Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: gm19961    05/01/2012    2 recensioni
"Mi ricordo ancora la prima volta che la vidi...
Era la ragazza più semplice del mondo, eppure qualcosa di lei mi colpì profondamente. Oltre alla sua spiaccata intelligenza e la sua particolare bellezza, notai dell'altro. Notai che dietro quel viso, nascondeva dei segreti, un passato da dimenticare. E solo dopo un anno, scoprii che l'unica cosa di cui lei avesse bisogno era solo di un po' d'affetto, e che ne so, magari anche un po' del mio amore. Lei mi salvò, dopotutto era il mio angelo, il mio viso d'angelo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultima parte. Ho trovato una canzone di Noemi che diciamo è come se l'avesse scritta apposta per George e la bella Angela. Metto i pezzi più significativi, leggeteli e capirete che sono fatti per loro. Grazie per tutti quelli che hanno seguito la storia, e non me ne volete se vi dico che uno dei due morirà. Vi voglio un bene che nemmeno vi immaginate, e sono contenta di concludere con questo finale che davvero sono davvero soddisfatta d'aver scritto.

 

Capitolo nove.

Parte II

 

Per tutta la vita
Cercare un appiglio
L'autunno che passa
Ma forse sto meglio
Trovarsi per caso
In un bar del centro e sentirsi speciale

 

Ho passato la notte insonne, e tutto perché l'ho rivista per un nano secondo e non di più. Sarei disposto a tutto pur di riaverla qua accanto a me, sentire il suo profumo, ritoccare la sua pelle candida e morbida, perdermi in quei grossi occhi azzurri, grandi e infiniti come l'oceano; senza lei mi sento incompleto. E' come se il mio cuore fosse diviso a metà, e non riesce più ad amare completamente visto che l'altra parte la custodisce lei, e nessun altro. Mi accorgo solo adesso che sono già le sei del mattino e ho la testa che mi fa un male cane. Mi accarezzo la fronte e a disturbarmi ancora di più è il telefono, che squilla all'impazzata. Mi dirigo lentamente verso di il comodino su cui è appoggiato e con vece flebile rispondo.

“Pronto?”

“George?”

Colpo al cuore. E' la sua voce.

“Angel!”

Sentendo la sua voce mi scappa un urlo di gioia, mi ricompare il sorriso in volto e solo per il suono della sua voce pure e cristallina. “Devo parlarti, facciamo tra un'ora nella piazza fuori al tuo Hotel.”

“D'accordo ma io ti devo di...!!”

Riattacca prontamente, e non mi lascia concludere la frase. Abbasso lo sguardo e riattacco la cornetta del telefono e senza esitazione mi preparo, indossando una camicia bianca e dei pantaloni neri e lasciando i miei capelli spettinati. Non capisco, che cosa mi dovrà dire di così importante? Insomma, fino a ieri scappava via da me e ora addirittura mi chiama al numero della mia stanza, che per la cronaca non so nemmeno come abbia ottenuto. Mi siedo sulla poltrona e mi metto una mano in fronte, spremendomi le meningi, cercando di capire su cosa possa dirmi. Forse mi vuole dire addio, forse vuole tornare a Liverpool con me, forse vuole tornare da suo figlio. No. E' qualcos'altro.

Senza rendermene conto l'ora passa, e mi ritrovo già in piazza, osservando il cielo cupo italiano e la gente che dorme ancora; dopotutto sono le cinque del mattino, e qua c'è ancora buio pesto. Ho fatto bene a mettermi anche la giacca, fa davvero freddo e sento del gelo insinuarsi nelle mie orecchie e appoggiarsi sulle mia guance. Mi guardo in giro ancora con le mani nelle tasche e alla fine vado una macchina nera fermarsi a pochi metri da me. Angel scende. Indossa una giacca e un completo bianco che le mette in risalto il suo fisico magro, quasi stecco. Ha gli occhi rossi, gonfi che risaltando ancora di più i suoi iridi cerulei. La bocca è socchiusa e vedo che ha una mano tremolante in tasca. Faccio per avvicinarmi ed estrae una pistola, me la punta addosso.

Sgrano gli occhi e sono in preda dal panico. “Angel.. che cosa vuoi fare...”

La sua mano destra inizia a tremare ancora di più e le lacrime le rigano il volto, quasi come marcandoglielo con il fuoco. E' un peccato deturpare un viso così bello.

“George, se solo tu.. tu non mi avessi incontrato in quel fottuto bar. Se non mi avessi visto non dovrei fare questo.”

Mi avvicino a lei, anche se una parte di me scapperebbe via. La pistola mi fa non poca paura ma devo correre il rischio, per lei e per me. “Se tu non fossi entrato nella mia vita non dovrei uccidere la persona che amo, porca puttana. Io non ti perdono tutto, mi hai tradita e usata. Ma alla fine sei sempre il mio unico pensiero costante, sebbene sia delusa da te... G..george, cazzo, parla.”

Piange, piange ancora. E le lacrime iniziano insinuarsi nei mie occhi ma ancora mi trattengo, non è il momento di piangere. “Che cosa dovrei dirti? Mi vuoi uccidere, fallo. E anche se lo fai non cambierà niente. E sai perché? Perché anche quando sarò morto ti amerò ancora e sarai consapevole di avermi perso, ma questa volta per sempre. Quindi, forza, premi il grilletto.

“Era il mio compito ucciderti, ma ho deciso che qualcun'altro morirà. E non sarai tu. Ho preso la mia decisione e ora è tardi per tornare indietro.

Ma l'amore è distratto, 
L'amore è confuso 
Tu non arrabbiarti, ma io non ti perdono 
Delusa da te, da me, 
Da quello che non mi hai dato...mai 

 

“Cosa vorresti dire?”

Sento in lontananza il suono di sirene, forti, e dei volanti che si dirigono verso di noi. Io la guardo per chiedere spiegazioni, e ancora con il braccio teso verso me, annuisce. “Angel, che.. che cosa hai fatto?!”

“Mi dispiace... perdonami amore mio.”

Le auto si fermano a pochi metri da noi, e degli agenti escono. Angel sposta lo sguardo verso i poliziotti che le dicono di gettare a terra la pistola, ma lei non lo fa. Cerca disperatamente lo sguardo di qualcuno, lo sguardo di un poliziotto dai capelli rossi, in lacrime. “Alberto perdonami.”

“Commissario, spari, non vuole buttare giù la pistola.”

Mi fiondo verso Angel, capendo le intenzioni della polizia e le estraggo dalle mani la pistola, cadendo sopra di lei. Le rubo l'ultimo bacio, così casto e così sofferto.

L'uomo scuote la testa e tira fuori la pistola: chiude gli occhi dopo averla puntata contro il mio Angelo. “Alberto fallo.” Le urla mentre sento il colpa di una pistola troppo vicino a me.


Esplode 
    Il cuore 
Distante 
Anni luce fuori da me 
Sei colpa mia 
La gelosia 
Infrange tutto e resta niente...qui 

    

Chiudo gli occhi, non voglio guardare. Ma il mio cuore mi ordina di aprirli, e dopo un ripensamento sgrano gli occhi, vedendo il poliziotto che corro verso di noi. Vedo sotto di me Angel, senza vita, il cui sangue esce dalla nuca.

Tutto diventa silenzioso. Sento il mio cuore scoppiare e le lacrime vengono giù, come una cascata. Sono sporco di sangue, ma non m'interessa. Le bacio le labbra, noncurante che la gente guardi. Sento mille flash, i fotografi ci sono, la gente scende dalle proprie abitazioni mentre viene spinta via dalla polizia. L'uomo mi guarda, e ho un istinto omicida verso i suoi confronti. “Perché l'ha fatto?” Chiede in lacrime mentre accarezzo la mai gioia stesa a terra. Non mi risponde è troppo preso a stringerle la mano e piangere disperato.

La polizia mi spinge via da lei, e alcuni mi riconoscono anche, ma me ne frego, non me la possono portare via. “Lasciatemela guardare un'ultima volta, vi prego.” Li supplico ma non ne vogliono sapere. E mentre mi mettono in ambulanza per controllarmi se sono ferito, vedo che la mettono in una barella e coprendola completamente con della carta nera. Quella scena mi rimarrà sempre nella mente.

 

E' inutile dire cosa è successo dopo.

Sono tornato in Inghilterra, e dopo quasi sei mesi di disperazione mi sono rimesso a lavorare con i Beatles. Pattie è venuta da me a consolarmi più volte e alla fine abbiamo deciso di rimetterci insieme dopo quasi un anno e mezzo. Tutte le canzoni d'amore che scrissi dopo però, nessuno sa che non erano per lei, ma per il mio Angelo che ancora oggi veglia su di me e il suo bambino, che ora vive con Nancy. Anche quest'ultima ha chiuso il bar dopo aver saputo che Angel era morta e prova per me un odio così grande da non volermi mostrare Georgie.

La mia vita era tornata come prima, uguale, identica. Con un solo difetto... il George felice se n'era andato da quando lei si è portata via quel pezzo di cuore. E così sempre sarà, nessuno mi restituirà quell'amore, quelle sensazioni, nessuno me le riporterà indietro. E sopratutto nessuno potrà ridarmi il mio Angelo, che dopo quasi un anno sotto terra, mi manca ancora.

Faccio finta di stare bene;

Faccio finta di essere il Beatle normale;

Faccio finta di amare Pattie;

Faccio finta di non voler mollare tutto e raggiungerla;

Faccio finta di non amarla più;

 

Eppure non farò mai finta di aver cancellato quei suoi ricordi che mi hanno formato, che hanno costruito la persona che sono oggi. 

THE END.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: gm19961