Sono passati dieci anni dalla guerra che rivoluzionò Panem.
Katniss e Peeta vivono insieme, ma a Peeta questo non basta.
Per questo, chiederà a Katniss di sposarlo in un modo tutto suo.

Dopo aver finito di leggere Mockingjay, mi sono resa conto di essermi sentita insoddisfatta. Avrei voluto sapere come la storia tra Katniss e Peeta si sia evoluta, come hanno fatto a superare i propri limiti. Quindi ho deciso di scrivere un continuo cercando di rimanere il più possibile fedele ai libri della Collins e soprattutto ai caratteri dei personaggi stessi. Ho cercato di colmare il mio vuoto facendoli rivivere e cercando di farli conoscere per come sono apparsi a me.
Cercherò di analizzare i problemi che si sono portati dietro dalla guerra e dagli Hunger Games. Cercherò di fare capire come li hanno superati. Cercherò soprattutto di immaginare cosa sia successo nelle loro vite in quei 10/15 anni prima di avere i loro figli. Ma cercherò soprattutto di far rivivere Kat e Peeta per tutti coloro che in questi anni li hanno amati. Non ho molte pretese perchè io non sono la Collins, ma spero che vi piacerà e che colmerà il vuoto che a qualcuno di voi ha lasciato questa serie.
Buona lettura e grazie in anticipo!

La storia narrata in Hunger Games dal punto di vista della cara Facciadivolpe, la quale verrà guidata nel magico mondo di Capitol City. Riuscirà la romana de Roma Facciadivolpe a vincere i Giochi della Fame? Ma soprattutto riuscirà a non dire una volgarità o essere scortese per più di trenta secondi? Scopritelo con questa demenziale (e colma di volgarità gratuite) Fanfic scritta da MaylorMerryWho (che ama il suo dialetto romano).

[Everlak!] [post-Mockingjay; pre-epilogo]
Mi culla mentre io urlo e piango ancora. Mi fa sedere accanto a lui sul divano. Lascia che gli sporchi la sua camicia celeste con le mie lacrime. Mi addormento così quando le mie palpebre sono così gonfie che a mala pena riesco a tenere gli occhi aperti.
Apro appena gli occhi quando sento un rumore in casa. E' Haymitch, è venuto forse per la prima volta a controllarmi dopo mesi, me o le scorte d'alcol che avevo sempre pronte per lui. Tempismo perfetto. Lo scruto nella penombra del sonno, ride di noi e se ne va stringendo qualcosa, una bottiglia, mentre io crollo di nuovo sul braccio di Peeta che arrangio a cuscino.

[Post Mockingjay, pre-epilogo] Colpa. Quel sentimento volgare, parassita, velenoso, in grado di distruggere ogni cosa. [...] Colpa di aver bisogno l’uno dell’altro nonostante la vicinanza non facesse che ricordare a entrambi tutto il male subito e inferto. Colpa di usarsi a vicenda per sopravvivere, impedendosi a vicenda di provare a… vivere. Ma vivere per cosa, poi? Per chi, ormai?