Non saprei come definirla. In quanto severa e intransigente perfezionista probabilmente la definirei come un po' più tollerabile di tutte le altre. Mi rimetto alla clemenza dei lettori.

E' l'essenza stessa della sofferenza il tema del mio sconnesso scritto.
Forse tanti non comprenderanno, o forse sì. Mi rimetto a voi, lettori giudici e sovrani.

E' doloroso. All'inizio lo è sempre ma poi ti ci abitui e cominci a provare una sorta di piacere perverso nei confronti di quel male. Quindi lo fai sempre più spesso e a volte per motivi banali -magari quel giorno ti senti grassa o forse non riesci a compiere il tuo dovere come dovresti- o persino senza ragione alcuna.