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Autore: keytvd    11/02/2012    7 recensioni
Questa fanfiction vede come protagonisti Damon, Stefan ed Elena e parte dalla fine della 3x14.
La storia di TVD, gli originari, sacrifici vari ecc. farà solo ed usclusivamente da sfondo alla storia, non mi occuperò di Klaus e co. ma solo di questo triangolo amoroso.
Elena deve affrontare i suoi sentimenti per i fratelli Salvatore, e questo la porterà inevitabilmente ad una scelta.
Questa finction è ad impronta Delena, ve lo dico già, ma essendo appunto un triangolo vedrete anche molto Stelena.
Dal #1 capitolo
"Muoio ogni volta che i tuoi occhi mi guardano, lo capisci? Se ami Stefan, se è vero che vuoi solo lui, allora spiegami perchè ti sento fremere ogni volta che ti sfioro" disse e mi accarezzò un fianco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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THE HARDEST CHOICE

Questa fanfiction vede come protagonisti Damon, Stefan ed Elena e parte dalla fine della 3x14.
La storia di TVD, gli originari, sacrifici vari ecc. farà solo ed usclusivamente da sfondo alla storia, non mi occuperò di Klaus e co. ma solo di questo triangolo amoroso.

Elena deve affrontare i suoi sentimenti per i fratelli Salvatore, e questo la porterà inevitabilmente ad una scelta.

Questa finction è ad impronta Delena, ve lo dico già, ma essendo appunto un triangolo vedrete anche molto Stelena.




Capitolo 1

-Pov. Elena-

Mi svegliai di soprassalto con la fronte intrinsa di sudore. Non riuscivo a ricordare il sogno che mi aveva turbato, ma sentivo una strana sensazione d'angoscia addosso.

Guardai la sveglia sul comodino che segnava le 6.00, rimettersi a dormire non aveva senso, di certo non avrei ripreso sonno, così mi alzai dal letto trascinandomi in cucina per una buona colazione, era quello di cui avevo bisogno.

La casa sembrava terribilmente vuota da quando Jeremy se n'era andato, a questo si era aggiuta la mancanza di Alaric che era ancora ricoverato in ospedale, ma mi resi conto che quella mattina ciò di cui sentivo di più la mancanza era il buongiorno di Damon.

Aveva preso l'abitudine negli ultimi tempi di passare per darmi il buongiorno, accompagnato da una buona brioche al cioccolato, come piaceva a me.
Sapevo per certo che quella mattina non avrei visto nè la mia brioche, nè tantomeno lui.
L'avevo fatta veramente grossa, non so nemmeno io da dove mi erano uscite quelle parole, di certo avevo lasciato il cuore a casa.
Damon mi aveva detto ancora una volta che mi amava e io di risposta gli avevo detto che era un problema. Ma cosa mi diceva la testa?

Lasciai la tazza di caffè e corsi a cambiarmi, dovevo correre da lui e chiedergli scusa, almeno questo glielo dovevo.
I miei sentimenti erano così contrastanti, non ero di certo pronta a rispondergli che lo amavo anch'io, ma la domanda era: non ero pronta a dirglielo o non ero pronta ad ammettere a me stessa che ciò che provavo per Damon non era semplice affetto?

Dopo meno di venti minuti ero davanti casa Salvatore, era ancora presto, ma tanto i vampiri non avevano bisogno di dormire, e le mie scuse non potevano aspettare.

Bussai alla porta nonostante avessi le chiavi e dopo un po' qualcuno mi aprì.

La faccia di Stefan cambiò espressione quando mi vide.

"Che ci fai qua?" chiese rimanendo davanti all'ingresso, quasi non volesse farmi entrare

"I-io" mi schiarii la voce "devo parlare con Damon"

"Non c'è" disse velocemente

"Come non c'è, Stefan?"

Era impossibile che Damon non fosse a casa, soprattutto a quell'ora. Cosa mi stava nascondendo Stefan?

Lo sentii deglutire rumorosamente

"Elena non è il momento questo, credimi"

Lo guardai perplessa, non avevo fatto quella strada per niente, volevo parlare con Damon e l'avrei fatto.

"Fammi passare" lo urtai volutamente ed entrai dentro casa incamminandomi verso le scale che portavano alla camera di Damon

"Elena fermati" Stefan mi si parò davanti velocemente

"Che c'é?" urlai

Ero ancora nervosa per la nostra conversazione della sera precedente.

Stefan rimase in silenzio per qualche istante poi si fece da parte

"Fa come ti pare" disse.

Salii gli ultimi gradini quasi timorosa, il comportamento di Stefan era troppo strano.

Mi trovai davanti la porta della camera di Damon, stavo per aprirla, quando dall'interno qualcuno fu più veloce di me.

Tutto mi sarei aspettata tranne quello che mi si parò davanti agli occhi.

Rebekah assunse un'espressione sorpresa quando mi vide, ma mai stupita quanto la mia.

Dopodichè mi sorrise soddisfatta e in quel momento anche Damon la raggiunse alle spalle e sbarrò gli occhi.

"Elena" disse

Sentii la gola ardere, deglutii un paio di volte per riuscire a dire qualcosa ma le parole sembravano bloccate chissà dove.

Sentivo solo un fastidioso dolore al centro del mio petto, ma che diavolo mi stava succedendo?

"Scusate" dissi voltandomi.

Corsi velocemente giù dalle scale, ignorando anche la voce di Stefan

"Elena" mi chiamò un paio di volte ma io sbattei la porta alle mie spalle ed uscii da quella casa.

Salii in macchina e presi un paio di respiri profondi.
Rebekah e Damon. Damon e Rebekah, insieme.
Avrei reagito allo stesso modo se l'avessi trovato insieme ad'un alltra donna, una qualsiasi?

Non volevo ammetterlo a me stessa, cercavo di pensare che il fastidio che sentivo era dovuto solo al fatto che Damon era stato con la donna che voleva uccidermi, ma la realtà era ben diversa, avrei odiato chiunque avesse fatto l'amore con lui.

Percorsi la strada che portava di casa più velocemente di quanto fosse consentito dalla legge, ma una multa per l'alta velocità era l'ultimo dei miei pensieri.

Entrai in casa e corsi in camera mia, avevo bisogno di una doccia ghiacciata o non mi sarei calmata.


Aprii la porta della mia stanza e mi bloccai di colpo

"Che ci fai qua?" dissi vedendo Damon seduto sul mio letto.

Si alzò in piedi e si avvicinò a me

"Sei corsa via come una furia" disse, ma io abbassai lo sguardo e mi allontanai da lui

"Non volevo disturbare" dissi pungente

"Rebekah stava andando via" rispose e mi voltai di scatto

"Damon seriamente, che diavolo vuoi da me? Torna a casa"

Il vampiro si avvicinò ancora, ma lo vedevo timoroso, in altre circostanze mi avrebbe preso il viso tra le mani, l'aveva fatto così tante volte che oramai ero quasi abituata a quella reazione, l'unica cosa a cui non riuscivo ad abituarmi era il mio cuore che minacciava di uscire dal petto ogni qualvolta lui mi si avvicinava così.

"Perchè sei venuta a casa stamattina?" chiese puntando i suoi occhi nei miei

"Non ha importanza" dissi voltandomi.

Iniziai a rifare il letto sfatto dalla notte, qualsiasi cosa andava bene pur di evitare il suo sguardo.

Prima che potessi fare qualsiasi cosa però lui mi prese un polso e mi obbligò a voltarmi

"Per me ha importanza" disse perforandomi l'anima ancora una volta col suo sguardo

Presi un lungo respiro. Perchè mi faceva questo?

"Damon seriamente non ho voglia di parlare, ok?" feci per allontanarmi ma mi tirò a se nuovamente

"La vuoi smettere? Perchè ti stai comportando così?" disse usando un tono di voce più alto

"Io non mi sto comportando in nessun modo Damon!" urlai e con uno strattone mi allontanai da lui.

Come potevo giustificare la mia reazione a lui quando non sapevo nemmeno spiegarla a me stessa?

"Perchè sei venuta a casa stamattina?" Disse ancora parandosi davanti a  me e intrappolandomi i polsi con le mani "Non ti mollo finchè non me lo dici"

"Perchè volevo scusarmi per quello che ti ho detto ieri!" urlai "ma oramai non ha più importanza" dissi

Sbarrò gli occhi "Perchè non ha più importanza?"

Rimasi in silenzio, non sapevo più che dire.

Damon mi lasciò libera e si allontanò da me in silenzio. E ora perchè si comportava così? Che avevo detto?

"Damon..." sussurrai

"Elena non so più che fare con te!" sbottò guardandomi pieno di... rabbia?

"Che vuoi dire?"

"Non posso sentirmi in colpa per essere andato a letto con un'altra donna, lo capisci? Io non ti ho tradito, noi due non stiamo insieme!" urlò e i miei occhi iniziarono a pizzicare fastidiosamente. Non dovevo piangere davanti lui, non potevo.

"Infatti non devi sentirti in colpa!" urlai anch'io

"Ma lo faccio! E non va bene Elena, tu ami Stefan, non me, Stefan! E io non posso continuare ad amare una donna che non mi vorrà mai"

Rimasi in silenzio, lasciandomi aggredire dalle sue parole

"Damon mi dispiace, non sarei dovuta venire a casa tua oggi"

"Già, non saresti dovuta venire perchè sono stato bene questa notte Elena, ho fatto sesso con una donna spegnendo completamente i miei sentimenti, ho solo seguito i miei istinti da uomo e stamattina sei arrivata tu, a ricordarmi, come un promemoria, che prima o poi i conti con i miei sentimenti devo farli, non basta una notte di sesso per dimenticare chi amo!"

Mi persi a guardare i suoi occhi cristallini che sembravano brillare ancora di più quando era arrabbiato.

"Non so che dirti, Damon" sussurrai

"Non dire niente, ti chiedo solo di lasciarmi in pace se non pensi di potermi dare ciò che voglio, poni fine alla mia sofferenza, lasciami vivere la mia vita Elena!"

Le sue parole mi colpirono in pieno petto e questa volta non potei fare a meno di lasciare che le lacrime si impadronissero dei miei occhi

"Damon io non voglio perderti" dissi piano, quasi timorosa

"Devi, perchè tu ami Stefan, e sarà sempre così, e io sono stufo di essere la seconda scelta di tutti" le sue parole erano piene di rancore.

Come potevo fargli questo? Chi ero io per essere l'artefice del suo dolore?

"Va bene, non ti darò più fastidio, sparirò dalla tua vita se è questo che vuoi"

"Non puoi sparire dalla mia vita, non essere stupida. Semplicemente smettila di illudermi, smettila di guardarmi così!" disse

"Io non ti guardo in nessun modo" urlai

Damon si avvicinò pericolosamente a me, sentivo i suoi respiri solleticarmi il volto

"Muoio ogni volta che i tuoi occhi mi guardano, lo capisci? Se ami Stefan, se è vero che vuoi solo lui, allora spiegami perchè ti sento fremere ogni volta che ti sfioro" disse e mi accarezzò un fianco.

Si portò dietro di me e appoggiò il suo viso sul mio collo "Io ti sento fremere ogni volta che i nostri corpi hanno un contatto Elena" sussurrò

Sentivo la mia lucidità farsi sempre più distante, ma non potevo illuderlo, non potevo perchè neppure io sapevo cosa volevo veramente.

"Non provo niente di più che attrazione fisica per te" dissi tutto d'un fiato, fingendo meglio di quanto avrei voluto. Sapevo che non era solo attrazione fisica la nostra.

Lo sentii irrigidirsi e immediatamente rimasi sola in quella stanza, sola con i miei pensieri.

Damon se n'era andato.


  
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