Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: esthernathalie    11/03/2012    0 recensioni
Vita, morte e miracoli di Sirius Black. La sua vita prima, durante e dopo Hogwarts, ecco a voi una vagonata di scherzi, avventure, ricordi, lacrime e pensieri sconnessi. Se avete trenta secondi commentate la fic, mi è indispensabile per capire come e se andare avanti... Thanks! Per il resto... Enjoy... Fatto il misfatto.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Sirius Black, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


Capitolo quattro

Hogwarts Express



Erano passati solo dieci minuti, e già sentiva che se Effie Macnair non avesse smesso  di parlare entro pochi secondi lui si sarebbe buttato fuori dal finestrino. Dal finestrino chiuso. Con il treno in movimento. E pochi gradi fuori. Forse era meglio uscire semplicemente dalla porta della cabina. Che idea geniale!
Ad Effie non sarebbe dispiaciuto avere un ascoltatore in meno –o forse sì, dato che quell’ascoltatore si chiamava Black- , in fondo ne aveva altri tre. Oltre a lui, la Macnair, Travers ed Ellis nello scompartimento sedeva ora pure un altro ragazzino. Minuto, con gli occhiali, aveva detto di chiamarsi Minus, Peter Minus. L’unico motivo per cui probabilmente sedeva lì era il fatto che il cognome parlava da sé: mago purosangue. Anche se di certo non fra i più famosi o nobili.

I Minus erano noti per il loro voltafaccia nei momenti più delicati o scomodi. No, non godevano di una grande reputazione, venivano trattati con sufficienza più o meno da tutti i nobili, nonostante alcune casate si comportassero allo stesso modo. Semplicemente, i Minus erano bersaglio facile, in quanto mai uno della loro stirpe avesse avuto il fegato necessario per rispondere a tono ed estirpare i pregiudizi nei loro confronti. Pregiudizi piuttosto fondati, si disse Sirius, osservando accigliato Peter annuire con foga ogni volta che la Macnair lo guardava. Si prese qualche attimo per osservare anche gli altri compagni di viaggio.

John Travers era simile a suo fratello Reg, almeno a primo acchito. Stessa espressione composta, stessi modi composti, nonostante ciò Sirius con un certo compiacimento notò una sottile differenza. Regulus sotto i suoi modi affabili nascondeva un cuore focoso e sincero quanto quello del fratello, invece a guardare Travers negli occhi apparentemente distaccati vedeva solo… beh, occhi distaccati. Niente scintillio nascosto.
Effie continuava a parlare. La voce era acuta… come quella di tante bambine, direte voi, ma qualcosa convinse Sirius che la tonalità sarebbe rimasta la stessa negli anni: sgradevolmente stridula.
Sirius si stiracchiò platealmente. “Vi lascio, ho bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe!” disse alzandosi, senza preoccuparsi di aver interrotto la Macnair. Aprì la porta scorrevole e diede un’ultima occhiata all’interno dello scompartimento. Il suo sguardo si soffermò su Adara, e impulsivamente aggiunse: “vieni anche tu? Ti devo parlare. In privato…” aggiunse poi, ghignando fra sè e sè nel notare il palese scontento di Effie e Travers.

Adara saltò su come una molla, evidentemente anche lei non sopportava il cianciare soporifero della loro compagna di viaggio. Uscirono tutti e due nel corridoio e quando la porta si chiuse alle loro spalle emisero simultaneamente un sospiro di sollievo, mettendosi a ridere subito dopo.
“Dunque, cosa dovresti dirmi?” chiese Adara ricomponendosi.
Sirius la guardò incredulo. “Cosa vorrei dirti? Merlino, credevo che ci saresti arrivata da sola. Quella del parlarti era una scusa come un'altra per scappare dalla cabina… e ho pensato che avrebbe fatto piacere anche a te evadere, se non altro per dare riposo alle orecchie… Bolide, quella Macnair ha una voce insopportabile!”
Adara alzò un sopracciglio. “Vorresti dire che tu, un Black, hai sentito il bisogno di cercare una scusa per andare dove volevi? Mi stupisco. Un Black è al di sopra di queste cose.” Sirius rimase spiazzato dall’osservazione, poi però sbuffò irritato e disse: “Bene, invece di ricevere la tua gratitudine per averti salvato mi accusi di non essere abbastanza Black. Sai che ti dico? Non sono affari del mondo cosa faccio o non faccio. Solo perché porto un cognome importante non vuol dire che devo comportarmi come tutti si aspettano. Non mi interessa. Sei forse mia madre? Loro, là, sono miei parenti? No, e non avete il diritto di dirmi come un Black dovrebbe comportarsi!”
Adara lo guardò stupita. Ma Sirius oramai era inarrestabile, e continuò a sfogarsi,come se aspettasse da tanto tempo di farlo. E, a pensarci bene, era proprio così.
“Ho passato tutta la vita a sentirmi dire come comportarmi. Prendi la forchetta così, non parlare con quella feccia, non guardare quel signore, stai ridendo troppo forte, Sirius!  Troppo forte, puah! Troppo forte per cosa? Per il mio nome? Devo essere Serio? Io credevo di si, credevo che avessero ragione,che il mondo girasse attorno ai miei genitori, ma poi ho cominciato a guardarmi in giro. Una volta, ad Hogsmeade, ho visto un bambino con i capelli neri, come i miei, mi assomigliava tantissimo! Volava con la sua scopa giocattolo fra i pasanti, e quando questi si spaventavano lui rideva, rideva come un pazzo! I loro genitori lo rimproveravano, ma con il sorriso sulle labbra. Anch’io ho riso, e come da copione mia madre mi ha strattonato. Un Black non ride in quel modo. Ma sai, Adara, io credo che si sbaglino, tutti i Black, e tante altre famiglie nobili. Noi… anche noi siamo dei bambini. Non sai quante volte ho sognato di venire qui ad Hogwarts… qui potrò essere me stesso! Capisci? Al diavolo le reg-“
“Shhht!” Adara lo aveva ascoltato sempre più incredula, e Sirius aveva parlato senza rendersi conto dell’effetto che le sue parole avevano sortito nella ragazzina. Quindi rimase sorpreso e piuttosto deluso quando lei lo aggredì verbalmente.

“Sei un pazzo, Sirius Black! Ti rendi conto di quello che stai dicendo? E per Merlino,abbassa la voce quando dici queste cose! Ti sembra facile, vero? Pensi che anch’io non abbia mai pensato quello che dici? Pensi che anch’io non voglia vivere una vita diversa, più libera? Ma ti sbagli, se pensi che qui le cose cambieranno. Hai presente le Case, Sirius? Siamo Purosangue, e finiremo a Serpeverde, perché è giusto così. La sola idea che nomi come Travers, Ellis o Black siano associati ad altre Case è impensabile. Credi di essere al sicuro, ad Hogwarts,ma ti sbagli. Come pensi che reagirebbero, i tuoi genitori, se tu venissi smistato in un'altra casa? Nessuno ti salverebbe da una maledizione.”
Si fermò, perché parlando quasi senza accorgersene aveva cominciato a camminare lungo il corridoio,come per volersi allontanare dalla loro cabina. Sirius, che le camminava appresso, fece lo stesso e rimasero in silenzio, finchè lui non aprì di nuovo la bocca per parlare.
“So benissimo a cosa vado incontro, comportandomi a modo mio. Ma credo che sia un prezzo giusto da pagare. Pensaci bene, e poi non dirò più niente: ho sentito dire che puoi chiedere al cappello parlante dove vorresti essere smistato. Puoi scegliere, capisci? È questa la scelta che determinerà il tuo futuro. Io non voglio diventare come mio padre. E tu?” Sirius la guardò con occhi quasi imploranti. “Ti prego, pensaci! Ti conosco da poco,ma vedo che sei diversa anche tu dagli altri Purosangue. Io ho già scelto. ”
Adara lo guardò a sua volta, torcendosi le mani.”Non è vero,” disse infine. “Non abbiamo scelta, e in fondo lo sai. È il nostro destino, e credo che anche tu prima o poi dovrai piegarti ad esso. Ma pensaci, Sirius! Ora sai che anche io dentro di me la penso come te… sarà bello, fidati! Saremo a Serpeverde, in mezzo agli altri Purosangue che parleranno male di questo e di quello, ma andrà bene lo stesso, perché noi siamo simili! Non saremo soli, anche essendo nella casa che in realtà temiamo tutti e due… Serpeverde.”
Sirius la guardò, scuotendo convinto la testa. “No. È una sfida, non capisci? Se tutti fanno come ci si aspetta, andrà avanti così per sempre.”
Adara pestò i piedi a terra, in un gesto rabbioso. “Bene, sai che ti dico? Non mi importa! Pensavo che avremmo potuto essere amici, ma a te non importa, è più importante andare contro la tua famiglia! Allora vai, fatti smistare nella Casa che vuoi, ma ricorda questo, quando saremo in due case diverse e non ci parleremo: l’avrai voluto tu!” E voltandosi di scatto si incamminò velocemente, dirigendosi verso lo scompartimento e cacciando indietro le lacrime.
Sirius rimase fermo, completamente spaesato. Che gli prende adesso? Si chiese stupito, poi alzò le spalle e si incamminò verso la parte opposta, con la sensazione di aver appena fatto qualcosa di sbagliato e incredibilmente stupido. Ma ai tempi era solo un bambino, e non sapeva nulla di ragazze.

Dopo pochi minuti era già stufo di camminare senza una meta, e cominciò a sbirciare negli scompartimenti per vedere dove avrebbe potuto sedersi. Era arrivato in fondo all’ultimo vagone quando trovò il posto che faceva per lui: uno scompartimento occupato solo da un ragazzino che dormiva. Non era lui che aveva catturato l’attenzione di Sirius, ma il mucchio di cioccolato che giaceva pressoché intatto accanto allo studente.
Fece scorrere la porta e entrò nello scompartimento cercando di non far rumore, in modo da poter prendere qualche cioccolatino senza svegliare l’altro ragazzo. Però Sirius non aveva fatto i conti con il gufo che stava appollaiato su un trespolo, in una gabbia per terra. Il pennuto scelse proprio quel momento per mettersi a beccare le sbarre, producendo un clangore improvviso e facendo sobbalzare dallo spavento Sirius che perse l’equilibrio e cadde sul coetaneo, svegliandolo bruscamente.

“Hey Gid, guarda un po’ cosa ho trovato! Così piccoli, eppure così affettuosi tra di loro!”
“Eddai Fabian, andiamo via, non vedi che hanno bisogno di privacy?”
Sirius si rialzò –non senza ficcare per sbaglio il gomito nello stomaco dello sventurato su cui era caduto- e si voltò per dare un occhiata ai nuovi arrivati. Si trovò di fronte due ragazzi chiaramente più grandi di lui, sicuramente erano almeno del quarto anno. Avevano lo stemma di Grifondoro appuntato al petto e lo guardavano con due enormi sorrisi identici. A dirla tutta, non erano solo i sorrisi ad essere uguali: i due studenti erano gemelli.
“Noi siamo Fabian e Gideon Prewett, al vostro servizio!” dissero quelli in coro, accennando ad un cerimonioso inchino e mettendosi a ridere subito dopo. “Beh, forse non esattamente al vostro servizio, ma queste parole davano un certo tono alla frase, sapete.”
“Oh, Gideon, siamo così bravi a fare le entrate ad effetto!” sospirò quello che doveva essere Fabian. “Ma voi siete?”
“Sirius Black.” Rispose meccanicamente ancora in piedi, ed era così preso dall’arrivo di quei due ragazzi che sobbalzò quando udì dietro di sé una voce.
“Io mi chiamo Remus Lupin, e…Sirius, mi stai schiacciando il piede.” Aggiunse con una nota di chiara sofferenza nella voce. Sirius si spostò, smettendo finalmente di attentare alla vita del piccolo Lupin. “Oh, mi dispiace. Credevo fosse… non lo so, qualcosa abbandonato per terra.”
Il piccolo Black si sedette astutamente di fianco alla montagna di cioccolato, e i due Prewett si accomodarono di fronte a loro, probabilmente più per la voglia di mangiare qualcosa di dolce che per vero interesse verso i due.
“Siete primini, vero? Oh, Gideon, sarà così divertente!” Fabian si allungò verso i due e, prendendo un cioccolatino, disse con fare tremendamente serio: “lo sapete, vero, che i primini devono superare La Prova?”
Remus lo guardò. “Io non ho letto di nes-“ cominciò, ma venne interrotto dal gemello numero due che esclamò: “Ah, ovvio che non avete letto niente in proposito! Non è scritto da nessuna parte, capisci? La Prova viene svolta in gran segreto, tutto il corpo docenti ne è all’oscuro… c’è stato un anno in cui il professor Ruf ci ha scoperti, ma lui non è esattamente un corpo, sapete, quindi non fa parte del corpo docenti.” Fabian emise una breve risata, e Gideon, dopo essersi grattato il mento, continuò: “dicevamo, La Prova. Non vi è dato sapere quando, non vi è dato sapere come, o in cosa consisterà. Studenti come noi –veterani, rispettabili- vi strapperanno dai vostri letti e vi porteranno a svolgere La Prova. I risultati saranno appesi alla bacheca principale fuori dalla Sala Grande… su una pergamena appositamente stregata, visibile solo agli studenti.”
Sirius e Remus ascoltavano con gli occhi spalancati, il primo con un espressione estremamente interessata, l’altro con un cipiglio scettico ma anche un po’ preoccupato.
“E in cosa consiste la prova?” Chiese Sirius, e i gemelli, lieti di avere un pubblico così attento, continuarono a parlare di bagni con la piovra gigante, gite notturne nella foresta e intrusioni nei dormitori dei docenti.
Così, dopo una buona dose di cioccolatini e molte storie di avventure vere e inventate, il mondo fuori dal finestrino si fece gradualmente più buio, ed infine l’Hogwarts Express rallentò la sua corsa, prossimo alla destinazione.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: esthernathalie