto del peccato di due screanzati; a quell’epoca aveva
appena quattro anni e
ancora non capiva cosa significasse ma il disprezzo che traspariva da
quelle
parole lo aveva percepito appieno e ne era rimasta turbata
così tanto che alla
fine era scoppiata a piangere tra le braccia di suo padre, lei che non
si
lasciava mai andare!
Era cresciuta divisa tra i racconti di suo padre e le
versioni della gente e all’età di nove anni aveva
già deciso che la verità
stava nelle parole dolorose degli abitanti e aveva smesso di chiedere a
Naruto,
il suo padre adottivo, aneddoti sui genitori.
“Papà, papà. papà!”
“Dimmi, Misaki.”
“Com’erano i miei genitori?”
“Vieni che ci mettiamo comodi sulla poltrona.”
e la prendeva in braccio, posandola con delicatezza sulle proprie
ginocchia
“Hinata, tesoro, ci prepari due tazze di thè
verde?!”
E dalla cucina arrivava sempre la voce delicata della mamma:
“Certo, Naruto. Misaki vuoi anche la menta?”
“Si, mamma!”
“Allora vediamo da dove incominciare”
iniziava poi il racconto il biondo, sorseggiando la sua bevanda calda.
“La tua mamma e il tuo papà sono i miei migliori
amici,
lui ha i tuoi stessi capelli neri
mentre gli occhi sono quelli della tua mamma.
Mi ricordo che Sasuke era davvero riservato, non sai quanta
fatica facevo per capire cosa passasse nella sua mente così
complicata;
Sakura invece era come un libro aperto, le leggevi l’anima
negli
occhi.”
“Anche nei miei si legge l’anima?”
lo interruppe Miku, soffiando nella tazza per raffreddare il
thè troppo
caldo
“No, tu hai preso l’imperscrutabilità di
tuo padre.”
E la bambina sorrise contenta, mostrando il sorriso sdentato
dei denti da latte caduti.
“In ogni caso la tua mamma è sempre stata
innamorata di tuo padre
fin da quando aveva otto anni e litigava con la sua migliore amica,
anche lei innamorata di lui.
Sasuke invece, nonostante le grandissime abilità di ninja
era totalmente impreparato sui sentimenti, accecato com’era
da quelli
sbagliati.”
“Quali sono i sentimenti sbagliati?”
gli domandava Misaki, attenta e curiosa come tutti i bambini
“L’odio e la vendetta. Non potranno che farti
sprofondare nel buio.”
La piccola non sembrava avere capito più di tanto la morale,
ma Naruto non se ne preoccupava, del resta era ancora piuttosto piccola
“Comunque ci
ha messo quasi
dieci anni a rendersi conto che
anche lui amava la tua mamma. Pensa
che lei in tutto questo tempo non si è mai arresa, nemmeno
una volta,
e tu hai preso la tenacia da lei vedo.”
“E perché ora i miei genitori non ci
sono?”
“Te lo spiegherò quando sarai più
grande,
inoltre ormai è tardi e devi andare a dormire,
altrimenti Hinata viene a sgridarmi che ti tengo in piedi fino a notte
inoltrata.
Quindi ora vai a dormire, tesoro.”
E Misaki saltava giù dalle gambe di Naruto,
e prima di riportare la tazza in cucina si girava verso
il padre e gli sorrideva.
“Buona notte, papà!”
“Buona notte, Misaki”
Si rendeva conto solo ora
di quanto
era stata ingenua a
quell’età, convinta che fosse normale mollare una
figlia al proprio migliore
amico. Era cambiato tutto da quanto era entrata all’Accademia
e aveva iniziato
a conoscere meglio la realtà fuori dal caldo e sicuro nucleo
famigliare: i
bambini l’additavano come la figlia illegittima tra il
mukenin della Foglia e
la ninja traditrice, e non capiva come mai le loro madri non le
permettessero
di giocare con loro; nemmeno Naruto, nella sua autorità di
Hokage era riuscito
a far scemare le ritorsioni; il ricordo della Konoha mezza distrutta
dalle
fiamme era ancora vivido nella memoria collettiva. E così si
era abituata in
fretta all’idea di arrangiarsi da sola e questo aveva
accentuato l’indole
asociale che la bambina aveva di natura. Naruto si era accorto che
qualcosa
iniziava a incepparsi quando un giorno era tornata a casa
dall’Accademia e
aveva chiesto, con un’espressione estremamente seria per una
bambina di otto
anni, come era stata trovata e perché i suoi genitori
l’avevano abbandonata.
E giorno dopo giorno, mese dopo mese, aveva iniziato a
chiudersi in sé stessa e a non voler più sentire
i racconti dei genitori
naturali.
“Hei, Uchiha!”
Un ragazzino dai capelli mori raccolti in una
coda alta l’aveva chiamata urlando in mezzo al cortile
dell’Accademia.
“Ti ho detto di non chiamarmi Uchiha, Takumi!”
“Ma tu sei un’Uchiha.”
“No, io sono una Uzumaki!”
“Ma fammi il piacere.. perché allora avresti
lo Sharingan?”
Ma a quella domanda non seppe trovare risposta
e con le lacrime di rabbia agli occhi se ne tornò a casa
seguita dall’urlo di quel maledetto Takumi
che le ronzava nelle orecchie:
“Sei un mostro! Proprio come tuo padre.”
E intanto si domanda perché diavolo
doveva avere quello stramaledetto Sharingan.
Entrò dalla
porta
principale e lanciò la cartella sul mobile
d’ingresso facendo cadere a terra un vaso pieno di iris;
subito, richiamata dal
rumore, comparve dalla porta della cucina Hinata.
“Ciao mamma.” sbuffò Misaki.
“Misaki, fai attenzione.” la rimproverò
dolcemente la madre
adottiva, mentre si apprestava a chinarsi per pulire.
“No, lascia stare, mamma.” la fermò
“non puoi piegarti nelle
tue condizioni! Faccio io, tranquilla.
E’ colpa mia del resto.”
Hinata la ringraziò, poi sorrise appoggiando una mano sul
pancione pronunciato del settimo mese e tornò in cucina a
finire la cena.
Quella sera, una volta che tutti e tre si furono seduti a
gustare la ciotola di ramen fatta in casa da Hinata, Naruto si
girò verso la
moglie con un sorriso a trentadue denti e a quanto pareva pronto a
sparare una
notiziona succulenta.
“Sai chi si trasferisce qua da Suna?!”
“Non dirmi che torna Shikamaru!” esclamò
contenta la mora.
“Si! Lui e Temari hanno deciso che volevano tornare a
Konoha.” esultò l’Hokage. “Non
vedo l’ora di rivederli entrambi.”
“Dovremmo organizzare un bella cena di riunione, anche con
tutti gli altri!”
“Anzi, Shikamaru mi ha detto che ha una figlia della tua
età, si chiama Aki, Akio.. boh ora mi sfugge il nome giusto
ma dovrebbe essere
sul genere.” Naruto si rivolse alla sua figlioccia che, senza
partecipare alla
gioia collettiva, mangiava silenziosamente il suo ramen.
“Ah.” gli rispose senza intonazione vocale Misaki,
del resto
non le serviva un’altra ragazzina che le dava
dell’assassina per il passato dei
proprio genitori.
“Vedi di essere amichevole, Misaki. Si troverà
spiazzata
essendosi appena trasferita.”
“Ok.”
Di certo la loquacità non l’aveva presa dalla
madre.
SPAZIO AUTRICE:
Ecco il piccolo prologo!
Mi ha fatto così piacere vedere
i responsi e le recensioni che alla fine, colta in una
mezz’ora di ispirazione,
ho scritto questo piccolo capitolo iniziale alle due di notte :D
Allora cosa ne dite? Non viene
ancora approfondita la psicologia di Misaki ma veniamo a conoscenza che
vive
con Naruto e Hinata, che sono sposati.
Shikamaru invece è finito con
Temari (mosche nere, olè!) e ha un figlio e nel prossimo
capitolo si
trasferiranno di nuovo a Konoha (*.*) olè!
Precisiamo che Misaki qua ha sui
10/11 anni, tanto per la cronaca!
Bè che ne dite?! Non è molto
lungo, ma it’s just an intro!!
Baci, Eikochan.