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Autore: zuccheroaffilato    26/01/2012    9 recensioni
RIFACIMENTO DAL LIBRO "UN DIAMANTE DA TIFFANY", se l'avete letto, NON leggete questa FF, capirete subito TUTTO.
Dal capitolo uno:
"Io e Nicholas siamo amici da quando eravamo piccoli. I nostri genitori sono andati a scuola insieme, le mamme sono migliori amiche e i nostri papà guardano sempre le partite di baseball insieme. Lui mi è sempre stato accanto, in ogni situazione e mi conosce meglio di chiunque altro. Siamo solo amici, ci abbiamo provato a stare insieme, ma non ha funzionato. Purtroppo. Mi sono innamorata di lui quando avevo otto anni, lui ne aveva undici. Adesso ne ho sedici e lui diciannove, ma i miei sentimenti per lui non sono mai cambiati. Lui ovviamente non sa nulla, non riuscirei a guardarlo in faccia se solo sapesse cosa provo per lui."
Solo amici, amici per sempre. Ma saranno solo amici?
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.
 



“Muoviti Penn, sei sempre in ritardo!”
“Arrivo, arrivo Nicholas, non ti arrabbiare sempre!” Mi lego i lunghi capelli biondi in una coda alta e salgo sulla sua macchina chiudendo lo sportello in fretta.
“Non mi arrabbio mai con te, lo sai. E’ solo che fai sempre ritardo.”
“E che vuoi che sia Nick, sono solo le otto e un quarto! ODDIO sono le otto e un quarto, muoviti con questa macchina!” Nick mi rivolge uno sguardo stupito prima di scoppiare a ridere e ingranare la marcia. Fortuna che la scuola non è lontana da casa e arriviamo in meno di cinque minuti. Lo saluto con un bacio sulla guancia prima di salire le scale diretta a biologia, mentre lui cammina verso matematica. Arrivo cinque secondi prima che la professoressa chiuda la porta, per il rotto della cuffia si. Io e Nicholas siamo amici da quando eravamo piccoli. I nostri genitori sono andati a scuola insieme, le mamme sono migliori amiche e i nostri papà guardano sempre le partite di baseball insieme. Lui mi è sempre stato accanto, in ogni situazione e mi conosce meglio di chiunque altro. Siamo solo amici, ci abbiamo provato a stare insieme, ma non ha funzionato. Purtroppo. Mi sono innamorata di lui quando avevo otto anni, lui ne aveva undici. Adesso ne ho sedici e lui diciannove, ma i miei sentimenti per lui non sono mai cambiati. Lui ovviamente non sa nulla, non riuscirei a guardarlo in faccia se solo sapesse cosa provo per lui. Non ho mai avuto vergogna di dirgli qualcosa, nemmeno di quando ho fatto l’amore per la prima volta, con Joseph, suo fratello. La campanella suona mentre sono immersa nei miei pensieri. Oddio mio, ma è davvero passata un’ora? Cammino per il corridoio gremito di ragazzi. Odore di scarpe da ginnastica, patatine fritte e polvere, il tutto mischiato ad un deodorante scadente per ambienti che non fa altro che peggiorare la situazione. Raggiungo il mio armadietto davanti al quale è già appostato lui. Il mio cuore fa un piccolo capitombolo all’indietro, cosa che mi capita ogni giorno da otto anni a questa parte.
“Che hai adesso?” Mi chiede passandomi la sua bottiglietta d’acqua.
“Fisica, come ogni sabato Nicholas.” Gli rispondo prima di bere.
“Ti accompagno in classe dai.” Dice dandomi una pacca sul sedere.
“E’ assente oggi Nick. Non l’ho vista a biologia e noi frequentiamo tutti i corsi insieme.”
“Di chi parli?”
“Nicholas siamo migliori amici da sedici anni, non riesci a tenermi nascosto nulla. Comunque Savannah o sbaglio?” Gli faccio l’occhiolino, mentre sento le viscere contorcersi al solo pensiero di quella là.
“Forse.”
“Vai Nicholas, che sta per suonare e l’aula di letteratura è lontana.”
“Ma come fai a sapere il mio orario a memoria?”
“Zitto e cammina scemo.”
La mattinata passa velocemente, come ogni santissimo giorno. Mi riaccompagna a casa alle due, non mangiamo quasi mai a scuola.
“Stasera a casa mia okay?” Mi dice prima che io scenda dall’auto.
“Certo Nick, come ogni sabato.”
“Si, però ci sarà anche altra gente. Per te va bene?”
“Nick è casa tua, non mia.”
“Lo so, ma”
“Niente ma, scemo. Alle sette da te okay.”
Ti amo Nicholas, peccato che non possa dirtelo, penso come sempre mentre apro la porta di casa. Mia madre sta cucinando, mio padre è in Svizzera per lavoro. Lascio la borsa nell’ingresso e mi dirigo verso la cucina.
“Com’è andata a scuola amore?” Mi chiede mia madre dandomi un bacio sui capelli.
“Al solito mamma, stasera sono da Nicholas va bene?”
“Certo, tanto io esco con Paul e Denise.”
“Perfetto.” Dico addentando un pezzo di pane e sedendomi a tavola nel momento stesso in cui mia madre posa il piatto davanti a me. Mangiamo in silenzio, con la compagnia del televisore. Quando mio padre non c’è è sempre triste l’ora di pranzo. Lui riempie la casa con la sua voce e le sue risate, si sente da morire la sua mancanza. Fortunatamente torna tra qualche giorno. Finisco di mangiare e scappo in camera, prima che mia madre mi chieda di aiutarla a mettere in ordine. Mi stendo sul letto con l’iPod nelle orecchie e il libro di letteratura tra le mani, studiare con la sua voce in sottofondo mi rilassa e qualche volta fingo di essere io la ragazza a cui ha dedicato tutte le sue canzoni. Studio velocemente, la scuola non è mai stato un problema. Sono una delle migliori della classe, nonostante passi pochissimo tempo sui libri. Memoria fotografica, fin da quando ero piccola, riesco a ricordare tutto, anche i piccoli particolari che la gente comune non nota. Il telefono mi distrae dal mio flusso di pensieri.
“Cher, dimmi.” Rispondo alla mia migliore amica.
“Posso venire da te e poi andiamo insieme da Nicholas?”
“Non c’è bisogno nemmeno di chiederlo tesoro, vieni quando vuoi.”
“Okay, che mi metto?” Cher ha una cotta per Joseph da qualche anno, ma lui è come se non la notasse nemmeno. E’ sempre il solito, fa il cascamorto con tutte e non intraprende mai una relazione seria. Anche Nick è un po’ così, ma adesso fa meno il puttaniere. Credo che Joe ci stia di nuovo provando con me, purtroppo. Vabbè, ma adesso non mi interessa.
“Mmmh, il vestito azzurro che abbiamo preso da…”
“Si okay, perfetto!”
“Ma hai capito almeno qual è?”
“Ovviamente bellezza, a dopo!” Chiude il telefono senza nemmeno salutarmi, sempre la solita Cher. Occhi nocciola, capelli scuri e un bellissimo sorriso, la conosco dal primo anno di liceo e siamo diventate subito grandi amiche. Ci intendiamo alla perfezione. Scendo dal letto e mi infilo nella doccia, sono le cinque e mezza. Quando finisco di asciugarmi i lunghi boccoli biondi, sono da poco passate le sei, sento il campanello suonare e la voce squillante di Cher rimbombare per tutta la casa. Entra in camera mia e si getta sul letto, non prima di aver praticamente scaraventato la sua borsa sulla moquette.
“Allora che ti metti stasera?”
“Al solito Cher, jeans e magl…”
“NON CI PROVARE NEMMENO.”
“Perché scusa?”
“Perché altrimenti lasci campo libero a Savannah la troietta amore mio.” Dice con un tono dolce che non si abbina alle sue parole.
“Tanto ha già campo libero, se piacessi almeno un poco a Nick credo che in tutti questi anni me l’avrebbe dimostrato.” Rispondo sedendomi accanto a lei e raccogliendomi i boccoli appena lavati in una coda alta.
“Innanzitutto stasera ti lasci i capelli sciolti. Adesso ti vesto io invece.” Si alza e apre il mio armadio. Io odio il mio armadio, è pieno di roba inutile che non metterò mai e che mia madre si ostina a comprare. Non riesco ancora a capire quale parte del “io uso solo jeans e felpe” non comprende. Fatto sta che il mio armadio straripa di scarpe con il tacco, vestitini, camicette e cose varie. Presto sempre a Cher i miei vestiti che lei adora, su di lei fanno un figurone, mentre su di me sembrano appena usciti da una pattumiera. Yeahhh. Inizia con il sciogliermi i capelli, che ricadono odiosi sulla schiena nuda. Prende un top color champagne, aderente e senza spalline che non ho mai indossato, un paio di pantaloni neri a vita alta con ancora il cartellino e delle scarpe con il tacco beige che fanno male ai piedi solo a vederle. La mia voglia di vestirmi così è molto alta, si vede? Mi fa indossare il tutto, poi prende una cinta nera che annoda nel punto in cui i pantaloni si sovrappongono al top. Mi guardo allo specchio, sto malissimo, sembro una signora di cinquant’anni.
“Sei perfetta!” Dice truccandomi gli occhi di grigio scuro.
“Si, perfetta per andare a giocare a bingo.” Le rispondo con la bocca impiastricciata di rossetto color pesca.
“Ma perfavore! Adesso muoviti che sono quasi le sette, dobbiamo andare.”
Mi trascina lungo le scale, nel vialetto e infine in strada, dove traballo pericolosamente su quei cosi che mi ha costretta ad infilare. Prendo le chiavi per aprire la porta di casa di Nicholas quando questa si spalanca, rivelando il viso sorridente di Joe.
“Vi ho viste arrivare dalla finest… Wow!” Il suo volto assume un’espressione stupita mentre mi squadra dalla testa ai piedi. “A cosa dobbiamo questo cambiamento?”
“A Cher che mi ha costretta. Altrimenti sarei venuta in jeans e maglietta come al solito.” Dico entrando in casa e dando un bacio a Frankie che è seduto davanti alla tv.
“Ottimo lavoro Cher! Davvero.”
Cammino verso la cucina, rallentata dal passo leggermente traballante, per salutare Denise che sicuramente starà cucinando qualcosa di fantastico.
“Ciao Denise.” Sorrido appoggiandomi al piano in acciaio della cucina.
“Ma quanto sei bella stasera Penn!” Mi sorride, dandomi un piccolo bacio sulla fronte.
“Chi è bellissima stasera?” La sua voce. La sua voce. La sua voce. Sento le guance infuocarsi mentre lui scende le scale e appare in cucina. Abbasso gli occhi imbarazzata per il mio ‘stravagante’ abbigliamento, ma non prima di aver colto il suo sguardo sorpreso e un sorriso che si fa spazio sul suo viso.



Spazio autrice:
Se siete arrivati fino qua, vi meritate davvero un applauso! *clap clap clap* okay detto questo, è una storia che mi è venuta mentre stavo facendo la doccia quindi se fa schifo, ditelo perchè accetto TUTTE le critiche. Spero davvero che vi piaccia e di ricevere qualche (piccola anche u.u) recensione positiva. Con questo vi lascio, se avete letto anche la nota dell'autrice vi stimo davvero.
Penn.
   
 
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