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Autore: Tomma    03/03/2012    2 recensioni
-Non andartene- Gli disse con quella sua voce così dolce.
-Resta qui con me, almeno stanotte-
Axl si sdraiò accanto a lei e la guardò negli occhi, quegli occhi che lo rapivano sempre e che facevano fermare il tempo.
Mona gli prese le mani e se le porto vicino al viso. Le piacevano quelle mani, grosse e sempre calde. Le davano sicurezza, quelle mani erano il ramo su cui ci si aggrappa per non cadere nel burrone..
L' abbigliamento in pelle e l'aspetto da rocker si contraddicevano alla profondità di Axl. Mona l'aveva già capito, dai suoi occhi.
-Tu non credi che destino e casualità siano la stessa cosa? In ogni caso non sei tu a decidere.-
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOUND OF SILENCE

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Cap. 10
Crying in the rain



I'll never let you see
The way my broken heart is hurting me
I've got my pride and I know how to hide
All my sorrow and pain
I'll do my crying in the rain.

The everly brothers-Crying in the rain

-Hai una sigaretta?-
Non gliela voleva dare la sigaretta a quel tipo: ne aveva bisogno lei prima di tutti. Non voleva essere scortese, però, e siccome teneva il pacchetto in una mano mentre con l'altra ne stava già fumando una, decise che forse era meglio non farsi dei problemi e gliela diede.
-Grazie, fumi fumo?-
No, non lo faceva e fino a qualche giorno neanche fumava tabacco. Eppure...
-Sì.-
-Va bene, allora fumiamo insieme-
Mona se ne stava seduta su quella panchina da tutta la mattina. L'aria continuava a darle schiaffi sul viso, quasi era piacevole quel vento gelido. Era riuscita a trovare un altro posto in cui stare oltre al cimitero: un parco. Non un bel parco, forse quel parco era il più brutto del mondo e le uniche persone che potevano starci erano dei tossici in cerca di posti tranquilli. Da un po' di giorni veniva lì ogni mattina a nascondersi, perchè sì sentiva uno schifo, gli occhi gonfi e la testa dolorante per il pianto e ogni giorno stava lì a fumare, nascondendosi come un adolescente, senza sapere perchè. Ogni tanto tra le fitte di dolore al cuore, o forse era solo senso di colpa, si metteva a piangere.
Lo sconosciuto che stava seduto alla panchina davanti alla sua stava disfacendo la sigaretta e sostituiva droga al tabacco e in quel momento niente le sembrava più interessante. Lo fissò mentre fumava, mentre quello, accesa la sua, si avvicinò dandogliela e sedendosi vicino a lei. Fece un tiro, sentendo un sapore molto più delicato e dolce di quello della sigaretta che stava fumando. All'inizio, mentre finiva la sua, faceva tiri alternati alle due paglie, poi quando finì quella col tabacco si dedicò totalmente al fumo.
Dopo un po' le venne in mente l'idea più ragionevole che le fosse venuta in mente in quellle settimane, o forse è stata proprio l'unica idea che l'è venuta in testa.

-Non è romantico?-
Allungò le labbra in un sorriso, quel bel angelo biondo: non voleva dirglielo, ma l'aveva fatto con molte altre ragazze. -Romantico?- Aggiunse poi con un tono ironico.
-Sì... insomma, siamo sdraiati sull'erba, e ci troviamo qui, a guardare le stelle e le luci di Los Angeles, cavolo! Che spettacolo! Guarda! Quello è il Carro Maggiore!-
-Mmm, forse sarebbe tutto perfetto come dici tu se le formiche la smettessero di assalirmi! E poi la mia schiena preferirebbe un materasso!-
-Dai.. è la natura! E comunque dovresti essere abituato a stare sdraiato su vari pavimenti non molto comodi!-
-Ehi! Guarda, guarda attentamente lassù..-
-Sì?-
-Quelle stelle non ti ricordano due gran belle tette?-
Heather rise, era impossibile creare un clima romantico con Duff.
-Sempre il solito! Però in effetti anche la mia schiena preferirebbe qualcosa di più comodo, la terra non è il massimo!-
Duff subito si girò verso lei e si mise sopra in modo da guardarla in faccia.
-Be', se vuoi possiamo provare a cercare una posizione più comoda!-
Detto ciò si mise seduto e prendendo la ragazza per i fianchi se la mise sul bacino, iniziando a baciarle il collo, lentamente. Heather ridacchiava tra sé, felice, cercando ancora di godersi il cielo stellato.
-Sai, hai ragione! Quelle stelle formano delle tette perfette!-

La prima cosa che vide rientrando nel magazzino fu l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento. Steven era di nuovo sul suo divano, se così si può ancora chiamare quell'oggetto che era stato recuperato tra la spazzatura, e purtroppo aveva con sè le sue bacchette.
-One, two and three. E TA-TA-TA! TA TA TA TA! TA-TA-TA! Ehi Axl! Man! Come va?-
Era tentato di dirgli che andava meglio prima, Steven non è la persona che voleva vedere in quel momento, così loquace, così fottutamente sorridente e così casinista! Lui voleva solo starsene da solo in quel lurido magazzino!
-Mi è piaciuto quando mi hai risposto!- Aggiunse ironico il biondone sorridendo, come al solito, non avendo ricevuto una risposta e continuando a battere le bacchette l'una contro l'altra.
Il rosso non aveva nessuna voglia di rispondere, ma non voleva nemmeno sembrare preso male: ultimamente tutti gli stavano intorno, come se avesse bisogno di loro.
-Steven, per l'amor del cielo! Vuoi smettere con quelle bacchette prima di tutto? Che ci fai qui?-
Lo sapeva che poteva sembrare scazzato o isterico e che probabilmente adesso Steven sarebbe andato dagli altri e avrebbe detto “Nessuno si avvicini, Axelina stasera è out!”, ma era stanco e le bacchette di Steven non lo aiutavano.
-Okok! Stai calmo! Comunque ero qui con Slash, poi lui è andato e io sono rimasto qui!-
-E perchè saresti rimasto?-
-Non si possono mica lasciare gli ospiti da soli!-
-Ma di che cazzo stai parlando, Steven?- domandò infine, esasperato, ma non ci fu bisogno di sentire la risposta. Comprese da solo quando sentì stridere la porta del magazzino, che era come quella di un vecchio garage.
-Ehi Steve, quel bagno fa proprio schifo!-
Steven sghignazzò a quel commento, mentre Axl sussultò sentendo la voce della donna. Poi quando lei spostò i suoi grandi occhi blu verso di lui, sì pietrificò, solo il cuore batteva forte, come se fosse impazzito. Calò un silenzio imbarazzante, si sentivano solo i colpi di bacchetta causati da batterista, che, sentendosi fuori luogo, aveva riniziato a giocarci.
-Senza offesa per il padrone, ovviamente- aggiunse imbarazzata la donna -O meglio dire i padroni considerando Slash!-
Non ricevendo risposta da quella statua in cui si era trasformato Axl, continuò a balbettare, quasi da sola, ricevendo dei sorrisetti divertiti di Steven come unica risposta.
-Eh già... così.. ecco.. Steven mi aveva detto che era abbastanza accogliente, cioè il bagno, sai? E invece, oltre a esserci freddo, è solo... una specie di latrina... con una puzza tremenda!-
Axl non poteva più ascoltare la donna brontolare.
-Che ci fai qui, Erin?-

-Mi sono divertito.. molto.. stasera- borbottò Duff.
-Eh certo che ti sei divertito! Non c'è maschio che non si diverte se fa sesso.- disse Heather, mentre infilava la chiave nella serratura della porta del suo appartamento.
Duff riuscì a girarla verso di lui non appena la ragazza ebbe girato la chiave facendo scattare la serratura. La guardò negli occhi e tremando aprì la bocca quasi come per dire qualcosa ma subito si bloccò. Heather sorrise di quel comportamento, ignorando quel peso che sentiva a livello del cuore, che batteva sempre più forte. Duff si riprese, dopo aver pensato un po'.
-Tu pensi sul serio che noi uomini pensiamo solo al sesso?- domandò, infine, fingendo una faccia scioccata.
-Sì che lo penso, caro- rispose prontamente la brunetta, sempre sorridente.
Duff fece finta di pensarci, alzando i suoi bei occhi verdi in alto e storcendo le labbra. La guardò negli occhi da cerbiatta e dichiarò:
-Be', sì, forse hai ragione- infine sorrise -Che gli uomini pensano solo al sesso, ma sta di fatto che stasera mi sono divertito grazie a te! E, certo, il sesso è stata una parte fondamentale, però...-
Fu interrotto dalla risata di Heather, che non riusciva più a trattenersi.
-Scusa, Duff, ma è troppo bello quando ti sforzi di fare un discorso!- disse sorridendo -Comunque, mi sono divertita molto anche io conte stasera, grazie, ti meriti un altro bacio!-
Il biondo rispose al bacio della ragazza, fingendo di essere normale, ma in realtà era turbato o forse sorpreso o spaventato, addirittura! Heather reagiva come nessuna ragazza aveva mai reagito, lo coglieva impreparato, lo faceva agitare, lo faceva sentire ancora un ragazzino alle prime esperienze. Dopo il loro solito bacio di saluto, Heather prese la mano di Duff tra le sue e baciandola disse:
-Vieni dentro con me, stasera-
Gli occhi di Duff si illuminarono, non gli aveva mai permesso di entrare nella sua dimora. Aprì lui la porta col sorriso stampato in faccia, che subito svanì. Sussultò per lo spavento, dopo aver notato che c'era qualcuno nella stanza in cui stava per entrare. Fece un passo indietro quando quel qualcuno lo aggredì con gli occhi, spaventati da lui, gonfi di lacrime, poi si calmò, quando capì di chi si trattava e anche la ragazza davanti a lui sembrò calmarsi, infatti i suoi occhi diventarono di nuovo indifferenti e spostò lo sguardo da lui.
-Che c'è Duff?- chiese Heather sospettosa per poi spingere l'uomo dentro l'appartamento ed entrare. Sì paralizzò per la visione, quasi pietosa, che vide.
-Mona...- sussurrò.
-Forse è meglio che io vada, ci vediamo!- annunciò velocemente Duff, come se avesse visto qualcosa che non doveva vedere.
Nemmeno salutò il suo uomo, si precipitò dalla sua amica, che se ne stava rannicchiata per terra, abbracciata a se stessa, pallida come un fantasma, i capelli sporchi, gli occhi fermi a guardare il vuoto, che si riempirono di lacrime non appena l'amica si avvicinò e l'abbracciò. Iniziò a borbottare tra i singhiozzi, cercando di farsi capire.
-Io..non... Davvero, io non potevo!-
-Shh Mona, stai calma!-
-No! Loro erano così... Non ce la facevo!-
-Okok, ora va tutto bene!-
-No! No! Gli ho abbandonati ancora! Anche io.. me ne sono andata!-
-No, tornerai, lo sanno anche loro!-
-Mio fratello...mio fratello Heather- sussurrò alla fine, con voce flebile, si calmò un attimo, esausta dal viaggio e dal piangere, di nuovo a Los Angeles.

-Che ci faccio qui? Ti stavo cercando, no?- rispose come se fosse la cosa più ovvia.
-Erin.. questo non è il momento giusto- riuscì a malapena a dire il rosso a quel angelo dai capelli lunghi e ondulati e gli occhi più belli del mondo, quelli che sempre lo convincevano a ritornare da lei.
-C-cosa? Axl sei assurdo! Come sarebbe a dire che non è il momento giusto?-
Voleva andarsene al più presto da lì. Cosa era venuta a fare? Si illudeva ancora che quella relazione sarebbe durata, forse?
Steven si sentì veramente di troppo e cercò di svignarsela:
-Ecco.. io forse è meglio che vada!-
-No, Steven, ti prego, resta pure.- lo intimò Erin.
-Io.. n-non volevo dire questo, è che non mi aspettavo di vederti.- Cercò di difendersi Axl.
-Axl, sono la tua ragazza, ricordi?-
Axl si sentì subito una merda. Erin sapeva come farlo sentire in colpa. Non riuscì di nuovo a dire niente. Vedeva negli occhi della donna fastidio e rabbia e delusione e tutto quello che voleva fare era in quel momento era andare e prenderle il viso tra le mani, abbracciarla e dirle “certo che sei la mia ragazza” e invece non poteva. Tanto valeva rimanere coerenti.
-Ah, ho capito Axl! Ti sei già scopato metà Los Angeles, mentre eravamo in pausa.-
Il viso contratto, lo sguardo duro, che sosteneva facilmente il suo. Può fingere quanto vuole, Axl lo sapeva che era solo davanti a lui che non esprimeva la sua tristezza, era anche lei orgogliosa , ed era anche un bel gesto, perchè lui stesso non avrebbe sopportato vederla scoppiare con i suoi occhi. Erin era brava a mascherare la delusione con la rabbia.
-Io.. no!-
-Ah no? Scommetto che anche stasera sei rientrato così tardi perchè eri impegnato con una sgualdrina, o forse due!-
Non poteva mentirle, non era stupida. Non poteva fare niente, bloccato dall'orgoglio. Sapeva che non se la sarebbe cavata, sapeva che le aveva fatto del male, gli bruciava la coscienza di averla delusa. Quanto avevano sacrificato per il loro amore? Quanto avevano dato e quante volte in fine Axl era riuscito a rovinare tutto? Quante volte ha visto quella luce di sofferenza negli occhi della sua donna. Ma lei era forte, non lo faceva vedere che stava male. Questa era la sua scusa, ma la verità è che lui è un egoista del cazzo e ogni volta si sente peggio.

Duff camminava veloce, perchè qualche oscuro motivo era rimasto colpito dall'immagine di Mona, aveva quasi il fiatone e chissà perchè voleva affrettarsi tanto a raggiungere il magazzino e dire ad Axl che era tornata. Mentre il magazzino già era in vista, cercava di immaginarsi la reazione del rosso. Sì chinò per aprire quel gran pezzo di metallo arrugginito e accartocciato e spinse in su quasi con violenza.
-Hey, Axl, man! E' tornata.. Mona.. ricordi? Ciao Erin!- salutò innocentemente la donna che stava giusto uscendo. Per un secondo fece ordine in testa. -Erin? Che..?- Provò a chiedere, confuso.
-Ciao.. Duff- salutò lei con riluttanza -Me ne stavo andando-
Guardò Axl, pietrificato che fissava un punto vuoto e come spostò lo sguardo sul volto sorridente di Steven, che stava ancora battendo le bacchette fissandolo, si sentì dire:
-Tempismo perfetto, Duff!-

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Salve! Fra un po' finiranno i capitoli deprimenti ;) Quanto tempo, eh? 


  
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