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Autore: xhio    24/09/2006    2 recensioni
Tornando a casa dopo il balletto, Angel ripensa ad una scena a cui aveva assistito il giorno prima e non riesce a smettere di pensare a Cordelia:che sentimento prova nei suoi confronti?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Vista la lunga attesa cerco di farmi perdonare con un capitolo lungo (rispetto ai miei standard), però dovete perdonarmi perchè l'italiano di questo capitolo fa veramente schifo, però voglio andare avanti con la storia e credo che anche voi lo vogliate, quindi cercate di lavorare un po' di interpretazione e un po' di fantasia, così io posso pensare al capitolo dopo! :P Ovviamente se avete problemi a capire qualche passaggio (...e non me ne meraviglierei, dato come ho scritto male!) non esitate a chiedere, sarò felice di spiegarvi meglio! ;)
I commenti sono d'obbligo, OVVIAMENTE!

CAP 8
[Per strada]
Cordelia e Fred uscirono dal cancello dell'Hyperion sotto braccio a Wesley.
In giro, sembrava non esserci nessuno. Un silenzio quasi inquietante per le strade di LA.
"Allora, signore, dove si va?" domandò il 'cavalier servente'.
Fred guardò Cordelia in cerca di una risposta.
"Non credo la città offra molte attrattive adatte a due belle e giovani ragazze come voi, a quest'ora di notte, purtroppo..."
"Già, più che altro a quest'ora sono le ragazze a fare da intrattenimento a demoni e vampiri" disse Fred, rabbrividendo alla sola idea.
"Ragazzi non siete obbligati a venire con me... Volevo solo fare una passeggiata. Tutto qui" li informò Cordelia.
"E lasciarti vagare tutta sola, con il pericolo di finire alla mercè di qualche bruto? Giammai!" fece Wes con l'aria da macho.
"Smettila di fare il cavaliere senza macchia e senza paura, Wes!" rise Fred "Dimentichi forse che Cordy è un'eroina? E poi Angel le ha insegnato a lottare, sono sicura che se la saprebbe cavare benissimo da sola!"
"Con queste parole Voi ferite il mio orgoglio virile, madamigella" continuò a scherzare Wesley.
Fred non riusciva a smettere di ridere.
Incoraggiato da quella risata così limpida, l'inglese decise di continuare:
"Volete forse dire che sono inutile in questa missione? Non posso credere che la causa a cui ho consacrato la mia vita sia vana..." continuò con aria melodrammatica.
Poi, di scatto lasciò il braccio delle due ragazze e si inginocchiò di fronte a Fred:
"Vi prego, anzi, Vi scongiuro, madamigella: ditemi che non è così, ditemi che la causa che servo non è ancora morta e che i miei servigi vi sono graditi"
Fred era praticamente piegata in due dalle risate: tanto stava ridendo che quasi le mancava il respiro.
Cordelia sorrise vedendo com'erano carini i suoi amici.
"Basta, Wes, ti prego, smettila o sveglierò tutto il quartiere..." disse Fred tra una risata e l'altra, cercando di darsi un contegno.
"Ok, come desideri" disse l'uomo tornando improvvisamente serio, scattando in piedi e riprendendola sotto braccio.
Cordelia era qualche metro avanti a loro.
"Ehi, Cordy, aspettaci!" la chiamò Wes, mentre Fred non riusciva a smettere di ridacchiare tra sè e sè.
"Passiamo per il parco?" propose Cordelia.
[Stanza di Angel e Connor]
Angel, dopo un primo attimo di depressione dovuto all'ennesimo pianto isterico del figlio di quella serata, lo aveva raggiunto nella sua stanza e adesso lo teneva in braccio cullandolo amorevolmente nella speranza di farlo addormentare, rimuginando tra sè e sè.
Non riusciva proprio a capire cosa avesse fatto di male per far arrabbiare Cordelia... Un attimo prima stavano teneramente abbracciati e lei aveva accettato di diventare la madre di suo figlio e un attimo dopo lei era infuriata con lui.
Neanche le avesse detto qualcosa di trascendentale!
O almeno non gli sembrava!
Ma valle a capire le donne!
Forse stava bluffando... possibile? Ma no! Perchè mai avrebbe dovuto? Avevano passato una serata talmente bella insieme... Ripensò all'avventura nei backstage del teatro. Ricordava perfettamente ogni minimo particolare! E quell'odore....il SUO odore... il solo pensiero ancora lo inebriava.
Probabilmente la cosa migliore da fare era aspettare la mattina seguente per chiarire il malinteso...sperando che nel frattempo lei non cambiasse idea riguardo *quella* proposta!
Ripose Connor, che intanto sembrava essersi calmato, nella culla con estrema delicatezza e si diresse verso l'armadio per spogliarsi.
Per prima cosa, cominciò a sbottonarsi la camicia, accorgendosi solo in quel momento in quali condizioni pietose l'avesse ridotta: mezza fuori, mezza dentro, tutta spiegazzata, per metà sbottonata...e probabilmente uno dei bottoni era proprio saltato! Ciononostante, la ripose sulla stampella* (Vedi nota a fondo pagina!!!) con cura maniacale, quasi avesse paura di stropicciarla, rimanendo a torso nudo. A quel punto si girò a cercare la propria giacca per trovarla esattamente dove l'aveva lanciata: in un angolo del letto. Andò a raccoglierla, spazientito di dover fare avanti e indietro per la stanza. Quando la stava per riporre, ancora una volta lo colpì quell'odore.
["Angel, caro, non ricordavo che portassi questo profumo quando sei uscito" disse con noncuranza annusando la giacca che stava per riporre nell'armadio senza apparentemente accorgersi delle conseguenze che quella frase avrebbe provocato.]
Istintivamente, senza neanche pensarci, si ritrovò ad affondare il volto nel tessuto nero per annusarlo avidamente, e, chiusi gli occhi, la mente, ancora una volta, corse velocemente all'avventura del backstage
["Angel... Io voglio che tu, che tu mi spogli subito..."]
["E' quello che vuoi?"
e la voce tremante di lei: "Beh, per favore...io..."
"Vuoi che faccia l'amore con te proprio qui?"
"Lo sai che lo voglio"
]
["Io mi sento davvero viva solo quando tu sei dentro di me"]
[Il loro primo tenero e appassionato bacio]
Angel dovette allungare un braccio e trovare sostegno nell'armadio per non vacillare.
["Questo non è andare via..."
"Va bene così"
]
[Il secondo e più 'famelico' bacio]
["Il potere di fare...questo?"
e l'espressione di piacere sul volto di lei
]
[Il semplice gesto di un dito per far scivolare giù la spallina del vestito, e la visione di lei in tutto il suo splendore...]
Angel appoggiò anche la fronte all'anta chiusa dell'armadio, quasi sfiancato da quei ricordi così piacevoli...
[La sua pelle così morbida]
[Il suo seno così bello]
[La sua pancia così piatta]
[I suoi fianchi così dannatamente femminili]
[Ma soprattutto il suo respiro affannoso sotto di lui...]
Angel, riscuotendosi da quei pensieri, sentì mancarsi l'ossigeno e, aprendo gli occhi di scatto, fu costretto a prendere una boccata d'aria.
Ancora boccheggiante, fece leva sull'armadio per girarsi (operazione che sembrò costargli una fatica enorme) e scivolò con la schiena contro l'anta, fino a ritrovarsi seduto per terra, con la schiena appoggiata all'armadio e le gambe raccolte contro il petto.
Appoggiò la testa all'indietro cercando di poter tornare a fare a meno di respirare.
"Cordy..." sospirò.
Sembrò rifletterci un attimo sopra, dopodichè si alzò risoluto: doveva scusarsi quella sera stessa!
[Per strada]
Nel frattempo Cordy, Fred e Wes avevano finito di attraversare il parco, notando con piacere che era da poco stato risistemato: le aiuole erano ben curate, l'erbetta cresceva rigogliosa, l'illuminazione era ottima ed erano state messe persino un paio di fontane!
Per una città come Los Angeles poteva definirsi un lusso, un parco come quello.
Effettivamente, quello era uno dei quartieri meno malfamati della city.
Casa di Cordelia non era molto distante.
A proposito, Cordy camminava sempre qualche metro avanti, mentre Fred e Wes la seguivano a breve distanza, chiacchierando del più e del meno. Più di roba da intellettuali, a dire il vero, e infatti la povera Cordy aveva rinunciato già da un po' a seguire i loro ragionamenti, però era contenta di aver, anche se inconsciamente, dato loro la possibilità di passare un po' di tempo insieme. E al tempo stesso le stavano lasciando tutto il tempo che le serviva per rimuginare sui suoi pensieri: aveva accettato l'impegnativa proposta di Angel talmente velocemente che quasi se n'era spaventata. Da un lato era entusiasta alla sola idea, ma una vocina maligna dentro di lei le continuava a ripetere che non era possibile che andasse tutto bene...la storia del 'e vissero tutti felici e contenti' era passata di moda da un bel pezzo, ormai! E poi Angel non *poteva* essere felice. Non del tutto, comunque...
"Non credevo che quel DrugStore fosse ancora aperto a quest'ora di notte" la voce di Wesley la riscosse dai suoi pensieri.
"Sinceramente neanche io" mentì Cordelia "...che ne dite di farci un giro?"
"Io ci sto!" approvò Fred entusiasta.
"Bene, signorine, lasciate che vi scorti, allora" si offrì ancora una volta il buon Wesley.
Cordelia allungò il passo in modo da frapporre ancora più distanza tra lei e gli amici, cosicchè non potessero vederla precipitarsi verso il reparto 'farmacia'.
[NdA: in America anche i negozi di questo tipo possono vendere i medicinali di uso comune, tipo l'aspirina, ecc., ma Cordelia non aveva messo in conto che il medicinale che stava cercando lei NON è di 'uso comune']
Già stava scorrendo gli scaffali con lo sguardo quando sentì i suoi amici entrare.
"Cordy ma che fretta c'è?"
La ragazza non rispose per non farsi trovare, in modo da avere un po' di tempo in più per completare indisturbata la sua ricerca, ma, non trovando quello che cercava, delusa, si affrettò ad afferrare uno dei giornali dal vicino scaffale per accampare una scusa vagamente credibile.
"Cordy?" chiamò ancora Fred.
Cordelia spuntò loro davanti con in mano l'ultimo numero di Vanity Fair che sbatteva in prima pagina una foto dell'affascinante Tom Cruise insieme alla nuova fiamma Katie Holmes.
"Cioè, vi rendete conto?!? Prima con quell'insipida della Cruz, orribile a mio giudizio, adesso con questa ragazzina sfacciata!!! Quando si troverà una donna alla sua altezza, il povero Tom?!? Gli ho già lasciato il mio numero di cellulare, non credo di doverlo pure chiamare io, non trovate? Quando deciderà che vorrà avere una storia seria mi chiamerà lui...giusto?" inveì sventolando il giornale sotto i loro nasi.
"Personalmente, tra le tante, preferivo la Kidman. Era quella che più si avvicinava alla sua caratura morale" ribattè serissimo Wesley "...anche se era più alta di lui!"
"Come osi?!? Tom NON E' basso!!! E' quella montata che si metteva tre metri di tacco per sembrare più alta e sminuirlo! Finiamola di dar adito a queste leggende metropolitane circa la sua statura! E' alto un metro e settantadue, ESATTAMENTE come me, quindi è ovvio: siamo fatti l'uno per l'altra!" lo difese Cordelia.
Fred guardò le sue scarpe, riferendosi evidentemente ai suoi 10cm di tacco.
[NdA: Vi ricordo che Cordelia indossa ancora l'abito da sera, così come Wesley, che però si è tolto il papillon. Fred, invece, si era già cambiata all'albergo]
"Sarei disposta ad andare in giro anche scalza, per lui!" le rispose, sprezzante, Cordy.
La messinscena era riuscita: non sembravano sospettare di nulla.
Continuarono a girare per il negozio per una ventina di minuti, commentando sull'uno o sull'altro prodotto, dopodichè si avviarono finalmente verso casa di Cordelia.
[Davanti casa di Cordelia]
"Casa casetta, finalmente!" esclamò Cordy. Poi, improvvisando uno stiracchiamento, aggiunse:
"Era ora! Sono stanchissima, questa passeggiata mi ha massacrato! Come se non avessi avuto una giornata già abbastanza sfiancante!"
"Esagerata! E' stata piacevole, invece..." disse Fred guardando timidamente Wes.
"Grazie per avermi accompagnato, ragazzi, siete stati veramente molto gentili"
"Figurati, cara: lo sai che non ti avrei mai lasciato andare da sola, con tutti i pericoli che ci sono in agguato dietro l'angolo..."
"A proposito: fate attenzione a tornare indietro; io lascio il cellulare acceso, fatemi uno squillo quando arrivate all'albergo"
"Va bene, sarà fatto"
"Buonanotte. A domani!"
"'Notte"
Cordelia infilò le chiavi nella toppa ed entrò. Subito, Dennis le accese la luce dell'ingresso.
"Aspetta Dennis, non accendere quella in salotto!" lo prevenì lanciando borsa e giornale sul divano.
Fred e Wesley aspettarono che ebbe richiuso la porta e si avviarono senza nessuna fretta verso l'Hyperion.
Cordelia scostò un poco una tenda del salotto per spiarli mentre si allontanavano. Quando furono abbastanza lontani, riprese la propria borsa e si avviò verso l'uscita senza nemmeno cambiarsi d'abito.
"Non preoccuparti, Dennis, torno tra pochissimo!"
E così dicendo chiuse la porta e si avviò nella direzione opposta a quella dove erano andati i suoi amici, alla volta della farmacia più vicina.
Trovandola aperta, la ragazza fece un sospiro di sollievo: il caso aveva voluto che proprio quella farmacia fosse di turno quella notte.
Si fermò un attimo, inspirò profondamente, e poi entrò.
Dall'altro lato della strada, Angel la osservò sparire dietro la porta a vetri per dirigersi verso il bancone e decise di non turbare la sua privacy: l'avrebbe aspettata lì fuori.
Il vampiro aveva ripercorso a passo svelto tutto il tragitto della passeggiata dei suoi amici, seguendo l'odore di Cordy, che ormai aveva imparato a riconoscere fin troppo bene, evitando accuratamente di farsi vedere da Fred e Wesley, mentre tornavano indietro. Prima di uscire, inoltre, si era anche cambiato d'abito: sotto l'immancabile giacca nera di pelle, una maglia di lana grigia a maniche lunghe e un paio di Levi's neri. Classico, ma sempre cool. Sul petto aveva la tracolla per neonati nella quale aveva sistemato Connor, che, tutto bardato nella sua tutina, se ne stava finalmente buonino con il suo ciuccio in bocca.
[Dentro la farmacia]
"Certo, signorina, che lo abbiamo: mi dia solo un attimo" disse la commessa in tono gentile scrutando con estrema attenzione gli scaffali pieni di medicinali alle sue spalle.
"Eccolo qui!" esclamò infine estraendo una scatolina dal terzo ripiano e porgendoglielo.
Cordelia era alquanto imbarazzata, era la prima volta che si trovava a comprare una cosa del genere.
"Bene..." si rigirò la scatolina tra le mani senza poterne trarre maggiori informazioni.
"Come funziona?" domandò imbarazzatissima.
"Allora, innanzitutto le devo chiedere se lei è la madre biologica del bambino, oppure il bambino che vuole allattare non è suo..."
"Ehm...la seconda" ammise mentre il colorito delle sue guance passava da un lieve rossore al violaceo.
"Non capisco. Mi sono sempre chiesta cosa possa spingere una donna ad allattare un bambino non suo... Un favore alla madre? Amore verso il padre? Sequestratrice di neonati?" cercò di scherzare la commessa.
"La madre...biologica...è morta"
"Oh. Mi perdoni"
Da quando lei non lo faceva più, Cordelia aveva sviluppato una grande antipatia per le persone che volevano farsi i fatti altrui a tutti i costi.
"Dunque, come dicevo: nella scatola ci sono 10 pasticche. La prima fase del trattamento dura 5 giorni. Anche se già al terzo dovrebbe essere in grado di allattare. Ne deve ingerire una subito dopo pranzo ed una subito dopo cena. A stomaco pieno, s'intende! Però la devo avvertire che, nel suo caso, non è detto che questo tipo di trattamento sia efficace al 100%, potrebbe volerci un intervento diverso, leggermente più 'deciso'..."
...
Effettuato l'acquisto, Cordelia uscì dalla farmacia senza staccare gli occhi dalla scatoletta sapientemente incartata che ora giaceva dentro la sua bustina. Il primo passo era fatto e questo la sollevava e la preoccupava al tempo stesso.
Arrivata al ciglio del marciapiede, prima di attraversare, alzò lo sguardo per controllare se arrivassero macchine e fu allora che lo vide: fermo sul marciapiede dall'altro lato della strada, che la fissava. Era bellissimo come sempre nella sua giacca di pelle nera, tuttavia con quella coloratissima e appariscente tracolla per neonati in bella mostra la parola che più gli si addiceva era 'buffo'. Al pensiero che forse aveva un po' esagerato con l'eccentricità dei colori quando gliel'aveva regalata e che, nonostante questo, lui la stesse usando, un sorriso a 32 denti si stampò sul volto di Cordelia.
Anche Angel abbozzò un sorriso, un po' incerto su come interpretare quel 'segno' da parte di lei, ma ben presto tutto fu chiaro: Cordy attraversò di corsa la strada e gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo forte forte.
TO BE CONTINUED

* = piccolo chiarimento sul termine "stampella". Per me la parola "stampella" indica sia il singolare di quelle che in italiano vengono chiamate grucce (plurale = stampelle), che servono a chi è zoppo, o momentaneamente infermo, ad aiutarsi a camminare ma indica anche e soprattutto quegli utensili(?) fatti di legno e ferro (o anche solo di plastica. O anche solo di fil di ferro. oppure di plastica e ferro.... boh, vabbe, cmq il materiale non conta!) dotati di una specie di uncino nella parte superiore che servono a riporre i vestiti negli armadi senza doverli piegare o stropicciare. Ovviamente nel contesto in cui la parola è stata usata in questo capitolo, il significato era questo, ma siccome so che in varie parti d'Italia le chiamano in maniera molto differente, ho ritenuto doverosa e necessaria questa nota. Ditemi se vi è servita!

  
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