Avrebbe dovuto fermarsi. Avrei potuto – dovuto – fermarlo. Ma non ce l’ho fatta. Edward è come una droga per me. Il sesso con lui il mio personale sballo. C’è chi si fa di marijuana, chi di anfetamine, chi di cocaina o di farmaci. C’è chi sniffa colla o vernice. Chi beve. Io mi faccio Edward Masen.
NON PER STOMACI DELICATI. MOLTO OOC. MOLTO ANGST.

Errare è umano…perseverare è diabolico. Questo potrebbe essere il fulcro di questa storia. Isabella Swan è un’assistente di volo che negli ultimi mesi ha iniziato a fantasticare su un aitante passeggero che sta invadendo tutti i suoi sogni…ma forse il labile confine tra sogno e realtà potrebbe infrangersi prima che lei se lo immagini.

Afferrai un quaderno a righe dalla mia borsa e strappai alcuni fogli dalla metà. Tornai di corsa all’aria aperta e ripresi la mia posizione precedente, col cuore che batteva forsennato nel petto.Mordicchiai la penna. Cosa scrivere?Una frase d’effetto? Il mio indirizzo? Una storia?
Mmmm…no.Non avrebbe avuto senso scrivere nulla che non fosse stata la verità.Perché quante probabilità c’erano davvero che qualcuno la leggesse? Quante probabilità c’erano che finisse davvero tra le mani di un essere umano e non distrutta, incastrata tra delle rocce o tra le reti di qualche pescatore e gettata nell’immondizia?
Praticamente nessuna…Potevo essere sincera. Potevo essere me stessa, forse per la prima volta davvero.
Poggiai la penna sulla carta e iniziai.

Chicago 1918. “Bella” La voce di papà mi riportò alla realtà. Lui era già sceso sulla banchina mentre io me ne stavo ancora ferma sul gradino.Sembrava euforico.“Vieni Bella” disse “Sento che questa città ti riserverà delle belle sorprese. Fidati di me.”Allungò la mano afferrando la mia. Rincuorata da quel gesto, scesi e lo affiancai, guardandomi attorno spaesata.
Ancora non sapevo quanto papà avesse ragione in quell’istante.
Avrei avuto presto una bella sorpresa; una sorpresa che aveva un nome.
Edward.