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Autore: Kengha    23/01/2012    4 recensioni
“Sempre insieme, eternamente divisi…“
Konoha è ora sotto il dominio di Hidan, salito al trono illegittimo dopo la morte di Asuma Sarutobi, deceduto in battaglia. Il possente Paese si deve ancora riprendere dalle perdite subite durante le crociate avvenute solo pochi anni prima.
Di giorno un uomo, un cavaliere; cacciato, eternamente esiliato, si muove all’oscuro di tutti ai confini del regno. Con un unico desiderio: la vendetta.
Un falco dalle piume d’orate che solca il cielo diurno, facendo parte di sé il vento.
Di notte, nascosta nelle foreste, una donna, una principessa; rimpiange il suo passato e maledice la maledizione e il suo artefice.
Un cervo dal pelo corvino che corre nelle foreste avvolto dall’oscurità, silenzioso come un fantasma, una presenza, un’ombra.
Una storia destinata a non aver mai un lieto fine, si sarebbe detto. Ma forse, qualcosa sta per cambiare.
Un’eclissi: una speranza. Vedremo la storia di questo amore impossibile direttamente dagli occhi di un ragazzino che, incontrato il cavaliere dell’ombra e il suo falco dalle ali d’orate, deciderà di aiutare i due amanti così da poter rompere la maledizione. E alla fine, questo ragazzino si dimostrerà essere…
(Ispirato al film Lady Hawke)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Shikamaru Nara, Sorpresa, Temari, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Memories'
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IL RITORNO DELLA GIUSTIZIA

“Konoha è da tre anni sotto il dominio del re Hidan dopo la morte del precedente re, Asuma, deceduto durante la battaglia contro Kiri ha sterminato e reso prigioniero ogni erede del precedente sovrano così da assicurarsi lui il trono.
I cittadini lo odiano, lo so bene, tuttavia cercano di entrare nelle sue grazie così da avere privilegi come una casa migliore o una diminuzione sulle imposte. Ma a me cosa importa? Non ho né casa né soldi da spendere per pagare le tasse che aumentano di mese in mese. L’esattore Kakuzu non guarda in faccia a nessuno o si paga o si viene catturati, questa è la regola; io sono in fuga da anni e per la prima volta, due mesi fa, sono stato catturato dalle guardie e rinchiuso nelle segrete del castello, dal quale son riuscito a fuggire soltanto ieri.
Per fortuna un vecchio pastore mi ha dato ospitalità della notte, dicendo che avrei potuto dormire nella stalla con il bestiame, ringraziando il cielo le guardie, quando sono venute a setacciare la casa del poveraccio da cima a fondo non hanno pensato a una balla di fieno come nascondiglio e l’ho fatta franca. Per fortuna la guardia dai capelli biondi e il suo assistente sono degli idioti.
Questa mattina il vecchio mi è venuto a svegliare presto, avvisandomi che le guardie erano uscite dalle mura del villaggio, cavalcando verso le campagne e che avrei avuto un po’ di tempo per raggiungere la foresta ai confini del Paese.
Mi ha regalato un po’ di formaggio e una borraccia con del latte prima di partire, ricorderò il suo nobile gesto: poca gente ormai si offrirebbe di aiutare un ricercato e di garantirgli un pasto. Brav’uomo.
Ormai il sole sta calando e la foresta non è molto distante, fra circa un’ora potrei considerarmi al sicuro. Beh, per quanto possa essere al sicuro uno che è ricercato da tre anni e che è fuggito dalle prigioni del palazzo reale.
Il tempo trascorso a fuggire mi ha permesso di imparare molte cose, fra le quali lo scassinare una serratura con un vecchio coltello arrugginito. Anche se l’idea di gettarmi nel fiume non è stata tra le migliori: sì, sono riuscito a sparire dalla visuale degli arcieri per un’oretta o due però ho perso sia il coltellino che la mappa del Paese che avevo in tasca.
Può sembrare strano, ma quel cartoccio mi aveva salvato la vita in più di un’occasione. Essendo una mappa strappata direttamente dalle pagine di un libro custodito nella biblioteca reale era molto dettagliata e aveva segnati molti nascondigli non conosciuti dalla gente comune. Fra questi una vecchia buca nella foresta, che porta direttamente in una galleria sotterranea abbandonata, è divenuta la mia tana.
Ho scoperto che quel lungo corridoio conduce alle cantine abbandonate del palazzo. Da lì ho potuto imbucarmi più volte al castello, fortunatamente la maggior parte della servitù è dalla mia parte e mi garantisce cibo e un nascondiglio sicuro nel breve periodo che passo fra le mura. E’ bello avere gente pronta a difenderti dai peggiori nemici.
Finalmente vedo stagliarsi i primi alberi, la foresta è lontana pochi più di un chilometro, ce l’ho quasi fatta! Potrò considerarmi nuovamente libero nell’istante in cui metterò piede nel mio rifugio. Lì non avrò problemi e a giudicare da tutte le provviste raccolte in questo tempo non avrò neppure necessità di uscire per qualche mese.
Sento i degli scricchiolii sotto i miei piedi e mi rendo conto di star a calpestare delle foglie secche, è autunno e la foresta è colorata di splendidi colori arancioni – dorati. Corro senza esitazione verso la grande quercia sotto il quale vi è un cespuglio che copre il mio nascondiglio, non vedo l’ora di riposare e mettere qualcosa sotto i denti.
Rallento quando arrivo vicino il tronco dell’albero e sposto leggermente i rami intricati che mi impediscono il passaggio nel tunnel.
Sento un rumore alle mie spalle, lo stesso rumore che causo anch’io quando cammino o corro sulle foglie secche, mi guardo rapidamente intorno per assicurarmi di essere da solo. In ogni caso devo sbrigarmi ad infilarmi in quel tunnel, ogni secondo che passo qua fuori è un passo più lontano dalla mia libertà e uno più vicino alle prigioni del palazzo.
Finalmente riesco a spezzare tutti i rami che avevano coperto il passaggio durante la mia assenza. Sto per entrare quando sento afferrarmi per le spalle
-Eccoti qua piccolo topo in fuga, certo che sei veloce per essere un ragazzino! Abbiam quasi fatto fatica a starti dietro!-
-Lasciatemi!- urlo tentando di divincolarmi mentre davanti a me compaiono altre guardie pronte a dar man forte a l’omaccione che mi ha preso.
-Ehy, cos’hai da scaldarti tanto, scricciolo?- la domanda mi viene posta da un uomo piuttosto grasso che mi guarda con un sorriso ironico, come se lo divertissi in chissà qual modo.
Senza pensarci troppo gli assesto un forte calcio genitali, non protetti da alcuna armatura, riuscendo a trasformare la sua espressione di scherno in una di puro dolore.
-Brutto, bastardo!- sibila accasciandosi a terra e portandosi una mano sulla parte appena colpita.
-Eheh, Sasuke lo stronzetto qui ha voglia di giocare con noi. Non credo che sua Maestà Hidan ci dirà qualcosa se lo castriamo. Che te ne pare come idea?- deglutisco. Quest’altro, nonostante sorrida, mi sembra alquanto serio.
-Pfs, fa quello che ti pare, Kidomaru. Io però non voglio entrarci niente in questa storia.- dice con fare seccato quello che mi tiene che, nonostante scalci, è ancora a cavallo e mi solleva senza alcuna fatica.
-Jirobo, vogliamo tagliarne una ciascuno? Credo che meriti di vendicarti.-
-Con piacere!- l’uomo che ho colpito poco fa si rialza da terra e mi guarda piuttosto torvo. Afferra un coltello e a quel punto inizio a sudare freddo, di certo questi qua non scherzano. Chiudo gli occhi ma una freccia stagliata in aria colpisce alla spalla l’uomo più grosso e un’altra manca di poco l’altro. Il capitano, Sasuke, mi lascia cadere a terra e fa indietreggiare di qualche passo il suo cavallo.
-Chi va là!- urla sguainando la spada.
-Sasuke, credo sia qualche spirito che ce l’ha con noi. Forse ci conviene tornare al palazzo e poi, Jirobo è ferito!- la voce dell’uomo a fianco il ciccione è piuttosto tremolante: è spaventato…mi verrebbe da sorridere se non fosse per il fatto che anche io abbia paura.
Dagli alberi diventa sempre più visibile la figura di un uomo su un cavallo nero. Un cavaliere, nero. Dagli alberi, dove filtra la luce del sole che sta per tramontare, si vede un’ombra e si ode un acuto verso sferzare il cielo.
-Tu. Shikamaru Nara.- il Capitano Sasuke sibila queste parole con odio, a quanto pare conosce questo misterioso cavaliere.
-L’ex capitano delle guardie di sua maestà…- quello ferito, credo Jirobo, sussurra queste parole con una faccia esterrefatta e terrorizzata.
-Sasuke, sparite di qui e lasciate in pace il ragazzo.- la voce calda e seria del cavaliere mi fa sussultare, il suo sguardo non tradisce alcuna emozione. Mi fa quasi paura.
-Il ragazzo deve essere giustiziato domattina all’alba, ordini di sua Maestà Hidan. Nessuno mi farà trasgredire a quest’ordine.-
-Come vuoi.- vedo un ghigno dipingersi sul volto dell’uomo in nero appena arrivato. Una leggera brezza gli scompiglia i capelli neri raccolti in un bizzarro codino. Un altro acuto stridio e poi un grande uccello piomba sulla testa del Capitano Sasuke ed è in quel momento che il misterioso cavaliere mi prende di peso sul suo cavallo e inizia a galoppare nella foresta.

___________________-L'angolo di Dolly-_______________________
Ed eccomi qui, riesordisco ad un anno esatto da "Seccatura ho vinto io" con una nuova ShikaTema ispirata ad un film che adoro. 
Questa storia era in progetto da quasi un anno ma poi per calamità naturali (scuola, esami, vacanze...) non ho più avuto modo di scriverla. Una settimana fa, però, mi son fatta coraggio ed ho ripreso quei vecchi appunti, rivisto il film, sistemato i personaggi e iniziato i capitoli. Decidendo poi di pubblicarla questo 23-01-2012.
Sono stata parecchio combattuta su chi far essere gli antagonisti della storia, fino a due ore fa c'era Orochimaru, ma poi ho notato che una serie di particolari avrebbe reso Hidan l'antagonista perfetto, assieme ad altri personaggi che ho sistemato attorno a lui dopo...
Spero che questa abbia successo proprio come "Seccatura ho vinto io"
Besos a todos

   
 
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