Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Vahly    24/09/2006    4 recensioni
Chi è eve? E come mai ad Harry ricorda così tanto qualcuno? Yaoi, Harry-Draco, + altre coppie
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

An angel from the sky
Chap 20 – Natale a Malfoy Manor 1° parte


Draco scese dalla carrozza, ed assieme ad Eve camminò verso il castello. Suo padre non era andato a prenderlo, cosa che in effetti si aspettava.
I due ragazzi camminarono in silenzio, ognuno assorto nelle proprie preoccupazioni e nei propri pensieri: sebbene non lo volessero dare a vedere, erano entrambi di pessimo umore e turbati da quello che sarebbe potuto accadere.
Draco non ne aveva voluto parlare con Harry, perché pensava fosse troppo presto, tuttavia cominciava a chiedersi se forse non sarebbe stato più giusto farlo… Quando arrivarono davanti al portone d’ingresso, Eve chiese a Draco:
– Tutto a posto?
Lui annuì, poco convinto, ma non disse nulla. Si limitò a bussare, e ad attendere che un elfo domestico aprisse la porta.
Ben presto furono entrambi fatti entrare, e lasciati cappotti e bagagli al piccolo Kreaky, uno degli elfi di famiglia, si recarono nel salone, dove trovarono Lucius ad accoglierli.
– Dov’è mia madre?
Chiese Eve, un po’ titubante, dopo aver abbracciato il padre.
– Oh, lei non credo verrà. Mi ha mandato una lettera in cui mi ha spiegato che ha davvero troppi impegni, e non le è possibile venire fin qui. Ho provato convincerla, ma non è servito a nulla...
– Oh… A me non ha detto niente…
Mormorò la ragazza, un po’ delusa.
– Ma non preoccuparti, la rivedrai presto.
Rispose l’uomo.
In quel momento, Draco ebbe una brutta sensazione, come un brivido che gli scorreva lungo la schiena, ma tentò di non farci caso. Non troppo, almeno. I due fratelli si recarono poi nelle rispettive camere, per cambiarsi e prepararsi per il pranzo. Ma Draco cercò di fare il più velocemente possibile, per poi andare a cercare il padre, che trovò nel suo studio.
Il ragazzo bussò, nonostante la porta fosse aperta, per avvisare il padre della sua presenza. Quest’ultimo, con aria di sufficienza, senza nemmeno alzare lo sguardo dalle carte che stava leggendo, biascicò
– Ti avevo notato, Draco, ma mi aspettavo che tu parlassi. A cosa devo tanto attaccamento nei miei confronti?
– Perché la madre di Eve non è qui con noi?
Chiese Draco senza esitazioni.
Lucius finalmente alzò lo sguardo, per rivolgerlo al figlio.
– Non credo tu sia nella condizione di lamentarti di qualcosa, figliuolo.
Draco gli rivolse uno sguardo rabbioso.
– Allora ammetti che è colpa tua se non è venuta!
– Io ti avevo avvertito, Draco. E poi è ancora viva, se è questo che ti preoccupa.
– Lo spero bene.
– Piuttosto, non ho ricevuto alcuna tua lettera di conferma per l’esecuzione del compito che ti avevo assegnato… ne deduco che tu non sia riuscito a portarlo a termine. O sbaglio, forse?
– Potter è difficile da avvicinare, ed inoltre non si fida di me.
– Ma di Eve sì.
– Non possiamo coinvolgerla.
Lucius gli rivolse uno sguardo di puro disprezzo.
– Decido io cosa può e cosa non può essere fatto. È chiaro?
Batté un pugno sul tavolo, e Draco abbassò lo sguardo, serrando i pugni nel tentativo di trattenersi. Non poteva andargli contro, per il bene della sorella… Non voleva che fosse lei a farne le spese.
– Chiarissimo, padre.
Lucius sorrise compiaciuto.
– Bene. Ora, capisco che cercare di agire su Potter può risultarti difficile, e per questo non sarai punito. Ma il pacchetto deve essere consegnato e Potter “reindirizzato” verso la strada giusta, o tu, tua sorella e quella stupida babbana di sua madre ne farete le spese. Non sei solo tu a subire le conseguenze delle tue azioni… ed anzi, potrei scegliere di punire te per ultimo, così da permetterti di goderti tutti i tuoi sensi di colpa mentre osservi la loro sofferenza. Questo ti è chiaro?
Draco annuì.
– Certo padre.
Nessuno si accorse di una ragazza che da dietro la porta aveva udito tutto, e che ora si stava allontanando velocemente in direzione delle camere.


Eve si buttò sul letto, cercando di trattenere le lacrime. Non aveva senso piangere ora. Doveva capire con esattezza che cosa stesse succedendo.
“Brutto bastardo…” pensò fra sé e sé. Che cosa aveva fatto a sua madre? Dov’era in quel momento?
Poi si fermò a riflettere sulle ultime cose dette da Lucius Malfoy. Dunque, non si trattava solo di mettere Harry alle strette, in modo che fosse facilmente attaccabile… Lucius aveva detto a Draco di consegnare qualcosa. Ma cosa? Pensandoci, ricordò che un paio di volte l’aveva sorpreso ad osservare pensieroso uno strano pacchetto, che aveva prontamente occultato non appena lei gli si era avvicinata. Doveva trattarsi di quello… ed era improbabile che lo avesse lasciato ad Hogwarts, con il rischio che fosse trovato. No, doveva averlo portato con sé…
Lasciò la sua camera, controllando l’ora.
Aveva mezz’ora prima della cena, sperava solo di farcela.
Entrò di soppiatto nella stanza del fratello, ed aprì le sue borse, solo in parte disfatte. Niente. Poi guardò nell’armadio, e nel comò. Che si fosse sbagliata? Possibile, cero, ma se conosceva anche solo un poco Draco, aveva ragione lei, bastava solo guardare un po’ più a fondo. Poi il suo sguardo tornò sull’armadio, e sull’unica cosa che non fosse appesa ad una stampella, ma semplicemente piegata alla base. La sua divisa scolastica.
Si avvicinò lentamente, quasi come se avesse paura di qualcosa, e la aprì lentamente. E così, notò che all’interno c’era nascosto qualcosa…
Sembrava una scatola, impacchettata alla meno peggio con della carta da pacchi, e fissata con del semplice nastro adesivo.
Eve sospirò, indecisa sul da farsi.
Poi sorrise tristemente: tanto valeva andare fino in fondo. Infilò il pacchetto sotto il suo maglioncino di lana rosso, e fece per uscire.
Ma ebbe una sorpresa: alle sue spalle, ghignante, c’era Lucius Malfoy.
– Bene bene… sapevo che eri una ragazza intelligente. E anche se Draco non sembra essere in grado di fare una commissione tanto semplice, immagino che tu avrai a disposizione molti più mezzi per entrare nelle grazie di Potter…
Alla ragazza si gelò il sangue nelle vene.
– Che… che cosa vuoi dire?
– Credi forse che io non mi sia accorto del fatto che prima stavi origliando? Sei una grifondoro, e di sicuro non troverai difficoltà ad avvicinare Potter… e a consegnargli quello.
Sibilò l’uomo, facendo un cenno con la testa per indicare il pacchetto nascosto.
– Che… che cos’è? Domandò la ragazza, un po’ impaurita.
– Niente che possa ucciderlo, tranquillo. Noi lo vogliamo vivo…
– Dov’è mia madre? Che cosa le hai fatto?
– Non preoccuparti, lei sta bene. e continuerà a starci, se fai quello che ti ho chiesto.
Eve scosse la testa.
– Non… non posso…
– E perché, di grazia?
Eve si sforzò mentalmente. Doveva trovare una scusa, doveva trovare una scusa…
– Harry Potter sa che sono la sorella di Draco, il ragazzo che odia. È gentile con me, ma non si fida.
– Non ho bisogno che si fidi di te. Infilalo nella sua borsa senza che se ne accorga, il resto verrà da sé. Per Draco la cosa era complicata, perché sarebbe sembrato sospetto se si fosse avvicinato a Potter semplicemente per una chiacchierata. Ma tu, con i tuoi begli occhioni, non dovresti faticare ad avvicinarlo e a rigirartelo a dovere.
– Se fosse stato tanto stupido, Voldemort lo avrebbe già fatto fuori da un pezzo.
Lucius assottigliò gli occhi.
– Non. Pronunciare. Quel. Nome!
– Perché, hai forse paura di quel mago fallito? Da solo non sarebbe in grado di fare nulla!
Ribatté coraggiosamente Eve, rendendosi subito conto dell’enorme errore che aveva appena fatto.
Il padre le diede uno schiaffo, poi le disse piano:
– Azzardati ancora a dire una cosa del genere, ed uno schiaffo non ti sembrerà niente!
La ragazza distolse lo sguardo dall’uomo, cercando di trattenere le lacrime di rabbia che tentavano prepotentemente di affacciarsi dai suoi occhi. Lucius, dopo un po’, si voltò e tornò nel suo studio. La ragazza si lasciò cadere a terra, e stringendosi le ginocchia al petto, cominciò a singhiozzare, pregando mentalmente che Draco non tornasse su e la potesse sentire.


A cena furono tutti molto silenziosi, e la tensione era così forte da sembrare sia a Draco che a Eve quasi insopportabile.
Per quanto i due ragazzi si sforzassero di sembrare rilassati, davvero non ci riuscivano, e la cosa appariva molto evidente. Infine Lucius, con un sorriso falso che non esprimeva alcuna gioia, annunciò a Draco che l’Oscuro signore desiderava vederlo. Il ragazzo rabbrividì al pensiero, ricordando l’ultima volta che l’aveva incontrato. Ciononostante, si sforzò di apparire rilassato, e sorridendo a sua volta rispose che era un onore per lui incontrarlo e che l’avrebbe senz’altro fatto. La cena terminò in silenzio, ed alla fine i due ragazzi e Lucius si congedarono, così il biondino poté recarsi nella sua camera.
Non appena entrò, batté un pugno sul muro maledicendo il padre e quello stronzo del suo padrone. Voldemore non l’aveva costretto a prendere il marchio solo in quanto Draco era ancora uno studente di Hogwarts, e aveva accolto la sua richiesta di poter prima terminare gli studi, ma pretendeva ugualmente che il ragazzo fosse ai suoi ordini. Il serpeverde aveva sempre finto di essere a sua disposizione, ma quando l’Oscuro Signore gli aveva davvero dato degli incarichi da assolvere, allora si era trovato in seria difficoltà. Draco aveva sempre finto di non riuscire, per un motivo o per l’altro, ma ovviamente questo alla fine aveva attirato le sue ire: se all’inizio aveva cominciato a considerarlo un inetto, ora sospettava che fosse un traditore e che non volesse riuscire a terminare le sue missioni. Per questo, aveva cominciato a punirlo, per fargli capire chi era a comandare, ed era passato dalle crociatus agli strumenti di tortura babbani, fino ad arrivare perfino a violentarlo per fargli capire che era “soltanto suo”. Questo era successo solo due volte, ma Draco ne era stato malissimo, si era sentito sporco ed impotente, perché non era neppure riuscito a ribellarsi. Si odiava per essersi lasciato profanare così, ed odiava suo padre per aver messo al primo posto Voldemort piuttosto che la sua famiglia, le persone che più gli erano vicine.
Ma la cosa più terribile era successa prima dell’inizio della scuola: Voldemort aveva compreso che Narcissa Malfoy spalleggiava Draco piuttosto che spingerlo ad eseguire le sue volontà, e così le aveva detto di costringere Draco al suo volere e di non aiutarlo più a trovare scappatoie per non obbedirgli, o ne avrebbero entrambi pagato le conseguenze. Narcissa si era mostrata pentita di fronte a lui, ma in realtà aveva continuato ad aiutare il figlio, di nascosto da Lucius. Così, un pomeriggio come gli altri, Voldemort aveva convocato entrambi al suo cospetto. Il ragazzo non voleva andare, in quanto sentiva che qualcosa non andava, ma la madre decise di andare per non attirare ancora di più le ire dell’Oscuro. Draco l’aveva seguita, ma le cose erano andate molto peggio di quanto entrambi non avessero temuto: dopo averli sottoposti entrambi alla punizione che meritavano, a base di crociatus e altri incantesimi come il sectusempra, aveva ordinato a Draco di uccidere la donna, che evidentemente doveva avere un’influenza negativa su di lui. Il ragazzo si era naturalmente rifiutato, ed aveva tentato di fuggire con la madre, ma era stato inutile. Voldemort gli scagliò un imperius, e dopo molte resistenze da parte del biondo era riuscito ad avere il completo controllo su di lui e lo costrinse ad ucciderla.
Draco non ricordava niente dell’accaduto, solo una luce verde ed il momento in cui si era “risvegliato” con il corpo esanime della madre fra le braccia. Voldemort gli aveva allora consegnato un diario, dicendogli di far si che arrivasse a Potter, o la stessa sorte sarebbe toccata a lui ed a suo padre. Draco in quel momento odiava non solo sé stesso e Voldemort, per quello che era accaduto, ma anche Lucius, che aveva spinto l’intera famiglia tra le grinfie di Voldemort, eppure non voleva perdere l’ultimo parente che gli era rimasto…
Non aveva mangiato per giorni, ed aveva tentato perfino di lasciarsi morire, ma ogni volta che stava per precipitare, per qualche motivo Lucius era lì a sorreggerlo. Con i suoi modi bruschi e che non lasciavano trasparire la benché minima traccia di affetto, in verità, ma l’aveva sempre salvato. Draco sospettava che fosse molto addolorato per la morte della moglie, ma non ne parlarono mai.
Lucius venne a conoscenza del diario tempo dopo, e quando seppe che Draco non aveva ancora svolto il suo compito, si era infuriato a morte con lui: sapeva quali sarebbero state le conseguenze del suo gesto, e tentò di costringerlo a svolgere almeno quell’incarico.
Eppure Draco era sicuro che se avesse voluto, Voldemort avrebbe potuto mille altri modi per far sì che Potter lo ricevesse… allora perché lui? Che fosse una specie di test, una prova? Possibile, ma lui non poteva farlo… se avesse finito col cedere quella volta, sarebbe stato costretto ad obbedire ad ogni suo ordine. Inoltre, per qualche motivo non voleva fare del male a Potter… non poteva nuocergli…
Dopo un po’ di tempo, spuntarono fuori Eve e sua madre. Draco non poteva negare di averle odiate entrambe all’inizio… era appena morta sua madre, ed aveva scoperto che il padre aveva un’amante. Come avrebbe potuto amarle? Ma in breve vi si era affezionato, e così Voldemort, che aveva saputo della cosa, decise di sfruttare anche questo suo punto debole, minacciando di fare del male alla sorella, la persona che in quel momento più gli era vicina. Non solo: una volta consegnato il diario a Potter, avrebbe dovuto convincerlo a passare dalla loro parte, o lui avrebbe fatto sì che Eve ne pagasse le conseguenze. Draco non poteva sopportarlo, ma… cosa poteva fare? Oramai aveva capito di amare Harry, e non voleva perderlo. Ma non voleva neppure che la sorella soffrisse per questo. Anche dopo che aveva saputo la verità su Eve, e su un altro ragazzo…
Draco ridacchiò fra sé e sé… chissà che cosa voleva il signore oscuro da lui questa volta… di certo, anche se non si fidava di lui, lui era riuscito ugualmente a sapere molte cose di cui gli altri mangiamorte ignoravano l’esistenza. Chissà perché… in realtà un sospetto ce l’aveva, così come aveva intuito il motivo per cui voleva a tutti costi che entrasse nelle sue file, e nonostante tutti i fallimenti l’avesse punito ma mai ucciso. Ancora non ne era sicuro, eppure… Ma le sue erano solo supposizioni, e non poteva parlarne con nessuno.
Chissà se Harry avesse saputo tutto ciò che gli era successo in quell’ultimo periodo, che cosa avrebbe detto. Di certo il suo istinto protettivo avrebbe avuto la meglio: era un grifondoro, dopotutto, no? Ma non poteva lasciarsi andare con lui, e raccontargli tutto questo. Sarebbe di certo partito in quarta per proteggere sia Draco che Eve, e il biondo questo non poteva permetterlo.



NOTE DELL’AUTRICE


Non so perché, ma ho l’impressione che questo capitolo sia la fiera delle banalità. Voi che ne pensate? Credo che molte cose si fossero già intuite…
Ringrazio tutti coloro che leggono, ed i pochi che ancora commentano.
Fatevi sentire!
Bacioni,
-Vahly-



   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Vahly