Dopo una Strillettera che c’è di meglio di una sbronza?
-Tu sei
Ginevra Weasley?-
disse una
ragazzina presumibilmente del primo anno, mentre ero seduta davanti al
caminetto, nella sala comune. Ormai è inutile specificare quale.
Mi fece
quasi sobbalzare, dato che ero assorta nei miei
pensieri, intenta contemplare la mia maledettissima vita, e non l’avevo
minimamente notata.
Scocciata,
la ragazzina mi pose nuovamente la domanda, alzando gli occhi al celo.
E’ una semplice domanda, banale oserei dire; e allora perché avrei voluto dire che NO, non
ero Ginevra Weasley? Crisi di identità?
Non direi,
almeno credo!
-Si sono
io, che vuoi?-
Madame et
Monsieur, ecco a voi un fantastico schiaffo in faccia
alla gentilezza!
Ma che cordialità!!
Lei mi guardò sprezzante, poi iniziò a parlare.
-Un
gufo, che definirei matto (Errol pensai io), si è appena
schiantato contro la finestra, e portava questa lettera-
fece una
pausa, come per dare risalto alla notizia, seguì un ghigno, che le si dipinse
sul volto, deformando il suo viso gia abbastanza, come dire…
bruttino!
-E, se
Ginevra Weasley sei tu, allora questa Strillettera è per te!-
Mi porse
la lettera scarlatta, che per magia fremeva di essere aperta. Iniziando a sghignazzare
la ragazzina andò a sedersi su una sedia in un angolo, fissando prima me e poi
la mia Strillettera!
Al diavolo: ragazzina
presuntuosa!
Non
avendo mai ricevuto neppure una punizione da parte dei miei genitori rimasi di
stucco nel vedere la Strillettera. Ero convinta che mi avessero spedito una
semplice lettera. Ma mi ero sbagliata.
Tutto
ciò poteva significare solo una cosa, e cioè che mamma
doveva essere molto infuriata.
Neville,
due anni fa, aveva avvertito Ron, di non ignorare la lettera, altrimenti sarebbe stato terribile. Ron seguì il suo consiglio, ma io
non sono Ron, però non sono neanche stupida!
Che fere?
Stavo
riflettendo sul da farsi, quando Draco entrò nella sala
comune, e subito ci fu un silenzio talmente palpabile da sembrare un
muro di granito.
Avrei
voluto urlare che non era mica Dio sceso sulla terra, ma forse a lui non
sarebbe piaciuto, e ora che ci penso, forse non si sono
ammutoliti perché è arrivato lui, quanto più perché fremono dalla voglia
di sapere cosa succederà.
Che palle!
Mi venne
in contro, trattenendo a stento un sorriso, a quanto pare
sapeva del mio attuale problemino.
O probabilmente ha visto che avevi una Strillettera in mano e che tutti ti
stavano fissando.
Elementare Watson!
Si fermò
e aspettò che io facessi qualche cosa.
Ma che
vuole che faccia, che inizi a piangere di nuovo, così lui potrà salvarmi?
Cos’è, è arrivato Ercole?
Poi il
suo sorriso vinse il duello con la sua forza di volontà, e a quel punto non ci
vidi più.
Chi ha spento la luce!?
Ihhhh…
Gli
tirai una ginocchiata in mezzo ai suoi gioielli di famiglia, o se preferite
apparato genitale maschile, o per i più volgari, coglioni!
La sua
faccia si deformò appena per la sofferenza, però strinse i
denti talmente forte che gli apparsero due rigoli
di sangue sotto le labbra.
Cavolo, è riuscito resistere. Mi aspettavo di vederlo piegato in due per il dolore, sono
allibita, o meglio sconcertata. Che sia masochista?
Che accadrà?
Voi dite che ho esagerato?
Noooooooooo!
Mi
guardò nuovamente dopo essersi ripreso senza molto sforzo, io invece continuai
a fissare quel po’ di sangue che usciva da sotto il suo labbro. Avevo voglia di
baciarlo, però avevo anche paura che mi tirasse una sberla.
-Dillo!-
dissi
infine non potendo più sopportare quel dannato silenzio.
-Cosa?-
fece lui.
-Qualunque
cosa tu voglia dire…Dilla!-
fece una
pausa. Dai dì qual cosa, qualsiasi cosa,
picchiami, ma almeno dai un segno di vita. Mi dispiace!
-Sei
bellissima.-
Due parole, pronunciate prima di un caldo bacio al sapore di sangue. Mi accarezzò i capelli e poi
riprese a baciarmi, con passione, con violenza. Lo sentivo libero, felice,
appagato, e io provavo le sue stesse emozioni, mischiate però a un po’ di rancore.
In fin dei conti gli avevo pur tirato una ginocchiata nelle palle.
Come
descrivere i volti dei serpeverde.
Allibiti,
incazzati, scioccati,
turbati, sbigottiti, amareggiati,e…schifati, non basterebbero. Alcune ragazze
stavano persino piangendo.
Ma che orrore!
Comunque
non dimentichiamoci della lettera scarlatta che tenevo in mano.
Draco si
separò dalle mie labbra.
Uffa,
ora la mia bocca è triste e sola: è gia in crisi di astinenza.
E si, perché le labbra di Draco sono peggio della
droga, non smetteresti mai. E dopo tutto sono pur
sempre le labbra di Draco. E non c’è niente di meglio!
Forse
dovrei andare in riabilitazione, mi chiedo se al San Mungo ci sia un reparto
specializzato nella disintossicazione dai baci di un Malfoy!?
Mi devo informare.
-Credo
che sia meglio che tu apra il tuo problema in camera tua-
-Eh gia-
In effetti sarebbe un idea più che fattibile, anche se le urla della mamma sono
famose per la loro altissima frequenza tonante.
Andai
verso la mia camera, presi la chiave dalla tasca e aprii la porta, poi mi
voltai. Draco non era dietro di me, ma seduto sulla poltrona a
osservare il fuoco.
-Ma che fai?-
gli
chiesi. Pensavo volesse venire con me. E
poi avevo bisogno di un supporto morale, non potevo
certo affrontare le urla di mia madre da sola.
Lui si
voltò a guardarmi, un po’ sorpreso.
-Credevo
che non potessi entrare in camera tua!-
disse
serenamente, anzi, beffardamente.
Ahhh, è per questo. Beh, in effetti mi ero ripromessa
che nessuno, eccetto me sarebbe entrato nella mia stanza, ma…
-Beh
facciamo uno strappo alla regola, ma non ti ci abituare è solo un caso che non
si ripeterà!-
sorrise
malizioso, ma non si alzò.
-Allora?-
ancora
non rispose. Mhhhh!
-Visto
che vuoi restare li, ciao. Ah divertiti a flirtare col caminetto!-
A quel
punto si mise a ridere e prima che chiudessi la porta, la bloccò con il piede
ed entrò.
-Carino
qui!-
ironizzò.
-Ahhh, ma
che spiritoso!-
mi
sedetti sul letto, ma lui rimase in piedi.
-Cos’è
hai paura che ti mangi?-
domandai.
-Con te
è difficile sapere come comportarsi-
-Siediti
scemo!-
dissi
brontolando. Si sedette al mio fianco, e entrambi
fissammo la lettera.
-Vuoi
che l’apra io?-
-Non so
se sia una buona idea.-
Dopo un
po’ sospirai, e scartai la Strillettera, che prese vita e si mutò in una grande bocca. Non si udirono urla, grida, schiamazzi.
Niente. Questo non è un buon segno.
Pochi
secondi dopo la voce di mai madre, piena di amarezza e
tristezza mi parlò.
.........................................................................................................................................
Perché?
Non posso, non voglio credere che
tu abbia combinato tutto ciò, proprio non ci riesco.
Quindi spiegami tu il perché, dimmi perché ti sei comportata così male, da venire punita dal Preside in persona. Cosa
ti succede piccola mia?
So che stai crescendo, che stai
cambiando, ma… non mi va di sapere che invece di migliorare tu stia sciupando te stessa.
Amore, io ti voglio bene, così come te ne vuole tuo padre, e non
possiamo permettere che ciò avvenga. Non hai idea del dispiacere e dello
sconforto che ho provato leggendo la lettera della prof.ssa McGranitt, mi sono
sentita tanto umiliata. Pensavo veramente, che con te non sarebbe mai capitato
niente di brutto. Niente punizioni, niente brutti voti, niente sgridate,
niente.
Mio amore, ciò che ti chiedo è
solo: perché?
Mamma
………………………………………………………………………………………….
Draco mi
prese la mano, dopo le prime parole.
Al
termine della lettera mi strinse a se, e mi accarezzò i capelli.
Non
stavo piangendo, le lacrime non avevano neppure provato a
uscire. Mi pareva che quelle poche parole mi avessero prosciugato l’anima.
Esatto, poche parole di una madre, di mia madre, che mi sembrava ora ancora più lontana. Avrei
preferito che urlasse, che si sfogasse, invece di dover sentire quegli
strazianti vocaboli che mi lacerarono il cuore. Era veramente delusa.
Voleva che le dicessi il perché, eppure neppure io lo sapevo.
Ormai non so piu niente di niente.
Non sapevo perché mi comportai così, forse semplicemente
perché volevo essere diversa, non volevo essere più salvata.
Si stavo
crescendo, e sicuramente stavo cambiando. Ma sentire
le parole di mia madre, mi aveva fatto male. Non riuscivo a credere che fosse
così delusa, era stato solo un incidente, e a volte anche i migliori possono essere puniti, non capisco perché se la sia presa
così tanto. E soprattutto, non si è resa conto che quelle
maledettissime parole erano peggio di lame affilate?
Ora si
che mi sento bene!
Sprizzo allegria da tutti i pori.
-Basta,
che ne dici di fare quella passeggiata?-
-Non
aspettavo altro principessa-
Hmmmm! Ma è fissato, e basta con sta” principessa”!
-Che ne dici di Hogsmade?-
-Ma come ci andiamo? E’ impossibile. Ti sei
bevuta il cervello?-
Disse
divertito.
-No! Ma
non sei l’unico a conoscere stanze segrete mio caro!-
-Che vuoi dire?-
-Vieni!-
Lo presi
per la manica, per farlo alzare dal
letto. Trascinai Draco fuori dalla camera, chiusi la
porta, e davanti agli sguardi attoniti di tutti, lo condussi via dalla sala
comune, e iniziai a correre, tenendolo per mano.
Mi
diressi, davanti a una statua, quella della Strega
Orba, dove c’era un passaggio segreto che conduceva direttamente nella cantina
di Mielandia, direttamente a Hogsmade.
Avevo visto Harry l’anno scorso che lo utilizzava.
Spiona? Chi io?
Mi
accertai che non ci fosse nessuno,e dopo aver
pronunciato la parola d’ordine, entrai con Draco alle calcagna, in una lunga e
buia galleria composta da pietre e massi crollati sul pavimento.
-Lumos-
pronunciammo all’unisono.
Dalle
nostre bacchette fuoriuscì una luminosa luce dorata, che illuminò l’ambiente.
Percorremmo
l’intera galleria e dopo un quarto d’ora circa ci ritrovammo
nella cantina di Mielandia.
-Forte.
Ma come facciamo ora principessa, ci
potrebbero scoprire?-
-Inizia
a stare zitto!-
-Ogni
tuo desiderio principessa!-
Sbuffai.
Per un
caso fortuito, il negozio era vuoto, strano
ma vero; i negozianti, si trovavano nel retro, e noi riuscimmo a uscire tranquillamente.
Appena
usciti da Milandia, l’aria autunnale ci pervase, e fu
un sollievo per entrambi.
-Che ti
avevo detto? Io pago sempre i miei debiti!-
-Ooook! Dove andiamo adesso?-
-Iniziamo
a passeggiare.-
Andammo
a spasso per tutta Hogsmade, ci recammo alla
Stamberga strillante, a vedere i piccoli negozietti che solo Hogsmade possedeva, entrammo in
una nuova cioccolateria dal nome buffo: “Cioccoloccolatosa”, che faceva un po’ di concorrenza a Mielandia, anche perché c’era un’enorme fontana di
cioccolato, dove io e Draco con un bicchiere a testa ne prendemmo un po’. Alla
fine della nostra impresa, c’era più cioccolato sulle nostre mani che nei
bicchieri, ma questo è solo un piccolo dettaglio.
Mentre
girovagavamo parlammo di tante cose, ma mai della Strillettera.
Un sacco di punti per lui!!!!
Mi
meravigliai di tutte le cose che sapeva. Era divertente, spesso sarcastico, e
ancora più spesso malizioso, però riusciva sempre a stupirmi con un gesto
gentile, o con un sorriso, o con un bacio. Mi dimenticai di ogni
cosa. E per la prima volta, mi sentii felice di non
aver seguito le regole e di essere finita in punizione.
Dovrei scrivere un libro: “Tutto
ciò che non ti aspetti da Malfoy!”
Scommetto che farei un affare,
altro che Gilderoy Allock!
Ihhhhhh!
Arrivò
all’improvviso un vento freddo, gelido, che ci costrinse a
entrare al Pub di Madama Rosmerta, la donna su cui
mio fratello ha fantasie sessuali. A parte Hermione, ma solo
perché è troppo stupido per ammettere che l’adora. Dettagli!
Comunque,
ci sedemmo in un tavolo per due in un angolo del locale, anche perché era
l’ultimo tavolo rimasto, tutti gli altri erano occupati. Dopo una decina di
minuti arrivò finalmente una cameriera, e noi potemmo
ordinare due bei bicchieroni di Burrobirra.
Lei ci
scrutò e poi andò verso il bancone.
Iniziammo
a ridere, appena voltò le spalle.
Tornò
poco dopo con ciò che avevamo chiesto.
-Allora-
cominciò
Draco dopo aver bevuto un sorso della sua bibita.
-come ti
senti?-
-Riguardo
a cosa?-
mi piace fare la finta tonta, a voi no? Comunque a
volte e bello poter sperare!
-Riguardo
tua madre!-
disse con
estrema dolcezza mista a un pizzico di ironia.
Ecco, come dicevo è bello
sperare. Purtroppo le mie speranze sono andate in fumo. Si era comportato così
bene fino a ora… ma d’altro canto nulla potrà mai
essere perfetto no?
-Non è
che abbia molta voglia di parlarne, e comunque, non
saprei che dirti.-
-Potresti
dire semplicemente quello che pensi!-
ribatté accigliato.
-Non mi
pare che sia semplice.-
-No,
forse non lo è. Però, prima o poi ne dovrai parlare…-
-Non
credo proprio!-
gli feci
sapere scuotendo la testa.
-Perché
no?-
Oh, perfetto. Ci mancava anche
lui con questi maledetti perché?
Ma che ho fatto di male?
Te lo devo proprio dire?
Zitta tu!
-Ti
prego Draco, io non lo so quello che penso Ok? Ho tanti pensieri nella testa,
che mi sembra di essere matta! Sono un casino, come la
stanza di mio fratello. Uguale! Il caos più totale. Perciò, se ti aspetti che
ti dia una risposta precisa o esauriente… allora mi dispiace deluderti, ma non
lo farò!-
Iniziai
a bere la mia Burrobirra, mi diede conforto, mi inondò, e mi diede calore. Appena
finì, sentii il bisogno di prenderne un’altra, e un’altra, e un’altra.
Draco mi
guardava tenendo il suo primo bicchiere, tra le mani, per ricavarne calore.
Mi
guardava e non diceva niente, mentre io mi dissetavo con tanta, tantissima Burrobirra. O meglio mi ubriacavo.
Dopo il
terzo bicchiere e mezzo, il mio cervello andò in tilt, e crollai.
Ricordo solo che Draco mi prese in braccio e che io gli leccai la guancia
con la lingua. Dopo di che, il buio più totale.
Mi
risvegliai nel mio letto, avevo un mal di testa indescrivibile, come se i sette
nani in persona, stessero martellando nel mio cervello. Non è un buon esempio,
ma al momento non mi viene in mente nient’altro e se non vi va bene, non so che
farci…
Il massimo della cordialità…
Aprii
gli occhi e vidi Draco disteso accanto a me che mi fissava.
Oh cazzo!
-Che ci fai qui?-
lui mi
sorrise, ultimamente lo faceva spesso, e mi piaceva, però, adesso non ho voglia
di sorrisi ma di spiegazioni.
-Ti
stavo guardando.-
-Ma va,
questo l’avevo capito Genio della lampada. Intendevo che ci fai
nella mia stanza e soprattutto nel mio letto!?-
*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_
Fine! Del capitolo ovviamente. Non riuscirete a sbarazzarvi di me tanto in
fretta!
Ahhhh ihhhh!
Ma sono arrivata al 10° CAPITOLO,
che gioia non avete idea di quanto sono
contenta!
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto,
come al solito lasciatemi un commentino, anche ino ino. Non come una certa Master che conosco che invece di una recensione mi
ha scritto una lettera, vero Ellie???
No, a parte gli scherzi, lasciatemi una traccia del vostro passaggio.
Ah, scusate per l’estremo ritardo, ma purtroppo, ho avuto di nuovo problemi col PC!
Terry, grazzzziiieee,
ogni volta che posto aspetto con ansia un tuo commentino,
visto che mi hai seguita dal principio. Thank you so much!!!!
Un bacio anche a te!
Liserc, un mega grazie
anche a te sono contenta di stuzzicare la tua curiosità, a presto.
Master Ellie, ciao cuccioletta mia. Grazie per i
complimenti, però, non esageriamo, e poi non è per niente vero che sono più brava di te nello scrivere, per niente. Però la canzoncina mi piace! Ihhhh!
Anche a me è piaciuta la frase sui ragni.
E, WE WILL KILL HARRY POTTER!!!
La tua recensione/mail, mi ha fatto davvero piacere, stavo
piangendo, e sai perché? Noooooo????!! Ma perché mi
manchi tanto cipolla, e vedere che la mia PSICOPATICA
Ginny ti renda felice e ti faccia ridere mi fa sentire meglio, così, eè come se fossi sempre con noi! Hai ragione, anche se
separate le bastarde vivranno sempre. A proposito, mi spiace di non essere
potuta venire a casa di sara per sentirti, ma
purtroppo avevo l’allenamento e non potevo mancare, altrimenti la mia
allenatrice mi avrebbe linciato!
Per Catzori non mi preoccupo, è l’achenza che mi spaventa, ma come gia detto da te, io li
stenderò tutti, anche a costo di scoreggiargli in faccia!!!!
Ciao piccola bastarda….
Ihhhhh!
Ti voglio un mondo di bene.
Scusate, ma dovevo assolutamente rispondere!
Grazie anche a coloro che hanno solo letto visto
che siete tanti. Se vi avanza un pochino di tempo
recensite, perché mi fa piacere avere anche dei commenti negativi!
Mille baci a tutti….
Master Romy