Quando mi guardano
e vedono la forza nei miei occhi,
La forza di non abbattersi
davanti a niente,
non sanno che quella forza
È di mia madre

Certe volte
mi manchi
anche quando sei qui

Se potessi scegliere
una cosa da fare
tutta la vita
Sarebbe proprio scegliere
e farmi scegliere da loro

I tuoi occhi, specchio della luna
Le tue spalle, un porto sicuro
Le tue mani, un mondo accogliente

Gli anni passano. E tu non cambi. Mai.

È la sfida, ad eccitarci. Sguardi che si fanno la guerra, lingue taglienti, cuori avvelenati.

Mi siedo sulla panchina scolorita.
Ti guardo.
Solo per un secondo.
So già che non parlerai.

Mi guardo allo specchio.
Egli riflette me.
Non vorrei essere così,
non dovrei essere così.

Ammanettata e messa in prigione. E chi si aspettava che tutto questo accadesse in un giorno?

Ma una delle cose che mi piacevano di più erano i suoi movimenti armoniosi. Il suo modo aggraziato di camminare, quasi accarezzasse il pavimento senza toccarlo davvero. Come un angelo che vola basso, troppo vicino a quella pietosa bellezza scontata e umana.

Lo sai anche tu che il nostro amore non ha speranze. Perché alla fine ci distruggerà, ci tramuterà in cenere. Perché non siamo fatti per stare insieme. Eppure ci amiamo come nessuno ha mai fatto.

E tu, tu chiudi le tue bellissime pupille luminose e la porta sbatte sonora alle tue spalle.
E ora, ora so davvero come mi sento...

E’ lei che mi ha ucciso con il suo gesto avventato, anche se il mio corpo è vivo, io dentro sono morto.
L’unico spiraglio di vita dentro me è il mio cuore, ma quello non è mai stato mio: è sempre appartenuto a lei.
E allora, sai che ti dico? Ragazza, prenditi il mio cuore, il mio corpo, anche la mia anima se vuoi perché tanto io non ne ho più bisogno.
Avevo bisogno di te.
E tu sei volata via.
Sei volata via come un usignolo.

Un falò sulla spiaggia con i tuoi amici per divertirsi a giocare a "obbligo o verità".
L'unico problema? Ci sarà il ragazzo che ti piace e tu non hai la più pallida idea di cosa fare.

Nel giro di nemmeno un’ora, ero passata dall’essere una timidona all’essere una ragazza sfrontata, al punto tale da baciare un ragazzo di cui a malapena sapevo il nome, oltretutto chiusa dentro un polveroso sgabuzzino. La cosa più assurda? Il ragazzo in questione piaceva alla mia migliore amica. Forse dovevo considerarmi una persona orribile, ma in quel momento ero così contenta che non riuscivo nemmeno a pensare di essere una brutta persona. Perché le sue labbra e il suo viso e i suoi capelli e semplicemente lui, erano perfetti. Di una perfezione quasi spigolosa. E, per essere del tutto onesta, ero troppo felice perché quello era stato il miglior bacio in assoluto di tutta la mia vita.