Justin è uno spogliarellista.
Skylar è una ragazza del college che sta studiando psicologia e ha bisogno di un soggetto per la sua tesi.
Pagherà Justin per due settimane per poterlo studiare.
Le cose si faranno interessanti.
(storia tradotta)

Ci siamo tutti.
Tutti i Tributi morti in quella dannata Arena.
Tutti i Tributi morti nei 74° Hunger Games.
[...]
Perché noi siamo Cato e Clove.
I veri innamorati sventurati del Distretto 2.

C’è un Ibrido, un po’ più lontano, che nasconde il viso tra le sue zampe, come per non vedere.
Lo alza solo una volta.
Giusto il tempo per notare dei bei occhi castani.
Ha il pelo corvino e un collare con inciso il numero 2.

- Cashmere. –
La vedi sussultare.
- Gloss. –
Non sussulti. Era prevedibile, troppo prevedibile.
Mentre stringi la mano di tua sorella e la sollevi alta nel cielo, le lanci un’occhiata.
“Allora, assassino, sarai capace di uccidere il sangue del tuo sangue?”
Partecipante al Contest a Turni indetto da ManuFury 1 su 24 ce la FA! [Hunger Games Contest]. Questa storia partecipa al primo turno.

“Ti amo, stronzo” dissi mentre Justin mi avvolgeva col piumino
“Zitta piccolina” morse il mio collo
“Jay-”
“Ti ho detto di stare zitta” mi strizzò il culo con una mano “Sei la mia troia, devi obbedirmi, capito?”
Annuii gemendo per la stretta sul mio didietro.
“Brava”

Uno strano cambiamento di temperatura mi avvolse, facendomi socchiudere dolcemente gli occhi e inarcare la schiena; voltai lo sguardo alla finestra, e notai che stava iniziando a nevicare. I miei occhi si illuminarono, e subito sorrisi, ringraziando mentalmente l'aria natalizia che stava iniziando ad accerchiarci e sorprenderci. Decisi di infilare un semplice cappellino di lana grigio sulla testa e un giacchetto nero, uscendo subito di casa e notando, con stupore e felicità, che la neve continuava ad aumentare di volume e quantità. Aprii la bocca, voltando il naso verso il cielo grigio che, contrariamente alle giornate di pioggia, non era un grigio triste. Era più acceso, più felice, più gioioso, e non trasmetteva tristezza, bensì mi faceva più felice di quel che già ero. Socchiusi nuovamente gli occhi, tirando fuori la lingua dalla bocca, cercando di catturare quanti più fiocchi possibile. Sempre con il naso rivolto verso il cielo mi arrivò una pallonata di neve nello stomaco, così aprii gli occhi e mi rimisi composta, notando qualche bambino guardarmi divertito.
Accolsi volentieri l'invito alla battaglia, così ricambiai l'attacco, scatenando le risate dei bambini.

Lui era la ragione di tutti i miei guai, lui era la ragione delle mie insicurezze, lui era la ragione per cui ero definita strana o asociale, lui era il perché passavo la maggior parte della mia vita chiusa in camera mia, lui era la ragione per cui avevo solo tre amici, lui era Louis Tomlinson.
***
E pensare che se Louis non avesse fatto lo stronzo tutto questo non sarebbe mai accaduto..

«Tu sei mia, io ti possiedo» mi carezza una guancia delicatamente.
-
«Tu sei malato, Niall.» E solo in quel momento mi rendo conto che le parole uscite dalla mia bocca non sono nient'altro che la verità, è uno psicopatico, un sadico, dovrebbe stare in una clinica o in manicomio. Mi chiedo quante altre ragazze prima di me fossero state sue vittime, che fine avevano fatto, quanto ognuna di loro aveva vissuto.

E' tutto troppo veloce, tutto. Ma chi me lo ha fatto fare?

-A te piace vedermi bruciare.
[IN REVISIONE]

" Perché il mondo non sa quel che lui ha fatto al suo cuore, e quanto sia speciale, il mondo non sa niente di loro, eppure si diverte a sparare sentenze, alludendo a strane attrazioni sessuali o chissà che diavoleria, a chissà che doppio gioco o presa in gira che faccia tenere in piedi quel loro strambo… Modo di essere. "
**
Hope you'll like it. :)

Effy Stonem.
Questo era il suo nome. O almeno quello che gli altri credevano fosse il suo nome.
Nessuno si è mai sforzato di capirla, di conoscerla. Nessuno sa chi sia lei veramente. Tutti si limitano al: ‘Effy la sfigata’ ‘La cicciona’ ‘Stupida secchiona obesa’ ‘Verginella’ o al ‘Muori’ ‘Sparisci’
La insultavano, la picchiavano a sangue.
Piangeva, ma nessuno sapeva che in realtà tutto ciò non la toccava minimamente.
***
TRATTO DALLA STORIA
Zayn si sedette su un ramo, facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, poi fissò davanti a sé, cercando di spiare la ragazza senza farsi notare.
Effy si levò gli occhiali, facendo riabituare gli occhi. Poi posò una mano sulla testa, afferrando quelli che lui credeva i suoi capelli, e tirandoli. Sfilò così la parrucca bionda, e togliendo anche la cuffia che conteneva i suoi lunghi e lisci capelli scuri.
Sollevò leggermente la maglietta, così che risultasse in evidenza una pancera parecchio imbottita, che la rendeva la solita cicciottella di sempre. Strappo il feltro, levandosi la pancera, e rimanendo con la sua normalissima e piatta pancia.
Stava per sfilare definitivamente la maglietta, quando un rumore la fece bloccare.
-Cosa cazzo significa tutto questo?!
-Cosa ci fai tu qui?

Se fossi in voi starei attenti. Perchè c'è un ombra, starei attento a ogni singolo rumore, perchè se quell'obra ti trova non ti lascia andare finche non ti avrà ucciso.
"Ciao, non vi importa come mi chiamo, dovete solo sapere che sono una ninfomane."
LA LETTURA E' CONSIGLIATA SOLAMENTE HA PERSONE CON I NERVI SALDI. SE TI RITIENI FACILMENTE IMPRESSIONABILE, GIRA ALLA LARGA.
MI SOLLEVO DA OGNI RESPONSABILITA'.

Cosa potrebbe accedere se fosse Liam ad avere bisogno di aiuto e non ci fosse nessuno con lui?
Sono così stanco di essere il bravo ragazzo, quello amato da tutti, quello che sorride sempre!
Ed è vero, io sono quello che chiamano “mamma”, quello che accorre quando Harry cade dallo skate o quando a Niall viene un’indigestione. Tutti mi chiamano, ogni giorno, ogni ora, e nessuno mi chiede come sto, nessuno si è accorto che piano piano il mio sorriso si è spento, e che i miei occhi non brillano più.
Questa è la mia prima fanfiction sui One Direction, specialmente su Liam.

Amavo le donne, la loro pelle, le labbra, gli occhi, le gambe, qualsiasi cosa di donna era bella.
Che fossero leggermente in carne o che fossero asciutte erano comunque donne e io impazzivo per loro. Era quasi come una malattia personale.