Lui mi srinse a se, quasi a farmi male e non mi importava, non mi importava nemmeno di tutti gli altri presenti.
Till mi fece alzare e ci spostammo in una stanzetta, dove ci chiudemmo a chiave, continuando da dove eravamo rimasti.
Lui mi sbattè, con poca delicatezza, sul divetto continuando a baciarmi e io senza farmi troppi problemi gli levai la maglia nera, lui fece lo stesso con la mia, scendendo sul mio collo mentre con le mani palpava il mio seno.
Una parte di me, quella ancora un minimo lucida mi disse di fermarmi, ma quando le mani del cantante si fecero più audaci, facendomi venire altri brividi, quel pensiero fu spazzato via.
Scese ancora giù, lasciando il posto alla sua bocca, che inizia una lenta ma bellissima tortura, le sue mani scesero piano verso il mio basso ventre.
***
Prima ff sul mio gruppo preferito, pls siate clementi e magari lasciate anche qualche commento.

D’un tratto sento il mio respiro che si spezza e il cuore accelera i battiti. Non riconosco questa sensazione e di primo impatto credo di avere un infarto. Una strana solitudine mi assale.
Ma poi la mia bocca si apre e agisce da sola, proprio quando la ragazza ha la mano sulla maniglia.
“No! Non te ne andare”, le dico disperato.
Lei sorpresa, si volta ed è sgomenta, a bocca aperta. Qualche lacrima solca il suo viso mentre si lascia cadere a terra, con le mani in grembo.
“Sono tua”, mi dice.
E con quelle due parole il mio mondo si ferma di colpo e ricomincia a girare su un asse del tutto diverso.

Mia, 25 anni, Austriaca ma Tedesca d'adozione, è una fortunata fan che avrà un incontro molto ravvicinato con Richard Kruspe, chitarrista della sua band preferita. L'incontrò si tramuterà in una vera e propria ossessione, in un gioco del destino che la catapulterà in un oblio di passione, dolore, nuove sensazioni che le faranno fare conoscenza con qualcuno che non aveva mai conosciuto fino in fondo...SE STESSA.

Non ci voglio credere.
Non ci posso credere.
Non può essere che io me la sia presa tanto solo perché vorrei che il mio ragazzo fosse lui.
(INCOMPLETA)

Dimenticatevi la storia originale, prendete Amu e Ikuto e trasportateli in un mondo dove la Criminalità organizzata è all'ordine del giorno e i nostri protagonisti sono a capo di due grandi organizzazioni molto temute, che cosa succederà?
Spero che vi piaccia, vi prego recensite, per se fa pena non la continuo >.

-Non sto ridendo. Sto solo…sei più bella quando ti arrabbi, cerchi di non urlare e aggrotti la fronte-disse Jared accarezzandole con il pollice un punto sopra le sopracciglia, e la baciò soffocando le sue lamentele.
-Non mi baciare quando ti sto parlando!-sbottò allontanandolo, e lui la baciò di nuovo sorridendo -Jared! Sto parlando seriamente non voglio che tu…Jared, smettila!-

Si tratta del mio primo esperimento.
Solitamente odio leggere le "presentazioni" di una storia; sono la classica persona che quando compra un libro, sfoglia tutte le pagine, per arrivare a leggere sempre l'ultima parola o l'ultima frase che lo conclude. Spero che questa storia possa affascinarvi almeno in parte e permettervi di evadere dalla realtà quotidiana, anche solo per 5 minuti al giorno.

Questo non è il primo racconto che scrivo, anzi, ma in assoluto è la mia prima fanfic... Non ho la minima idea di cosa ne verrà fuori ma, essendo una che adora leggere le fanfic, spero che sia piacevole per voi leggerla. Detto questo, divertitevi ;)
-Voglio che tu te ne vada.- Dice lei fissandolo seria e decisa. Lui smette di armeggiare con i lacci dei propri anfibi e solleva lentamente lo sguardo puntandolo su di lei. Dio, quegli occhi, quello sguardo freddo ed intenso, talmente da farla rabbrividire. –Come scusa?-
-Devi andare via da qui. Chiama una macchina, una guardia… Chiama Dio in persona, ma vattene.-
-Perché dovrei?-
-Perché no?- Lui sembra riflettere su quella domanda e sbatte le palpebre un paio di volte, poi sorride ed inclina il capo. –Tu sai perché. Ma dimmi… Ti spaventa che stia qui con te?-
-Sì e più tempo starai qui più sarò spaventata.-

Pablo e Marizza sono fratellastri, i genitori sono partiti per tutta l'intera estate e loro... alle spalle dei genitori ne combineranno di tutti i colori... ma proprio tutti, anche se per loro significa solo giocare...

mi giro di scatto trovandomi a due centimetri di distanza da quegli occhi azzurro giacchio...
xx:ehi guarda chi c'e...marizza *sorridendo*
marizza:pablo...pablo..pablo....levami quelle luride mani da mio posteriore *falso sorriso*
pablo:*toglie le mani* ma come siamo acide oggi..*avvicinandosi*
pablo mi si avvicina ancora di più fino a sfiorare il suo naso con il mio,sto per cedere davanti a quegli occhi color ghiaccio

Ma quel ragazzo tanto triste era più che un semplice fan, era un’anima innocente che per colpa sua sarebbe finita all’Inferno, solo per aver trovato rifugio nella musica dell’Anticristo.

-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.
Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università. Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.

"Due chitarre vibrarono potenti imbracciate da due chitarristi, spalla contro spalla, in piedi su una pedana,dritti davanti a noi. Era cominciata "Afterlife" ed erano già tutti su di giri.
Io non lo fui del tutto finchè non vidi apparire lui su quel palco. Il suo berretto con la visiera all'indietro da cui spuntava la bandana,i rayban scuri che odiavo a morte perchè nascondevano i suoi meravigliosi occhioni verdi. Ora sì che era cominciato il concerto."
Fanfiction nata per caso, da un sogno, tante chiacchiere, sogni e pensieri con l'unica ragione per cui io ho cominciato a scrivere su EFP. Martina. Gwen. la mia Red.
Spero che chiunque abbia letto la storia prima che venisse cancellata per problemi di html mi dimostrerà tutto il loro supporto riprendendo a seguirla. Vi ringrazio. Questa storia significa tutto per me.

- "Ci aspetta una tourné mondiale! Apriremo per i Bullet For My Valentine ragazzi!" urlò il ragazzo, con un enorme sorriso stampato sul viso.
Uno stupore generale piombò nella nostra saletta prove, ammutolendoci.
Mi cadde improvvisamente la sigaretta dalle labbra prima di scoppiare in una risata nervosa.
Non potevo e non volevo credere che io, una musicista qualunque, avrei solcato gli stessi palchi dei miei idoli più grandi accompagnando i Bullet in tour. -

Le cose sono andate diversamente da come tutti sappiamo: nella battaglia finale gli alieno hanno vinto ed hanno ridotto le Mew in schiavitù. Strawberry, infatti, è diventata la schiava personale di Ghish...