"Enomoto-san, posso chiedervi cos'è?"
Enomoto gli dedicò l'ombra di un sorriso da sotto i baffi neri, portati alla moda occidentale, e posò sul tavolo da pranzo un vassoio d'argento: due piccoli calici calibrati tre a dieci sormontati da cucchiai bucherellati, una caraffa di ceramica di Gion e una ciotolina di zollette di zucchero.
Complici Poeti dall'Inferno, che mi ha ricordato come gli anni dei poeti maledetti siano all'incirca gli stessi della Repubblica di Ezo, ed un esame imminente di Storia del Giappone...ritorno dagli inferi (e ditelo che mi credevate morta!) ♥

è la mia prima fan fiction. Ho provato ad immaginarmi l'incontro con un componente della Shinsengumi.
" seguivo il suono sempre più forte, prima a destra poi a sinistra, finché..."

"E non poteva sentirsi debole, non poteva lasciarsi sopraffare. Non poteva permettere al suo corpo di non obbedirgli.
La sua mano destra si rifiutava di stringere la katana con forza sufficiente.
Non poteva rischiare di sbagliare, non poteva.
Mentre avvolgeva la fascia candida intorno alla sua mano, annodandola stretta per non perdere la presa, pensò che sarebbe morto stringendo la sua spada."

Una ragazza insicura di sè, un pò perseguitata dalla sfortuna.
Un libro... un diario, una lontana parente che la collega ad un passato che ritorna e che diventerà presto il suo presente.
Misteri, amicizie, amori... cambiamenti, forse...
La dimostrazione di come la vita possa cambiare quando meno te lo aspetti e di come la felicità bussi alla porta di chi meno la cerca.

Maledizione, Okita Souji.
Sei davvero un irresistibile demonio.
[Partecipante alla Maritombola - Prompt 66 ~]

[Prequel di What about if everyone cared]
Lo chiamano rito di passaggio. Lo chiamano Prova. Quattro candidati nei tunnel della metropolitana sprofondati nel buio - un solo vincitore in una corsa contro il tempo. Carne e sangue e volontà, il prezzo da pagare per garantirsi il diritto di entrare nella Corte dei Miracoli.
“Quanta gente ce la fa?”
“Quella che ha qualcosa a cui aggrapparsi ha qualche chance. Ma di solito? Di solito arriva in fondo solo chi quel qualcosa lo desidera da star male.”
Kyou non può permettersi di perdere.
[ATTENZIONE - Questa storia tratta temi delicati quali abusi, violenza minorile, prostituzione e pedofilia nei limiti imposti dal regolamento di EFP. Il fine della storia è di condannare le azioni riportate, assolutamente non incoraggiarle. E' sconsigliata le lettura a persone particolarmente sensibili sull'argomento.]
[Inserito in introduzione l'avviso Out of Character giustificato dalla trama - per precauzione]

Era così ogni volta. Souji che cercava di rendersi utile. Souji che rompeva qualcosa o combinava pasticci con il cibo. Hajime che sospirava, rassegnato. Toshizo che si alterava.
La proverbiale calma di Saito messa a dura prova dall'incapacità in cucina di Okita.

- Non essere sciocco...Non puoi uccidere ciò che è inevitabile.-
- E' da sciocchi anche il pensare che questa è inevitabilmente la prima ma forse ultima volta che riusciremo a stare insieme in questo modo? - Hajime non ribattè:un nodo gli strinse la gola, impedendogli di parlare, gonfiandogli gli occhi con lacrime che minacciavano di cadere nuovamente.
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Piccolo esperimeto: questa fic non è altro che il " pezzo mancante di "time will destroy us" di Sagami_ Okita, la parte di Lemon che l'autrice ha preferito non descrivere e che, fortunatamente, mi ha dato il permesso di raccontare.

Breve one-shot su Chizuru e Hijikata che parla di un risveglio un po' movimentato.

"...Non sapeva dire cosa lo attraesse tanto di quel ragazzo. Forse i folti capelli ramati? Forse quegli occhi penetranti del colore dell’erba? Forse le sue braccia forti? Forse le sue mani… Quando lo sguardo di Saito si fermò sulle mani, il cuore prese a battergli a una velocità folle, in un misto di curiosità e preoccupazione. Cos’erano quelle macchie rosse?"

[Flashfic ChikagexChizuru] Chikage! Centric.
Spero vi piaccia, recensite in tanti! :)
I suoi occhi cremisi affondano nella luce amaranta dell’eclissi di luna.
No. Perché lei non odia. La sua anima è troppo pura anche per un sentimento banale come l’odio.