Non ci credo! E' la prima volta che mi cimento a scrivere di questi due e mi esce, una Harry Tops! il che va contro ad ogni mia più profonda convinzione. Ad ogni modo, non siate troppo severi! Se non vi piace leggere pisello pisello non leggete e risparmiatevela. Altrimenti enjoy!
E' il ritorno in albergo di Lou, dove trova un Harry in poltrona piuttosto interdetto dal suo comportamento sul palco.

"Vorrei poter guardare Roma con i tuoi occhi, Louis. Riscoprire ogni cosa come fosse la prima volta, riprovare sulla pelle certe emozioni."
"Allora chiudi gli occhi, Harry."
Larry | Rome!AU | Tourist!Louis

Harry è un professore di Trigonometria imbranato.
Louis lo adora, come adora prenderlo in giro.
Larry/accenni Ziall

-Mi chiedevo- mormorò Harry -Perchè proprio noi cinque? Cosa abbiamo di diverso? Ho fatto delle ricerche tempo fa, ma non c'è stata nessuna pioggia di meteoriti quando sono nato, e non mi ha punto nessun insetto, almeno che io ricordi e...-
-Non c'entri nulla nè con Superman nè con Spiderman, Harry- lo interruppe Ed con una risatina -La nostra teoria è che voi siate così dalla nascita, a causa di un'anomalia nel vostro codice genetico-
-Una mutazione, quindi?- mormorò Harry.
-Sembri deluso- ridacchiò Ed -Cosa ti aspettavi?-
Harry scrollò le spalle. In realtà non lo sapeva nemmeno lui, di certo però non di essere solo il risultato di uno strano incrocio genetico, di un avvenimento tanto casuale quanto fortuito. Avrebbe preferito sapere di essere la conseguenza di qualcosa di straordinario, o di essere stato scelto per qualche causa superiore. Almeno avrebbe potuto dare un senso a quell'assurdità che era stata la sua vita fino a quel momento.
Ed sembrò capire quello che gli passava per la testa.
-Non è il modo in cui hai avuto i tuoi poteri a renderti speciale, Harry- assicurò -Ma l'uso che ne fai-
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(Harry/Louis) (accenni Zayn/Liam e Ed/Taylor) (superheroes!Au)

“Non lo so. Mi manchi, Harry” Al più giovane mancò per un attimo il fiato ed i battiti accelerarono pesantemente all’interno della sua gabbia toracica. La voce di Louis era risultata così dolce nelle sue orecchie che non poteva far altro che arrossire, proprio come una ragazzina di tredici anni.
“Mi manchi anche tu, Lou” Rispose prontamente, schioccando la lingua sulle labbra per inumidirle e passandosi una mano nei capelli ricci che teneva tutti spettinati sulla federa bianca che ricopriva il suo cuscino, al lato destro del letto.
“Steve se n’è andato.” Gli occhi color smeraldo di Harry si sgranarono per lo stupore, mentre si portava una mano alla bocca mordendosi subito dopo il labbro inferiore. Com’era possibile che Steve avesse mollato la casa che condivideva con Louis così in fretta se solo pochi minuti prima era intento a mandare ad Harry messaggi intimidatori per farlo stare alla larga da Louis.
“Cosa?”
“Abbiamo discusso e gli ho detto di andarsene, che volevo il divorzio” Il riccio chiuse immediatamente gli occhi tenendoli serrati. Louis aveva avuto quel coraggio che a lui mancava. Aveva, in qualche modo, messo fine al suo matrimonio “fasullo”, esattamente come quello di Harry.