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Autore: Stella94    26/01/2012    8 recensioni
Dal primo capitolo:
"La vita può cambiare.
Da un momento all'altro può portarti ad essere diversa, a vivere in modo diverso.
Perchè la vita non è un continuo fluire di giorni monotoni già prescritti.
La vita è scelta.
La vita è rinuncia".
Spero vi piaccia è un JinxLili.
Mi raccomando recensite! Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Rochefort, Jin Kazama, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap boh                                                                            


                                               "Flavor of the storm"


Jin continuava a fissarmi. Immobile, come se improvvisamente non avesse più niente da dire, come se non sapesse dire nulla. Il suo respiro leggermente accelerato, mi fece comprendere il suo deplorevole stato.

Sapeva di sembrare ridicolo, magari uno sciocco ai miei occhi. Ma io vedevo solo Jin.
Quello di sempre, quello che mi aveva protetta e che continuava a farlo. L'avevo ferito, quelle parole, attecchite dalla mia vendetta, lo avevo trascinato nel luogo oscuro della vergogna e della pazzia.
Non era un tipo che piangeva o che sapesse infliggersi le peggiori pene per amore. Ma era pur sempre un uomo.
Fatto di carne, sorretto da ossa, esaltato da un cuore puro.
E Jin era puro. Puro come la neve che continuava  a scendere ad un ritmo incessante. Puro come l'aria, il sole, il cielo.
Puro e basta. 
Nel mio sguardo il più completo sbigottimento. Il cellulare era ancora sul tavolo ma Jin aveva l'aria di non volerlo neppure sfiorare.
Il display illuminava la schermata del registratore. Quelle parole, lo sapevo, rimbombavano funeste nella sua testa lasciandolo nel più completo sgomento.
<< Mi dispiace. >> Riuscì solo a dire << Ma dovevi saperlo. >>
Le sue nocche si impallidirono ed uno strano presentimento produsse in me un fremito quasi accidioso. La sensazione che forse quel pugno fosse diretto più a me che ad una fantomatica Christie mi costrinse ad indietreggiare.
Ma Jin si limitò solo ad assottigliare le labbra. << Questa è la mia vita, Eri. Non avresti dovuto impicciarti. >>
<< Io volevo solo che lei non ti prendesse più in giro. >> Mi giustificai allarmata.
<< Ma cosa credi, eh? Che non lo sapessi? >>
Rimasi basita, sconcertata, cupa, improvvisamente vuota.
<< Io non amo Christie, tra di noi era solo...sesso. Io sono andato con altre donne, lei lo faceva con altri uomini. Certo non mi aspettavo che si scopava il mio migliore amico, ma tra di noi non c'è mai stata fedeltà. >>
Non sapevo più cosa dire. Era completamente assurdo. Credevo di conoscerlo, credevo che tutto di lui mi apparteneva. Ma all'improvviso mi accorsi di parlare con uno sconosciuto. Con una persona che non avevo mai capito per davvero.
Mi vergognai e spinsi la testa nelle spalle come a volerla farla scomparire nel mio corpo. Tutto quello che facevo mi allontanava da lui. Tutto quello che ero mi allontanava da Jin.
E all'improvviso non seppi cosa e chi volevo davvero.
<< Io non pensavo... >> Cercai di giustificarmi << io non credevo. >>
<< E' questo il punto, Eri! >> Disse lui allargando le braccia << Tu non pensi mai. Agisci e ferisci. Credi che nonostante tutto mi faccia piacere sapere che il mio migliore amico mi pugnalava alle spalle? Certo da Christie me lo sarei aspettato, ma da Hwoarang... >>
Scosse la testa, non sapeva cosa dire. Rimanemmo in silenzio, per un tempo che ci parve interminabile. Mi sentì scossa e spaesata. Le parole, i respiri, facevano fatica ad essere liberati. << Non volevo ferirti. >>
<< Lo so. >> Il suo viso divenne bonario. Nei suoi occhi neri, che insaziabili cercavano i miei, una nuova realtà << Per quanto le tue azioni siano avventate e stupide, sei incapace di fare del male. >>
Sentì le lacrime farsi copiose nei miei occhi già lucidi. Volevo abbracciarlo, stringerlo, fargli sentire quanto potessi dargli io. Quanto potevo amarlo.
Ma Jin non voleva il mio amore. Forse non voleva l'amore di nessuno.
<< Preferirei che nel futuro stessi lontano dalla mia vita privata >> Mi confessò << e dai miei affetti. >> Osservò poi il cellulare. Lo schermo si era annerito. Nella mia testa la strana idea che volesse renderlo di polvere con la sola forza del pensiero, per poter cancellare quelle parole, quella verità che a dispetto dell'apparenza lo feriva nel profondo << Per quanto riguarda questa storia è inevitabile che ci saranno delle conseguenze, ma saranno affar mio, perciò ti chiedo di non fare domande. Non ti ringrazierò per questo, perché non avresti dovuto farlo. >> Si alzò dalla sedia raggiungendomi a grandi passi. Ci separava una spanna o forse più.
Appoggiata al lavandino freddo e umido, mi accorsi della sua espressione accusatoria. Nel suo sguardo una luce quasi soffocante. Il suo respiro che accelerava il mio. << Mi sono sempre occupato delle mie cose da solo, fin da quanto ero bambino. Non ho bisogno di qualcuno che mi apra gli occhi o che mi guidi su un sentiero sicuro, perché nulla mi sfugge e nulla mi ferisce. >>
Avvicinò pericolosamente il suo viso al mio, tanto che la mia mente ballerina fluttuò verso il nostro bacio scambiato, con la speranza che stesse per darmene uno nuovo. Ma a discapito dei pronostici e delle fantasticherie, Jin deviò il suo passaggio giungendo al mio orecchio. Io, immobile e stordita, lo ascoltai confusa.
<< Stai al tuo posto, Eri. >>
Ed uscì di corsa afferrando il cellulare in un morsa ferrea e distruttiva.
Mi accasciai a terra, passandomi le mani tra i capelli lisci e biondi. Piansi.
Ogni giorno che passava mi portava lontano da lui. Dolorosamente pensai che Jin non sarebbe mai stato mio.

Trascorsero due giorni silenziosi e freddi.
Jin non voleva parlarmi, io altrettanto. Mi sentivo sola, ma al contempo rinchiusa in un limbo di ricordi e parole che occupavano gran parte del mio tempo. Ritornarono i flash e quella canzone che non voleva abbandonarmi.
Nei miei sogni vedevo spesso un uomo che mi assomigliava. I suoi capelli corti e brizzolati nascondevano un viso giocoso e bonario. I suoi occhi celesti erano simili ai miei e sapevo ciecamente di potermi fidare di lui.
A volte mi parlava, mi diceva di tornare. Altre piangeva o mi sgridava. Sognai una grande casa, una villa di periferia con una grossa fontana gorgogliante. C'erano dei pesciolini rossi che nuotavano allegramente ed una signora dolce, la stessa che rividi durante il primo bacio con Jin, chi mi diceva di non toccarli.
Non sapevo interpretare quelle visoni. Spesso le avevo anche  in piego giorno.
Ma di una cosa ero sicura. Quelle persone esistevano e forse facevano parte della mia famiglia. Eppure erano le stesse persone di cui non avevo nessun ricordo e che tanto volevo rivedere. Anche solo per sapere chi in realtà fossi, che passato nascondessi.
Quando quel giorno sentì bussare alla porta trattenni il fiato. Vivevo nella bislacca convinzione che da un momento all'altro qualcuno potesse venire a portarmi via. Qualcuno potesse reclamarmi a gran voce.
Ero assurda e divisa in due parti differenti. Da una  volevo ritrovare la mia famiglia, ma dall'altra temevo che questo mi avrebbe portato lontano da lui. Lontano da Jin.
Ero sola in casa e raggiunsi l'uscio forsennata e ansate. Lo aprì piano ma desiderai subito richiuderlo quando mi accorsi di essere di fronte a Christie.
<< Jin non c'è. >> Dissi schietta e sincera. Feci per richiudere la porta, ma Christie oppose resistenza.
<< Non cercavo lui, ma te. >>
Mi accorsi che aveva un'aria furente, rabbiosa, minacciosamente fosca. Deglutì a fatica cercando di sembrare arcigna e risoluta.
<< Cosa vuoi? >> Chiesi secca.
<< Ti sentirai soddisfatta ora. >> Avevo la netta sensazione che volesse sibilare come un serpente.
<< Non capisco cosa stai cercando di dirmi. >> Ammisi confusa e spaesata. La vidi puntarmi un dito contro e frecciarmi con i suoi occhi da cerbiatta.
<< Hai vinto la battaglia ma non la guerra, mia cara Eri. Jin ritornerà da me, puoi starne certa. Ma prima farò in modo che tu possa pentirtene amaramente per ciò che hai fatto! >>
Non mi diete il tempo di replicare e onestamente fui felice di vederla girare i tacchi e percorrere il pianerottolo a grandi passi. Nel suo sguardo avevo letto l'ira più pura e un risentimento distruttivo.
Ero felice. Jin e Christie si erano lasciati, io avevo vinto.
Eppure il mio cuore non smetteva di battere. Un brivido percorse la mia spina dorsale. Di una cosa fui certa: Christie non me l'avrebbe fatta passare liscia.


CONTINUA....

Prima che mi lanciate i pomodori vi voglio porgere le mie scuse!! Lo so, lo so, sono in ritardo ma vi avevo avvisato sul fatto che aggiornavo questa storia più raramente.
Sono successe tante cose che mi hanno portata lontano da Changed. Il pc è andato fuori uso, ho avuto l'influenza e sono state occupata con altre storie che sono più seguite.
Ma ora sono qui. Questa notte mi sono detta: Stella basta! Mettiti a lavoro e aggiorna Changed!
Spero vi sia piaciuto! Il prossimo sarà migliore.
Mi raccomando recensiteeeeeeee!!!!
Kiss kiss
                                                                     
                                              Stella94

   
 
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