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Autore: Night Sins    01/02/2012    1 recensioni
Un mendicante appare alle porte del regno di Whalyon e Peter, il Re, deve rispondere alla richiesta di aiuto del suo suddito. Nemmeno Nael, suo consigliere ed ex mago, riesce a prevedere cosa nasconde il pavido individuo arrivato da un lontano villaggio...
[Non ho sbagliato a scrivere il nome di Neal... vedere note all'interno]
Genere: Azione, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Per quanto avrebbe voluto immensamente riuscire a fidarsi del proprio consigliere, in quella circostanza non gli riusciva affatto facile. Se si trovava in un luogo in cui la magia era vietata – a tutti o solo a Nael poco importava – voleva dire che il mago, lì, non era altro che un ragazzo qualsiasi, con ben poche possibilità di riuscir a vincere grazie al proprio bel sorriso.
Inoltre, non era a conoscenza di nessun luogo ‘naturalmente inibente’ del potere magico, quindi quella stessa doveva essere frutto di una magia. Questo significava che chi lo aveva rapito si serviva a sua volta di maghi e streghe – o lo era lui stesso.
L’obiettivo, comunque, era Nael.
Conoscendo il passato del giovane, sia sotto la propria protezione che ancora precedentemente, la possibilità di indovinare il colpevole, così a caso, era molto bassa dato l’alto numero di nemici che si era creato.
Il fatto che fosse coinvolto anche Sir Gareth lo spingeva a sospettare di qualche suo suddito, ma in fondo non poteva esserne certo.
Nael era stato così strano. Il sovrano si era chiesto più volte perché, ma non aveva trovato risposta. L’unica cosa di cui era sicuro era che il mago si sarebbe cacciato in qualche guaio a seguito di una sciocchezza che aveva evitato di considerare. Doveva trovare il modo di liberarsi prima che ciò avvenisse.

“Ehi, Maestà, il suo pranzo!” urlò la guardia, senza rispetto, facendo passare la ciotola in un buco nella porta.
Nessuno rispose e, quando l’uomo la lasciò andare, la scodella cadde a terra con un tonfo metallico.
“State ancora dormendo? Sveglia!”, urlò di nuovo, ma ugualmente non gli giunse nessuna risposta.
“Se non volete niente…” l’uomo fece qualche passo lontano dalla cella poi si fermò di scatto.
Peter sapeva di non aver fatto alcun rumore, di nessun genere, e sapeva che era questo che aveva messo l’altro in allarme. O almeno sperava che fosse così.
Se avesse guardato all'interno, non avrebbe visto nessuno, nemmeno un topo, e il re sperava che per questo avrebbe aperto la porta. Trattenne il respiro quando sentì rumore dall'altra parte della pesante lastra di legno e attese che si aprisse quel tanto che bastava per poterla poi allontanare e sbattere contro la guardia. Quando sentì il tonfo del corpo che cadeva a terra, Peter uscì da dietro la porta e lo scavalcò, cominciando poi a correre lungo il corridoio, in cerca dell'uscita.
Dopo poco si ritrovò a sbattere contro qualcuno e finì a terra. Alzò lo sguardo e incontrò quello di Lord Gareth, che lo fissava severo. "Tentare di fuggire non è una mossa saggia, Maestà", disse, pacatamente. "Ma è fortunato. Saremmo venuti a prenderla ugualmente; la sua prigionia sta per giungere al termine."
"Cosa..."
"Non faccia domande, non so i dettagli", disse ancora il cavaliere.
Due guardie arrivarono ai lati del sovrano e lo presero per le braccia, tirandolo in piedi.
"Lasciatelo", ordinò Gareth. "Sono sicuro che Sua Maestà farà il bravo e non tenterà di scappare un'altra volta. Vero?"
"Sì", confermò Peter, a denti stretti.
"Ottimo. I cavalli ci aspettano fuori di qui."

Lord Gareth li guidò all'esterno, dove una quarta guardia si stava occupando degli animali.
"Andiamo, monti, Maestà", invitò il capo, indicando il quadrupede più vicino a loro.
Peter fece un passo avanti, ma una freccia si piantò a pochi centimetri dal suo piede; altri dardi gli sfrecciarono attorno. Si voltò nella direzione da cui provenivano, sorpreso. Non era lui l'obiettivo, nessuno avrebbe mancato un uomo grande come lui tutte quelle volte, e vide un cavallo bianco correre verso di loro, ma ancora non era riuscito a riconoscere il cavaliere.
"Che sta succedendo? Attaccate!", urlò Lord Gareth.
Quando il sovrano si voltò di nuovo verso di loro, notò che le frecce avevano formato un cerchio attorno ai cavalieri ed ora queste brillavano di una luce innaturale. Doveva esser quello che bloccava le guardie.
Intanto, i rumori degli zoccoli del cavallo bianco si erano fatti vicini.
"Andiamo!", urlò una voce che Peter non riconobbe subito, ma immaginò essere quella del suo salvatore.
"Peter, monta!, non durerà a lungo", disse ancora l'uomo, che vide essere il suo consigliere, mentre gli si fermava accanto per farlo salire dietro di sé.

"Non avevi detto che non potevi usare la magia, qui?", domandò, mentre già si allontanavano.
"L'ho detto, e ora vi ho detto che non durerà a lungo, benché sia uno degli incantesimi più potenti che conosca", rispose il giovane, "ma in realtà non ero nemmeno certo che avrebbe funzionato per un attimo."
"Nael", disse soltanto il Re, il tono indefinito, ma non poté finire la frase che sentirono altri cavalli dietro di loro.
"Accidenti, è già finito", borbottò il mago. "Maestà, spero sappia ancora usare una spada, nonostante il periodo di inattività forzata", lo provocò, estraendo dalla fodera al proprio fianco l'arma e passandola al Re.
"Puoi scommetterci", assicurò lui, una volta saldata la presa sull'elsa, aprendo il braccio in un fendente per parare l'attacco che stava per arrivare alle sue spalle.
Quel movimento lo fece sbilanciare e rischiò di cadere.
"Reggiti, però!", urlò il mago che non poté evitare una leggera risata.
"Non è così semplice!", replicò il sovrano, impedendo che un secondo guerriero ferisse Nael.
"Beh, spero resisterai almeno qualche altro istante, giusto per recuperare un po' d'energia", disse il ragazzo.
"Ce la posso fare", assicurò Peter, tirando un calcio al cavallo alla sua sinistra, proprio mentre il suo cavaliere stava levando la propria arma verso di loro, e infilzando l'uomo alla sua destra, che cadde a terra con un tonfo, mentre il cavallo su cui si trovava si allontanò in libertà.
Il Re vide Lord Gareth e altri tre cavalieri che stavano per raggiungerli. Prese la spada con la mano sinistra e si sgranchì le dita dell'altra prima di tornare a impugnare l'arma con la destra, mentre Neal faceva rallentare il loro cavallo e si voltava verso i loro inseguitori.
"Ci penso io, ora", disse il mago e alzò una mano davanti a sé, mormorando parole incomprensibili al sovrano. Pochi istanti e un muro di fuoco apparve tra loro e i cavalieri, espandendosi con il movimento della mano del suo evocatore.
"Questo ci darà il tempo di arrivare a Whalyon", assicurò prima di ripartire in direzione del castello.

***

Quando arrivarono alle porte del regno, le guardie li guardarono stupiti per un attimo poi li fecero passare, festanti. I cittadini furono altrettanto contenti e urlarono di gioia e si inchinarono al loro passaggio.
Arrivati ai piedi del palazzo, Peter vide sua moglie attenderlo con le lacrime agli occhi e scese velocemente dal cavallo. In un attimo le fu accanto e l'abbracciò.
Ancora non aveva idea di quanto tempo era stato prigioniero con esattezza; gli sembrava un'eternità, anche se non poteva essere stato più di qualche settimana al massimo, dato che era ancora inverno.
"Sono qui", sussurrò contro l'orecchio di Elizabeth, che aveva preso a singhiozzare più forte tra le sue braccia, e accarezzandole i capelli.
"Avevo paura che Nael non ce la facesse", gli confidò.
"È tutto a posto ora", disse il re, guidandola all'interno.

La mattina dopo, Peter e Elizabeth stavano facendo colazione quando bussarono alla porta.
"Avanti", invitò il sovrano.
Nael si affacciò sorridente. "Mi avevate fatto chiamare?"
"Sì", rispose la regina, "vieni a fare colazione con noi."
Il mago fece un inchino e si avvicinò, prendendo posto a fianco del sovrano e davanti alla sua consorte.
"Il re vorrebbe sapere cosa è successo", cominciò la Regina. "Ho pensato che fossi la persona più indicata a raccontare con esattezza i fatti."
Nael sospirò ed annuì. "Mi dispiace, Peter."
L'uomo lo guardò perplesso e il suo consigliere trattenne un nuovo sospiro. "E' colpa mia."
"Nael", lo interruppe Elizabeth, indulgente, "dovresti limitarti a raccontare i fatti così come sono avvenuti e lasciare i giudizi a dopo, e a discrezione del nostro sovrano."
"Elizabeth ha ragione", disse Peter, prendendo la mano di sua moglie, "anche perché ancora non ho capito nulla."
"Va bene", disse il mago. "Il mendicante che arrivò al castello dieci giorni fa era stato mandato da Vincentius per attirarti lontano dal castello."
"Aspetta... Vincentius? Non era morto?" domandò il re.
"Così credevano tutti", rispose Nael. "Ti ha rapito per causa mia", continuò, anticipando la domanda successiva.
"Perché?"
"Una volta gli ho portato via qualcosa a cui teneva. Ma non posso più ridargliela oramai."
"Perché?"
"Non ce l'ho. Non ce l'ho mai avuta, in realtà."
Peter sospirò e poi si portò una mano alla testa. "Ma cosa c'entrava Lord Gareth? Perché lavorava per lui?"
"Il perché non lo so, ma per il cosa... era il suo messaggero; è stato uno dei suoi scagnozzi che, dopo averci attaccato nel bosco, il giorno che sei stato rapito, mi ha detto che l'obiettivo ero io, e che avrei ricevuto istruzioni."
Nael bevve dalla tazza che gli era stata portata. "Quando mi ha detto cosa voleva in cambio della tua vita sono entrato nel panico. Non sapevo cosa fare e l'unica idea che ho avuto è stata quella di prendere tempo, in modo da elaborare un piano per salvarti, sperando che mantenessero la parola.
"Ma Vincentius è stato più furbo del normale... Quando ho chiesto di vederti per assicurarmi che eri ancora in vita ha fatto sistemare il luogo in modo da rendermi impossibile qualsiasi tentativo. Anche se ha fatto alla svelta."
"Sono stato spostato in quel luogo poco prima che tu arrivassi", disse il re.
"Oh... Allora forse pensava già ad una richiesta simile e si stava organizzando. O voleva semplicemente tenerti 'al sicuro', per ogni evenienza."
"Ha senso. Un'ultima cosa", riprese il sovrano, "dove è Vincentius ora? Cosa è successo ieri?"
"Avevo trovato quell'incantesimo, è stata l'unica cosa che mi è venuta in mente e speravo funzionasse", cominciò a spiegare. "Però dovevo anche distrarlo, così gli ho detto che avevo recuperato quello che voleva e gli ho anche fornito il luogo dello scambio."
"Come facevi a sapere che avrebbe accettato?"
"Perché lui voleva quella cosa ardentemente... e forse non pensava che avrei messo a rischio la tua vita solo per ingannarlo, sicuro che la mia magia non avrebbe funzionato e che le sue guardie fossero sufficienti."
"E invece l'hai ingannato. Non è andato nessuno da lui?"
"Troppo rischioso. Come ti ho detto, rendere qualcuno del solito aspetto di un'altra persona non è così difficile."
"Ma chi..."
"Il mendicante. I tuoi cavalieri sono riusciti a catturarlo nel bosco. Gli uomini di Lord Gareth sono andati via non appena ti hanno catturato, lasciandolo indietro."
"Perché lui? E' dalla sua parte."
"Questa è stata un'idea mia", si intromise la regina, che era rimasta ad osservarli ed ascoltarli senza intromettersi. "Nael aveva detto che bastava qualcuno per poco tempo e che, di sicuro, Vincentius lo avrebbe punito per aver fallito la missione, così nessuno dei nostri uomini sarebbe stato in pericolo."
Peter rise e baciò la mano della donna.
"Non penso però che si sia arreso...", disse il mago. "Forse è meglio se vado via da Whalyon."
"No", rispose il sovrano.
"Ma..."
"Ora che sappiamo che è ancora vivo, e quello che cerca, staremo attenti e saremo pronti se torna all'attacco."
"Non credo sia il caso", insisté Nael.
"È un ordine, questo", rispose il sovrano. "E non fare sciocchezze."
Il ragazzo abbassò la testa. "Ok... Grazie."
Peter ed Elizabeth gli sorrisero e poi ripresero a far colazione tutti assieme.


Fine.




Grazie a tutti. :) Mi rendo conto questo capitolo è stato forse un po' contorto, ma spero che alla fine sia tutto comprensibile. Se avete domande che Peter non si è fatto, anche se avrebbe dovuto, fatemele pure...
E' stato difficile, mi complico sempre la vita più del dovuto, ma volevo che il lettore avesse solo il punto di vista di Peter, senza sapere cosa stava avvenendo fuori dalla stanza... non so se è stata una grande scelta... ò.ò
   
 
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