Tratto dal prologo:
Ogni volta che la vedo ho sempre lo stesso effetto; il cuore accelera i battiti, facendomi salire le lacrime agli occhi, che come ogni volta, scaccio via. Insomma, io sono una Shadowhunter, una cacciatrice di demoni, io non dovrei piangere. Ma come dice sempre mia mamma siamo prima di tutto persone che provano sentimenti, che amano, che sanno ridere, scherzare ma anche provare odio, rabbia, dolore e sanno piangere.
Sono, Clarissa Fray o meglio Morgenstern.
E questa è la mia storia.

La storia non tiene conto del quarto e quinto libro. Dopo il primo appuntamento disastroso con Jace, la vita di Clary subisce un brusco cambiamento. L'arrivo del fratello creduto morto la porta a cambiare il suo modo di essere e di dimenticare ciò che è stata un tempo per diventare più forte

Quando la Granger aprì la porta, lo spettacolo che le si parò davanti fu quello dell’innocenza racchiusa nel corpo di un giovane meraviglioso, che come lei era il ritratto della purezza.
Draco la prese per mano, profumava di menta fresca, indossava l’uniforme, perfettamente stirata, come un bambino al suo primo giorno di scuola, mentre Hermione aveva studiato fino ad un minuto prima ed era tutta in disordine: una matita era ancora incastrata nell’orecchio e le mani erano macchiate d’inchiostro.
Insieme si diressero verso il settimo piano ed entrarono nella Stanza delle Necessità: al centro c’era un enorme letto a baldacchino, con il materasso morbido di piuma d’oca, il copriletto viola e le lenzuola lilla, il velo del baldacchino era bianco, ricamato con dei pizzi; a lato tra due alte finestre stava un caminetto in pietra, con il fuoco che scoppiettava; il pavimento era ricoperto di soffici tappeti, e alle pareti erano appesi arazzi raffiguranti coppie di amanti.
Lentamente e in modo impacciato iniziarono a svestirsi; si scambiarono dolci baci e languidi sguardi: le iridi argentate non si staccavano mai da quelle dorate e le loro labbra erano unite come da uno spago trasparente...
tratto dal terzo capitolo

[...]
Indossare i collant quando si era con Ron equivaleva a comprarli per buttarli nel cestino, ancora impacchettati e completi di scontrino, e lo straaaaap che udì subito dopo glielo dimostrò. - Quante volte te lo devo dire che le calze si sfilano partendo dall'elastico e non da un punto imprecisato tra la caviglia ed il ginocchio, Ronald?
- Mi sembravano più resistenti questi - pigolò lui, imbronciato.
- Non esistono collant resistenti, Ron. Si rompono tutti, dal primo all'ultimo.
- E perchè continui a comprarli allora?
- Perchè quando non sei tu a devastarli, un Reparo è sufficiente!
Ron si allontanò di scatto, come scottato. - Chi te li devasta, scusa, a parte me?
[...]
Hermione aveva quell'assurda capacità di arrivare dritta a lui, nelle parole, nei gesti, nei movimenti: sapere di averla lì lo eccitava oltre misura - sentirla ansimare sulle sue labbra, sentirla vibrare sul suo corpo, sentirla vivere con lui - e decise di non attendere oltre, di volerla più di ogni altra cosa - perchè se l'aereo cadeva, voleva morire con lei, per lei, in lei.
Storia classificatasi seconda al "We are Original Drunks!" di Tittigranger.
Vincitrice dei Premi Speciali Miglior IC Hermione, Premio Stile, Premio Originalità.
Prima classificata assoluta, prima in classifica della sezione One-shot, Premio Miglior Trama al Contest "Emozioni" indetto da nefene.

Hermione Granger e Draco Malfoy si sono messi insieme e nemmeno loro probabilmente si capacitano ancora della cosa. Il loro "vissero felici e contenti" sta per ragiungere il felice record della settimana scarsa quando ovviamente qualcosa interviene a interromperlo. Trai preparativi per La festa di Halloween e il malumore dei Gryffindor, inizia a comparire gente che non si vorrebbe vedere nemmeno "dipinta". E chi meglio di Draco Malfoy, può comprendere l'espressione "Parenti Serpenti"?