Questa storia nasce all’indomani dell’annuncio dell’annullamento, per il secondo anno di fila, della convention su The X-Files. Sono stata una grandissima appassionata di questa serie a cavallo tra i Millenni, oggi ne ho un bel ricordo ma mi sono un po’ allontanata. Ma Mulder e Scully restano una coppia unica, a ruota dopo Oscar e André. Ho deciso di omaggiarli, per dimostrare che esiste ancora dell’interesse per loro, in questo cross over appunto con Lady Oscar, non legato ad altre storie precedenti, e un po’ ispirato all’episodio di The X-Files How the ghosts stole Christmas. Il titolo è ispirato ad una strofa dell’Hymne à l’amour cantato da Edith Piaf e poi ripreso negli anni da artiste come Mireille Mathieu e Celine Dion.

Dicono che uomini e donne non possano essere "solo amici".
Per vent'anni, Oscar ha dimostrato di sbagliarsi, finché non fa una proposta che il suo migliore amico André non può rifiutare.
I termini dell'accordo? Sesso bollente, spinto e senza impegno finché uno dei due non si arrende.

Oscar e Andrè, come sempre, senza alternative. In questa storia sono consapevoli dei propri sentimenti molto prima ma qualcosa li ha separati, lasciandoli pieni di rabbia e domande. Una Oscar che combatte e un Andrè che sembra impassibile. Sembra, perché nei loro silenzi come sempre si nasconde un mondo.

Mi ero ripromessa di non scrivere più nulla su Oscar e Andrê, sicura di averli tormentati abbastanza. Ma un giorno sono tornati nella mia testa e allora ho iniziato a scrivere, un po’ per riportarli in qualche modo in vita, almeno nei miei pensieri, un po’ per cimentarmi in qualche esercizio di scrittura, dopo tanto tempo, anche mettere insieme le parole risulta davvero un’impresa ardua e più volte ho pensato di mollare. (in realtä anche un istante prima di postare questo capitolo).
Ringrazio chi vorrà leggere, chi si ricorda di me, e chi magari imparerà a conoscermi.  
Questa storia ha inizio il giorno in cui il Generale vuole porre rimedio al disonore della casata Jarjayes. sacrificando la vita di Oscar.
“Diventerai mia moglie, Oscar?” azzarda con la voce che traballa mentre la potenza di quella domanda gli esplode nel petto, il cuore precipita.
Oscar annuisce, sorride e abbassa lo sguardo per un istante, anche lui ha socchiuso gli occhi, e quando li riapre sono gli sguardi solcati da lacrime a cercarsi, le lingue ad assaggiarsi, e poi le bocche a divorarsi, affamate, ancora piegate in sorriso.

Prima di divenire l’ombra della sua luce, era stato un’ombra intesa come una creatura che viaggia tra mondi a suo piacere, appartenente ora ad uno ora all’altro, ma per essi sempre uno straniero.

Rieccomi in veste di scrittrice.
Ed ecco il Sequel de "La stanza era in penombra", che in molti aspettavano.
La storia prosegue a modo mio. La dimensione temporale è la stessa. Il mondo è sempre quello. Un mondo sottosopra, in cui quasi niente è come appare.
La storia accade qualche tempo dopo il duello con il Cavaliere Nero. In un giorno qualsiasi.
Ogni volta da un punto di vista diverso.
Un amico mi ha detto che gli piace essere preso per mano e accompagnato nella storia. Lo accontento con gioia. Ma poi lo lascerò andare, ché i lettori, si sa, vanno avanti per sentieri non tracciati da noi, proprio come i personaggi.
E io mi guardo bene dal fermarli.
Dopotutto, son Dama assai malandrina. Gnomaia per professione, coltivatrice di ciclamini per passione.

In attesa del nuovo capitolo di " Cuore di burro " i miei( e spero li consideriate anche vostri, dopo tutti questi anni)
Itanto amati Alain e Marie Blanche.

Spero un giorno possa tu sapermi amare come ti amo io

"Era passato un anno esatto, ma Oscar ricordava ogni dettaglio di quella manciata di giorni che avevano trascinato Parigi in un’orribile spirale di violenza. Negli occhi rivide il colore rosso vivo e la consistenza viscosa del sangue che aveva bagnato il selciato delle strade e delle piazze, di cui sentiva ancora l'odore umido e ferroso; nelle orecchie udì il frastuono dei colpi di cannone e di fucile, il rumore della carne innocente che veniva dilaniata, le grida terrorizzate e annichilite e arrabbiate del popolo; nelle narici poteva percepire ancora l'odore acre della polvere da sparo e del fumo; inciso nella carne, sentì il dolore lancinante della pallottola che l'aveva centrata alla gamba sotto le torri della Bastiglia. Oscar sollevò un poco la camicia da notte, candida e leggera, e le dita sottili scivolarono alla cicatrice sulla coscia, indelebile segno che le aveva marchiato a fuoco sulla pelle quei giorni d'inferno."

Esiste un amore talmente grande, talmente elevato, che non può essere rivelato.
Oscar... una donna, un rimorso, una decisione.
André... il cuore, il sogno, il coraggio.
Si parte dal giugno del 1788...
"Ti lascio andare. Ti lascio strappare metà della mia anima. Per salvare la tua."

Ciao a tutti. Come state? Purtroppo ho da darvi alcune notizie… la long non la continuerò più, dato che le ho dato un risvolto frettoloso che non mi ha soddisfatta… era anche una delle prime storie che scrivevo ed all’epoca avevo 16 anni. Le cose sono cambiate, come lo è anche la storia. La trama è più o meno la stessa, ma scritta molto meglio. Questa ho intenzione di finirla, mentre la prima non la cancellerò, lasciandola solo per ricordo delle vostre bellissime recensioni. Vi ringrazio per l’attenzione che deciderete di dedicarmi.
Questa storia la dedico ad una mia carissima amica, Francesca, la quale mi ha spinta a riscriverla dandomi anche qualche consiglio prezioso, ma è dedicata anche a tutti voi. Buona lettura. (Ogni capitolo avrà il titolo di una canzone che, secondo me, è in linea col capitolo. D’altronde anche il titolo di questa storia porta il titolo di una canzone, ossia quella di Giorgia, “la cura per me”).

Una Parigi tesa e sul punto di esplodere fa da cornice a un momento cruciale, consumato tra sangue e silenzi carichi di significato. Siamo nell’episodio 32, nel cuore dell’assalto a Faubourg Saint-Antoine: una svolta che frantuma l’equilibrio emotivo dei protagonisti e ne mette a nudo le fragilità.
Questa storia si propone di colmare i vuoti lasciati dalla trama originale con rispetto filologico e delicatezza narrativa, senza mai forzare l’indole dei personaggi né alterare la sequenza degli eventi. Ogni parola nasce dal desiderio di restituire coerenza e profondità a ciò che l’anime ha solo lasciato intuire.
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Su richiesta di molte lettrici, ho scelto di proseguire quella che era nata come una semplice One-Shot. Così, a poco a poco, darò nuova voce ai personaggi che abbiamo tanto amato, restando fedele alla loro natura così come l’opera originale ce li ha consegnati.
Spero che questa storia possa emozionarvi almeno quanto me, nel tentativo — sempre rispettoso — di raccontarla.

Una storia ambientata tempo dopo gli eventi narrati in Oscar, un incontro in un mondo diverso, in un Paese lontano, tra due donne. Un viaggio on the road per portare a termine una promessa fatta molto tempo prima.

Quando l'amore è forte resiste alla lontananza e quando è ragione di vita si nutre di speranza.
Così l'amore di André a fronte dall'allontanamento emotivo di Oscar a cui lui non si rassegna.

"Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure”, diceva la lettera. Seguiva poi un bellissimo racconto di avventure immaginarie, di viaggi e di fantasia. Elsi leggendo quelle parole suggestive che la rimandavano a luoghi lontani, si sentì immediatamente consolata. Alla fine lo scrittore le regalò una nuova bambola, chiaramente diversa da quella perduta. Ma il suo aspetto diverso venne giustificato da un biglietto: “I miei viaggi mi hanno cambiata”.
Qualche anno dopo, la bambina trovò un biglietto proprio dentro la sua bambola che diceva: “Ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa”.
Da “Kafka e la bambola viaggiatrice” di Jordi Sierra i Fabra