Aria Green non ha mai preteso tanto dalla vita.
La nascita di suo figlio le ha cambiato l’esistenza, donandole il più bel regalo che potesse mai ricevere.
È una donna determinata, tenace, caparbia e, nonostante i suoi venticinque anni, ha avuto molto da affrontare.
Il ventinovenne Kade Acker rappresenta, per lei, un incontro inaspettato, che stravolgerà la sua tranquillità e spensieratezza, spingendola ad interrogarsi su se stessa e sul suo futuro.
Riusciranno, i due, a legarsi l’un l’altra? O sarà solo dolore quello con cui si scontreranno?
Questa è la storia di un amore incondizionato, avventato, intrepido ed emozionante, dove Aria e Kade dimostreranno che ci vuole coraggio nel seguire il proprio cuore.
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«Perché ho la sensazione che tu mi stia evitando?». Strinse gli occhi in un’espressione tra il serio e il divertito. Era veramente bello.
«Sensazione sbagliata. Evitare una persona vorrebbe dire calcolarla, fin troppo anche. Ed io non ti sto minimamente calcolando». La bellezza del suo viso forse troppo vicino al mio non mi impedì di rispondergli per le rime. Dentro di me sghignazzai, fiera delle mie parole.
«Cazzo, ci dai dentro, eh. Ti devo fare proprio schifo».
«Tu non faresti schifo a nessuno».

Emily Allen, 18 anni, appena arrivata a Londra da Los Angeles. La sua vita è perfetta, nonostante il suo passato leggermente tormentato. Bella vita, famiglia benestante, tanti amici e tutto quello che una ragazza può desiderare. Tranne l'amore. Emily non ne ha bisogno, l'amore rende deboli e lei è tutto tranne che una debole. Femminista fino all'osso, bella, seducente e maliziosa, è lei la cacciatrice. Tutto sembra perfetto finché lui non entra nella sua vita. Lui, il suo sguardo profondo e i suoi occhi color dell'ambra, ribalteranno tutte le sue certezze. Siamo certi che non abbia bisogno dell'amore di qualcuno?

Sento la porta aprirsi ma non mi giro convinta che sia papà.
“Ehi papà lo stanno già cambiando?”.
“No, in realtà sono appena arrivati ma volevo lasciare a tuo nonno un po’ di privacy” mi giro di scatto sentendo quella voce e sorrido timidamente a Harry facendomi poi da parte per farlo sedere.
“Questo balcone è piccolissimo, vieni così ti siedi” mi appiattisco più che posso per farlo passare e lo vedo passarmi veramente tanto, tanto vicino.
Appena si riesce a sedere mi accorgo di aver trattenuto il respiro per la sua vicinanza e gli sorrido timidamente.
“Allora, a quando l’operazione alla gamba?”.
“Domani mattina, tuo nonno invece in cosa deve operarsi?”.
“Lui è stato operato d’urgenza ormai una settimana fa, stiamo aspettando che ritorna stabile e lo sposteranno in un altro reparto e poi in un centro a lunga degenza, prima che possa tornare a casa ce ne vorrà"

Liam sorrise e avvicinò il suo viso al mio, ma quando fui certa che mi avrebbe baciata, le sue labbra andarono a posarsi sulla mia guancia, lasciando un leggero bacio.
"Andiamoci piano, ok?", mi disse, notando che ero rimasta confusa da quel suo gesto.
"E' meglio così", aggiunse, grattandosi la testa.
"Sì, sì...va bene", mormorai, senza riuscire a nascondere un po' di delusione.
Un bacio avrebbe sicuramente concluso in bellezza quella serata.
[...]
"Divertita?", trillò una voce, facendomi sussultare.
Mi voltai, incredula di trovare Zayn sulla porta di casa mia.
"Ci stavi spiando?", sbottai, avvicinandomi con rabbia.
Lui alzò la mano, facendomi notare che aveva una sigaretta in mano.
"In realtà, c'ero prima io", disse, sorridendo.
Mi accorsi che in quel sorrisetto c'era una qualche sorta di soddisfazione.
Roteai gli occhi e cercai di scansarlo per entrare.
"Ti aspettavi che ti avrebbe fatto la proposta di matrimonio alla prima uscita?", ridacchiò, soffiandomi il fumo in faccia.
Tossii e lo guardai male.
"Non mi aspettavo un bel niente e se proprio lo vuoi sapere sono stata benissimo con lui, adesso togliti di mezzo", ringhiai, facendogli allargare il sorrisetto.

Non disse niente, nemmeno una parola, e non perse tempo: mi spinse contro gli armadietti e mi baciò, con passione, con forza, con sentimento.
[...]
Il mondo si era spento nell'istante in cui mi aveva guardato e avrei continuato a baciarlo per sempre.
Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di lui e del suo contatto.
Dopo minuti, che mi sembrarono millesimi di secondo, si allontanò, per riprendere fiato, ma di poco, rimase comunque vicinissimo a me.
"Il tuo amichetto potrà anche conoscere tutto di te, ma sa che era questo il tipo di bacio che hai sempre sognato e non uno dolce e smielato da film? Sa che saresti così pazza da abbandonare tutto e andartene, se solo lo volessi? Sa che tieni più ai tuoi stupidi amici che a te stessa, mmh? Lo sa? ", mormorò, con il fiato corto, fissandomi intensamente negli occhi, mentre mi teneva stretto il viso tra le mani.
"Sa che mi hai quasi visto nudo?", fece poi, rompendo quell'atmosfera fin troppo seria che si era creata.
Risi di gusto, portandomi una mano alla bocca, e lui sorrise, lasciandomi andare il viso.
"Sa che mi fai impazzire?", sussurrò, più piano, sfiorandomi dolcemente la guancia.

Un cantante di fama mondiale e una semplice cameriera,
ecco cosa può celarsi dietro il frenetico mondo dello spettacolo.
Un incontro inaspettato dietro le quinte della nuova sfilata di Valentino,
potrà cambiare per sempre la vita di Zayn e Dakota.
[OS spinta, se non vi piace il genere non leggete.]

“Che? Cosa hai fatto Harry?” chiede, quasi come se fosse all'oscuro di tutto.
E lì deglutisco, cercando di rimediare al mio guaio “ch-che ho detto? Nulla. Dicevi papà, cos'hai?” cerco di cambiare discorso, infondo, se non sa nulla del casino che ho combinato, la situazione non sarà poi cosi grave.
“Ho bisogno del tuo aiuto..c'è una ragazza..” dice, posando la tazza di caffè sul tavolo, lì sorrido “no, non pensarci minimamente, Styles!” e poi, continua “dicevo..devi aiutarmi a proteggere una ragazza. Il capo mi ha affidato questo incarico e io non lo deluderò”
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Certo, non nego che ce ne sono molte che mi sbavano dietro, ma...ok, me le sono fatte quasi tutte. Contente ora? Dio, odio rivelare la verità a delle sconosciute che ora stanno leggendo i miei pensieri.
Anzi, facciamo cosi. Promettetemi una cosa: se penso qualcosa di sconcio riguardo a qualche ragazza..beh..cercate di evitare qualche commentino o risatina. Ok? Bene.

«E..?»
«Non si sa chi ci sia dietro questo gruppo, ma è un po’ come Gossip Girl! Conosci quel telefilm?»
«Si, e la cosa mi preoccupa!»
Ridacchiò. «No, tranquilla. Non sei ancora stata menzionata! Ma arriverà anche il tuo momento. Soprattutto se rimani qui a chiacchierare con me!»
«Io intendevo del fatto che tu sappia cos'è Gossip Girl!» Lo bloccò sorridendo. Lui ghignò.
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E dal momento che, ti rendi conto di aver vissuto sotto una campana di vetro per diciassette anni della tua vita coccolato da quelle quattro mura, cominci a farti delle domande. Ma le risposte, a volte, non sono quelle che vorremmo sentire.

«Dove vuoi andare?»
Silenzio.
«Odio quando non mi parli.»
Zayn strinse ancora di più il braccio della ragazza. Spostò la mano della bionda dalla guancia e si scoprì la pelle arrossata.
«Mhm... è solo un po' rosso, ti è passato il dolore?»
«N- No» balbettò.
Zayn sorrise.
«Bene.»
«Bene cosa?»
«Bene perchè ogni volta che mi mentirai o non vorrai parlarmi oppure mi dirai quell'orribili parole, tu ti ricorderai di questo giorno e non farai più la cattiva.»
«E tu invece? Farai ancora il cattivo?»

Lei si chiama Kina. Ha il nome nero, scuro, sporco.. Come la sua anima. Un'anima logorata dalla vita.
Le cose non le erano mai girate troppo bene. Abusi, botte e parole taglienti scagliate da tempi immemori contro di lei.
E lei si era arresa. Semplicemente si era arresa a tutto quel male, e aveva deciso di annegarci dentro, di farla finita una volta per tutte.
Ma non aveva calcolato gli accidenti della vita. E Zayn Malik era un accidente nella sua vita. Un accidente che avrebbe anche potuto darle un motivo per provare a vivere. Per la prima volta.
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DAL TESTO:
Ora lo sentivo. Un piccolo trepidare che faceva la guerra al mio forte desiderio di morire.
-Tu.. Tu brilli come un Diamante nel cielo.- mi rispose lui avvicinandosi e passandomi una mano intorno alla vita.

(n.) postumi spiacevoli in seguito all’uso di stupefacenti e alcool
(n.) qualcosa che è sopravvissuto del passato.
La differenza tra una persona equilibrata e non, è sottile. Sottile allo stesso modo della differenza tra cadere e precipitare.
Le sigarette fumate con i piedi a penzoloni fuori dalla finestra, le risate di chi ha tutta una vita davanti e la polvere bianca di chi, quella vita, la sta facendo scivolare nell'oblio. La differenza tra vivere e sopravviere è sottilissima, com'è la differenza tra ridere e piangere, bianco e nero, dormire e svenire.
Sophie non si è mai chiesta quale sia la linea sottile che separa due opposti, che cosa succede se quella linea viene attraversata, distrutta e disintegrata. Non se lo è mai chiesto fino a quando non si è trovata di fronte a quella linea sottile.
--> STORIA IN FASE DI REVISIONE (DRASTICA E RADICALE) FINO AL TERZO CAPITOLO

Nonostante Megan abbia solo 24 anni, conosce già troppo bene cos'è il dolore. E il suo corpo ne è testimone.
Per tutta la sua vita, Megan ha sempre messo al primo posto gli altri e mai se stessa, a partire dalla sua famiglia, che l'ha costretta a sposarsi con un uomo di 16 anni più grande di lei.
Ma è quando incontra Zayn, un ragazzo di 26 anni dipendente di suo marito, Megan scopre un altro lato di se stessa, che non sapeva esistesse.
Si scopre egoista, ribelle ed innamorata.
Sospesa

Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]

«Melanie io… » non gli lasciai finire la frase. Ero stufa che fosse lui ad aprirsi con me. per una volta potevo farlo io.
« Ora ti dico una cosa. Voglio stare con te. Voglio stare con te perché amo il tuo modo di abbracciarmi e dirmi quanto sono stupida. Voglio stare con te perché i tuoi occhi hanno un mondo dentro, e tu non hai nemmeno idea di che meraviglia siano. Voglio stare con te, e non m’importa se sarà difficile. Tutti gli amori sono un po’ difficili, quando ne valgono la pena. Voglio addormentarmi abbracciata a te, con le gambe intrecciate alle tue e la tua mano nella mia. Voglio vederti alle prese con i tuoi capelli. Voglio stare con te perché anche se l’amore fa paura ne vale sempre la pena, sempre. Tu ne vali sempre la pena » lo dissi tutto d’un fiato. Non so dove trovai le parole, ma riuscii a dirle.
Zayn ascoltava in silenzio sorridendo di qualche mia frase buffa. Ma per il resto non parò.
«Ti prego Malik dì qualcosa perché mi sento una completa imbecille ad aver detto una cosa così smielata! » dissi sentendomi una completa imbecille.

"[...] La verità è questa, Jane, io ho paura. Ho così tanta paura".
Irrigidì la mascella e si voltò verso la lavagna.
Poi, sospirò.
Mi ci volle qualche minuto per realizzare tutto, ma poi sorrisi e intrecciai le mie dita con le sue, ricercando il suo sguardo.
Quando i suoi occhi, in quel momento lucidi, incontrarono i miei, non riuscii a starmene lì impalata come una cretina: lo abbracciai.
"Non devi vergognartene, aver paura è umano. E almeno che tu non sia segretamente un supereroe, non puoi non averne. Puoi soltanto condividerla con qualcuno", dissi, sciogliendo l'abbraccio.
"Lasciami essere quel 'qualcuno'", sussurrai.