-Per favore, alzati- disse un ragazzo lì vicino, sul marciapiede di fronte. Era concentrato a cercare di rialzare un altro ragazzo, completamente disteso sul ciglio della strada, con ancora una bottiglia di Jack Daniels in mano.
-Gerard, dai…- aggiunse dandogli un leggero calcio sulla coscia. –Ma quanto cazzo hai bevuto stasera?- chiese retoricamente.
-Quanto tutte le altre sere…- rispose con una voce indescrivibile il ragazzo con i capelli neri, buttato per terra.
-Basta- fece l’altro ragazzo, togliendogli la bottiglia di whiskey dalle mani.
-No- si lamentò Gerard, senza però opporsi più di tanto.
Marys guardò divertita quella scena, pensando a tutte le volte che a lei e ad Andy era successa la stessa cosa, solo che loro si alternavano o certe volte erano distese entrambe sul ciglio della strada.
-Vuoi aiuto?- chiese Marys al ragazzo più piccolo che stava cercando di far rimettere in piedi l’amico.
Frank nel sentire quella voce femminile quasi si spaventò, non si era accorto della sua presenza.
Per qualche secondo rimase interdetto fissando la ragazza, ma poi, con quel briciolo di razionalità che gli rimaneva, rispose accennando un sorriso.
-Una mano mi farebbe comodo…- rispose il giovane, mostrando un piercing sul labbro inferiore

“Va tutto bene, va tutto bene. Butteremo la cenere di quei quaderni in qualche secchione, più tardi. Quel mostro non può uscire da lì, Hope, quante volte ancora dovrò ripeterlo ? Lui non ti farà del male. Te l’ho promesso. Ti ho promesso che non ti avrebbe toccato, che non sarebbe mai uscito fuori da quelle pagine e così sarà."

Tirai addosso al muro l’ultimo vaso rimasto nelle vicinanze e mi guardai attorno: cartacce, libri aperti e strappati, il piano coperto di polvere, frammenti di vetro ovunque e il tavolo ribaltato. No, decisamente, non avrei dovuto farlo, ma sapevo che mi avrebbe aiutato. Andai nello studio con l’intenzione di distruggere pure quello, ma mi fermai quando vidi sulla scrivania un paio di fogli e una penna. Li presi e tornai in salone. Rigirai il tavolinetto davanti al divano, mi sedetti a terra e iniziai a scrivere. Non so per quanto andai avanti, la disperazione e tutto il resto non mi facevano smettere di scribacchiare parole confuse su quel foglio. Alzai finalmente la penna, lessi il testo e scrissi il titolo.
I won’t see you tonight.

Salve a tutti. Sono Lisa e un giorno mi è venuta voglia di scrivere a proposito di un rapporto che ha eccitato un po' tutti, si sa. La storia si sofferma su più personaggi, ma i principali sono due: un'alunna dell' Hills Road Sixth Form School, Alex, e il docente di Psicologia, Mr. Tompson.
Questo non vuol dire che sarà la solita solfa, assolutamente.
Dal settimo capitolo:
Il tipo dell'esteta è per Kierkegaard il seduttore, rappresentato dal personaggio di Don Giovanni, il leggendario cavaliere spagnolo prototipo del libertino. Don Giovanni non si lega a nessuna donna particolare perché vuole poter non scegliere: il seduttore è sciolto da ogni impegno o legame e vive nell'attimo, cercando unicamente la novità del piacere. Egli seduce migliaia di donne senza riuscire ad amarne davvero nemmeno una. E' la figura che incarna la sensualità, l’erotico.- Tutti quei termini, quegli aggettivi, non facevano altro che ricordarmi quanto fossi stata stupida, ingenua e irrazionale.
Il mio Don Giovanni era Mr. Tompson. Non l'avevo mai visto sotto quel punto di vista e ancora continuavo a farlo. Il problema sorgeva ogni volta che chiudevo gli occhi e sentivo il suo odore pervadermi. Miseriaccia!

La vita normale non è per tutti. Con vita normale intendo un qualcosa tipo: genitori rompiscatole, non permissivi, che credono i figli adolescenti dai santerelli del sabato sera, scuola odiata, professori visti come satana, compagni di classe con cui combinare solo guai, tanti trip in testa, escogitare modi per andare alla festa del secolo senza dire nulla ai genitori o mettere da parte dei soldi per il nuovo tour degli U2.
Ma io mi chiamo Nicole Haner mica per nulla, eh. E sono la figlia di Brian Elwin Haner Jr., meglio conosciuto come Synyster Gates, chitarrista degli Avenged Sevenfold, mica per nulla.
La mia vita non è normale, e proprio non so come potrebbe esserlo.

Gerard è venuto con me in ospedale oggi, ed è stato al mio fianco.
Gerard ha bruciato scuola per venire qui. Io sono qui perché ho bruciato la mia vita.
Adesso mi brucia la pelle del braccio, dopo che l’ago è dentro da un quarto d’ora e la flebo nell’altra vena sta iniziando a darmi fastidio.
Venti provette di sangue per sapere quanto tempo ho ancora per vivere la mia vita bruciata.
"Io sono Frank, ho diciassette anni e sono fatto di vetro".

[Traduzione],[Frerard]
Penso che ci sia un certo fascino nell'avere diciassette anni ed essere completamente fottuti. Forse sono i media, forse la società - o forse gli adolescenti stessi,
a far sembrare la disperazione una cosa figa.
Ma a Frank tutto questo non piace, inoltre non si sta divertendo affatto.
Quindi metti via le pillole, allontanati da quella pistola; questa è una storia che va ben oltre l'immaginario.
Amo alla follia questa Frerard, spero vi colpisca allo stesso modo in cui è successo a me.