La leggenda della Pioggia Capitolo I:
“Le lacrime dell’angelo”
Si avviò in cucina per far colazione e, accanto alla fetta di torta al cioccolato preparata da sua madre, trovò un foglietto. “Sono andata al lavoro prima, ma ti ho lasciato dormire, spero che gradirai la torta che ti ho fatto. Con affetto, mamma”. Ame sorrise un poco, la sua mamma si dava molto da fare nel lavoro e nonostante la stanchezza, era sempre molto amorevole con tutti. L’aveva vista piangere una sola volta in vita sua, ed era stato orrendo. Era stato un giorno invernale, sua madre aveva avuto un problema al lavoro e, sovraccarica di stress, era scoppiata in lacrime. L’allora bambina Ame aveva fatto di tutto per consolarla, ma sua madre con un sorriso tirato le aveva detto che non c’era alcun bisogno di preoccuparsi: andava tutto bene. Così Ame, che aveva sempre paragonato sua madre ad un angelo, pensò che la pioggia fossero le lacrime degli angeli. Erano lacrime che avevano la stessa forma della voglia di caffè che aveva Ame sotto al collo. Distolse il pensiero da quei ricordi, si scaldò una tazza di latte e ci versò del caffè caldo gustandosi la sua colazione; amava il cioccolato fondente e sua madre nella torta al cioccolato ne aveva messo un po’ spezzettato.
Dopo aver rassettato la cucina, decise comunque di andare a trovare sua nonna a cui era molto affezionata: non avrebbero curato l’orto, ma potevano lo stesso chiacchierare e gustarsi le brioche calde che Ame aveva intenzione di portargli. Infatti, quando sua nonna era una bambina non poteva comprarsi la brioche, così quando passava davanti alla pasticceria rimaneva a sentire il dolce profumo che usciva dal locale ogni volta che qualcuno apriva la porta d’entrata. Prese velocemente un ombrello e, una volta uscita, si diresse verso il centro città, da cui poi avrebbe preso un autobus che l’avrebbe condotta da sua nonna. Camminando verso il centro pensò in quale pasticceria avrebbe preso le brioche e, alla fine, le venne in mente una pasticceria molto rinomata in centro vicino alla fermata dell’autobus.
Una volta raggiunta, entrò nel locale inspirando a pieni polmoni il dolce profumo di dolci appena sfornati. Prese alcune brioche e un dolcetto al cioccolato a parte per lei che si mangiò mentre aspettava l’autobus. La pioggia continuava a scendere senza sosta.