Spiderman trascorreva delle piacevoli serate, alle volte.
Un ladro qui, un borseggiatore là, cose semplici che riusciva a risolvere facilmente (quando non c'era un pericolo mortale per la Terra, perlomeno).
Tutto questo almeno finché Deadpool non si presentava sul suo cammino.
E Deadpool si presentava sempre sul suo cammino.

Harry e Louis sono colleghi di lavoro da tre anni. Da due, si autodefiniscono “partners with benefits”. E non è uno scherzo o un gioco sessuale inventato per divertimento. Partners with benefits è un patto fatto nel momento in cui hanno capito entrambi di non poter fare a meno di finire a letto.
Avere una relazione con il proprio collega di lavoro è fuori discussione, secondo le regole ufficiali, come lo è la frustrazione, secondo la loro esperienza personale. Per questo motivo, il sesso senza complicazioni è sembrato ad entrambi la giusta via di mezzo.
Harry e Louis, pertanto, in un letto sfatto e pregno dell’odore di sesso consumato, hanno deciso di diventare partners with benefits.
L’amore è bandito, il sesso è sempre il benvenuto. Quindi, solo sesso, quando e dove vogliono. Solo benefici, tra colleghi.
[OS]

NB Per motivi personali ho deciso che questa storia non verrà più aggiornata. Ci ho provato davvero, ma non riesco ad andare avanti. Grazie per averla letta e mi scuso con i lettori che la seguivano.
Harry è fidanzato con Ben, ma Ben è troppo possessivo.
Zayn disegna fumetti che nessuno può vedere.
Liam ha origine messicane, ma non ama il piccante.
Louis corre veloce in auto, ma non ha paura della morte.
La strada è vita.
Harry incontra il bambino per il quale sua madre rientrava a casa tardi dal lavoro: Louis.
Zayn ristruttura casa e Liam è l'uomo che fa per lui.
Liam ha un segreto, ma a portarne le cicatrici è ancora una volta Louis.
Louis odia i grattaceli e l'11 settembre: i suoi genitori sono morti troppo presto.
____
NB.
-storia contenente scene di sesso m/m
-Larry e Ziam
-Apparirà anche Niall, prima o poi
-Con questa storia non intendo offendere nessuno o arrecare danno all'immagine delle persone reali citate. E' una storia di finzione e tale rimane

[STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO]
"Sei Giulietta, vero?" domandò.
"Juliet." ribattei seccata, non mi era mai piaciuto quel soprannome.
"Giulietta, in Shakespeare, finisce molto, molto male." continuò impertinente.
"Romeo anche peggio."
**
Improvvisamente sentii la presa sui miei fianchi stringersi ancora di più e un dolore acuto
perforarmi la colonna vertebrale, seguito da un bruciore dove era appoggiata la sua bocca.
Colpii il pavimento con un tonfo e non riuscii più a distinguere le figure intorno a me.
[Siete gentilmente pregate di non plagiare le mie idee; nuovo sovrannaturale.]

Come può l’amore parlare, quando uno dei due non riesce nemmeno a spiccicare la parola?
La vita di Louis era uno scherzo attraverso le sue parole argute.
La vita di Harry era uno scherzo attraverso la sua assenza di parole.
Louis era stato classificato come un ragazzo normale, mentalmente e fisicamente.
Harry era stato classificato come un ragazzo anormale, mentalmente e fisicamente.
Louis riusciva a parlare.
Harry non poteva.
Harry era affetto da mutismo progressivo.
Louis non lo era.

Era stato lì – l’aveva baciata, spinta contro il muro, animale ferito. Le aveva sfiorato il seno, curioso appena, slacciato il primo bottone. Quando aveva abbassato lo sguardo, lo aveva visto diverso, con le guance rosse, le labbra gonfie, il volto rigato di lacrime. Hermione non si era ritratta – non aveva potuto. Non per la sua stretta, che pure forte, era facile da sciogliere.
“Scusa, Granger.”
Era sparito un attimo dopo.

“Mi stai dicendo che due mesi fa ti sei iscritto ad una chat per ragazzi omosessuali e che lì sopra hai conosciuto questo Harvey” - “Harry…” lo sentii puntualizzare a mezza bocca- “e che adesso lui ti ha chiesto di poterti vedere in webcam?”.
[...]
“Farai tu le videochiamate al posto mio.” mi spiegò risoluto, sicuro come non lo avevo mai visto essere su niente da quando lo conoscevo.
[Larry/Ziall, Catfish!AU.]

Louis stava per sbuffare per la tredicesima volta quando dovette traformare l'ultimo sbuffo in un urletto spaventato. Qualcosa, anzi, qualcuno lo stava abbracciando. Delle sottili braccia stringevano il torace di Louis e i capelli di quella persona gli solleticavano la schiena.
Stava quasi per mandare a cagare il pazzo che lo aveva imprigionato sul posto quando stesso questi prese la parola e «Michaaael!» urlò stringendo ancora di più il corpo di Louis.
Il pazzo era un ragazzino di quattordici anni riccio, molto riccio. Aveva gli occhi verdi incorniciati da delle lunghissime ciglia e una bocca rossa--macchè rossa! Rossissima.
Louis/Harry

Louis è un pendolare, ha 21 anni, ed è uno studente universitario. Nessun avvenimento straordinario, nessun amore all'orizzonte: il nulla assoluto. Si limita ad osservare le persone, le guarda, gli piace immaginare le loro vite, dove stanno andando, cosa stanno facendo in un certo luogo in un certo momento. E' un osservatore. E si è limitato per tanto tempo ad osservare la sua vita come seduto davanti ad un schermo, non ne ha mai preso in mano le redini.
Ogni giorno, stesso treno, stesse facce, stesse persone.
Stesso ragazzo che ha sempre gli occhi puntati sul suo blocco da disegno.
Stesso ragazzo che non alza mai lo sguardo da quei fogli di carta; il viso nascosto da un cappello con la visiera, a sua volta coperto dal cappuccio della sua felpa.
Stesso ragazzo di cui non ha mai visto veramente il volto, se non qualche scorcio rubato.
---
“Certo che sei uno stronzo” disse una voce roca alle sue spalle, il rumore del fruscio di fogli che venivano raccolti e infilati nella borsa. Louis si bloccò un attimo, effettivamente quello sconosciuto non aveva tutti i torti a dargli dello stronzo, ma non aveva la testa per perdere altro tempo
[Harry/Louis] [Fede]

[Larry | mini-long]
"Louis era partito per Londra a 18 anni. Aveva preso un treno e, assieme a tutti i suoi abiti e i suoi sogni, non era più tornato indietro. Aveva iniziato l'università con una sola convinzione: lui a Doncaster non ci avrebbe mai più messo piede. Niente più periferia squallida, piccole villette tutte uguali ed incolori, niente più piccoli prati pieni di fango e altalene sgangherate. Niente più persone provinciali con la mentalità chiusa, niente più chiacchiere e riempirgli le orecchie ed il cuore. Louis a 18 anni era sicuro di ciò che stava facendo. Stava scappando, ma non se ne era pentito."

AU in cui Louis è costretto ad occuparsi di tutta la sua famiglia e Harry è in bilico tra il passato e il presente. Si incontreranno di nuovo dopo tanto tempo e per tutti e due sarà un radicale cambiamento.
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Harry Styles e Nick Grimshaw non si fanno vedere in giro da un po’. Doncaster non viene calpestata dalle suole delle loro scarpe da esattamente due anni e cinque mesi, le vetrine della città hanno dimenticato i loro volti e le panchine del parco non sanno più qual è il loro peso.
Louis Tomlinson invece ha sempre e solo calpestato Doncaster, le vetrine conoscono anche quante ciglia ha per ogni palpebra e le panchine sanno perfettamente che il suo peso è diminuito con il passare degli anni.
Louis ricorda l’ultima volta che ha visto la coppia più discussa di Doncaster, si trovavano in una macchina piena zeppa di valigie e scatoloni, le loro mani erano strette insieme e i loro sorrisi erano ampi.
Louis non sorrideva, invece, e quel giorno ha trattenuto le lacrime fino a casa sua per non scoppiare in singhiozzi per la strada. Appena arrivato, si è sfogato contro il suo cuscino, testimone di altre crisi di pianto come quella.

L'ha preso per mano, l'ha stretto a sé, si è interessato alla sua vita e l'ha amato, forse, a proprio modo, senza mai smettere di amare di più i suoi figli.
[ ATTENZIONE! Questa storia contiene married!Harry/Louis ][ Autore: zeroschiuma ]

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

Si stava stancando di lei.
Questa era la paura che attanagliava Hermione, mentre si lavava di dosso la spossatezza della giornata di lezioni per prepararsi al suo incontro con Draco. [...]
Si stava stancando di lui.
Questa era la paura – no, il dubbio – che attanagliava Draco, mentre si dirigeva al suo appuntamento con la Mezzosangue. Oh, e va bene, la paura, una fottuta ed insopportabile paura. E non gli piaceva avere paura.

Anni dopo la fine della Grande Guerra una giornalista decide di scrivere una storia. La storia di chi è morto e non è potuto tornare indietro, la storia di chi è rimasto e vorrebbe raggiungere chi non c'è più. I racconti di Ron, Harry, Hermione, Ginny, Draco e tanti altri s'intrecceranno per portarci ancora una volta nel fantastico mondo di Hogwarts, dove una Grifondoro ed un Serpeverde tenteranno di cambiare il Mondo Magico.
(dal cap1)"Non feci nemmeno due passi che la vidi.
Era stesa supina sul pavimento, entrambi i piedi poggiati in alto sulle piastrelle giallastre di fianco ai lavandini, immobile come una statua.
Ci misi solo pochi istanti per constatare che non poteva sentirmi ma stava bene, dalle sue orecchie pendevano sottili fili neri che finivano dritti in uno di quegli strani oggetti Babbani che emettevano musica.
[...] -Vuoi togliermi dei punti per aver stregato il mio lettore Caposcuola Malfoy?-chiese.
Una specie di sorriso increspò le mie labbra.
-No Caposcuola Granger, la mia non era nient’altro che curiosità.- "