~traduzione~ Questa storia è una traduzione gentilmente concessa dalla scrittrice scriba vindex contattata con nome newstark.
Questa storia è destinata ad essere una continuazione della serie TV:una specie di speculazione sugli eventi post 6 stagione.Sarà centrata su Grande Inverno, in particolare sul rapporto Jon-Sansa e la sua progressione verso una vera storia d'amore.

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La coppia principale sono Jon e Sansa... mi sono innamorata della coppia; ci saranno anche Arya e Gendry che sono sempre stati una delle mie coppie preferite. Non sono molto brava ed è la mia prima fanfiction ed è strettamente collegata alla serie dal momento che non ho avuto la possibilità di leggere tutti i libri della saga :(
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Estratto dal testo
Aveva provato a spiegare al bruto che Sansa era solo sua sorella, e non sua moglie così come lui sembrava aver inteso, Tormund aveva soltanto incrociato le braccia al petto e inarcato un sopracciglio incredulo dicendo che non significava niente che fosse la sua mezza sorella era ad ogni modo la sua regina: lei era corsa da lui quando era stata maltrattata, lui le aveva posato il suo mantello sulle spalle (non era un gesto che facevano loro lord del sud quando si sposavano forse?) e lei gliene aveva ricamato uno che lui non si toglieva mai!, lui aveva riconquistato la sua casa per lei e le aveva concesso vendetta. Jon non aveva potuto che ammutolire di fronte alla logica ferrea dietro alle sue ragioni.

Dal primo capitolo:
"La pelle di suo marito contro la bocca era calda, emanava un dolce sentore di buono e abiti puliti.
Le piaceva la sensazione di averlo intorno a se, contro di se. Jon era sempre stato una fortezza di segreti, ma ora che l’aveva fatta entrare sapeva quanto valeva caro quel mondo inesplorato."
[Jonsa]

"Con la tortura si ottiene tutto, non è vero?"
"Con la tortura non abbiamo ottenuto niente."

«Ti sta facendo del male! Com’è possibile che tu non riesca a vederlo?»
«Lo vedo».
«E allora perché non fai niente per fermarlo?»
«Perché non voglio che si fermi».
Fratelli?
Gemelli?
...no.
Anime Gemelle.

Sorrise "Potrei aver mentito" scrollò le spalle come se niente fosse.
"Sì" lo sfidai, inchiodandolo con lo sguardo "Avresti potuto, ma non l'hai fatto"
Aveva perennemente un'espressione sarcastica, ironica, come una continua presa per il culo. Fu con questa sua solita espressione, che mi chiese divertito "Ti fidi ciecamente di ciò che dico?"
Non risposi. Qualcosa, dentro me, mi diceva che il suo sarcasmo non era altro che un'arma per nascondere le sue buone intenzioni.

Ho sempre pensato che l'amore vada oltre tutto. Particolari come l'età, la famiglia, le cose che si dicono, non contano per nulla. Arriva il momento in cui ci s'innamora dell'essenza di una persona, inevitabilmente.
Se avessi dovuto dar peso a tutte le bugie che mi hai raccontato non sarei di certo stata tua moglie.