Questa storia narra l'intreccio incredibile di eventi che ha portato Atena a rinascere in Saori alla fine del XX secolo.
Un incrocio di vite e destini fra Grecia, Giappone, Italia e Siberia. Sullo sfondo, un mondo in piena Guerra Fredda. All'orizzonte, i primi segnali di una Guerra Sacra fra Dei.

Santuario di Atena, Grecia, anno 1721: Cardia, Cavaliere dello Scorpione, trova fuori dal proprio tempio una neonata abbandonata. Poiché la piccola è dotata di cosmo, su ordine del Grande sacerdote Sage la tiene con sé per addestrarla. Passano gli anni e la bambina, chiamata Zephiri, conquista la sua cloth ed entra a far parte dell'esercito di Atena, in procinto di affrontare Ade nell'incombente Guerra Sacra, ma la passione che divampa per un altro Cavaliere la obbligherà a mettere tutto in discussione: fino a che punto è giusto sacrificare sé stessi ed i propri sentimenti in nome di un ideale? Tra amicizia, amore, lealtà e tradimenti si giungerà all'ultima, epica battaglia finale. Chi sopravviverà? E a che prezzo?

Lo aveva tenuto nascosto per anni, incatenato nelle più buie profondità del suo cuore, ma ora quelle catene si stavano allentando, e questo Saga l’aveva capito nell’istante in cui, voltandosi per l’ultima volta verso suo fratello, aveva provato verso di lui un odio feroce e assassino, da volerlo vedere morto fra i peggiori tormenti; ma Kanon era lontano, oramai...
[Storia completata! - Revisione dei vecchi capitoli (2015 - 2018) in corso!]

La prima cosa che pensò, quando lo vide, fu che la notte doveva essersi originata dalle sue iridi, più cupe e intense di qualunque altro nero avesse mai ritrovato in natura. La seconda che l’espressione severa e implacabile del suo volto, tipica di chi è abituato al comando, sopperiva alla scarsa imponenza di un guerriero alto forse un paio di centimetri più di lei. La terza, tanto nitida e improvvisa da sopraffare per un istante il terrore da cui era avvolta, fu che il saiyan che aveva di fronte era incredibilmente bello.
“Complimenti, Bulma.” si disse ironicamente “Invece di fuggire a gambe levate, o almeno provarci, resta a fare apprezzamenti sul tuo futuro assassino.”
Ha avuto un attimo per decidere: un battito di ciglia per comportarsi come l’eroina della situazione o ritirarsi in seconda linea, limitandosi ad assistere impotente alla lotta. Per una volta ha scelto la prima opzione, e forse quell’atto di eroismo sarà la sua condanna.

"Era un'ora indegna di quello che non si poteva più chiamare mattino, con fatica stava preparandosi un caffè e l'unica frase che continuava a trapanarle il cervello era: 'Ma come diamine ho fatto?!?'
Più stupida, irrazionale, azzardata di così non avrebbe potuto essere. Idiota, idiota, idiota. Rimpiangeva di non essersi sbronzata totalmente: sarebbe bastata un'altra tequila e avrebbe concluso la serata serenamente collassata su un divanetto. E avrebbe evitato di fare quella....diamine, non riusciva neanche a dirlo. Coraggio, Rin. Scommessa.
Lei aveva fatto una scommessa."
Era pronta, erano pronti, ad affrontarne le conseguenze?
{La scommessa è un pretesto, un'occasione, non il fulcro della storia, che invece si concentrerà su tutto ciò che ne conseguirà. Enjoy!}

Entrò nella stanza di Sango con un sorriso genuino a illuminarle il volto, ma si bloccò dopo appena un passo.
Appeso a una gruccia di legno torreggiava accanto al futon un bellissimo kimono rosa con stampe di fiori di loto bianchi. Loto: forza, purezza, determinazione. Crescita. L’obi, di un rosa più scuro, terminava con un grande fiocco bianco. Rin si avvicinò e sfiorò, tastò, toccò con mano quella stoffa liscia e luminosa, e sentì la seta rinfrescare le sue mani sudate. Si ritirò di scatto, per paura di poterlo rovinare anche solo guardandolo.
- Ti piace, eh? – la voce di Sango le giunse alle spalle.
- Lo adoro. – si ritrovò a dire in un sussurro. – Il signor Sesshomaru è stato qui? – chiese immediatamente, animata dal pensiero. Era tornato, e le aveva fatto una sorpresa? Se ne era ricordato? Voleva vederlo, e ringraziarlo, e chiedergli se adesso finalmente era pronta per una vera avventura insieme a lui.

-Come mai i tuoi genitori ti hanno spedito in collegio?- domandò Nicole, migliore amica di Alexandra, mentre le due preparavano i bagagli.
–Perché ho attentato alla virtù di mio fratello- ghignando divertita dall’espressione dell’amica.
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–Tu non ti sei fatto rubare la virtù da quello schianto? Dio mio, guardala quanto è diventata…gnocca. Io mi sarei fatto legare per la mia eterna vita e violentare fino allo stremo. Bhe…spero che la sua cotta per te sia scomparsa- sorridendogli mostrando le sue belle lunghe zanne.
Darius era freddo, impassibile, marmoreo cosa che divertì l’amico.
–Tu toccala e sei un vampiro morto-minacciò con un ringhio.
–E’ il fratello geloso che parla, o il vampiro che mi da ragione?- ammiccò sorridendo.
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-Non rinuncerò all'amore per te e se questo significa sacrificare il mio Regno, lo farò- disse Darius prima di fiondarsi sul collo della sorella.

Il fumo denso della sigaretta saliva al cielo lentamente.
La notte scura, di quell’indaco marcato, rendeva le stelle iridescenti e fredde.
La luna era scomparsa, nera come un disco vuoto, una mancanza necessaria.
Lei socchiuse gli occhi bistrati, lunghi e scuri, come quelli di un gatto.
Le labbra rosse e lucide avevano lasciato un segno sul filtro bianco e sottile.

C'è chi pensa che l'unico posto adatto al Joker sia una cella imbottita in fondo all'Arkham Asylum. La dottoressa Harleen Quinzel non è della stessa opinione.
Rigorosamente ispirata al Nolan-verse. Prima pubblicazione: 15 Agosto 2008.
(ON LINE L'ULTIMO CAPITOLO E L'EPILOGO)