Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PaNdArAlE    08/02/2012    1 recensioni
Di questa coppia, da parte di JK Rowling, ci e' stato dato veramente poco materiale. In questa storia racconto secondo il mio punto di vista come si sono incontrati e come hanno iniziato ad uscire insieme Percy e Penelope.
NOTA: Questa storia partecipa al "Fobie Contest" indetto da PotionFang
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Percy Weasley
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno di inizio delle vacanze, Percy e Penelope ricevettero una nota dal professor Vitious, che diceva:
 
“Il professor Silente ha reso noto che un ricco benefattore ha lasciato una vasta somma di denaro alla scuola e il Preside ha deciso di investire una parte di essa nelle biblioteche specializzate di ciascun professore. Durante le vacanze, dunque, dovrete catalogare tutti i libri presenti nella biblioteca del mio ufficio, affinché io possa domandare con certezza al Preside i titoli dei libri che desidero avere a disposizione dei miei studenti.
Confido nella vostra impeccabile organizzazione
Professor Vitious”
 
Percy decise che avrebbe mandato al professor Vitious una confezione gigante di piume di zucchero per Natale e, deciso che quella sarebbe stata la sua occasione, iniziò a vestirsi con cura; evitò tutti i maglioni Weasley, che oltre ad essere varie misure troppo grandi, aveva tutti colori vistosi che lui non si sarebbe mai sognato di scegliere, se solo fosse stato interpellato da sua madre prima che il danno fosse compiuto. Finì per l’indossare un paio di pantaloni beige con la riga nel mezzo, una camicia celeste chiaro e un gilet color avorio sporco. Pettinò i capelli e lucidò la cornice degli occhiali: era pronto. Arrivò davanti all’ufficio di Vitious con netto anticipo rispetto all’appuntamento fissato con Penelope e iniziò a camminare avanti e indietro, controllando le tasche per essere sicuro di aver ricordato tutto, girando e rigirando il nastro del pacchetto del regalo che aveva in mano fino a farlo diventare un ricciolo a cavatappi. Finalmente, come una visione, apparve Penelope in cima alle scale. Percy non poté fare a meno di notare che anche lei sembrava aver messo più cura del solito nel prepararsi: i capelli erano lucidi e cadevano in riccioli morbidi che le incorniciavano il viso, le labbra luccicavano alla luce delle candele del corridoio ed emanava un profumo leggero di una qualche fragranza fresca e piacevole.
- Ciao.
Lei arrossì.
- Ciao. Beh, Vitious ci ha sistemati per le feste, eh?
Percy si lasciò sfuggire una risatina isterica. Penelope restò a fissarlo a bocca aperta. Rendendosi conto della stranezza della situazione, lui si affrettò ad aprire la porta e decise che le cose andavano fatte con una certa velocità, perché avrebbe potuto anche perdere coraggio e non farlo più, se solo ci avesse pensato troppo!
- Senti, Penelope, mi domandavo...-
-Penny.
- Come scusa? – chiese lui, evidentemente spiazzato dall’interruzione.
- Puoi chiamarmi Penny. I miei amici mi chiamano tutti così... Penelope è troppo lungo, sai, e penso che ormai siamo abbastanza... vicini, che tu possa chiamarmi Penny. Se vuoi ovviamente.
Lui scosse la testa, leggermente confuso, e disse
- Penny. Ok. Tu puoi chiamarmi Percy. I miei amici, la mia famiglia, tutti mi chiamano Percy. Va bene?
Lei trattenne un sorriso.
- Va bene. Continua, dicevi?
- Allora, - iniziò di nuovo lui, con l’aria di un uomo che sta per prendere un toro per le corna, letteralmente – Mi chiedevo se ti andasse di... beh, scambiarci i regali.
La faccia di Penny s’illuminò come un albero di Natale.
- Si! Assolutamente, certo! Inizia tu: il mio regalo ce lo hai già...
Percy rigirò il pacchetto rosso tra le mani. Con delicatezza ed attenzione slegò prima il nastro, poi tolse il Magiscotch dai lati e infine svolse la carta, facendo attenzione a non rompere nulla. La maggior parte di coloro che lo conoscevano trovavano snervante il suo modo di aprire i pacchetti, desiderando quasi che li strappasse in mille pezzi come fanno tutti, ma non Penny: lei trovava rilassante la sua metodicità, la sua compostezza, la metteva a proprio agio.
Quando Percy si ritrovò tra le mani una lunga striscia di lana rossa con i bordi gialli e una scritta che diceva “Percy il Prefetto”, per poco non scoppiò a ridere.
- Ti piace? – chiese Penny, rossa quasi come la lana della sciarpa. – La ho fatta io, per questo non è perfetta, ma... pensavo potessi trovarla divertente...
- E’ bellissima, davvero! – Percy si avvicinò leggermente, per lasciarsela mettere al collo, e lei fece attenzione a toccare la pelle calda del collo il meno possibile con le mani fredde.
- Speravo quasi di strapparti un’altra risata...- disse lei in un soffio, i loro volti così da lasciarli specchiare l’uno nelle lenti dell’altra.
Fu così che successe, di nuovo; lui scoppiò a ridere e lei, non resistendo alla vicinanza creata da lui stesso, il suono della risata che non vedeva l’ora di sentire di nuovo e tutti gli incoraggiamenti che lui le aveva dato negli ultimi minuti... si avvicinò quel poco che mancava e posò le labbra sulle sue.
Non avrebbe saputo spiegare come era successo, ma tutto d’un tratto si ritrovò scaraventata in terra, Percy dall’altro lato della stanza che tremava ed emetteva suoni incoerenti, il sudore che colava copioso lungo il collo, il petto, le braccia e il battito cardiaco che si sentiva anche a tre metri di distanza.
- Non riesco a capire... di nuovo? Come mai? Io...
Penny stava per mettersi a piangere, e non sembrava che Percy fosse in grado di tornare in sé tanto presto, quindi, nel tentativo di contenere l’umiliazione, si alzò e fece per andarsene.
Era già vicinissima alla porta, quando sentì le sillabe strozzate provenire dalla gola di Percy.
- Ferma....no... gocce...tasca... non...andare... prego....
Penny si fermò, interdetta. Si avvicinò con cautela al Grifondoro tremante e, seguendo le indicazioni, prese un flaconcino verde scuro dalla tasca dei pantaloni.
- Hai bisogno che ti dia delle gocce? Quante?
Percy, facendo attenzione a non toccare la sua mano, prese il flaconcino e ne trangugiò un sorso abbondante. L’effetto fu quasi istantaneo: smise di tremare, di sudare e di balbettare, e riuscì a sedersi.
Penelope si sedette al suo fianco, non tanto vicino da toccarlo, ma vicino abbastanza da rendersi sicura che il battito cardiaco stesse tornando a posto e che lui stesse meglio.
Percy la guardò negli occhi e, ansimando leggermente, come se avesse corso a lungo, disse:
- Scusa.
- Non devi chiedermi scusa, solo che... vorrei riuscire a capire... sono confusa, pensavo che...insomma...io e te...
- Si, anche io! Cioè, il fatto è che... mi piaci, Penny, davvero tanto.
- Anche tu! Allora...qual e’ il problema? Perché ogni volta che ti bacio... succede questo?
- Io... devo confessarti una cosa... soffrodisarmasofobia!
-  Come?
-  Soffro-di-Sarmasofobia.
- E che cosa sarebbe?
Percy si lasciò cadere la testa tra le mani e iniziò a spiegarle.
- La Sarmasofobia è la paura dei giochi amorosi; in alcune persone si manifesta in modo lieve, solamente quando sono... insomma, a letto con qualcuno. In altre persone, si manifesta in modo grave, e comprende tutto: baci, carezze, massaggi, ogni forma di contatto intimo. – si lasciò sfuggire un sospiro pesante – Generalmente, è presente nelle donne, molto raramente negli uomini. Ed io ne ho una forma molto pesante. – Alzò il viso per guardarla negli occhi, e lei vide che i suoi erano lucidi di lacrime.
- Ogni contatto mi fa venire un attacco di panico, ansia, sudore, tachicardia... non riesco a parlare, non riesco a muovermi, sono come paralizzato! Questa pozione che mi ha dato Piton neutralizza i sintomi per qualche ora, ma non ho mai sentito parlare di una cura. Non posso chiedere a nessuno di sottoporsi a tutto questo al mio fianco...
- Non dire idiozie. – gli prese il mento tra le mani, approfittano dell’effetto della pozione, per non fargli abbassare lo sguardo. – Mi piaci davvero tanto, Percy Weasley. E io non sono una ragazzina svanita che al primo accenno di difficoltà, molla e torna indietro. Mi piacciono gli ostacoli, perché lavoro sodo per superarli. E, se tu lo vuoi, lavorerò al tuo fianco per superare o anche solo per convivere meglio con questa tua fobia!
Percy non osava quasi credere alle sue orecchie. Non aveva mai sperato di trovare qualcuno che potesse capire la sua fobia, figuriamoci accettarla! Ed ora, l’unica ragazza verso la quale avesse mai provato dei sentimenti, si mostrava la persona più coraggiosa e comprensiva che avesse mai incontrato! Preso dal coraggio che il discorso di lei gli aveva infuso, la prese tra le braccia.
- Mi sono fatto dare questa pozione, e ne ho presa una dose abbastanza forte, per poterti fare il regalo più importante che io possa dare ad un’altra persona.
Lentamente, come se non fosse sicuro delle proprie azioni, la attirò a se e la baciò; prima leggermente, con le labbra socchiuse, poi con passione, accarezzandole la bocca con la lingua, togliendole piano il respiro.
Si staccò da lei con dolcezza, quel tanto che basta per guardarla in viso, oltre le lenti appannate degli occhiali.
- Buon Natale, Penny.
- Buon Natale, Percy- e sorrise tra le due lacrime traditrici che scivolavano lentamente sulle sue guance. Lui le asciugò con due piccoli baci, proprio sulle fossette che aveva tanto ammirato da lontano. E lei lo strinse forte a sé, sapendo che avrebbe dovuto lasciarlo andare fin troppo presto.
 





***Nda*** La Sarmasofobia e' ovverosia paura dei giochi amorosi, quali carezze, baci, massaggi, contatti intimi che precedono o integrano l'atto sessuale. In alcuni casi puo' essere cosi' sviluppata da rendere quasi impossibile per la persona vittima di questa fobia il contatto diretto con la persona che ama. 







  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PaNdArAlE