Alison è la classica adolescente americana. Alta, bionda con gli occhi azzurri, proprio come suo fratello Niall. Odia andare a scuola, ama stare nel suo letto a poltrire. Crede di avere una vita difficile a causa di Zayn, un amico del fratello del quale è innamorata, ma lui non sembra ricambiare sempre.
Un giorno Alison manda un accidente al suo prof di trigonometria, il giorno dopo ha un incontro inaspettato.
Come reagirebbe se il suo nuovo professore fosse Harry Styles? Alto, riccio, bellissimo, occhi verdi, labbra perfette. E se lui ci provasse con lei?
*dalla storia*
“Ehi, ragazzina, stai attenta!” disse una voce roca.
Alzai lo sguardo, un ragazzo alto, con dei Ray Ban neri che gli coprivano gli occhi incorniciati da una mazza di ricci scuri. Già mi stava sul cazzo questo.
“Io? Ma sta attento te, no coglione? Quanti anni hai 40?”
“Non parlerei in questo modo se fossi in te” disse puntandomi un dito contro.
“Se tu fossi in me, sarei veramente brutta”
SBAM!
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Ci saranno anche le lragazze delle Little Mix, spero che vi piaccia :)

'S-scusa' balbetto.
Finalmente mi decido a guardare in faccia il mio interlocutore e oltre al fatto che sembra più grande di me, probabilmente al primo anno di università, è incredibilmente bello.
Noto immediatamente i suoi ricci morbidi castani, che gli incorniciano il viso tondo, ora umidi a causa della pioggia.
È alto, molto alto, e nonostante la sua espressione momentaneamente corrucciata, rimango estasiata dai suoi occhi color smeraldo che mi fissano incazzati.

DAL CAPITOLO 13.
“Hai paura di me Christine?” mi chiese addolcendo la voce e reclinando la testa lateralmente.
“Non mi fai paura” mentii “Lasciami il polso, mi stai facendo male” cercai di mantenere un tono duro per nascondere il reale dolore che provavo al polso. Non gli avrei dato quella soddisfazione.
Qualche secondo dopo mollò la presa e prima che potessi allontanarmi da lui, posò una mano sulla base della mia schiena e a pochi centimetri dal mio viso mi disse:
“Non finisce qui, avrò ciò che voglio…e voglio te”
Inghiottii rumorosamente e lui sorrise beffardo prima di allontanarsi da me. Mi diede le spalle e girò il capo ancora una volta in mia direzione salutandomi aprendo e chiudendo la mano come un bambino, che di innocente aveva ben poco. Non riuscii a muovere un muscolo, restando lì sul marciapiede a guardarlo mentre entrava in macchina e sfrecciava via. Quel ragazzo mi terrorizzava, soprattutto perché non potevo prevedere la sua prossima mossa. Era pericoloso e se volevo continuare a vivere in pace dovevo stargli lontana.