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Autore: lovemusic    28/01/2012    3 recensioni
La vita di sakura può sembrare quella di una normale diciasettenne, ma la ragazza nasconde una personalità in continuo conflitto con se stessa e con la sua doppia vita.
Non sapeva che nella sua nuova abitazione avrebbe conosciuto persone che le avrebbero completamente stravolto la vita. In particolare una.
Ma la ragazza dai capelli rosa sarà disposta a lasciarsi il passato alle spalle e godersì come tutte le sue coetanee il presente? o sprofonderà sempre più nel buio?
prima fan fiction! pietà!
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori , Itachi, Sakura Haruno
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Allora ciao a tutti! Questa è una fan fiction che avevo in mente da tanto e ora ho trovato il coraggio di scriverla! La protagonista ovviamente è Sakura  anche se il suo personaggio e il ruolo degli altri verrà spiegato nei prossimi capitoli.

Per quanto riguarda Itachi amo il suo personaggio! Soprattutto la parte misteriosa e distante che presenta anche nel manga!

Spero vi  abbia incuriosito un po’ e fatemi sapere cosa ne pensate commentando vanno bene anche critiche

un bacio!

Lovemusic

 Capitolo 1

 

 

 

Camminava per il centro di Tokyo cercando di non scontrarsi con la gente ansiosa di tornare a casa.

Per quanto la riguardava, avrebbe continuato a vagabondare per tutto il resto della serata.

Ed era quello che Sakura aveva intenzione di fare.

Qualcuno si girava a guardarla, colpito dalla sua  particolare acconciatura:

lunghi capelli rosa confetto le ricadevano sulla schiena ondeggiando con il ritmo dei suoi passi veloci, indossava dei leggings  color avorio e un maglione bianco sporchi di terra per via della sua precaria capacità a tenersi in equilibrio, soprattutto tra le affollate strade della capitale dove ormai viveva da più di due  anni.

Dopo aver sfogato un po’ di rabbia passeggiando tra i negozi, decise di andare nell’unico posto in cui riusciva a distendere i nervi.

Gli bastò svoltare nel primo vicolo a destra per trovarsi di fronte all’insegna di Teuchi.

Era risaputo che il ramen migliore lo facesse solo lui.

Non fece in tempo a chiudersi la porta alle spalle che un odore familiare le inondò  le  narici.

- Ecco qua la mia rosa preferita! Qual buon vento Sakura? –la voce squillante di Yuki, la figlia di Teuchi, le diede il benvenuto.

- Bah il solito no? Mi mancavi troppo e allora ho deciso di venire a trovarti!-

- Allora meno male che mi sono truccata bene oggi !-  si guardarono sorridendo prima che l’altra, una bella ragazza minuta dai capelli castani e un sorriso solare sempre stampato in volto, la concedesse per  tornare a servire i clienti, promettendole di raggiungerla al più presto.

Sakura andò al solito tavolo davanti alla cucina dal quale dopo poco sbucò il signor Teuchi, con il suo solito cappello da cuoco che pendeva  leggermente a destra e la farina sparsa un po’ su tutta l’uniforme.

- Buona sera signor  Teuchi! Tutto bene?-  si premurò di salutare.

- Sakura! Che piacere rivederti! Tutto bene! Questo lavoro è una faticaccia ma sono troppo innamorato per smettere! Mi conosci!- la rosa rise  annuendo e avvicinandosi al portone della cucina, per parlare un po’ con quell’uomo che la trattava come se fosse sua figlia.

Quel posto era solo un ristorante, ma Teuchi, Yuki e tutto quell’ambiente la facevano sentire a casa, d’altronde erano state le prime persone a conoscere il primo giorno che si era trasferita a Tokyo.

 

2          ANNI FA…

 - Sakura tesoro non è magnifica questa stanza?! Ti piace??- la ragazza guardò prima la madre con sguardo indecifrabile e poi il resto della sua nuova cameretta: grossa quanto metà della sua vecchia casa, pareti rosa antico, letto da una piazza e mezzo a baldacchino con un mega piumone panna, scrivania, libreria e per finire, un enorme armadio a 5 ante.

Il compagno di  sua madre di certo non aveva badato a spese! Se non fosse che non lo sopportava e che quelle sembrassero per lo più tattiche per comprare la sua fiducia, sarebbe anche stata contenta di quella nuova casa, e forse, del nuovo trasloco a casa di lui.

-Hey Sakura..allora? Per la camera mi sono fatto consigliare da un arredatrice, spero che sia di tuo gusto- Kira abbracciò sua madre da dietro sorridendole  il più gentile possibile e cercando di nascondere l’evidente curiosità.

-E’ bellissima- rispose atona guardando distrattamente entrambi.

Kira cercò di ignorare il tono distacco e le sorrise nuovamente.

Peccato che al lei quei sorrisi pieni di gentilezza, la facessero irritare ancora di più.

- Mamma, credo di aver bisogno di prendere aria e di guardarmi un po’ intorno per ambientarmi meglio nella zona- affermò sbrigativa, desiderando sempre più ardentemente di uscire al più presto da quella casa.

- Ehm, certo tesoro, ma non fare troppo tardi, stai attenta e qualsiasi cos..-

- Qualsiasi cosa ti chiamo sì sì, tranquilla mamma, allora vado, ci vediamo per cena!- superò i due senza più degnarli di uno sguardo e si incamminò per le vie di Tokyo.

L’uomo sospirò chinando la testa affranto.

 - Credo che non riuscirò mai a piacerle-

Sadako abbracciò il compagno rassicurandolo.

-  Vedrai che cambierà, è ancora scossa per via del trasloco e di tutte queste novità, ma non è colpa tua, poi sai che ha paura dei cambiamenti , vedrai che con i tempo si scioglierà!- si guardarono per un momento in silenzio, per poi baciarsi delicatamente, cercando di consolarsi a vicenda e dimenticando tutte le loro ansie.

Intanto Sakura girava per quelle vie affollate  senza guardare veramente dove andasse, e prima di rendersene conto, si perse.

Era troppo presa dai suoi pensieri, tutti quei cambiamenti la mandavano in tilt: un nuovo compagno della madre che in poco più di un anno aveva assunto un importanza tale da doversi trasferirsi da lui, il che a Sakura non andava per niente a genio e lo stesso fatto, che dovesse sopportare gli “uomini” che si sceglieva  sua madre ogni volta,  doverli trattare tutti come se fossero suo padre,  dover cambiare vita all’improvviso, non lo sopportava.

La cosa preoccupante però era che questa volta sua madre sembrava voler fare sul serio. Era capitato solo con un altro uomo una cosa simile, e di quel periodo aveva ricordi tutt’altro che piacevoli.

Cercò di calmarsi e di non partire troppo prevenuta anche nei confronti di Kira, ma le sembrava tutto troppo assurdo per ragionare con calma.

Si guardò intorno cercando delle indicazioni che potessero indicarle come tornare a casa, quando un piacevole e intenso profumo di ramen le pervase le narici.

Seguì l’odore finché non si trovò di fronte a una grossa insegna di un ristorante. Il ramen non era certo il suo piatto preferito, ma il modo in cui quel posto l’aveva attirata le fece venire voglia di entrare e curiosare un po’.

Una volta entrata la prima cosa che notò fu il senso di calore e famigliarità con cui era stato arredato il posto. Rimase a guardarsi intorno per un po’ finché alla fine decise di sedersi nel tavolo più isolato e in pace che aveva intravisto, si trovava di fronte a quella che doveva essere la cucina.

Poggiò  la testa sul palmo della mano e il gomito sul tavolo, guardandosi intorno stanca, come se non dormisse da giorni.

- Hey ragazza dai capelli rosa! Perché così triste?- la ragazza si voltò verso la provenienza della voce, accorgendosi che a parlare era stato quello che presumibilmente doveva essere il cuoco, dato che si trovava dall’altra parte della porta e con un grosso cappello bianco che penzolava da un lato.

L’uomo le sorrise.

- E’ un vero peccato vedere una ragazza della tua età con uno sguardo così triste! Se vedessi mia figlia in questo stato, mi prenderebbe un infarto! Cerca di sorridere su..- la ragazza rimase un po’ perplessa dalla sua confidenza, ma quel sorriso da padre premuroso le impedì di rispondergli sgarbatamente.

- Ho solo bisogno di rilassarmi un po’..è che..mi sono persa!-

Lui la guardò per un attimo stupito, poi tornò a sorriderle affettuoso.

- Allora prima di tutto ti porto la mia specialità da mangiare, così riprendi un po’ di energie!! Poi vedrai che tutto apparirà meno impossibile da come pensavi e ti sentirai più serena!-

Si allontanò dalla cucina lasciandola esterrefatta. Che tipo allegro!

Dopo non molto l’uomo arrivò con un piatto stracolmo di ramen.

Quel cuoco nascondeva infinite qualità!  Non aveva mai mangiato del ramen così buono e  si sentiva già molto meglio.

- Ora sì che risplendi bambina!-

Sakura sorrise felice, cosa che la stupì,  dato che non lo faceva più così spesso.

- Il piatto lo offre la casa e sta tranquilla per il ritorno,  sono sicuro che per mia figlia non sarà un problema riaccompagnarti a casa-  

E per la prima volta da tanto,un briciolo di ottimismo pervase la ragazza, forse non tutto sarebbe andato storto come prevedeva.

 

 

Fu lì che conobbe anche Yuki, una ragazza simpatica che l’aiutò ad ambientarsi, e Naruto, una furia scatenata sempre solare e allegra, amante folle del ramen e cliente fisso di Teuchi.  Scoprì in seguito che sarebbe stato un suo compagno di classe e nonostante spesso fosse troppo idiota e chiassoso, non aveva potuto evitare di affezionarsi, cosa insolita per il suo carattere. Erano poche le persone con cui era riuscita a legarsi, ma per la sua personalità così chiusa quello andava più che bene.

- Hey bambina! Sbaglio o anche sta sera hai il solito sguardo triste? Giornata un po’ storta?- la rosa storse il naso e annuì senza però spiegarne il motivo, in fondo era scontato: problemi a casa.

- Beh, in ogni caso sei venuta nel posto giusto!! Ancora qualche minuto e Yuki andrà in pausa, così state un po’ insieme e poi se volete vi preparo qualcosa!- 

- Grazie mille- rispose rincuorata e fu per tornare al tavolo quando vide entrare dalla porta un cliente insolito.

Un ragazzo  alto dai lunghi capelli neri raccolti in una coda , occhi profondi del medesimo colore e due particolari e profonde occhiaie, che gli davano uno sguardo stanco ma allo stesso tempo sensuale.

Tutte le ragazze e le signore sedute ai tavoli lo guardarono ammaliate, mentre Sakura rimase per un attimo immobile a fissarlo prima di posare lo sguardo altrove, imbarazzata.

Il ragazzo salutò cordialmente il signor Teuchi  e ordinò una doppia porzione di ramen a portar via.

Finita l’ordinazione si voltò verso la rosa.

- Ciao Sakura – la salutò, guardandola negli occhi.

- Ciao Itachi..doppia porzione di ramen? Naruto sta da voi sta sera  eh?..- cercò di sciogliere il ghiaccio la ragazza.

Itachi Uchiha.  Figlio di Fugaku Uchiha, proprietario della grossa e famosa industria Uchiha e socio di Kira.

Ovviamente aveva conosciuto tutta  la sua famiglia, in una cena galante a casa loro dove aveva incontrato Mikoto, la moglie di Fugaku, Sasuke il figlio minore suo coetaneo e da come scoprì in seguito anche compagno di classe e migliore amico di Naruto, ed infine Itachi. Il figlio maggiore, considerato da tutti un genio, miglior studente del suo ultimo anno scolastico della stessa scuola privata di Sakura, amato da tutte le ragazze e rispettato dai tutti i ragazzi.

Perfetto insomma. Sakura non era mai stata il tipo da farsi ammaliare da questi aspetti, ne aveva incontrati tipi così,  poi parlandoci si era resa conto di quanto fossero fin troppo sopravalutati, ma con Itachi era diverso.

E non si riferiva solo al fatto che la sua fama era meritata in pieno.

Dalla prima volta che aveva incontrato il suo sguardo era rimasta stregata, quel nero intenso sembrava penetrarla fin dentro l’anima facendola sentire nuda e indifesa a qualsiasi attacco.

I suoi modi di fare erano sempre così eleganti e decisi allo stesso tempo, il suo tono di voce sempre cordiale e gentile, ma allo stesso tempo distante mille miglia.

Quel ragazzo rappresentava un profondo mistero  per chiunque lo incontrasse ma per Sakura, fu il primo a fare quell’effetto su di lei. La inquietava  e la stregava allo stesso tempo.

- Già, è l’unico che può voler mangiare del ramen nella nostra casa- rispose accennando un lieve sorriso e squadrandola da capo a piedi.

E in quel momento Sakura si ricordò di essere ancora con i vestiti sporchi di terra, il viso pallido e le occhiaie che la facevano sembrare uno zombie.

  
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