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Autore: Eikochan    30/12/2011    5 recensioni
“Hei, Uchiha!” Un ragazzino dai capelli mori raccolti in una coda alta l’aveva chiamata urlando in mezzo al cortile dell’Accademia.
“Ti ho detto di non chiamarmi Uchiha, Takumi!”
“Ma tu sei un’Uchiha.”
“No, io sono una Uzumaki!”
“Ma fammi il piacere.. perché allora avresti lo Sharingan?”
Ma a quella domanda non seppe trovare risposta e con le lacrime di rabbia agli occhi se ne tornò a casa seguita dall’urlo di quel maledetto Takumi che le ronzava nelle orecchie: “Sei un mostro! Proprio come tuo padre.” E intanto si domanda perché diavolo doveva avere quello stramaledetto Sharingan.

Long-fic basata sulla mia one-shot precedente "Il frutto del peccato"; la protagonista è Misaki, figlia di Sasuke e Sakura, che viene abbandonata sull'uscio di casa di Naruto che si prende cura di lei come un padre. Disprezzata e odiata da tutto il villaggio inizierà a odiare sè stessa e i suoi genitori naturali, che non ha mai conosciuto.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Il frutto del peccato.'
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Note autrice: long-fic seguito della mia one-shot Il frutto del peccato ; penso che possa essere letta senza problemi anche senza leggere la one-shot ma per avere un quadro generale della situazione sarebbe meglio leggere anche l’altra (tranquilli non è lunga!)
Le parti in corsivo sono i flashback che tornano alla memoria a Misaki.

 

 

 

 

CAPITOLO I

 

 

Il primo episodio doloroso che ricordava riguardo la sua infanzia consisteva in una donna anziana    che con parole cariche d’odio la definiva il frutto del peccato di due screanzati; a quell’epoca aveva appena quattro anni e ancora non capiva cosa significasse ma il disprezzo che traspariva da quelle parole lo aveva percepito appieno e ne era rimasta turbata così tanto che alla fine era scoppiata a piangere tra le braccia di suo padre, lei che non si lasciava mai andare!
Era cresciuta divisa tra i racconti di suo padre e le versioni della gente e all’età di nove anni aveva già deciso che la verità stava nelle parole dolorose degli abitanti e aveva smesso di chiedere a Naruto, il suo padre adottivo, aneddoti sui genitori.

 

 
“Papà, papà. papà!”
“Dimmi, Misaki.”
“Com’erano i miei genitori?”
“Vieni che ci mettiamo comodi sulla poltrona.”
e la prendeva in braccio, posandola con delicatezza sulle proprie ginocchia
“Hinata, tesoro, ci prepari due tazze di thè verde?!”
E dalla cucina arrivava sempre la voce delicata della mamma:
“Certo, Naruto. Misaki vuoi anche la menta?”
“Si, mamma!”
“Allora vediamo da dove incominciare”
iniziava poi il racconto il biondo, sorseggiando la sua bevanda calda.
“La tua mamma e il tuo papà sono i miei migliori amici,
lui ha i tuoi stessi capelli neri
mentre gli occhi sono quelli della tua mamma.
Mi ricordo che Sasuke era davvero riservato, non sai quanta
fatica facevo per capire cosa passasse nella sua mente così complicata;
Sakura invece era come un libro aperto, le leggevi l’anima negli occhi.”
“Anche nei miei si legge l’anima?”
lo interruppe Miku, soffiando nella tazza per raffreddare il thè troppo caldo
“No, tu hai preso l’imperscrutabilità di tuo padre.”
E la bambina sorrise contenta, mostrando il sorriso sdentato
dei denti da latte caduti.
“In ogni caso la tua mamma è sempre stata innamorata di tuo padre
fin da quando aveva otto anni e litigava con la sua migliore amica,
anche lei innamorata di lui.
Sasuke invece, nonostante le grandissime abilità di ninja
era totalmente impreparato sui sentimenti, accecato com’era da quelli sbagliati.”
“Quali sono i sentimenti sbagliati?”
gli domandava Misaki, attenta e curiosa come tutti i bambini
“L’odio e la vendetta. Non potranno che farti sprofondare nel buio.”
La piccola non sembrava avere capito più di tanto la morale,
ma Naruto non se ne preoccupava, del resta era ancora piuttosto piccola
“Comunque  ci ha messo quasi dieci anni a rendersi conto che
anche lui amava la tua mamma. Pensa
che lei in tutto questo tempo non si è mai arresa, nemmeno una volta,
e tu hai preso la tenacia da lei vedo.”
“E perché ora i miei genitori non ci sono?”
“Te lo spiegherò quando sarai più grande,
inoltre ormai è tardi e devi andare a dormire,
altrimenti Hinata viene a sgridarmi che ti tengo in piedi fino a notte inoltrata.
Quindi ora vai a dormire, tesoro.”
E Misaki saltava giù dalle gambe di Naruto,
e prima di riportare la tazza in cucina si girava verso
il padre e gli sorrideva.
“Buona notte, papà!”
“Buona notte, Misaki”

 

Si rendeva conto solo ora di quanto era stata ingenua a quell’età, convinta che fosse normale mollare una figlia al proprio migliore amico. Era cambiato tutto da quanto era entrata all’Accademia e aveva iniziato a conoscere meglio la realtà fuori dal caldo e sicuro nucleo famigliare: i bambini l’additavano come la figlia illegittima tra il mukenin della Foglia e la ninja traditrice, e non capiva come mai le loro madri non le permettessero di giocare con loro; nemmeno Naruto, nella sua autorità di Hokage era riuscito a far scemare le ritorsioni; il ricordo della Konoha mezza distrutta dalle fiamme era ancora vivido nella memoria collettiva. E così si era abituata in fretta all’idea di arrangiarsi da sola e questo aveva accentuato l’indole asociale che la bambina aveva di natura. Naruto si era accorto che qualcosa iniziava a incepparsi quando un giorno era tornata a casa dall’Accademia e aveva chiesto, con un’espressione estremamente seria per una bambina di otto anni, come era stata trovata e perché i suoi genitori l’avevano abbandonata.
E giorno dopo giorno, mese dopo mese, aveva iniziato a chiudersi in sé stessa e a non voler più sentire i racconti dei genitori naturali.

 

 
“Hei, Uchiha!”
Un ragazzino dai capelli mori raccolti in una
coda alta l’aveva chiamata urlando in mezzo al cortile
dell’Accademia.
“Ti ho detto di non chiamarmi Uchiha, Takumi!”
“Ma tu sei un’Uchiha.”
“No, io sono una Uzumaki!”
“Ma fammi il piacere.. perché allora avresti
lo Sharingan?”
Ma a quella domanda non seppe trovare risposta
e con le lacrime di rabbia agli occhi se ne tornò a casa
seguita dall’urlo di quel maledetto Takumi
che le ronzava nelle orecchie:
“Sei un mostro! Proprio come tuo padre.”
E intanto si domanda perché diavolo
doveva avere quello stramaledetto Sharingan.

 

Entrò dalla porta principale e lanciò la cartella sul mobile d’ingresso facendo cadere a terra un vaso pieno di iris; subito, richiamata dal rumore, comparve dalla porta della cucina Hinata.
“Ciao mamma.” sbuffò Misaki.
“Misaki, fai attenzione.” la rimproverò dolcemente la madre adottiva, mentre si apprestava a chinarsi per pulire.
“No, lascia stare, mamma.” la fermò “non puoi piegarti nelle tue condizioni! Faccio io,  tranquilla. E’ colpa mia del resto.” 
Hinata la ringraziò, poi sorrise appoggiando una mano sul pancione pronunciato del settimo mese e tornò in cucina a finire la cena.

 
Quella sera, una volta che tutti e tre si furono seduti a gustare la ciotola di ramen fatta in casa da Hinata, Naruto si girò verso la moglie con un sorriso a trentadue denti e a quanto pareva pronto a sparare una notiziona succulenta.
“Sai chi si trasferisce qua da Suna?!”
“Non dirmi che torna Shikamaru!” esclamò contenta la mora.
“Si! Lui e Temari hanno deciso che volevano tornare a Konoha.” esultò l’Hokage. “Non vedo l’ora di rivederli entrambi.”
“Dovremmo organizzare un bella cena di riunione, anche con tutti gli altri!”
“Anzi, Shikamaru mi ha detto che ha una figlia della tua età, si chiama Aki, Akio.. boh ora mi sfugge il nome giusto ma dovrebbe essere sul genere.” Naruto si rivolse alla sua figlioccia che, senza partecipare alla gioia collettiva, mangiava silenziosamente il suo ramen.
“Ah.” gli rispose senza intonazione vocale Misaki, del resto non le serviva un’altra ragazzina che le dava dell’assassina per il passato dei proprio genitori.
“Vedi di essere amichevole, Misaki. Si troverà spiazzata essendosi appena trasferita.”
“Ok.”
Di certo la loquacità non l’aveva presa dalla madre.

 

SPAZIO AUTRICE:
Ecco il piccolo prologo!
Mi ha fatto così piacere vedere i responsi e le recensioni che alla fine, colta in una mezz’ora di ispirazione, ho scritto questo piccolo capitolo iniziale alle due di notte :D
Allora cosa ne dite? Non viene ancora approfondita la psicologia di Misaki ma veniamo a conoscenza che vive con Naruto e Hinata, che sono sposati.
Shikamaru invece è finito con Temari (mosche nere, olè!) e ha un figlio e nel prossimo capitolo si trasferiranno di nuovo a Konoha (*.*) olè!
Precisiamo che Misaki qua ha sui 10/11 anni, tanto per la cronaca!
Bè che ne dite?! Non è molto lungo, ma it’s just an intro!!
Baci, Eikochan.

 

 

 

 

 

 

   
 
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