Il desiderio, la brama di possedersi a vicenda ancora viva negli occhi rosso profondo dell'uno e negli occhi color cioccolato fuso dell'altro.
Le loro lingue ancora unite nella disperata ricerca di qualcosa che però non riuscivano a trovare.
Le braccia che si stringevano più forte, temendo che qualcosa fosse di nuovo pronto a separarli e il calore dei loro corpi che cresceva insieme a quello nella stanza, alimentato dalle braci ardenti che tranquillamente continuavano a bruciare, riscaldando maggiormente i corpi riversi sul pavimento.
Le lacrime scorrevano ormai rassegnate a venire alla luce, delicatamente asciugate da due mani slanciate e dalle dita affusolate.
Un sorriso gli comparve sul volto.
Non aveva paura.
Non dovevano più averne.

Furia nei suoi occhi, ostinazione nelle sue dita strette a pugno.
Sbiancano le nocche, e Levi potrebbe giurare di sentirla digrignare i denti e vedere i muscoli della mascella contrarsi.
[ Mikasa Ackerman!centric - Levi ]

Speravo davvero che per noi potesse esserci quel tanto sospirato lieto fine annunciato al termine di ogni fiaba, perché dopotutto vivevamo anche noi in una sorta di favola, non è vero? Era una fiaba bellissima, cullata dalle note limpide della tua voce e dalla delicatezza dei tuoi gesti, ma destinata a terminare in lingue di fuoco ancor prima di cominciare.
Una storia di fantasia curata nel minimo dettaglio, affinché io potessi avere finalmente il mio posto nel mondo.
{One-shot su Alois, consapevole di stare per morire per mano di Claude e intento a lasciare un'ultima lettera, per lo più indirizzata a Claude stesso.}

Annabeth è andata a casa un'ora fa, a mezzanotte e mezza; dopo un piccolo, minuscolo bacio e un "Fai attenzione, ti prego" l'ha guardata imboccare l'uscita di quel posto che sa di candeggina e uscirne come la stessero inseguendo.
Si sta bruciando i palmi delle mani.
Torna alla sua sedia di plastica blu, si accovaccia in una posizione innaturale e porge il caffè alla figlia di Ade. La ragazza apre un occhio, e Percy lo vede sgranarsi; tutte le vene che lo arrossano si fanno più marcate sul bianco della cornea, come se stesse cercando di metterlo a fuoco, ma tuttavia allunga una mano e prende quella schifezza abbozzando un ringraziamento con voce impastata.
Il silenzio torna a farsi strada, prepotente, fra i due semidei. Il moro si guarda intorno, inspira quell'odore di detersivo e, guardando il pavimento illuminato dai neon, soffoca l'istinto di mettersi a gridare.
(Quarta classificata a pari merito al contest "Percnico or Percabeth? This is the problem" indetto da Water_Wolf sul forum di EFP.)

Il mio signorino era nato per essere un demone.
Aveva divorato la sua prima anima senza esitare, desideroso e determinato.
Di umano in lui non c' era più niente; un vero peccato, il mio giudizio alla fine si era rivelato fin troppo corretto.
-Sebastian, non ne vuoi un po'?- Mi chiese malignamente mentre terminava di leccarsi le dita. La fame sul mio volto doveva essere evidente.

«Ho capito, finalmente» mormorò, sgranando le pupille, al punto che Percy non riuscì più a guardarlo, «Finalmente ci sono arrivato- »
Annabeth scosse la testa, afferrandogli il polso.
«Respira, Ethan- »
Ma il corvino non la ascoltò. Le rivolse uno sguardo felice, quasi, al limite del grottesco, e tornò a volgere lo sguardo al cielo livido. Non c'era neanche una stella. Zoe taceva.
«Mia madre - ha finalmente pareggiato i conti.»

Resta un'ultima cosa da fare.
È un attacco kamikaze. Rapido, deciso, l'azione disperata di chi non ha nulla da perdere.
Accosta il viso al suo, nel punto dove i loro respiri si fondono. Poi, bianco.

Giorno a tutti! Questa è la mia prima ff in questa sezione!
La storia è una Alois POV e parla di quando Claude lo uccide.
Storia scritta in onore di Alois in quanto oggi è il suo compleanno.

E se il Conte Trancy non fosse morto per una malattia? Se fosse stato Alois ad ucciderlo?
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"Il sudore mi cola dalla fronte, sento il Conte che entra dentro di me, stringo le coperte, e sorrido come un pazzo.
Questa è l'ultima volta, stronzo.
Non appena si stacca da me, cadendo supino sul letto, gli salgo di sopra. E' stremato, suda come il maiale che è, sembra incapace di reagire. E' il mio momento. "
ATTENZIONE: Presenza di linguaggio volgare.